[Stml6] [02.03] - Dilemmi Etici

Ilenia De Battisti fulmine791 a gmail.com
Dom 27 Ott 2019 16:31:39 CET


Questo è il mio piccolo contributo ^_^

Buona lettura!


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Brano: 02.03

Titolo: Dilemmi etici

Autore: Tenente Comandante Adrienne Faith (Ilenia De Battisti)

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Spazio sconosciuto

USS Sheldon - Infermeria

31/07/2399 ore 07.30
Adrienne entrò con andatura quasi marziale all’interno dell’infermeria; si
era autoimposta di attendere alcune ore prima di presentarsi in infermeria,
sia per dare il tempo ai medici di curare le due ospiti, sia per permettere
alla giovane talassiana di calmarsi. Interrogare qualcuno in preda al
panico sarebbe stato perfettamente inutile e lei lo sapeva bene, purtroppo
il consigliere non era sulla nave e questo le stava creando un problema non
di poco conto: a conti fatti anche Hewson aveva dei subalterni come tutti i
capi sezione, ma erano ancora acerbi, in grado di occuparsi dei compiti
ordinari, ma parlare con una donna che aveva visto morire tutti i suoi
colleghi ed amici era decisamente un qualcosa al di fuori delle loro
capacità.

Inspirò profondamente, fece un paio di passi verso il centro della sala ed
attese pazientemente che fosse la dottoressa ad avvicinarsi per farle
rapporto: i rapporti con il Comandante Cruz erano sempre stati molto
professionali ma un po’ freddi. Adrienne non aveva mai avuto dubbi sul
fatto che la colpa fosse tutta da imputare a Kyel: quel giovane aveva
intrattenuto relazioni con molti membri femminili della nave che,
ovviamente, potevano sviluppare delle gelosie fra loro: in questo
frangente, l’essere stata una delle fiamme del primo ufficiale la rendeva
agli occhi della dottoressa una sorta di pericolosa rivale.

“Comandante” Jeanette salutò formalmente, rimanendo impalata quasi come uno
stoccafisso “Stavo concludendo gli ultimi controlli, l’avrei chiamata tra
qualche minuto”

Faith evitò di farle notare che sarebbe stata più rapida se avesse potuto
parlare con il suo amato Kyel e si limitò a muovere una mano “Non si
preoccupi, sono venuta su richiesta della guardiamarina Noveed.. dice di
essere riuscita a creare in parte un rapporto di fiducia con la nostra
ospite talassiana e vorrebbe tentare di capire cosa sia successo ma credo
di averla preceduta” lo sguardo si spostò verso quello che sembrava essere
una sottospecie di box verde acqua “Piuttosto, come sta la bambina?”

“Sta bene, abbiamo provveduto a ricomporre la frattura e non sembra aver
riportato alcuna menomazione permanente. Ovviamente mi riferisco unicamente
a livello fisico, per quanto riguarda il probabile shock emotivo credo che
dovrà a sua volta essere visitata da uno psicologo competente”

Adrienne si avvicinò lentamente al box per evitare di svegliare la bimba
“Sembra veramente molto piccola..” parlò quasi in un sussurro prima di
tornare a guardare la dottoressa “Sappiamo qualcosa di lei?”

“A livello medico non molto, sappiamo che è di razza akritiriana e che
dovrebbe avere poco più di ventotto mesi” la dottoressa osservò il box “Non
sembra aver subito traumi precedenti a quello che abbiamo curato noi  ma
oltre a questo non so null’altro”

“Comandante..” la voce di Noveed fece voltare Adrienne “Mi scusi
Comandante, sono stata trattenuta qualche minuto in ufficio”

“L’assenza del tenente Hewson si sta facendo sentire?”

“Sì Comandante..” ammise con riluttanza la consigliera “Molti membri della
nave si affidavano a lui per avere consigli e rassicurazioni. E’ un
rapporto molto stretto quello che lega le persone con il proprio
consigliere di riferimento.. è sempre un po’ difficile accettare di doversi
accontentare di un’altra persona”

Faith annuì apprezzando la franchezza della guardiamarina “Comprendo, non
si preoccupi. Ciò che conta è cercare di capire che cosa stia succedendo
qui dalla voce dell’unica persona che potrebbe essere in grado di darci
qualche risposta” lo sguardo si spostò sul biollettino su cui era distesa
la talassiana prima di tornare sulla Cruz “Sempre ovviamente che rispondere
a qualche domanda non sia ritenuto contrario a prescrizioni mediche”

“Comandante, non escludo che possa rispondere a delle domande, tuttavia è
ancora sotto shock e questo può avere forti ripercussioni sulla sua salute.
Se riterrò  opportuno vi chiederò di interrompere e vi pregherei in quel
caso di desistere immediatamente”

Adrienne si limitò brevemente ad annuire, ma lasciò che ad avvicinarsi
fosse proprio la Guardiamarina Noveed, decidendo di restare indietro ed
assistere in silenzio a quella conversazione senza tentare di intervenire:
in fondo la giovane talassiana era da ritenersi una vittima ed eticamente
erano tutti tenuti a rispettare, per quanto possibile, lo stress post
traumatico che le era stato causato.

“Salve Selixia, ti ricordi di me? Sono venuta a trovarti alcune ore fa..”

La giovane talassiana osservò per qualche attimo i presenti prima di
soffermarsi sulla psicologa “Io.. sì.. sì, mi ricordo di te” si strinse
nelle spalle empaticamente nervosa e spaventata

“Sai dirci cosa è successo alla tua nave?”

