[Stml3] 05.07 Rashan - L'inizio della fine
Silvia Brunati
sbrunati a gmail.com
Mer 20 Giu 2018 10:33:56 CEST
Ciao,
sviluppo imprevisto, da riflettere. Bravo. :)
Silvia
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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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Il giorno mar 19 giu 2018 alle ore 21:20 Rashan <rashan.tholos a gmail.com>
ha scritto:
> Ciao,
> eccovi il mio contributo. Ho preferito concentrarmi principalmente sul
> proseguimento della trama "forzando" gli avvenimenti sul pianeta
>
> Tempio di Dio. Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 10:00
>
> “E’ tutto pronto?” Chiese Kver secco.
>
> “Sì maestro.” Fu la risposta della sua protetta.
>
> “Percepisco esitazione.” Il maestro si voltò di scatto e scrutò Selmai con
> occhi di ghiaccio. L’anziano si trovava vicino ad una finestra dell’antico
> tempio. L’antichità delle rocce con cui la costruzione millenaria era stata
> costruita rendeva l’anziano Kver ancora più vecchio.
>
> “No maestro.” Rispose Selmai abbassando lo sguardo.
>
> “L’esitazione porta all’eresia.” Fu la rapida risposta di Kver.
>
> “Si maestro.”
>
> “Allora perché dubiti.”
>
> “La guerra… tra poche ore saremo in guerra.” Selmai non voleva quella
> guerra ma non voleva deludere il maestro.
>
> “Una lotta contro gli infedeli non è una guerra… è un atto divino.” Kver
> sorrise alzando le mani al cielo compiaciuto per l’imminente massacro.
>
> “Si maestro.” Selmai rispose amaramente abbassando lo sguardo ma Kver non
> poteva vederla in quanto le aveva dato le spalle e si era messo a
> contemplare il panorama dalla finestra.
>
>
>
> Montagne di Crull Pianeta imprecisato. 15/01/2395, Ore 12:55
>
>
> La nave era immensa. Sarebbe stata più gusto definirla una astronave madre.
> La costruzione aveva richiesto uno sforzo immane quasi impossibile. Il
> primo quasi insormontabile scoglio era stato far cooperare i Due Popoli.
> Scienziati e religiosi avevano dovuto lavorare assieme per realizzare il
> progetto, i singoli componenti e l’assemblaggio. C’erano state tensioni,
> furibondi litigi a causa di opinioni completamente diverse: come potevano
> definire dei requisiti e caratteristiche tecniche di una astronave quando
> metà del team ragionava scientificamente e l’altra metà ragionava con la
> fede?
>
> Poi c’era stato il luogo di costruzione. Ognuno dei Due Popoli voleva avere
> nel suo territorio il cantiere ma alla fine, per ridurre le tensioni, si
> era deciso di scegliere un luogo neutro. Purtroppo l’unico luogo neutro era
> una quasi inaccessibile catena montuosa, l’unico posto di scarso interesse
> per i due popoli. Lo sforzo logistico nel potare gli immensi componenti
> dell’astronave e le difficili condizioni di lavoro in alta quota avevano
> causato enormi problemi che avevano rischiato di far fallire il progetto
> più volte.
>
> Malgrado tutto la costruzione era terminata. Contro ogni probabilità
> avevano costruito l’immensa astronave.
>
> Il direttore dei lavori, uno scienziato di nome Fistarl, aveva più di un
> motivo per esserne orgoglioso dell’operato. Ogni sera si sistemava in un
> promontorio vicino a guardare la sua creatura illuminata dalla soave e
> dorata luce del tramonto. Gli dava serenità e pace facendolo stare bene e
> quella visione gli aveva dato la forza per superare le difficoltà e i
> problemi della costruzione.
>
> Era lì da qualche minuto quando si accorse di una seconda presenza. Si
> voltò e riconobbe il vice direttore: il religioso Kentrar.
>
> Nessuno dei due parlò. Non si erano mai fidati l’uno dell’altro fin
> dall’inizio della costruzione. Si erano tollerati guardandosi con sospetto
> per tutta la costruzione. Eppure, malgrado le enormi differenze culturali e
> i problemi nessuno dei due poteva dire di aver lavorato male con l’altro.
