[Stml6] R: 01.02 - Hewson - Saremo pronti?

Vanessa Marchetti hazyel91 a gmail.com
Dom 24 Feb 2019 22:50:58 CET


Buonasera a tutti.. che dire.. quanto hai scritto è interessante Monica, però ho delle perplessità.. una serie.. 
1. Siamo sulla nave da quanto? Intendo vigili e coscienti.. e sembriamo già perfettamente a nostro agio.. come se fosse una nave federale
2. Il Consigliere dice che abbiamo uomini demotivati e distrutti, mentre i capi sezione non se ne accorgono? Un capo ingegnere che afferma che sono tutti pronti a combattere?
3. Siamo appena arrivati, non conosciamo bene la nave né i dispositivi di offesa e di difesa e già partiamo alla carica verso questa nave aliena?
4. Soprattutto come mai questa nave aliena è così vicina a noi? Non ho calcolato bene le tempistiche, ma vanno da poche ore a forse un paio di giorni massimo
5. Il rapporto fra Kyel e Adrienne è e sarà sempre conflittuale.. non nell’accezione negativa del termine, ma per fare un paragone come cane e gatto sempre a stuzzicarsi, ma guai a chi gli tocca l’altro.. 
6. In un brano, anzi in poche righe hai risolto il conflitto fra i due.. il consigliere se ne accorge (ed era impossibile non accorgersene) e loro sì ok pace fatta
7. Per me avrebbe dovuto lavorare su Adrienne facendole capire le intenzioni di Kyel.. che, fra l’altro, per me lei ha capito benissimo.. ossia darle tempo di riflettere con ponderazione mentre lui si occupava della contingenza

Insomma.. direi che è un buon brano, ma che puoi rendere ottimo.. a parer mio facendo tesoro di qualcuna di queste osservazioni.. però ovviamente sentiamo anche la Capitana

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Tenente Kyel Rezon
2° Ufficiale in Comando
USS Rutheford NCC-1835
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Da: Monica Miodini
Inviato: venerdì 22 febbraio 2019 17:04
A: USS Sheldon
Oggetto: [Stml6] 01.02 - Hewson - Saremo pronti?

Approfittando di qualche giorno di ferie e quindi di un po' più di tempo a disposizione ho già finito il mio pezzo.
Cosa ne pensate?

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Sheldon
Ponte 11 – Infermeria
21/10/2398 - Ore 16.15
 
Erano passate quasi ventiquattrore dal risveglio sulla Sheldon degli uomini della Rutherford, in infermeria erano rimasti solo una dozzina di feriti gravi, di cui un paio con prognosi riservata. La tecnologia avanzata della Sheldon aveva permesso alla Dottoressa Cruz e ai pochi membri sopravvissuti della sezione di medica, di occuparsi dei feriti in tempi brevi, dimettendo nel giro di poche ore tutti quelli che avevano subito traumi leggeri. Il materializzarsi di un piccolo Sheldon in camice bianco e antiquato stetoscopio al collo, dopo un primo momento d’ilarità, era servito a spiegare il funzionamento delle consolle mediche a dottori e infermieri, che, in un primo momento, si erano trovati spiazzati dalla tecnologia aliena, per esserne poi piacevolmente conquistati dalla semplicità d’uso e dalla qualità tecnica.
Il Consigliere Hewson non si era mosso dall’Infermeria, prestando il suo aiuto ai soggetti che, sotto shock avevano più bisogno di cure per l’anima,  che per il corpo.
Aveva appena finito di parlare con una giovane Guardiamarina della Sezione Scientifica, al suo primo incarico, ed era ancora così provato dalla paura e dal senso di smarrimento che la giovane gli aveva trasmesso, da non accorgersi che un mini Sheldon era apparso al suo fianco.
“Quindi è questo il tuo compito.” Disse il piccolo Sheldon all’improvviso.
“Ah sei tu! “ rispose Paul guardando in basso, verso la strana rappresentazione di un mini divano su cui era sdraiato il mini Sheldon, “non hai altro da fare che venire a scocciare me? Credevo che ritenessi il mio ruolo inutile!”
“Se è per quello, lo ritengo ancora, ma vedo che i tuoi simili si rivolgono a te confidandoti i loro più oscuri pensieri e poi se ne vanno soddisfatti: forse a qualcosa servi dopotutto.”
“Grazie della considerazione, ma preferivo prima, quando m’ignoravi!”
“Ed io che ti ho anche organizzato un’agenda dei colloqui col personale perfetta! Bella gratitudine.” E così dicendo sparì, lui e il suo piccolo divano.
Il Consigliere diede uno sguardo al suo Pad e vide che, in effetti, aveva stabilito una serie di appuntamenti con i membri dell’equipaggio distribuiti nell’arco dei giorni successivi in maniera perfetta, per tempi e modi. L’unica cosa che lo disturbava era che l’ultimo appuntamento era previsto tra quarantacinque giorni e quindi Sheldon prevedeva che la loro permanenza a bordo della nave non sarebbe stata breve come speravano.
Mentre era immerso in quei pensieri, la Dottoressa Cruz gli si avvicinò.
“Paul,  hanno chiamato dalla Plancia: tra mezz’ora è fissato un briefing tra gli Ufficiali superiori, credo per fare il punto della situazione. Ho detto a Rezon che avrei provveduto io a informarti, visto la tua presenza qui.”
“Ok, grazie Prima, però, avrei bisogno almeno di un caffè: vuoi unirti a me?”
“Ora che ci penso, è quasi un giorno che non mangio, e i miei pazienti sono stabili al momento. Ti accompagno volentieri.” E i due lasciarono l’infermeria, dando un’occhiata alla mappa sui loro Pad per vedere di trovare la strada per la mensa senza perdersi su quella nave aliena.
 
