[Stml4] 04-03 - Cortes - Il commissario di Bordo

Cesare Atlantis cesare.atlantis a gmail.com
Mer 20 Lug 2016 20:43:03 CEST


  Ciao,

ecco il mio contributo alla storia!

Vediamo se indovinate chi è il Commissario di bordo? Bè è anche facile....


ISS-04 Atlantis, Plancia ore 4.49

Il Commissario di bordo passava quasi tutto il tempo nel suo 
alloggio-studio a valutare e giudicare l’operato dell’equipaggio e, 
raramente, veniva chiamato dal capitano con lo scopo di consigliarlo in 
caso di problemi politici o simili. Spesso però i capitani usavano i 
Commissari di Bordo come capro espiatorio per situazioni impossibili. 
Dal canto loro i Commissari avevano il potere di mettere sotto accusa il 
capitano e a causarne la destituzione o morte.

Il Commissario di Bordo della Atlantis monitorava la situazione e la 
chiamata non la colse impreparata. Semplicemente si alzò dalla sedia e 
di diresse fuori a passo veloce.

Il Commissario di bordo adorava il rumore dei tacchi contro il duro 
metallo della pavimentazione. Quel rumore secco e deciso annunciava che 
lei stava arrivando incuteva nei marinai e negli ufficiali un terrore 
totale. In molti scappavano cercando di allontanarsi da lei mentre altri 
lavoravano più rapidamente. La sua era un’arma di intimidazione e di 
guerra psicologica, si trattava di una semplice ma efficace psicologia. 
Dietro di lei camminava il fido Alejandro, la sua guardia del corpo. La 
guardia del corpo camminava in silenzio pochi passi dietro il 
commissario e io suoi pesanti scarponi militari non producevano alcun 
suono. Alejandro teneva in mano un pesante fucile al plasma con la 
sicura disinserita.

Dopo un breve viaggio il gruppo arrivò in plancia.

Il Commissario, seguita dalla fida guardia del corpo, arrivò dal 
capitano:” Mi ha chiamato capitano?”

“Sì.” Cortes indicò lo schermo che riproduceva l’immagine della Atlantis 
della Federazione.

Il commissario scoppiò a ridere: ”Ha paura di una nave tatticamente 
inferiore?” La donna si avvicinò allo schermo:” I disgregatori di questa 
nave sono molto più potenti dei phaser che equipaggia… .”

Cortes perse la pazienza, si alzò dalla poltrona e si avvicinò al 
Commissario. Prontamente Alejandro si preparò ad intervenire mentre le 
guardie del capitano alzarono le armi ma non accadde nulla, Fabio si 
limitò a dire: “La sua superficialità mi disgusta ha visto i rapport… .”

“Ho visto i rapporti…. .”Il commissario scoppiò a ridere per poi 
aggiungere: ”Se vuole le faccio un riassunto.”

“Proceda.”

“Bene. Stavamo inseguendo l’entità ionica con la sesta flotta, poi 
l’entità ha generato un campo energetico che ci ha scaraventati qui e 
abbiamo trovato una nave simile alla nostra.” Il commissario fece alcuni 
passi per la plancia. “Le basta come riassunto?”

“Direi di sì.” Cortes sorrise ironicamente: ”Io sono un semplice 
capitano e non ho accesso alle informazioni riservate del comando di 
flotta per cui ho bisogno di una conferma da chi può avere accesso ad 
ogni rapporto.”

“Bene mi dica.”

“Defiant.”

Il commissario sorrise, il capitano aveva colpito il punto fondamentale.

“La nave identificata come classe Constituction apparsa anni fa 
proveniente da un universo parallelo.” Il commissario raggiunse la 
postazione scientifica: ”Signor Mouri mi dia la lettura quantica della 
nave sconosciuta.”

Lo scienziato si voltò verso il capitano come per chiedere conferma e, 
dopo aver ricevuto l’assenso, richiamò i dati: ”Eccoli… ma sono in 
opposizione di fase rispetto alla nostra lettura.”

“E’ sicuro?” Chiese Cortes ringhiando.

“Non ho commesso errori.” Si difese l’ufficiale.

“E allora la nave proviene dallo stesso universo della Defiant solo da 
un tempo allineato col nostro non dal futuro.” Concluse il Commissario.

Uss Atlantis nel frattempo

Nemmeno il capitano Cortes della nave federale aveva perso tempo. Kimura 
aveva eseguito una serie di analisi tattiche e stava esponendo il 
rapporto:” Le loro armi sono superiori alle nostre direi in rapporto di 
un trentatré percento in più di potenza di fuoco. Mentre come difese 
siamo equivalenti.”