>
> Anzi!
>
> Entrambi si erano comportanti come se fossero superpartes rispetto ai
> propri compiti permettendo di superare i continui litigi fra i Due Popoli e
> le difficoltà di quell’ardito progetto.
>
> Nessuno dei due l’avrebbero mai ammesso. Ma si erano avvicinati molto e,
> inconsciamente, avevano iniziato a fidarsi l’uno dall’altro rompendo il
> ghiaccio tra le loro razze.
>
> Forse c’era speranza per I Due Popoli, forse i millenni di guerre, che
> avevano insanguinato il loro mondo, potevano essere superati camminando
> insieme verso la via delle stelle.
>
> Era una bella speranza e Fistarl voleva proprio crederci. In cuor suo
> sperava che anche Kentrar condividesse la sua speranza.
>
> Kentrar, anche se non l’avrebbe ammesso col collega, condivideva gli stessi
> stati d’animo dello scienziato e la sua presenza su quell’altopiano ad
> osservare il lavoro fatto era una tacita conferma che entrambi la
> pensavano uguale.
>
> In quel tranquillo e caldo tramonto tutto sembrava andare per il migliore
> dei modi e che sarebbe stata la pace e la tolleranza il futuro dei Due
> Popoli.
>
> Purtroppo l’infame destino spezzò i loro sogni in quello stesso istante.
>
> Non se ne accorsero subito. Il vendo trasportò solo deboli urla.
>
> Il primo a sentire qualcosa fu Kentrar che ruppe il silenzio chiedendo:”Ma
> sono delle urla?”
>
> “Non sento nulla.” Fistarl si concentrò al massimo per sentire meglio ma
> nel mentre il collega gli si avvinò e attivò una specie di tricorder. Lo
> strumento di analisi funzionò nella modalità binocolo e sullo schermo
> apparve quello che stava accadendo a un chilometro di distanza in linea
> d’aria vicino alla nave.
>
> “Stanno combattendo… i religiosi stanno attaccando a sorpresa:” Quelle
> parole morirono in gola Fistarl.
>
> Fistarl accusò il colpo arretrando disgustato. Sputò quelle parole con
> tutta la rabbia e frustrazione che aveva in corpo:”Ci state massacrando…
> perché?”
>
> Quelle parole ferirono Kentrar più di un colpo di laser. Il religioso,
> completamente ignaro del piano di attacco, fece un passo indietro
> barcollando.
>
> I due si guardarono con guardi carichi di odio e disprezzo e la pace e la
> speranza morirono in quell’istante.
>
>
> USS Seatiger,Bar di prora modificato
> 15/01/2395, Ore 13:00
>
> La strana cena tra Anena e Charles al bar di prova stava procedendo tutto
> sommato bene. Il consigliere, grazie anche alle sue caratteristiche di
> El-Auriano, stava intrattenendo l’umano facendolo parlare di sé, dei suoi
> sogni e delle sue aspettative.
>
> Il capitano era l’unica altra persona nel locale. Il trill si teneva a
> distanza defilato a sorvegliare la situazione. Sembrava più un cameriere o
> una guardia del corpo piuttosto che un capitano.
>
> Era tutto tranquillo e, malgrado la situazione, sotto controllo. La nave
> procedeva sulla rotta impostata da Evans. Non avevano ancora ripreso il
> controllo ma non c’erano nemmeno avvisaglie di pericolo.
>
> D’improvviso Charles urlò:”Nooo non è possibile.”
>
> Il giovane cadde rovinosamente dalla sedia impattando con il freddo acciaio
> del pavimento. Kenar scattò in avanti rapidamente ma Anena era più vicina
> si avvicinò per vedere cosa stava succedendo.
>
> Evans si teneva la stesa e ripeteva:”no no no… ho fallito… perché lo stanno
> facendo?”
> Capendo che non era un problema fisico a turbare il giovane Anena afferrò
> Charles per cercare di calmarlo:”Che cosa succede Charlie?”
