[Stml4] 03.01-BLAKE-Benvenuti su Rigel 3

Roberto Battistini rbattis72 a gmail.com
Lun 7 Nov 2016 12:45:27 CET


Apperò!! Bel Teaser!! Mi è piaciuto e mi ha dato diversi spunti d
riflessioni su come proseguire. Sono curioso..
ciao
Roberto /Random

Il giorno 5 novembre 2016 16:36, Guido Fiorillo <gufiemail a gmail.com> ha
scritto:

> Ciao a tutti,
> scusate per il piccolo ritardo; ecco il brano d'inizio della missione 3.
> Come vi sembra? Aspetto di sentire la vostra opinione.
>
> =====================
> Tenente John Blake
> Ufficiale Scientifico Capo
> Atlantis NX-04
> =====================
>
> 5 Novembre 2171-Plancia della USS Atlantis
> Dopo mesi di lavoro estenuante, l'intero equipaggio aspettava con ansia la
> settimana di licenza concessa dal Capitano Cortes. Gli ufficiali, riuniti
> sul ponte di comando, fissavano il visore principale, dove si cominciava a
> distinguere, fra le stelle e le tenui nubi di polvere, la sagoma della
> stazione spaziale Rigel 3, su cui sarebbero sbarcati fra poco.
> "Capitano, una comunicazione in ingresso dalla stazione", annunciò il
> guardiamarina Reis."La passi sul visore", ribatté Cortes. Sullo schermo
> comparve il volto rubicondo e florido di un alieno completamente calvo, che
>  cominciò a parlare, con voce untuosa: "Stimatissimo Capitano Cortes, il
> mio nome è  Grinn Karver e sono lieto di darle il benvenuto su questa
> piccola stazione che ho l'onore di dirigere. Spero che nei prossimi giorni
> Lei possa non essere troppo deluso da quanto troverà sul mio piccolo mondo.
> Pur sapendo che il mio umile invito è indegno di Lei e del suo equipaggio,
> confido che questa sera non vorrà negarmi il piacere di cenare con Lei e
> con gli ufficiali superiori" "Direttore Karver, la ringrazio del benvenuto
> e accetto senz'altro il Suo invito", rispose Cortes, in tono forse non
> molto entusiasta. Non appeno chiuso il canale subspaziale, gli ufficiali si
> scambiarono un'occhiata di disappunto, ma prima che qualcuno potesse
> parlare, il capitano intervenne "Sarà una seccatura, ma è nostro dovere
> stringere rapporti amichevoli con le specie aliene che incontriamo E, mi
> raccomando, voglio che questa sera siate cortesi e cerimoniosi almeno
> quanto il nostro ospite", concluse Cortes con un mezzo sorriso."Arriveremo
> alla stazione fra trenta minuti", comunicò il timoniere Random.
> 5 Novembre 2171- Ore 22:30 Appartamento del direttore Grinn Karver
> L'ufficiale scientifico guardava con sconforto i resti della lunga cena
> ormai conclusa. Da più di un' ora gli rimbombava nelle orecchie la voce
> melliflua di Karver, che riusciva a parlare ininterrottamente senza mai
> dire nulla di preciso, se non riversare un profluvio di complimenti
> affettati sui propri interlocutori. Reis -"l'affascinantissima signora che
> siamo onorati di avere con noi"- come la definiva di continuo il Direttore-
> bisbigliò a Blake: "Persino le offese gratuite dei Tellariti sono meglio di
> questo strazio!" Blake sogghignò di rimando, sperando che i RIgeliani, la
> specie cui apparteneva Karver, avessero l'abitudine di andare a letto
> presto. Come per telepatia, proprio in quell'istante Finn pronunciò la
> parola "letto". "Ma come Capitano! Perché mi rifiuta l'onore di ospitare
> Lei e i suoi esimi ufficiali nella mia misera casa, almeno per questa
> notte?" "Signor Karver, anche durante la licenza, io sono responsabile per
> i miei uomini e voglio stare al loro fianco...se accettassi il suo invito,
> capisce bene che verrei meno al mio dovere", rispose Cortes. "Ah, il dovere
> per lei è tutto, è proprio un uomo esemplare, Capitano, e anche i suoi
> ufficiali, per non parlare, poi ,dell'affascinantissima signora che
> quest'oggi è con noi. Ma non sopporto, proprio non sopporto l'idea che
> persone rispettabili come voi debbano mescolarsi ai tanti poco di buono, ai
> tanti avanzi di galera- sia detto con rispetto- che affollano la stazione e
> che purtroppo noi non possiamo fare niente per scacciare...Lei, i suoi
> ufficiali, una signora così affascinante, in mezzo a quella feccia: è un
> immagine tremenda, mi fa stare male", e Karver cominciò a contorcersi
> proprio come se gli fosse venuto un attacco di convulsioni. Cortes, pur
> rimanendo garbato, volle subito porre fine alla sceneggiata:"Proprio il
> fatto che le stazioni spaziali siano a volte luoghi pericolosi mi spinge a
> stare coi miei uomini, per cui spero di non offenderla se declino
> definitivamente la sua offerta."  "Capisco, capisco", disse Grinn Karter, e
> riprese imperterrito a cianciare del più e del meno.
> 5 Novembre 2171 Ore 00:10 Bar della Stazione Rigel 3
> Blake, Random e Reis sedevano soddisfatti di fronte a tre bicchieri pieni
> di un'ambigua, ma piacevole, bevanda aliena. Terminata l'interminabile cena
> con il Direttore, i tre avevano deciso di rialzare le sorti della loro
