[Stml3] [06.09] Lunga vita alla sposa!

illu illuminato666 a gmail.com
Mer 17 Apr 2019 21:02:49 CEST


mmm secondo me è stato il colonnello mustard nella sala del trono con il
dardo avvelenato
ho vinto?

Droxine aka illu aka Carelli


Il giorno dom 14 apr 2019 alle ore 21:01 Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com>
ha scritto:

> Ciao!
> Scusate il ritardo e la non eccessiva lunghezza del brano.
> Spero vi piaccia.
>
> Silvia
>
> *****************************************
> Brano: 06-09
> Titolo: A chi tocca la sposa?
> Autore: Tenente Comandante Tkar
> (aka Silvia Brunati)
> *****************************************
>
> Gisa, Palazzo Reale
>
> 09/08/2396, ore 16:30, alloggi delegazione dell’Unione Coloniale
>
> Quinnar cadde a terra senza emettere un gemito. “Non sul viso,” protestò
> dopo aver sputato sangue blu cobalto a terra, “non vorrai rovinare il mio
> aspetto.”
>
> “L’aberrazione ha ragione,” intervenne l’Alto Istruttore posando una mano
> sul braccio del Punitore di Primo Livello che stava nuovamente per
> colpirlo. “Fai in modo che non si vedano i lividi.”
>
> Quando li aveva presentati alla principessa come i suoi servitori, Quinnar
> sapeva che l’avrebbe pagata. Era stato stupido, incosciente, ma non aveva
> resistito. Ora sarebbe stato punito come si meritava ed avrebbe accettato
> la punizione come loro si aspettavano, pensò mentre i colpi lo stordivano
> fino a quasi fargli perdere i sensi.
>
> Più tardi, quando lo trascinarono in quello che era il bagno perché si
> desse una ripulita, si tirò in piedi sfruttando il supporto della parete e
> rimase lì a studiare la sua immagine nello specchio. Il suo viso ricambiò
> il suo sguardo con disapprovazione. La punizione era stata un male
> necessario, si giustificò, se fosse stato troppo remissivo avrebbero
> sospettato qualcosa. Con una smorfia di dolore si tolse la camicia mal
> ridotta e la gettò a terra. Male necessario? Chi voleva ingannare? Si
> chiese vedendo i lividi sulla schiena. Chiuse gli occhi inspirando a fondo,
> una, due, tre volte. La situazione su Gisa era più complicata di quello che
> aveva creduto e, se non fosse stato attento, presto non ci sarebbe stata
> nemmeno più una principessa di cui contendere la mano. Non che sposare
> Lynea rientrasse nei suoi piani. Non gli importava nulla di lei, il
> problema era che se voleva attuare il suo piano doveva tenerla in vita.
>
> Quando aveva visto il dardo partire in direzione di Lynea aveva agito
> istintivamente ed il povero Tenorio ne aveva pagato le conseguenze. Nessuno
> si era accorto di nulla perché Quinnar sapeva essere rapido quando voleva,
> più rapido di chiunque altro presente su Gisa, ed il dardo era sparito
> prima che qualcuno lo notasse. Il problema era che ora, chiunque fosse
> stato ad attentare alla vita della principessa, sapeva che qualcun altro
> era in grado di ostacolarlo e Quinnar aveva già i suoi problemi ad apparire
> inoffensivo, o meno pericoloso di quello che era veramente, ai suoi
> guardiani per preoccuparsi anche di quello.
>
> Quinnar amava le sfide e, in altre circostanze, si sarebbe goduto ogni
> momento di quella situazione. Solo che il suo obiettivo era un altro e, se
> per portarlo a termine fosse stato costretto a farsi strada nel sangue, non
> avrebbe avuto alcun problema a farlo. Aveva smesso di essere schizzinoso
> quando i Giudici avevano sterminato la sua famiglia. Prima era stato solo
> un ragazzino viziato, ora non aveva più nulla da cui lasciarsi viziare.
>
> Erano stati molto astuti i Giudici ad ingannare la sua casata
