[Stml4] Imbarco.
Cesare Atlantis
cesare.atlantis a gmail.com
Mar 11 Set 2018 19:43:11 CEST
Brano on line con la relativa news!
Il 11/09/2018 11:45, Roberto Battistini ha scritto:
> Confermo!! Imbarco molto ben scritto!! Mi piace!
> grazie
> Roberto / Random
>
> Il giorno dom 9 set 2018 alle ore 17:45 Cmd.Jonathan Keyl <
> webmasterendeavour a gmail.com> ha scritto:
>
>> Ciao Ragazzi,
>> scusate il ritardo, spero che il pezzo vi piaccia.
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> Era già sera quando Jonathan, ingegnere capo della UES Atlantins in
>> licenza speciale, si sedeva ad un tavolo di un pub nella periferia di
>> Dublino.
>> Era stata una settimana dura ma finalmente, poteva rilassarsi un poco e
>> stare per conto suo.
>> Esattamente una settimana prima, mentre supervisionava un controllo di
>> routine ai motori della Atlantis, aveva ricevuto una telefonata da alcuni
>> amici di vecchia data i quali gli comunicavano che Thomas, vecchio amico e
>> compagno di scorribande, era morto in un incidente.
>> Niente miseri, niente complotti o liti furibonde: Durante un volo in
>> deltaplano, un fulmine aveva squarciato parte delle ali e una una corrente
>> d'aria troppo forte e inaspettata, lo aveva fatto ribaltare e cadere
>> rovinosamente a terra.
>>
>> Adesso era passato tutto: La corsa alla ricerca del capitano Cortes per
>> richiedere una licenza, l'organizzazione del viaggio, l'incontro con i
>> genitori si Thomas (Sarah e William che consideravano Jonathan come un
>> figlio) l'organizzazione del funerale insieme a loro e tutto quello che era
>> seguito.
>> Adesso Thomas giaceva sotto due metri di terra in quello che avrebbe
>> dovuto essere il suo eterno riposo.
>>
>> Jonathan, con la sua birra in mano, aveva preso posto nell'angolo più buio
>> del pub, sperando di passare inosservato per il resto della serata.
>> Voleva stare solo con i suoi pensieri a ricordare il vecchio amico.
>>
>>
>> Qualche anno prima, durante quella che sarebbe stata la prima di molte una
>> vacanza in Irlanda, si trovava dentro un pub. Si gustava qualche birra
>> chiacchierando con alcune persone che aveva appena conosciuto. Ridevano e
>> scherzavano quando lui vide passare, dall'altro lato del pub, una ragazza
>> che, allora, penso fosse la più bella che avesse mai visto. Buffo pensare
>> come ora non ricordasse neanche il suo nome.
>> Lasciò il gruppo e si diresse, birra in mano e sorriso a trentaquattro
>> denti (forse aiutato dall'alcool), verso quella ragazza quando, a pochi
>> passi da lei, si sentì bussare sulla spalla :"Mi spiace amico ma quella è
>> la mia ragazza... e tu stai barcollando pericolosamente nella sua
>> direzione".
>> Effettivamente Jonathan aveva forse bevuto più di quanto volesse ammettere
>> e la sua camminata, probabilmente, era dritta e sicura solo nella sua testa.
>> Il ragazzo che lo aveva fermato era alto poco più di lui, muscoloso,
>> capelli ricci corti e occhi marroni. Il tono di voce che aveva usato era
>> calmo ma sicuro. Jonathan fece per girarsi e rispondere quando sentì i le
>> gambe cedere e barcollò. Thomas allungò un braccio e gli diede una mano a
>> recuperare l'equilibrio. I due si guardarono in faccia per qualche secondo,
>> poi scoppiarono a ridere.
