[Stml4] Imbarco.

Cmd.Jonathan Keyl webmasterendeavour a gmail.com
Sab 15 Set 2018 00:55:26 CEST


Grazie ragazzi.

Il mar 11 set 2018, 19:43 Cesare Atlantis <cesare.atlantis a gmail.com> ha
scritto:

> Brano on line con la relativa news!
>
> Il 11/09/2018 11:45, Roberto Battistini ha scritto:
> > Confermo!! Imbarco molto ben scritto!! Mi piace!
> > grazie
> > Roberto / Random
> >
> > Il giorno dom 9 set 2018 alle ore 17:45 Cmd.Jonathan Keyl <
> > webmasterendeavour a gmail.com> ha scritto:
> >
> >> Ciao Ragazzi,
> >> scusate il ritardo, spero che il pezzo vi piaccia.
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >>
> >> Era già sera quando Jonathan, ingegnere capo della UES Atlantins in
> >> licenza speciale, si sedeva ad un tavolo di un pub nella periferia di
> >> Dublino.
> >> Era stata una settimana dura ma finalmente, poteva rilassarsi un poco e
> >> stare per conto suo.
> >> Esattamente una settimana prima, mentre supervisionava un controllo di
> >> routine ai motori della Atlantis, aveva ricevuto una telefonata da
> alcuni
> >> amici di vecchia data i quali gli comunicavano che Thomas, vecchio
> amico e
> >> compagno di scorribande, era morto in un incidente.
> >> Niente miseri, niente complotti o liti furibonde: Durante un volo in
> >> deltaplano, un fulmine aveva squarciato parte delle ali e una una
> corrente
> >> d'aria troppo forte e inaspettata, lo aveva fatto ribaltare e cadere
> >> rovinosamente a terra.
> >>
> >> Adesso era passato tutto: La corsa alla ricerca del capitano Cortes per
> >> richiedere una licenza, l'organizzazione del viaggio, l'incontro con i
> >> genitori si Thomas (Sarah e William che consideravano Jonathan come un
> >> figlio) l'organizzazione del funerale insieme a loro e tutto quello che
> era
> >> seguito.
> >> Adesso Thomas giaceva sotto due metri di terra in quello che avrebbe
> >> dovuto essere il suo eterno riposo.
> >>
> >> Jonathan, con la sua birra in mano, aveva preso posto nell'angolo più
> buio
> >> del pub, sperando di passare inosservato per il resto della serata.
> >> Voleva stare solo con i suoi pensieri a ricordare il vecchio amico.
> >>
> >>
> >> Qualche anno prima, durante quella che sarebbe stata la prima di molte
> una
> >> vacanza in Irlanda, si trovava dentro un pub. Si gustava qualche birra
> >> chiacchierando con alcune persone che aveva appena conosciuto. Ridevano
> e
> >> scherzavano quando lui vide passare, dall'altro lato del pub, una
> ragazza
> >> che, allora, penso fosse la più bella che avesse mai visto. Buffo
> pensare
> >> come ora non ricordasse neanche il suo nome.
> >> Lasciò il gruppo e si diresse, birra in mano e sorriso a trentaquattro
> >> denti (forse aiutato dall'alcool), verso quella ragazza quando, a pochi
> >> passi da lei, si sentì bussare sulla spalla :"Mi spiace amico ma quella
> è
> >> la mia ragazza... e tu stai barcollando pericolosamente nella sua
> >> direzione".
> >> Effettivamente Jonathan aveva forse bevuto più di quanto volesse
> ammettere
> >> e la sua camminata, probabilmente, era dritta e sicura solo nella sua
> testa.
> >> Il ragazzo che lo aveva fermato era alto poco più di lui, muscoloso,
> >> capelli ricci corti e occhi marroni. Il tono di voce che aveva usato era
> >> calmo ma sicuro. Jonathan fece per girarsi e rispondere quando sentì i
> le
> >> gambe cedere e barcollò. Thomas allungò un braccio e  gli diede una
> mano a
> >> recuperare l'equilibrio. I due si guardarono in faccia per qualche
> secondo,
> >> poi scoppiarono a ridere.