> prima serata di licenza, messe in serio pericolo dal futile chiacchiericcio
> di Grinn Karter. La loro conversazione verteva proprio sui  suoi modi
> ridicolmente cerimoniosi, quando un avventore si sedette al loro tavolo
> senza molti complimenti. Prima che potessero dire alcunché , lo sconosciuto
> esordì, rivolgendosi a Reis con fare manifestamente  alticcio:"Da quando in
> qua  su questa stazione girano straniere così carine? Appena ti ho visto,
> ho pensato:questa devo conoscerla. Kaleb Sotor non si fa scappare un
> occasione del genere;e tu, bellezza, ti faresti scappare l'occasione di
> conoscere Kaleb Sotor?", e qui il sedicente Kaleb Sotor scoppiò in una
> risata scomposta e volgare."Ma cosa vuoi qui? Vattene, se non cerchi
> guai!",intervenne Random, che aveva una certa esperienza in materia di
> stazioni spazali e sapeva  che basta una risposta decisa per tenere lontano
> una miriade di seccatori "Ma senti qua l'amichetto che strilla come se gli
> rubassero la sua gallinella.  E tu,carina, davvero vuoi perdere queta
> occasione?" "Se non te ne vai, l'unica occasione da non perdere sarà quella
> di spaccarti la faccia",mormorò Blake, che forse aveva bevuto troppo. "Ah,
> e saresti tu quello che vuole spaccarmi la faccia? Arar, Geth, venite qui",
> urlò l'alieno. A quel punto tutto capitò in pochi istanti; i due amici
> del'importuno dongiovanni arrivarono; scoppiò un rissa che durò alcuni
> minuti e fu sedata solo dall'intervento del barista, probabilmente abituato
> a situazioni del genere, mentre gli altri avventori facevano il tifo per
> l'una o per l'altra parte. Allontanandosi dai rivali doloranti, Random e
> Blake- doloranti quanto gli avversari- si guardavano intorno, cercando
> Reis, assai dispiaciuti che avesse dovuto assistere a un simile spettacolo;
> ma di Reis nessuna traccia. "Dove sarà finita?", chiese con grande allarme
> Random. "Reis, Reis", cominciò a chiamare a gran voce Blake,  mentre tutto
> intorno le persone erano ormai tornate alle loro attività, dimentiche della
> rissa appena conclusa. Random e Blake si sentirono raggelare il sangue; per
> quanto fossero circondati da alieni di ogni razza, si sentivano sperduti
> come in mezzo a un deserto, e in effetti, era proprio così, perché in
>  mezzo a quella folla tumultuante le tracce di Reis si perdevano come nella
> regione più inospitale, rocciosa e disabitata. Per più di un quarto d'ora,
> in un crescente spasimo di angoscia che li stringeva allo stomaco e
> accelerava sempre più il battito dei loro cuori, l'ufficiale scientifico e
> il timoniere cercarono freneticamente Reis in ogni angolo, in ogni anfratto
> del muro, in ogni zona male lluminata del locale, sperando di riconoscere
> in ogni ogni viso che incontravano il volto della loro collega e amica, in
> ogni suono il timbro della sua voce, in ogni andatura il suo modo di
> camminare, ma inutilmente. Infine si guardarono, ansimanti ed esasperati,
> senza il coraggio di dire ciò che entrambi sapevano: Dorothe Reis non era
> lì. L'unica cosa da fare era avvertire il capitano.
> 5 Novembre 2171- 03:00 Luogo sconosciuto
> La luce, il rumore, un odore penetrante, tutto le vorticava intorno
> disordinatamente. I ricordi, la realtà esterna, la sua immaginazione, tutto
> si avvicendava in un balletto senza fine, senza senso, in cui le pareva di
> ondeggiare fra presente, passato, futuro, senza soffermarsi su nulla. Una
> cosa almeno la sapeva chiaramente: il suo nome era Reis, Dorothea Reis.
> "Thea", la chiamava una bambina "Thea vieni, dobbiamo nasconderci"; intorno
> a lei si apriva un prato verdeggiante- dovevano essere sulla Terra- pieno
> di bambini che si nascondevano, mentre uno di loro contava, ad occhi
> chiusi: "Novantotto, novantanove, cento". Il bambino apriva gli occhi e
> cominciava a guardarsi attorno; si sentiva un urlo, un rumore, "Ti ho
> vista", strillava il bambino, ma lei era già altrove, in una piccola
> stanza, su una nave stellare, vedeva la stazione spaziale allontanarsi e
> aveva paura, perché non sapeva per quale ragione fosse lì; poi entrava
> nella stanza un uomo, che le parlava, ma lei non voleva guardarlo, sempre
> più spaventata, ormai in preda al panico. Come si chiamava quell'uomo? Non
> riusciva a ricordare..."Cortes", disse qualcuno; ma certo, era il capitano
> Cortes! Chi altri poteva essere?O forse no...no, no, non era lui, era
> qualcuno che parlava di lui. La voce continuava: "Cortes farebbe tutto pur
> di riavere un membro del suo equipaggio. Lo teniamo in pugno. Tu continua a
> sedare la prigioniera...non voglio avere problemi, proprio ora che siamo
> così vicini all'obiettivo" Reis sentì una mano che le agguantava il
> braccio, il pizzicore lieve iu un'iniezione, e fu di nuovo preda del
> torpore, del caos dei ricordi, del fondersi delle sensazioni.
>
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