[Stml6] R: 01.02 - Hewson - Saremo pronti? Revisione

Vanessa Marchetti hazyel91 a gmail.com
Mer 27 Feb 2019 23:15:07 CET


Letto in modalità velociraptor, ma fila x me

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Tenente Kyel Rezon
2° Ufficiale in Comando
USS Rutheford NCC-1835
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Da: Monica Miodini
Inviato: mercoledì 27 febbraio 2019 22:26
A: USS Sheldon
Oggetto: [Stml6] 01.02 - Hewson - Saremo pronti? Revisione


Ho apportato qualche modifica al pezzo,  che troverete evidenziate da asterischi. 
Ditemi se va meglio così?
Vaneeee   😋
 Baci 
Monica 

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Sheldon
Ponte 11 – Infermeria
21/10/2398 - Ore 16.15
 
Erano passate quasi ventiquattrore dal risveglio sulla Sheldon degli uomini della Rutherford, in infermeria erano rimasti solo una dozzina di feriti gravi, di cui un paio con prognosi riservata. La tecnologia avanzata della Sheldon aveva permesso alla Dottoressa Cruz e ai pochi membri sopravvissuti della sezione di medica, di occuparsi dei feriti in tempi brevi, dimettendo nel giro di poche ore tutti quelli che avevano subito traumi leggeri. Il materializzarsi di un piccolo Sheldon in camice bianco e antiquato stetoscopio al collo, dopo un primo momento d’ilarità, era servito a spiegare il funzionamento delle consolle mediche a dottori e infermieri, che, in un primo momento, si erano trovati spiazzati dalla tecnologia aliena, per esserne poi piacevolmente conquistati dalla semplicità d’uso e dalla qualità tecnica, *tanto da cominciare ad impararne il funzionamento.*
Il Consigliere Hewson non si era mosso dall’Infermeria, prestando il suo aiuto ai soggetti che, sotto shock avevano più bisogno di cure per l’anima,  che per il corpo.
Aveva appena finito di parlare con una giovane Guardiamarina della Sezione Scientifica, al suo primo incarico, ed era ancora così provato dalla paura e dal senso di smarrimento che la giovane gli aveva trasmesso, da non accorgersi che un mini Sheldon era apparso al suo fianco.
“Quindi è questo il tuo compito.” Disse il piccolo Sheldon all’improvviso.
“Ah sei tu! “ rispose Paul guardando in basso, verso la strana rappresentazione di un mini divano su cui era sdraiato il mini Sheldon, “non hai altro da fare che venire a scocciare me? Credevo che ritenessi il mio ruolo inutile!”
“Se è per quello, lo ritengo ancora, ma vedo che i tuoi simili si rivolgono a te confidandoti i loro più oscuri pensieri e poi se ne vanno soddisfatti: forse a qualcosa servi dopotutto.”
“Grazie della considerazione, ma preferivo prima, quando m’ignoravi!”
“Ed io che ti ho anche organizzato un’agenda dei colloqui col personale perfetta! Bella gratitudine.” E così dicendo sparì, lui e il suo piccolo divano.
Il Consigliere diede uno sguardo al suo Pad e vide che, in effetti, aveva stabilito una serie di appuntamenti con i membri dell’equipaggio distribuiti nell’arco dei giorni successivi in maniera perfetta, per tempi e modi. L’unica cosa che lo disturbava era che l’ultimo appuntamento era previsto tra quarantacinque giorni e quindi Sheldon prevedeva che la loro permanenza a bordo della nave non sarebbe stata breve come speravano.
Mentre era immerso in quei pensieri, la Dottoressa Cruz gli si avvicinò.
“Paul,  hanno chiamato dalla Plancia: tra mezz’ora è fissato un briefing tra gli Ufficiali superiori, credo per fare il punto della situazione. Ho detto a Rezon che avrei provveduto io a informarti, visto la tua presenza qui.”
“Ok, grazie Prima, però, avrei bisogno almeno di un caffè: vuoi unirti a me?”
“Ora che ci penso, è quasi un giorno che non mangio, e i miei pazienti sono stabili al momento. Ti accompagno volentieri.” E i due lasciarono l’infermeria, dando un’occhiata alla mappa sui loro Pad per vedere di trovare la strada per la mensa senza perdersi su quella nave aliena.
 
