[Stml6] Sheldon - Amir Houssein - "Interruptus" (versione corretta)
Roberto Battistini
rbattis72 a gmail.com
Lun 6 Maggio 2019 14:35:50 CEST
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> NGDR: Ho fatto delle modifiche. Perfavore guardate e ditemi ora se va
>> meglio :)
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GDR:
Luogo e tempo sconosciuto
Amir aveva fatto un sogno. Uno di quelli che, seppur fantasiosi, restano
talmente vivi ed impressi nella coscienza da sembrare reale. Una cosa non
troppo dissimile al Mir'aj del Profeta Muhammad in cui il cavallo Buraq lo
aveva portato a visitare i sette cieli.
Il suo sogno, da cui si era risvegliato di colpo, era stato strano,
impalpabile ma efficace. L'entità, non poteva avere altri nomi, lo aveva
condotto in un luogo mistico, una terra spirituale non ancora battuta,
fatta di energia pulsante e selvaggia. Immerso in questo caos primordiale,
l'entità gli aveva parlato e gli aveva svelato la sua unicità: nella sua
anima viveva l'eterno conflitto nato ai tempi biblici di Ismaele, tra arabi
ed israeliti. Le sue origini rivelavano un coesistenza di diversi geni da
sempre in contrasto. Il suo sangue e la sua anima erano una culla semitica,
direbbero gli studiosi di religioni comparate .L'entità gli aveva svelato
che questo dono unico lo rendeva speciale. Non che avesse chissà quali
virtù e talenti, anzi Amir si sentiva di essere solo un valido ufficiale
scientifico della Flotta Stellare. Si trattava del dono che lo rendeva
idoneo ad un destino diverso.
E questo destino si stava avvicinando.
Stupito, stordito, con il cuore che batteva senza controllo, Amir Houssein
si era svegliato.
Dove si trovava?
Non era l'alloggio nella USS Ruthenford, neppure sulla Sheldon. Era un
altrove indefinito.
Amir aveva fatto molta fatica a realizzare ed elaborare ciò che aveva
portato i sopravvissuti dell'equipaggio ad essere a bordo di una nave
aliena dotata di una sorta di autocoscienza.
Lui era solo un giovane ufficiale scientifico e ancora non era neppure
riuscito ad impratichirsi a bordo della Rutherford che si era trovato
catapultato su una nuova e sconosciuta unità navale.
La sua mente andò al dove e quando si trovava prima di cadere in una sorta
di sonno: non era il suo turno di riposo, era con altri ufficiali e
sottufficiali scientifici da poco usciti dall'infermeria. Stavano
analizzando la strumentazione diagnostica della nave. E poi...Ancora la
mente confusa che non riusciva a focalizzare. Si trovava in uno spazio
vacuo e fluido.
"Benvenuto. Chi sei?" chiese una voce. Si voltò verso la sorgente sonora. E
vide sè stesso o una sua proiezione di qualche genere.
"Dovrei chiedertelo io chi sei?"
"Tu hai qualcosa dentro di diverso. Non sei come gli altri. Non capiamo".
"Se è per questo neppure io capisco. Ma rispondi alla mia domanda: con chi
sto parlando?" domando il giovane ufficiale.
"Il mare di anime. Ti aspetta. Unisciti a noi". La voce restava sul vago.
Per un attimo ebbe il dubbio di essere morto e di star vivendo una qualche
esperienza spirituale metafisica.
"Prima di unirmi con qualcuno devo sapere cosa mi è successo. O almeno cosa
è successo al mio corpo fisico?", chiese Amir.
"In questo sei come gli altri. Troppo attaccato alla materia,
all'involucro".
Lui alzò le spalle. Poi ricordò: allarme rosso. Un vascello misterioroso. E
poi, più nulla.
Alzò un sopracciglio: "Quindi, per capirci, per il mare di anime è normale
rapire le persone?"
Silenzio.
Apparve una figura femminile in sostituzione alla sua stessa proeizione. il
cuore di Amir battè forte e sentì il fiato fermarsi.
Aljeena era davanti a lui. Proprio come quando l'aveva salutata dopo una
notte insieme. I capelli neri mossi, le labbra leggermente socchiuse che
profilavano un sorriso. Era vestita con la divisa da cadetto della Flotta,
pronta per svolgere un'esercitazione orbitale.
"no..no...no", iniziò a ripetere Amir.
Sheldon - Plancia
22/10/2398 - ore 12.02
Il comandante Rezon aveva un'espressione carica di tensione. Lo sguardo
fisso le mani strette a pugno. Il Tenente Filippo Jekins guardò i colleghi
in plancia e scosse il capo.
"Signore, non ritengo l'ordine pertinente con i principi della Federazione".
Rezon colmo di ira si voltò verso l'ufficiale tattico.
"Ho capito bene?" chiese il primo ufficiale fuorì evidentemente di sè dalla
rabbia.
"Signore, mi dispiace, ma il codice comportamentale della Flotta Stellare
dice all'articolo..", cercò di spiegare Filippo.
"Non mi stia a raccontare sciocchezze amministrative! Esegua l'ordine e
basta!"
In plancia anche gli altri ufficiali si voltarono.
Per un attimo Filippo ebbe un'esitazione. Una parte di sè era attivare il
caricamento dell'arma, ma la razionalità ebbe il sopravvento. Chiuse gli
occhi e guardò il superiore.
"No signore"
Rezon ebbe un tremito alle mani. Con uno scatto improvviso balzò sulla
postazione di Jekins e gli diede un colpo forte con il braccio
scaraventandolo con violenza a terra, lontano dai comandi.