> >>
> >> Thomas lo presentò ai suoi amici e passarono il resto della serata
> insieme
> >> a bere. Thomas si dimostrò essere una persona molto simpatica e gentile
> (a
> >> differenza della sua ragazza che, comunque, avrebbe frequentato ancora
> per
> >> poco). Figlio unico, lavorava presso un vecchio hangar di aerei da
> >> collezione e si occupava della manutenzione dei motori. Aveva un
> brevetto
> >> di volo e adorava il suo lavoro ma, la sua vera passione erano gli ultra
> >> leggeri. Ne possedeva già un paio ma il suo preferito era un vecchio
> Viper
> >> SD4 che aveva ristrutturato e rimontato praticamente pezzo per pezzo da
> >> quando aveva sedici anni. Condivideva con Jonathan la passione per i
> motori
> >> su cui lavorava e gli piaceva, quando poteva, fare arrampicate e
> rischiare
> >> di rompersi il collo in situazioni estreme come l'arrampicata senza
> >> assicurazione.
> >>
> >> Per il resto della sua vacanza, Jonathan e Thomas si videro praticamente
> >> tutti i giorni. Thomas gli mostrò dove lavorava e gli fece visitare i
> posti
> >> e i pub più belli di Dublino, alla sua vacanza successiva, il resto
> >> dell'Irlanda.
> >>
> >> Durante uno dei week end a Galway, decisero, in piena notte e dopo
> qualche
> >> birra di troppo, di scendere le famose scogliere di Moher.
> >> Thomas aveva con sé l'attrezzatura per l'arrampicata e, quando Jonathan
> >> era con lui, ne portava una di scorta. Insieme ad altri 2 amici, si
> misero
> >> in macchina e si avviarono verso le scogliere.
> >> Non era una discesa molto lunga: 217 metri nella parte più alta, ma, la
> >> difficoltà consisteva nei forti venti e nel fatto che,sotto di loro,
> >> avrebbero avuto l'oceano Atlantico e, in caso di caduta, le forti
> correnti
> >> avrebbero sbattuto lo sfortunato, quasi subito sulle scogliere senza
> >> lasciargli scampo. La scommessa consisteva nel vedere chi sarebbe
> riuscito
> >> ad arrivare più vicino alle onde prima di ritirarsi.
> >>
> >> Arrivarono alle scogliere che era buio. Se di giorno la folla riempiva
> il
> >> luogo, di notte non c'era anima viva. Il cielo limpido e la luna piena
> >> davano una buona illuminazione, ma si erano portati comunque dietro
> anche
> >> un piccolo gruppo elettrogeno per fare un po' di luce in più.
> >>
> >> Jonathan e Thomas si prepararono per la discesa mentre, i loro amici,
> >> montavano ed avviavano il gruppo elettrogeno e le luci.
> >>
> >> "Jonathan, mollerai prima della metà della discesa" disse Thomas.
> >> "No amico, sarai ancora alla partenza quando io starò già bevendomi la
> >> birra della vittoria... e comunque molerai molto prima di me." Rispose
> >> Jonathan.
> >>
> >> Finita l'imbracatura e fissate le cime, si avvicinarono al bordo della
> >> scogliera: "Pronto?" disse Jonathan, "Certo: partiamo".
> >> Iniziarono la discesa. Il primo pezzo era semplice. Non potevano saltare
> >> ma iniziarono a scendere poggiandoci agli appigli naturali. Il primo
> quarto
> >> di discesa era relativamente semplice e ben illuminato. Le prime
> difficoltà
> >> iniziarono a metà percorso. I fari agganciati al gruppo elettrogeno
> >> iniziavano a non illuminare cosi tanto. Jonathan scivolò su un appiglio
> >> umido e perse la presa ad una mano ma, grazie agli allenamenti
> >> all'accademia, riuscì a tenersi attaccato alla scogliera.
> >> "Sei già in difficoltà?" Disse Thomas che era già un paio di metri più
> in
> >> basso.
> >> "Non montarti la testa Thomas, sono solo scivolato" rispose Jonathan.
> >> Thomas scendeva veloce anche grazie alla molta pratica che faceva e
> >> sembrava non perdere un colpo.
> >>
> >> A tre quarti della discesa nessuno dei due aveva mollato ma entrambi
> >> iniziavano ad avere il fiatone e a non trovare sempre dei buoni appigli.