Sheldon
Ponte 1  –  Sala Conferenze
21/10/2398 – ore 16,45
 
Il Capitano ed il suo Primo Ufficiale entrarono per ultimi in Sala Tattica e dopo aver preso posto a capotavola Faith cominciò a parlare:
“Signori vi ho fatto chiamare perché tra poche ore raggiungeremo il luogo dove sono i creatori del tunnel che ci ha catapultato dall’altra parte dell’universo e  distrutto la nostra nave. Cosa sappiamo al riguardo?” chiese rivolta a Vosek.
“I dati che ha raccolto Sheldon finora non ci permettono di capire chi siano questi alieni, tantomeno di sapere quale tecnologia stiano usando per creare i tunnel spaziali.” Rispose imperturbabile il vulcaniano.
“Possiamo ritenere che la distruzione della nostra nave e delle altre a cui ha fatto riferimento Sheldon sia casuale?” chiese Faith all’Ufficiale Tattico Jekins.
“Direi di sì, credo che anche gli altri siano stati attirati, come noi ,da quello strano fenomeno che siamo stati mandati a studiare e che, poi, siano stati attratti dall’enorme forza gravitazionale del tunnel accidentalmente. Ma senza ulteriori informazioni non possiamo escludere un atto voluto da parte loro.”
“Avete avuto modo di prendere confidenza con la nave che ci ospita?” 
“E’ troppo poco tempo che siamo a bordo di questo gioiellino, ma con l’aiuto di Sheldon i nostri ragazzi stanno imparando in fretta. *Se le cose dovessero volgere al peggio, la nave sarà pronta ai suoi comandi* !” rispose il Capo Ingegnere con la sua solita sicurezza.
Faith fu lieta che i suoi Ufficiale rispondessero così prontamente e che avessero già capito a cosa sarebbero potuti andare incontro e continuò:
“Spero che gli esseri che ci accingiamo a contattare non abbiano intenzioni bellicose e che vogliano collaborare con noi e aiutarci a tornare a casa il prima possibile, ma, se così non fosse,  faremo il possibile per impedire loro di distruggere altri navi, anche a costo di distruggere il dispositivo che crea i tunnel spaziali.”
“Ma così facendo ci vorranno anni per tornare a casa!” constatò Kelley.
“Lo so. Non possiamo però,  permettere che qualcuno vada in giro per la galassia a distruggere interi equipaggi senza provare a fermarli.” Rispose Faith, poi, rivolgendosi alla Cruz disse “Ho letto con piacere dal suo rapporto che quasi tutti i feriti sono stati dimessi e hanno ripreso servizio. Molto bene Dottoressa.”
“Si per fortuna la maggior parte erano ferite lievi, anche se, credo che per quelle dell’anima ci vorrà un po’ più di tempo.” Rispose la giovane dottoressa guardando il Consigliere seduto al suo fianco.
“ Confermo, ma sono soddisfatto di come quasi tutti stanno reagendo a questa terribile prova e, se riusciremo a tornare presto al nostro quadrante, credo che non avranno problemi a lasciarsi alle spalle questa brutta esperienza.”
“Molto bene Signori, tra circa due ore arriveremo al punto d’incontro. Cerchiamo di farci trovare pronti. E’ tutto, tornate ai vostri posti. In libertà.”
Gli Ufficiali si alzarono e ordinatamente lasciarono la Sala ognuno diretto alla rispettiva postazione, solo il Consigliere si attardò e prima che i due Ufficiali in comando uscissero, disse:
* “Capitano, un momento per favore.”
“Consigliere è urgente? Perché avrei da fare adesso!” Rispose Faith.
“Ci vorrà solo un minuto, si accomodi la prego!” disse Hewson indicando le sedia da cui Adrienne si era appena alzata.
“Andrò subito al sodo: questo atteggiamento tra lei e il Signor Rezon deve finire subito!” disse serio il Consigliere .
“Non dipende da me, è stato lui che..” fece per ribattere Adrienne volendo spiegare la causa del loro ultimo scontro, ma fu stoppata immediatamente da Paul .
“Non mi interessa sapere chi ha cominciato e di chi è la colpa, anche perché non è mai da una parte sola! Qui però sono in ballo le vite di 180 giovani ufficiali, per lo più al loro primo incarico importante e con un’esperienza quasi pari a zero, che si ritrovano in una situazione di estrema difficoltà e pericolo e quelli, che dovrebbero guidarli fuori da questa tempesta,  non riescono nemmeno a guardarsi in faccia senza litigare, figuriamoci a collaborare tra di loro. Come pensa che si sentano i suoi uomini? Sono sfiduciati e, in questo stato, non saranno in grado di reagire come dovrebbero nel caso si dovesse arrivare al peggio!”
Il tono del Consigliere era stato deciso, ma comprensivo, per non far mettere troppo sulla difensiva il suo interlocutore.
Adrienne riflettè per qualche istante sulle parole del Consigliere e poi rispose:
"Devo ammettere Paul, che dai rapporti dei vari  Capi Sezione pensavo che il morale dell' equipaggio fosse migliore, ma, probabilmente, nessuno ha voluto mostrarsi debole, visto il difficile momento che stiamo vivendo."
"Esatto Capitano, e la loro scarsa esperienza non li aiuta a superare lo shock e il dolore per le perdite appena subite."
La betazoide lo guardò intensamente e gli chiese "Come posso fare per aiutare i nostri compagni?"
"Niente di difficile, si mostri collaborativa col suo Primo Ufficiale e semplicemente faccia vedere che si fida di lui e che conta sul suo aiuto, come conta sull' aiuto di noi tutti. E non importa se lo pensa veramente o no, l'importante è che lo credano i suoi uomini."
“Seguirò il suo consiglio, per il bene dell’equipaggio voglio provare a fidarmi di  Kyel veramente. Spero non mi deluda ancora!” ed uscì con determinazione dalla Sala Conferenze.
A Hewson, rimasto seduto a guardarla andarsene, venne da riflettere che se lei e Rezon semplicemente ammettessero quello che provavano una per l'altro, tutti  i loro  problemi sarebbero risolti ed era certo che avrebbero formato una coppia davvero formidabile sotto tanti punti di vista. Certo Kyel avrebbe dovuto cambiare il suo modo di approcciarsi ad ogni femmina che incontrava... però Paul amava molto i lieto fine e, sicuramente,  avrebbe cercato di aiutarli, anche a loro insaputa. *
 Sheldon
Ponte 1  –  Plancia
22/10/2398 – ore 11.20
 