>>
>> Thomas lo presentò ai suoi amici e passarono il resto della serata insieme
>> a bere. Thomas si dimostrò essere una persona molto simpatica e gentile (a
>> differenza della sua ragazza che, comunque, avrebbe frequentato ancora per
>> poco). Figlio unico, lavorava presso un vecchio hangar di aerei da
>> collezione e si occupava della manutenzione dei motori. Aveva un brevetto
>> di volo e adorava il suo lavoro ma, la sua vera passione erano gli ultra
>> leggeri. Ne possedeva già un paio ma il suo preferito era un vecchio Viper
>> SD4 che aveva ristrutturato e rimontato praticamente pezzo per pezzo da
>> quando aveva sedici anni. Condivideva con Jonathan la passione per i motori
>> su cui lavorava e gli piaceva, quando poteva, fare arrampicate e rischiare
>> di rompersi il collo in situazioni estreme come l'arrampicata senza
>> assicurazione.
>>
>> Per il resto della sua vacanza, Jonathan e Thomas si videro praticamente
>> tutti i giorni. Thomas gli mostrò dove lavorava e gli fece visitare i posti
>> e i pub più belli di Dublino, alla sua vacanza successiva, il resto
>> dell'Irlanda.
>>
>> Durante uno dei week end a Galway, decisero, in piena notte e dopo qualche
>> birra di troppo, di scendere le famose scogliere di Moher.
>> Thomas aveva con sé l'attrezzatura per l'arrampicata e, quando Jonathan
>> era con lui, ne portava una di scorta. Insieme ad altri 2 amici, si misero
>> in macchina e si avviarono verso le scogliere.
>> Non era una discesa molto lunga: 217 metri nella parte più alta, ma, la
>> difficoltà consisteva nei forti venti e nel fatto che,sotto di loro,
>> avrebbero avuto l'oceano Atlantico e, in caso di caduta, le forti correnti
>> avrebbero sbattuto lo sfortunato, quasi subito sulle scogliere senza
>> lasciargli scampo. La scommessa consisteva nel vedere chi sarebbe riuscito
>> ad arrivare più vicino alle onde prima di ritirarsi.
>>
>> Arrivarono alle scogliere che era buio. Se di giorno la folla riempiva il
>> luogo, di notte non c'era anima viva. Il cielo limpido e la luna piena
>> davano una buona illuminazione, ma si erano portati comunque dietro anche
>> un piccolo gruppo elettrogeno per fare un po' di luce in più.
>>
>> Jonathan e Thomas si prepararono per la discesa mentre, i loro amici,
>> montavano ed avviavano il gruppo elettrogeno e le luci.
>>
>> "Jonathan, mollerai prima della metà della discesa" disse Thomas.
>> "No amico, sarai ancora alla partenza quando io starò già bevendomi la
>> birra della vittoria... e comunque molerai molto prima di me." Rispose
>> Jonathan.
>>
>> Finita l'imbracatura e fissate le cime, si avvicinarono al bordo della
>> scogliera: "Pronto?" disse Jonathan, "Certo: partiamo".
>> Iniziarono la discesa. Il primo pezzo era semplice. Non potevano saltare
>> ma iniziarono a scendere poggiandoci agli appigli naturali. Il primo quarto
>> di discesa era relativamente semplice e ben illuminato. Le prime difficoltà
>> iniziarono a metà percorso. I fari agganciati al gruppo elettrogeno
>> iniziavano a non illuminare cosi tanto. Jonathan scivolò su un appiglio
>> umido e perse la presa ad una mano ma, grazie agli allenamenti
>> all'accademia, riuscì a tenersi attaccato alla scogliera.
>> "Sei già in difficoltà?" Disse Thomas che era già un paio di metri più in
>> basso.
>> "Non montarti la testa Thomas, sono solo scivolato" rispose Jonathan.
>> Thomas scendeva veloce anche grazie alla molta pratica che faceva e
>> sembrava non perdere un colpo.
>>
>> A tre quarti della discesa nessuno dei due aveva mollato ma entrambi
>> iniziavano ad avere il fiatone e a non trovare sempre dei buoni appigli.
>> Poco dopo, Thomas aveva aumentato il vantaggio quando si sentì un urlo.