> >> Poco dopo, Thomas aveva aumentato il vantaggio quando si sentì un urlo.
> >> "Che succede Thomas?" Disse Jonathan preoccupato. Non sentendo risposta,
> >> cercò di voltarsi a controllare l'amico. Strinse gli occhi nel buio e lo
> >> vide penzolare dalla sua corda poco sopra le onde. Se fosse arrivata
> >> un'onda più forte delle altre, lo avrebbe sbattuto contro la scogliera
> con
> >> violenza.
> >>
> >> "Presto! serve aiuto!" Urlo Jonathan. I loro amici si affacciarono alla
> >> scogliera.
> >> "Proviamo a tirarlo su!" Dissero.
> >> "No! aspettate!" Jonathan aveva notato che la corda dell'amico era
> >> impigliata. "Scendo a sbloccare la corda."
> >> Jonathan scese ancora arrivando di fianco all'amico. Fece in tempo a
> >> liberare la corda quando, un onda più alta delle altre, li travolse in
> >> pieno facendoli sbattere contro la parete rocciosa e perdere conoscenza.
> >>
> >> Non sapeva quanto tempo era passato quando, aprì la prima volta gli
> occhi,
> >> intravide le luci delle ambulanze e alcuni ufficiali della GARDA che
> >> prendevano appunti interrogando i suoi amici. Poi perse di nuovo
> conoscenza.
> >>
> >> "Ehi! Ti vuoi svegliare?!" Jonathan senti la voce dell'amico. Aprì gli
> >> occhi e si rese conto di trovarsi in ospedale.
> >> "Thomas, che diavolo è successo?" disse Jonathan. Aveva dolori ovunque e
> >> gli girava la testa.
> >> "Sembra che ci siamo  rotti un po' di ossa e che siamo nei guai..."
> disse
> >> Thomas ridendo.
> >> Un ufficiale della GARDA e un medico lo osservavano dai piedi del letto.
> >> "Si. La prognosi è quella. Insieme a una bella commozione celebrare per
> >> entrambi... ma visto quello che avete fatto forse potete solo
> migliorare.
> >> Oltre ad un grave rischio di finire in ipotermia... fortuna che i vostri
> >> amici hanno chiamato subito e hanno pensato loro a tirarvi su. " disse
> il
> >> medico.
> >> "L'avete combinata grossa ragazzi!" disse l'ufficiale della GARDA.
> >> "Rischiavate di rimanerci la sotto."
> >> "Comunque per i prossimi due mesi non potrete combinarne un altra, visto
> >> che non uscirete da quei letti." disse il medico.
> >> "Cercate di riprendervi e mettete la testa a posto" disse l'ufficiale
> del
> >> GARDA uscendo.
> >> "Noi ci vediamo piu tardi per un controllo." disse il medico uscendo
> pure
> >> lui.
> >>
> >> "Certo che abbiamo rischiato grosso" disse Thomas "comunque lo sai che
> ho
> >> vinto io, vero? sono arrivato molto più in basso di tè."
> >> "Si ma poi sono dovuto scendere a salvarti il culo" disse Jonathan.
> >>
> >> Si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Non sarebbe certo stata
> >> l'ultima volta che si sarebbero messi nei guai insieme quella. Ma
> >> sicuramente fu una delle volte peggiori.
> >>
> >> Jonathan era ancora seduto al pub sorseggiando la birra quando sentì
> >> qualcuno bussargli sulla spalla.
> >> Si scosse dai suoi pensieri e si voltò a vedere chi lo stesse
> disturbando.
> >> Era la cameriera del pub: "Mi scusi... qualcosa stà suonando nella sua
> >> giacca già da qualche minuto... non vorrei fosse importante."
> >>
> >> "Si, grazie...." disse Jonathan. Prese il comunicatore dalla sua giacca
> e
> >> lo aprì :"Qui Keyl."
> >> "Comandante, sono Reis, il capitano mi ha chiesto di richiamarla a
> bordo."
> >> "Va bene Reis, mi preparo subito a partire. Chiudo." Jonathan chiuse il
> >> comunicatore, posò la birra, prese le sue cose e uscì dal pub.
> >> Il tempo di piangere il suo amico era finito.
> >>
> >>
> >> --
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