Gli altri ufficiali erano sbalorditi e troppo rapida era stata l'azione per
dare il tempo di agire.
Tranne che per Jekins, il quale anche a terra, con il fianco addolorato non
si fermò troppo a pensare, estrasse il phaser e colpì il primo ufficiale.
Luogo e tempo sconosciuto
Se c'era una cosa che Amir non poteva tollerare era il giocare con i
sentimenti altrui. Alieni metafisici o altro nessuno ne aveva il diritto.
Si sentì caricare di una nuova energia. Qualcosa che pulsava al ritmo del
battito del suo cuore.
"Lasciatemi stare!" urlò e una sora di onda d'urto si sprigionò dal suo
stato cosciente e colì il simulacro di Aljeena e il suo. Come un fallout
nucleare tutto venne colpito da una violenta raffica di vento dissipatrice.
Sentì come uno strappo violento. Dolore lancinante e grida ovunqe che
rimbombavano nella sua testa.
Nel suo campo visivo ora c'era una sorta di tunnel dove tutto veniva
risucchiato. Una spirale nel quale non era possibile resistere. Si sentì
avvolgere e allora, nel mezzo del turbinio vide il suo attuale capitano.
Adrienne Faith. La bella forma sinuosa del suo corpo, ora come in preda ad
uno stato nirvanico e trascendente.
Lui le passò accanto. E le parole del sogno risuonarono in lui: il dono e
il destino.
Non sapeva quale dono potesse essere.Ma sapeva che nel suo dna ibrido
ebraico-islamico poteva dormire ancora sopito un nuovo potenziale, ad oggi
inespresso. E forse il momento per esprimerlo era questo.
Vide Adrienne a la prese per braccio. O almeno afferrò ciò che simulava una
parte anatomica.
Il corpo proiettivo del capitano Faith entrò nel tunnel ed insieme
iniziarono a precipitare nel vuoto tra urla disperate.
Amir sentiva un'energia forte, una linfa vitale che scorreva in lui e che
da lui si emanava verso il suo superore.
Fino al punto in cui tutto cessò di colpo.
Sheldon - Plancia
22/10/2398 - ore 12.05
Jekins ansimava per il carico di tensione. Gli girava la testa e gli
sguardi dei presenti erano puntati su di lui. Il Primo ufficiale giaceva
stordito a terra.
Filippo si alzò, sfiorò il badgecomm: = Tenente Hewson, ho bisogno di lei
in plancia, ora =.
Ma non rispose nessuno. Anche lui, come il capitano Faith era in infermeria.
Apparve Sheldon accanto a lui: "Direi che tocchi a te prendere il comando".
Sheldon - Infermeria
22/10/2398 - ore 12.08
Amir si alzò di scatto, come se avesse sollevato la testa da una vasca. Si
girò nervosamente.Era in infermeria, qualche biolettino più in là c'era il
capitano Faith anch'essa che si stava risvegliando.
"cosa è successo?" chiese.
Una versione ridotta di Sheldon, con l'uniforme medica, si rivolse al
giovane ufficiale scientifico, sorridendo compiaciuta: "Non so come siate
riusciti ma avete interrotto un collegamento telepatico estremamente forte.
Benvenuti nuovamente tra noi".
Poi, ebbe un refresh e la mini proiezione Sheldon riapparve ora con la
divisa da capitano.
"Signor Houssein se si voleva far notare c'è riuscito questa volta".
Amir alzò gli occhi al cielo e stava per rispondere quando anche Adrienne
intervenne.
"Non so ancora capire cosa abbia esattamente fatto e perché anche lei sia
stato preso dal..Mare delle Anime, ma le sono grata.
Lui arrossì, per timidezza e fece un rapido cenno di assenso.
"Ora cerchiamo di uscire da questa situazione poco piacevole" e fece per
alzarsi quando Sheldon lo fermò: "Vorrei ultimare la bio-scansione sul di
lei, compreso una valutazione delle sinapsi e dei neurotrasmettitori. E'
appena uscita da un'esperienza a dir poco traumatica".
La Faith guardò male Sheldon. "La mia presenza è richiesta in plancia, di
certo".
"Alla plancia ci sta pensando Jekins", rispose il medico con nonchalance.
"HJekins? E perchè?" si sentì crescere la rabbia di nuovo verso Rezon.
E allora Adrienne capì come sulla Sheldon non poteva esserci un attimo per
abbassare la guardia. "Rimandiamo le sue analisi a dopo", disse senza
troppa disponibilità al confronto, si alzò e, pur con la testa che le
ballava il walzer di Strauss, si diresse verso la porta di uscita,
lasciando senza parole il surrogato di medico.
Il piccolo Sheldon si parò davanti a Faith ed indicò il biolettino dove
ancora confuso era adagiato Amir Houssein.
Adrienne fece un cenno d'assenso rivolto alla proiezione Sheldon e trasse
un profondo resporto. Si voltò verso Amir e gli disse: "Signor Houssein, se
si sente sufficientemente bene, le chiedo se le va di seguirmi in plancia.
In qualità di ufficiale scientifico,intendo. Non so per quale ragione ma
credo che avrò bisogno di ogni aiuto possibile".
Amir sorrise spontaneamente e scese dal biolettino.
"Sono con lei, capitano", disse il giovane di origine araba.
Qualcosa di nuovo stava per iniziare nella vita di Amir. Nella sua mente
risuonò una vecchia canzone rock terrestre di fine XX secolo: So long
cowboy dei Westworld.
Tenente JG Amir Houssein
Scientic Division
Sheldon
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