>> "Che succede Thomas?" Disse Jonathan preoccupato. Non sentendo risposta,
>> cercò di voltarsi a controllare l'amico. Strinse gli occhi nel buio e lo
>> vide penzolare dalla sua corda poco sopra le onde. Se fosse arrivata
>> un'onda più forte delle altre, lo avrebbe sbattuto contro la scogliera con
>> violenza.
>>
>> "Presto! serve aiuto!" Urlo Jonathan. I loro amici si affacciarono alla
>> scogliera.
>> "Proviamo a tirarlo su!" Dissero.
>> "No! aspettate!" Jonathan aveva notato che la corda dell'amico era
>> impigliata. "Scendo a sbloccare la corda."
>> Jonathan scese ancora arrivando di fianco all'amico. Fece in tempo a
>> liberare la corda quando, un onda più alta delle altre, li travolse in
>> pieno facendoli sbattere contro la parete rocciosa e perdere conoscenza.
>>
>> Non sapeva quanto tempo era passato quando, aprì la prima volta gli occhi,
>> intravide le luci delle ambulanze e alcuni ufficiali della GARDA che
>> prendevano appunti interrogando i suoi amici. Poi perse di nuovo conoscenza.
>>
>> "Ehi! Ti vuoi svegliare?!" Jonathan senti la voce dell'amico. Aprì gli
>> occhi e si rese conto di trovarsi in ospedale.
>> "Thomas, che diavolo è successo?" disse Jonathan. Aveva dolori ovunque e
>> gli girava la testa.
>> "Sembra che ci siamo rotti un po' di ossa e che siamo nei guai..." disse
>> Thomas ridendo.
>> Un ufficiale della GARDA e un medico lo osservavano dai piedi del letto.
>> "Si. La prognosi è quella. Insieme a una bella commozione celebrare per
>> entrambi... ma visto quello che avete fatto forse potete solo migliorare.
>> Oltre ad un grave rischio di finire in ipotermia... fortuna che i vostri
>> amici hanno chiamato subito e hanno pensato loro a tirarvi su. " disse il
>> medico.
>> "L'avete combinata grossa ragazzi!" disse l'ufficiale della GARDA.
>> "Rischiavate di rimanerci la sotto."
>> "Comunque per i prossimi due mesi non potrete combinarne un altra, visto
>> che non uscirete da quei letti." disse il medico.
>> "Cercate di riprendervi e mettete la testa a posto" disse l'ufficiale del
>> GARDA uscendo.
>> "Noi ci vediamo piu tardi per un controllo." disse il medico uscendo pure
>> lui.
>>
>> "Certo che abbiamo rischiato grosso" disse Thomas "comunque lo sai che ho
>> vinto io, vero? sono arrivato molto più in basso di tè."
>> "Si ma poi sono dovuto scendere a salvarti il culo" disse Jonathan.
>>
>> Si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Non sarebbe certo stata
>> l'ultima volta che si sarebbero messi nei guai insieme quella. Ma
>> sicuramente fu una delle volte peggiori.
>>
>> Jonathan era ancora seduto al pub sorseggiando la birra quando sentì
>> qualcuno bussargli sulla spalla.
>> Si scosse dai suoi pensieri e si voltò a vedere chi lo stesse disturbando.
>> Era la cameriera del pub: "Mi scusi... qualcosa stà suonando nella sua
>> giacca già da qualche minuto... non vorrei fosse importante."
>>
>> "Si, grazie...." disse Jonathan. Prese il comunicatore dalla sua giacca e
>> lo aprì :"Qui Keyl."
>> "Comandante, sono Reis, il capitano mi ha chiesto di richiamarla a bordo."
>> "Va bene Reis, mi preparo subito a partire. Chiudo." Jonathan chiuse il
>> comunicatore, posò la birra, prese le sue cose e uscì dal pub.
>> Il tempo di piangere il suo amico era finito.
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Marco
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Capitano 0000
Fabio Yager Cortes
Ufficiale comandante
Uss-Atlantis NX-28
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