>
> La nave iniziò a sobbalzare violentemente sollecitata da forti vibrazioni,
> il capitano, ormai a poca distanza, perse l’equilibrio e cadde. Il
> turbamento di Charlie si stava riflettendo sulla nave con rovinosi effetti.
> Kenar vide alcuni sistemi saltare in una esplosione di scintille mentre un
> replicatore prendeva fuoco. Con un brivido pensò che se quello era il
> disastro al bar di prora chissà cosa stava succedendo in sala macchine.
>
> Anena si aggrappò al tavolo mentre cercava di tranquillizzare ragazzo. Il
> capitano strisciando a terra lì raggiunse i due nello stesso istante in cui
> il ragazzo spiegò la situazione:”Sul pianeta… le due fazioni hanno iniziato
> ad uccidersi.”
>
> Kenar afferrò il ragazzo dicendo:”So come ti senti… ma devi lasciare il
> controllo della mia nave o la distruggerai.”
>
> “Non volevo che scoppiasse una guerra… . “Charlie scosse la testa:”Non è la
> mia parte cosciente... .”
>
> Il capitano sorrise e con gentilezza e risoluzione disse:”So che sei una
> persona buona e che non vuoi questo… ma lascia il comando della mia nave.”
>
> Anena lo incalzò:”Fidati del capitano, noi siamo qui per aiutarti.”
>
> Evans sembrò calmarsi e la nave smise di sobbalzare. Tutto tornò
> tranquillo.
>
> Rapidamente arrivò la chiamata di Finn:=^=Capitano… qua abbiamo pogato alla
> grande, che succede? Ci sono scintille e pezzi che volano.=^=
>
> Kenar sorvolò sul dettagliato rapporto danni del primo ufficiale:”Ci sono
> feriti?”
>
> =^=Il dottore ci segnala alcuni piagnistei e qualche ginocchio sbucciato ma
> nulla di grave.=^=
>
> Kenar sorrise sollevato per poi chiedere:”Abbiamo il controllo?”
>
> Ma Finn chiese:=^=Di che cosa?=^=
>
> Kenar alzò gli occhi al cielo:”Della nave, signor Finn.”
>
> =^=Ah quella… boh… . =^= Il tono tranquillo del primo ufficiale sollecitò
> la pazienza del Trill ma l’umano riuscì a cavarsi d’impacciò
> rapidamente:=^=Sì… mi fanno segno di sì, abbiamo il controllo.=^=
>
> “Bene, mantenete rotta e velocità.” Ordinò il capitano.
>
> =^=verso il pianeta… ma come si chiama… =^=
> “Proprio quello.” Taglio corto il capitano.
>
> Quel piccolo siparietto strappò un sorriso ad Anena e generò una forte
> risata in Charlie. Era una risata profonda, spensierata e sincera tipica
> degli adolescenti.
>
> “Grazie capitano.” Disse il giovane.
>
> “Di che cosa?”
>
> “Dell’aiuto… poteva andare da qualsiasi altra parte ma ha mantenuto la
> rotta.”
>
> Kenar rispose con un occhiolino.
>
> “Come stai Charlie?” Chiese Anena.
>
> “Meglio… quando ho sentito tutte quelle vite spezzate così inutilmente…
> “Non terminò la frase, abbasso lo sguardo, guardò davanti a sé e
> aggiunse:”Perché capitano? Perché si devono uccidere per così futili
> motivi? Non è meglio uscire a divertirsi?”
>
> “Purtroppo non ho risposte alla tua domanda… molte persone anche più
> intelligenti di noi si sono poste questo quesito senza riuscire a
> risolverlo. Ti attende un compito difficile, pacificare un mondo in perenne
> guerra.” Il capitano guardò il giovane dritto negli occhi:”Noi abbiamo una
> legge, la prima direttiva, che ci impedisce di agire direttamente e
> interferire con quella civiltà ma, pur rispettando questa norma
> fondamentale, faremo di tutto per consigliarti e aiutarti a svolgere
> quest’arduo compito.”
>
> --
> ---
> Ciao
> Fabrizio
>
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> Tenente Comandante
> Rashan Tholos
> Capo OPS
> USS Redoutable
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> Mail privata: calandri.fabrizio a gmail.com
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