> infiltrandosi in ogni sua parte come tanti piccoli insetti infestanti per
> poi colpire al momento giusto. L’Unione Coloniale non era altro che un nome
> di facciata che nascondeva una dittatura che portava morte attraverso la
> conquista. Non che i Colonizzatori fossero poi così diversi ammise con una
> smorfia portando la mano alla bocca dove il livido lasciato dal pugno del
> Punitore di primo livello si era già formato, erano solo meno razzisti.
>
> Sospirò scuotendo la testa, due giorni, Lynea doveva restare viva almeno
> per un altro paio di giorni e poi, in un modo o nell’altro, sarebbe finita.
>
>
>
> Gisa, Palazzo Reale
>
> 09/08/20396, ore 17:00, giardini
>
> Accovacciata sul ramo Andra spiava gli alloggi della delegazione
> dell’Unione Coloniale studiando un modo per entrare senza attirare
> l’attenzione. Il problema era che Quinnar non veniva mai lasciato da solo.
> Anche ora, controllò sullo scanner che aveva portato con sé, nel suo
> appartamento c’erano sei esseri viventi, tre dei quali pesantemente armati.
> Aveva ordinato a Verbno di raccogliere più informazioni possibili, ma il
> problema era che nessuno sapeva molto sull’Unione Coloniale in generale a
> parte che era una federazione di pianeti, poco democraticamente uniti.  E
> su Quinnar e la sua casata c’erano ancora meno informazioni. Eppure era
> certa che ci fosse lui dietro il fallimento dell’attentato alla vita della
> principessa. E questo non le piaceva. Affatto.
>
>  Quando il dardo non aveva colpito la finta principessa, dopo il primo
> stupore, aveva sospettato subito del rappresentante dell’Unione Coloniale,
> soprattutto perché era vicino a Tenorio quando questi aveva fatto
> all’improvviso un passo in avanti andandosi a trovare casualmente nella
> traiettoria del dardo avvelenato. Era impossibile vedere un dardo degli
> Assassini Nadaali, Quinnar ci era riuscito. E questo non le piaceva.
> Affatto.
>
>
>
> U.S.S. Seatiger, Sala Tattica
>
> 09/08/2396, ore 20:00
>
> “Ne è sicuro dottore?” Chiese l’immagine del capitano dallo schermo. Il
> dottor Bruce sbuffò spazientito alla domanda di Kenar.
>
> “Come sono sicuro di chiamarmi Symon. Si, capitano,” rispose con un
> sospiro esasperato, “Tenorio è morto per avvelenamento, il problema è che i
> dottori di Gisa non riescono a capire come sia successo. Tutte le bevande e
> i cibi vengono attentamente controllate.”
>
> Seduto al tavolo, affianco a Tkar, il comandante Finn ascoltava la
> conversazione passando lo sguardo dall’uno all’altro.
>
> “E non può essere sfuggito qualcosa? Parlo per esperienza eh? Succede
> spesso che in grandi occasioni qualcosa vada storto.
>
> “Tenorio aveva un assaggiatore.” Gli rispose seccamente Bruce, “e lui sta
> benissimo”. Aggiunse anticipando la domanda successiva di Finn.
>
> “Quindi, ricapitolando: il capitano si sposa se riesce a non farsi
> uccidere prima, mi scusi capitano ma è così;” Finn mollò il pollice per
> passare all’indice, “se riesce ad arrivare all’altare e diventare re in
> realtà lo farà solo per permetterci di riparare la nave;” sollevò l’indice
> medio, “se ripariamo la nave, scappiamo e avremmo alle calcagna l’impero,
> una sposa offesa, saremo responsabili di una federazione che non nascerà
> mai e la nostra taglia aumenterà.” Posò la mano sul tavolo. “Tutto sommato
> mi sembra un ottimo piano”.
>
> Al suo fianco, Tkar emise un brevissimo, contenuto e a mala pena
> percettibile sospiro.
>
>
>
>
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
> occupati. Bertolt Brecht
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