Non erano le buone notizie che Cortes si sarebbe aspettato.

“Anche come manovrabilità e velocità siamo equivalenti.” Aggiunse il 
timoniere Random con la sua secca voce metallica. Poi non seppe 
trattenere il commento:” Sembra di avere a che fare con una nave della 
nostra stessa classe solo che preparata in modo diverso.”

“Vero ha ragione.” Ammise Cortes.

Anche Mouri aveva appena finito l’analisi e, con un sorriso di orgoglio, 
disse: “In qualcosa siamo superiori. I nostri sensori sono superiori ai 
loro. Sia in precisione che in portata.”

Kimura alzò lo sguardo scioccato e Random disse: ”Come?”

Il capitano Cortes non voleva perdere tempo: ”Bene allora sfruttiamolo, 
situazione della scansione a lungo raggio?”

“E’ in corso signore, rileviamo una serie di disturbi che ci rallentano 
le analisi.” Rispose l’ufficiale scientifico.

Fabio poté quindi concentrarsi sugli svantaggi della sua nave: ”Tenente 
Kimura voglio che si metta subito al lavoro per culminare lo svantaggio.”

“Si signore.” Rispose prontamente l’ufficiale.

“Tenente Random voglio che si tenga pronto ad eseguire ogni manovra 
evasiva conosciuta… dobbiamo avere un vantaggio nella manovrabilità.” 
Ordinò il capitano Cortes.

Infine il capitano su voltò verso il guardiamarina alle comunicazione: 
”Rileviamo comunicazioni?”

“Eh?” Rispose Reis sovrappensiero.

“Guardiamarina!” Brontolò il capitano.

“No non rilevo nulla.” Rispose la ragazza.

Cortes aveva dato ai suoi uomini gli ordini. Forse avrebbero dovuto 
combattere contro una nave pari alla loro. Ma non erano “le” Atlantis a 
preoccupare il capitano Cortes ma bensì gli uomini che le comandavano.

ISS-04 Atlantis, Plancia ore 5.03

“… maledizione Mouri, non ha ancora trovato l’entità?” Protestò Cortes.

“No signore troppe interferenze.”

“No troppe scuse.” Cortes era furibondo e tornò a sedersi alla sua 
postazione. “Random rapporto.”

Il tenente al timone sembrava più un androide che un umano. Aveva la 
parte destra del viso lacerata e sostituita da uno strano impianto 
cibernetico.

“Manteniamo la posizione.”

“Bene.” Cortes annuì e si rivolse all’ufficiale tattico:”Kimura si tenga 
pronto ad attaccare la creatura ionica casomai si facesse rivedere e 
anche la nave di quella ridicola Federazione.”

“Ma noi non vogliamo attaccarli noi vogliamo il loro aiuto.” Si 
intromise con un sorriso maligno il Commissario.

“Ma certamente:” Rispose il capitano e, facendo segno alla collega di 
iniziare, aggiunse: ”Proceda pure.”

Il capitano e il Commissario erano sempre pronti a tramare e complottare 
l’uno contro l’altro ma quando c’era un nemico comune sapevano fare 
saldamente frontee allearsi. Il loro piano era piuttosto semplice: 
allearsi con la Federazione, catturare con il loro aiuto l’entità ionica 
e ritornare nell’Impero portandosi dietro, oltre la creatura, un secondo 
trofeo: l’altra Atlantis con l’equipaggio in schiavitù.

Eppure Cortes temeva qualcuno: il suo sé stesso sulla Atlantis. Se gli 
assomigliava anche nel carattere sapeva di trovarsi di fronte ad un uomo 
molto diffidente che avrebbe spremuto al meglio i suoi uomini al fine di 
uscire da quella situazione.Cortes aveva sempre creduto che per trovare 
il peggiore nemico una persona doveva guardare in sé stessa. Oggi 
avrebbe verificato questa sua massima, perché si trovava a confrontarsi 
letteralmente con sé stesso.Per questa ragione aveva chiesto al 
Commissario di bordo di prendere lei la palla e chiedere all’altra 
Atlantis di aiutarli. Voleva spiazzare l’altro capitano, confondergli le 
idee e lasciare che il bel visino del Commissario di bordo lo 
convincesse ad aiutarli e a fidarsi.

Il commissario di bordo si avvinò allo schermo e disse: ”Comunicazioni 
aprire il contatto con l’altra Atlantis.”