Il Capitano Faith sedeva sulla poltrona di comando al centro di quella plancia ancora così aliena per lei e gli altri Ufficiali, i quali, ognuno seduto alla propria postazione, svolgevano i compiti loro assegnati con apparente calma.
Rezon al suo fianco fissava lo schermo come a voler cogliere, prima ancora che i sensori della nave, un segno della presenza aliena che stavano cercando.  Anche il Consigliere Hewson aveva lasciato l’infermeria per venire in plancia, e seduto alla sinistra di Faith aspettava il momento dell’incontro, con chi, forse avrebbe potuto riportarli nel loro quadrante. Sapeva che il primo contatto con quella specie sarebbe stato fondamentale e il Capitano contava anche nei suoi consigli per intavolare una trattativa, che tutti speravano amichevole. Solo per un attimo si permise di pensare ad Alison e ai suoi occhi azzurri come il cielo d’Irlanda:  non era pronto all’idea di non poterli rivedere mai più !
I mini Sheldon, in plancia, non si erano manifestati, anche perché l’ingombrante figura dello Sheldon originale, in piedi di fianco a Vosek, l’unico che sembrava considerare abbastanza intelligente tanto da rivolgersi a lui senza la solita arroganza, cosa che, tra l’altro, avrebbe lasciato comunque indifferente l’algido vulcaniano, rendeva inutile la presenza delle sue mini-rappresentazioni.
Il silenzio era quasi palpabile e la concentrazione di tutti i presenti era assoluta: non potevano permettersi alcun errore e dovevano sopperire alla poca esperienza con le loro grandi capacità.
“Capitano i sensori a lungo raggio hanno individuato la nave aliena.” Disse Vosek “contatto visivo tra cinque minuti.”
“Molto bene: Signori voglio la massima attenzione da parte di tutti. Signor Rush appena possibile apra un canale di comunicazione e Signor Jekins, stia pronto con le armi, nel caso la conversazione non risulti amichevole. Signor Blake, al mio segnale arresti la nave, ma si tenga comunque pronto a manovre evasive, nel caso dovessimo scoprire che sono gente abituata prima a sparare e poi a parlare.”
Faith fece un rapido giro con lo sguardo alle varie postazioni e fu soddisfatta di vederli tutti pronti ad eseguire i suoi ordini e sperò che la Flotta avesse preparato veramente al meglio quei giovani Ufficiali.
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Ten. Paul Hewson
Consigliere
USS Rutherford NCC-1835
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