Sheldon
Ponte 1  –  Sala Conferenze
21/10/2398 – ore 16,45
 
Il Capitano ed il suo Primo Ufficiale entrarono per ultimi in Sala Tattica e dopo aver preso posto a capotavola Faith cominciò a parlare:
“Signori vi ho fatto chiamare perché tra poche ore raggiungeremo il luogo dove sono i creatori del tunnel che ci ha catapultato dall’altra parte dell’universo e  distrutto la nostra nave. Cosa sappiamo al riguardo?” chiese rivolta a Vosek.
“I dati che ha raccolto Sheldon finora non ci permettono di capire chi siano questi alieni, tantomeno di sapere quale tecnologia stiano usando per creare i tunnel spaziali.” Rispose imperturbabile il vulcaniano.
“Possiamo ritenere che la distruzione della nostra nave e delle altre a cui ha fatto riferimento Sheldon sia casuale?” chiese Faith all’Ufficiale Tattico Jekins.
“Direi di sì, credo che anche gli altri siano stati attirati, come noi ,da quello strano fenomeno che siamo stati mandati a studiare e che, poi, siano stati attratti dall’enorme forza gravitazionale del tunnel accidentalmente. Ma senza ulteriori informazioni non possiamo escludere un atto voluto da parte loro.”
“Avete avuto modo di prendere confidenza con la nave che ci ospita?” 
“E’ troppo poco tempo che siamo a bordo di questo gioiellino, ma con l’aiuto di Sheldon i nostri ragazzi stanno imparando in fretta. Se ci sarà da combattere, saremo pronti !” rispose il Capo Ingegnere con la sua solita sicurezza.
Faith fu lieta che i suoi Ufficiale rispondessero così prontamente e che avessero già capito a cosa sarebbero potuti andare incontro e continuò:
“Spero che gli esseri che ci accingiamo a contattare non abbiano intenzioni bellicose e che vogliano collaborare con noi e aiutarci a tornare a casa il prima possibile, ma, se così non fosse,  faremo il possibile per impedire loro di distruggere altri navi, anche a costo di distruggere il dispositivo che crea i tunnel spaziali.”
“Ma così facendo ci vorranno anni per tornare a casa!” constatò Kelley.
“Lo so. Non possiamo però,  permettere che qualcuno vada in giro per la galassia a distruggere interi equipaggi senza provare a fermarli.” Rispose Faith, poi, rivolgendosi alla Cruz disse “Ho letto con piacere dal suo rapporto che quasi tutti i feriti sono stati dimessi e hanno ripreso servizio. Molto bene Dottoressa.”
“Si per fortuna la maggior parte erano ferite lievi, anche se, credo che per quelle dell’anima ci vorrà un po’ più di tempo.” Rispose la giovane dottoressa guardando il Consigliere seduto al suo fianco.
“ Confermo, ma sono soddisfatto di come quasi tutti stanno reagendo a questa terribile prova e, se riusciremo a tornare presto al nostro quadrante, credo che non avranno problemi a lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza.”
“Molto bene Signori, tra circa due ore arriveremo al punto d’incontro. Cerchiamo di farci trovare pronti. E’ tutto, tornate ai vostri posti. In libertà.”
Gli Ufficiali si alzarono e ordinatamente lasciarono la Sala ognuno diretto alla rispettiva postazione, solo il Consigliere si attardò e prima che i due Ufficiali in comando uscissero, disse:
“Capitano, Signor Rezon un momento per favore.”
“Consigliere è urgente? Perché avremmo da fare adesso.!” Rispose Faith.
“Ci vorrà solo un minuto, accomodatevi prego!” disse Hewson indicando le sedia da cui i due si erano appena alzati.
Adrienne e Kyel si guardarono, per la prima volta da quando era cominciata la riunione, cosa che non era sfuggita al Consigliere, così come il malcelato tentativo di lei d’ignorare il suo Primo Ufficiale.
“Andrò subito al sodo: questo attrito tra di voi deve finire subito!” disse serio il Consigliere .
“Non dipende da me, è stato lui che..” fece per ribattere Adrienne, ma fu stoppata immediatamente da Paul .
“Non mi interessa sapere chi ha cominciato e di chi è la colpa, anche perché non è mai da una parte sola! Qui però sono in ballo le vite di 180 giovani ufficiali, per lo più al loro primo incarico importante e con un’esperienza quasi pari a zero, che si ritrovano in una situazione di estrema difficoltà e pericolo e quelli, che dovrebbero guidarli fuori da questa tempesta,  non riescono nemmeno a guardarsi in faccia, figuriamoci a collaborare tra di loro. Come pensate che si sentano i vostri uomini?Sono sfiduciati e ,in questo stato, non saranno in grado di reagire come dovrebbero nel caso si dovesse arrivare al peggio!”
Il tono del Consigliere era stato duro, nella speranza di far scattare una reazione nei due ufficiali, i quali non risposero subito, rimanendo qualche secondo a fissarsi in silenzio.
Rezon fu il primo a rispondere.
“Adrienne, il Consigliere ha ragione!” disse guardandola come se la vedesse davvero per la prima volta come suo superiore “ Se non ci fidiamo noi per primi l’uno dell’altra, come potranno fidarsi gli altri delle nostre decisioni? Basta rancori e ripicche, quello che è successo in passato, anche se doloroso a volte, è servito a renderci quello che siamo e a fare di noi delle persone migliori e degli ottimi ufficiali. Mettiamoci una pietra sopra e ricominciamo da qui. Io sarò sempre al tuo fianco e ti sosterrò in tutte le tue decisioni.”
Adrienne lo guardò intensamente, avrebbe voluto tanto potergli leggere la mente adesso, per essere sicura che quello che le aveva detto fosse veramente quello che pensava.
Paul, che aveva osservato ogni singolo movimento dei due, era conscio dei dubbi del Capitano, quindi intervenne dicendo: “E’ sincero Capitano, crede in tutto quello che ha detto.” 
La Betazoide si alzò in piedi e si sistemò la giacca della divisa, quindi posò lo sguardo su Kyel e disse:
“Per il bene dell’equipaggio voglio provare a fidarmi di te Kyel. Cerca di non deludermi ancora!” ed uscì con determinazione dalla Sala Conferenze, seguita a ruota dal suo Primo Ufficiale.
A Hewson, rimasto seduto a guardarli andarsene, chissà perché, venne alla mente l’immagine di una antica Regina e del suo Primo Cavaliere, ed un sorriso soddisfatto gli illuminò il volto.
 