Uss Atlantis nel frattempo

*… il mio più grande nemico lo devo cercare dentro di me.*Cortes stava 
pensando ad una sua vecchia massima dei tempi dell’accademia. L’aveva 
coniata mentre studiava e lottava per passare gli esami al fine di 
concentrarsi nel superare i suoi limiti e difetti. Ora invece sembrava 
che si trovava ad una sua strana copia di cui non riusciva a fidarsi.

Era così sovrappensiero che quasi non si accorse che il guardiamarina 
Reis lo stava chiamando: ”Capitano.”

“Mi dica guardiamarina.” Rispose Cortes.

“Comunicazione in arrivo dall’altra nave.” Rispose prontamente la ragazza.

“Sullo schermo.”

Dopo pochi istanti comparve sullo schermo l’immagine di una ragazza di 
circa trent’anni coi capelli biondi e gli occhi verdi. Indossava una 
strana uniforme grigia con ornamenti d’orati e rossicci. La ragazza 
sorrideva con un sorriso ammaliante. Dietro di lei, a pochi passi di 
distanza il capitano Cortes dell’Impero, stava osservando la situazione 
seduto alla sua poltrona.

“Ma sono io… .” Dorothea non poté a far meno di lasciarci scappare quel 
commento ma il Commissario politico non le diede peso:=^=Capitano 
Cortes, è un piacere incontrarla.=^=

Cortes rimase colpito nel vedere che stava parlando con una donna che 
assomigliava molto al suo addetto alle comunicazioni.

“Il piacere è mio.” Rispose Cortes con un sorriso.

=^=Io sono il Commissario politico Dorothea Reis.=^= La ragazza sorrise 
e aggiunse:=^=Mi scuso per l’inconveniente. Il capitano di questo 
vascello ha cercato soltanto di proteggere la sua nave e il suo 
equipaggio lanciandovi l’ultimatum, per fortuna siamo ancora in tempo 
per evitare inutili scontri.=^=

Cortes notò che il commissario non chiamò il capitano con il nome ma 
rimase vaga come per nascondere qualcosa. L’umano però cercò di non 
darlo a vedere e accettò questa strana e inattesa proposta di pace: 
”Molto bene, sono contento che il malinteso sia chiar… .”

Una serie di allarmi si accesero all’improvviso sulla postazione 
scientifica, Mouri quasi urlò interrompendo il capitano: ”Rilevo una 
massa in avvicinamento rapido… rotta di intercettazione.”

“Confermato.” Si limitò a dire Kimura per poi aggiungere: “Impatto 7 
secondi… non posso colpirlo, scudi al massimo… .”

Ma Cortes non sentì neppure la seconde parte della frase. Con la coda 
dell’occhio vide su un monitor l’avvicinarsi di un oggetto con una 
traiettoria perpendicolare alla linea immaginaria tracciata tra le due 
navi. Era grande e veloce. Si aggrappò alla poltrona e ordinò: ”Signor 
Random azione evasiva.”

La comunicazione era rimasta aperta e Reis, quella della Uss Atlantis, 
era rimasta ad osservare la situazione: vide la sua controparte voltarsi 
di scatto e parlare con l’altro capitano Cortes il quale si attivò 
subito urlando ordini furiosi contro l’equipaggio e promettendo 
punizioni esemplari in caso di errori. Il guardiamarina rimase 
incuriosita dalle reazioni di quell’equipaggio così simile ma così 
diverso, conscia di poter apprendere di più su di loro in quella 
situazione che in un ora di conversazioni di facciata, premette il tasto 
di registrazione e memorizzò un breve filmato di diversi secondi nelle 
memorie interne della nave. Una parola la colpì evenne pronunciata pochi 
istanti prima che Cortes ordinò di chiudere la conversazione: entità ionica.

Nel frattempo Random sentì l’ordine del capitano ma aveva già previsto 
tutto: si aggrappò ai comandi e, con tutta la forza che aveva in corpo 
come se dovesse fisicamente spostare lui la nave, diede il comando di 
rollata a destra con una secca cabrata accendendo tutti i propulsori. 
Vide sui sensori di navigazione che nello stesso istante anche l’altra 
nave aveva eseguito una manovra simmetrica e stavano volando affiancati. 
Poi l’allarme di collisione si attivò: mancavano 2.6 secondi all’impatto 
con l’oggetto in avvicinamento.



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Ho preferito far riassumere al Commissario di bordo la situazione e cosa 
è successo in passato nell'Impero e la scoperta della Defiant.

Nel mentre ho pensato che l'equipaggio della Atlantis avrebbe cercato di 
capire la situazione e di prepararsi contro un eventuale attacco dell'Impero

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Ciao
Marco

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Capitano 0000
Fabio Yager Cortes
Ufficiale comandante
Uss-Atlantis Nx-04
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