Sheldon
Ponte 1  –  Plancia
22/10/2398 – ore 11.20
 
Il Capitano Faith sedeva sulla poltrona di comando al centro di quella plancia ancora così aliena per lei e gli altri Ufficiali, i quali, ognuno seduto alla propria postazione, svolgevano i compiti loro assegnati con apparente calma.
Rezon al suo fianco fissava lo schermo come a voler cogliere, prima ancora che i sensori della nave, un segno della presenza aliena che stavano cercando.  Anche il Consigliere Hewson aveva lasciato l’infermeria per venire in plancia, e seduto alla sinistra di Faith aspettava il momento dell’incontro, con chi, forse avrebbe potuto riportarli nel loro quadrante. Sapeva che il primo contatto con quella specie sarebbe stato fondamentale e il Capitano contava anche nei suoi consigli per intavolare una trattativa, che tutti speravano amichevole. Solo per un attimo si permise di pensare ad Alison e ai suoi occhi azzurri come il cielo d’Irlanda:  non era pronto all’idea di non poterli rivedere mai più !
I mini Sheldon, in plancia, non si erano manifestati, anche perché l’ingombrante figura dello Sheldon originale, in piedi di fianco a Vosek, l’unico che sembrava considerare abbastanza intelligente tanto da rivolgersi a lui senza la solita arroganza, cosa che, tra l’altro, avrebbe lasciato comunque indifferente l’algido vulcaniano, rendeva inutile la presenza delle sue mini-rappresentazioni.
Il silenzio era quasi palpabile e la concentrazione di tutti i presenti era assoluta: non potevano permettersi alcun errore e dovevano sopperire alla poca esperienza con le loro grandi capacità.
“Capitano i sensori a lungo raggio hanno individuato la nave aliena.” Disse Vosek “contatto visivo tra cinque minuti.”
“Molto bene: Signori voglio la massima attenzione da parte di tutti. Signor Rush appena possibile apra un canale di comunicazione e Signor Jekins, stia pronto con le armi, nel caso la conversazione non risulti amichevole. Signor Blake, al mio segnale arresti la nave, ma si tenga comunque pronto a manovre evasive, nel caso dovessimo scoprire che sono gente abituata prima a sparare e poi a parlare.”
Faith fece un rapido giro con lo sguardo alle varie postazioni e fu soddisfatta di vederli tutti pronti ad eseguire i suoi ordini e sperò che la Flotta avesse preparato veramente al meglio quei giovani Ufficiali.
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Ten. Paul Hewson
Consigliere
USS Rutherford NCC-1835
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