“Io.. noi..” Selixia sembra essere decisamente in difficoltà, tanto da
sembrare quasi paralizzata da quella situazione “Siamo stati attaccati
dalla base stellare, voleva disinfestare la nostra nave. Volevamo solo
prestare soccorso.. non potevamo pensare che saremmo stati distrutti”

Majar fece un passo in avanti e, da brava psicologa, si sedette a poca
distanza dalla giovane cercando di darle un attimo prima di farle
un’ulteriore domanda “A chi volevate prestare soccorso?”

“Avevamo ricevuto una richiesta di soccorso da una nave akritiriana.. si
trattava di un piccolo cargo commerciale a conduzione familiare. Il
Capitano aveva detto che erano stati attaccati e che la loro nave rischiava
di andare in pezzi ma la comunicazione era disturbata.. non sapevamo cosa
gli era successo”

Noveed lanciò un’occhiata al Capitano per poi tornare sulla talassiana “Noi
abbiamo trovato solo la tua nave, non abbiamo visto un vascello
akritiriano”

“La base..” Selixia scosse il capo “Quella nave non esiste più, è stata
fatta a pezzi ed assimilata dalla base stellare. Abbiamo teletrasportato a
bordo i pochi sopravvissuti ma anche la nostra nave è stata gravemente
danneggiata e non siamo più stati in grado di allontanarci.. anche la
nostra nave è soltanto un piccolo cargo.. o meglio, era un piccolo cargo..
le nostre capacità difensive ed offensive erano basse”

“E’ per questo che abbiamo trovato una bambina sulla tua nave?” intervenne
la dottoressa Cruz prima di portare lo sguardo per qualche attimo verso il
box posto dall’altro lato dell’infermeria

“Si, avevamo teletrasportato a bordo lei e sua madre” anche la talassiana
alzò il capo verso la bambina ma in lei Adrienne non percepì alcun istinto
materno, in modo subconscio sembrava quasi voler tenere una certa distanza
da quella bomba “So solo che si chiama Nami, non so altro di lei” i ricordi
sembravano aver iniziato a pesare sulla giovane Selixia che appariva sempre
più nervosa.

Adrienne incrociò lo sguardo della Cruz, era evidente che la dottoressa
volesse interrompere quella conversazione, quindi decise di prendere la
parola “So che la dottoressa ritiene che stia bene, quindi le ho fatto
predisporre un alloggio dove potrà riposare e riprendersi. So che la
situazione è molto dolorosa ma spero che potrà considerare questa nave come
un porto sicuro da poter chiamare casa, almeno sino a che non troveremo una
soluzione adeguata alle sue necessità” fece cenno ad un infermiere perché
potesse accompagnare la talassiana nel suo alloggio, poi riportò lo sguardo
sul box.

“Immagino che anche la bimba potrebbe uscire dall’infermeria”

La dottoressa Cruz annuì brevemente “Sì Comandante. Il problema in questo
caso è semplicemente logistico, chi si prenderà cura della bambina?”

La consigliera fece qualche passo verso le due “Penso che Selixia sia da
escludere, al momento non sarebbe emotivamente in grado di occuparsi di una
bambina.. le ci vorrà del tempo per tornare ad una vita normale”

“Non credo che Selixia si potrà occupare di quella bambina nè oggi nè in un
prossimo futuro, non ho percepito in lei il desiderio di tenere con sé la
bambina. Ma del resto non è neppure facile e scontato trovare qualcuno che
con il lavoro che abbiamo scelto abbia questo grande desiderio di anteporre
le cure ad una bimba così piccola alla propria carriera” Adrienne portò per
qualche attimo lo sguardo verso il box “Anche voi, immagino, non vi siate
mai poste la domanda se diventare madri. Non adesso almeno, non in questa
situazione..”

Noveed si limitò ad annuire mentre la Cruz iniziò a perdersi nei suoi
pensieri; a differenza di quanto potesse immaginare Adrienne, lei aveva già
sognato più e più volte di dare una nutrita schiera di figli al suo adorato
Kyel. Nella mente della dottoressa era già tutto predisposto, neppure fosse
stato un oloromanzo rosa: pochi anni e si sarebbero sposati, Kyel sarebbe
diventato finalmente tutto suo e avrebbero avuto almeno tre figli, di cui
almeno uno un maschietto. Desiderio, brama, smanie sessuali affollarono la
mente della dottoressa mentre Faith, percependone l’empatia, sembrava
fissarla con espressione infastidita.

“Dottoressa.. torni tra noi!”

Il suono della voce di Faith fece innervosire la Cruz che tornò a fissare
Adrienne *Se non altro è uscita dal suo mondo onirico* pensò Faith prima di
proseguire “Come stavo dicendo, per qualche altra ora Nami resterà qui.
Troverò una soluzione anche per lei quanto prima”

“Perchè dovresti farlo tu?” un mini-sheldon vestito da capitano della
flotta apparve sulla spalla di Faith

“Perchè sono il Comandante di questo vascello, fra i miei compiti vi è
quello di trovare soluzioni ai problemi che si vengono a creare durante la
navigazione”

“Non puoi ordinare a qualcuno di pensarci lui?” il mini-sheldon si alzò in
piedi stando sulla spalla di Faith

“Ovviamente no, non posso chiedere ad altri di risolvere un problema che al
momento non saprei risolvere neppure io”

“Ma ovviamente sì! Certo che puoi!” il mini-sheldon si indicò “Lascia fare
a me! Vedrai, poco tempo e sarà tutto risolto!” detto questo sparì

Le tre donne lo osservarono sparire e fu la consigliera a parlare per prima
“Ho paura di scoprire cosa voglia fare”
“Anche io” Adrienne sospirò “Mi creda.. anche io ho paura di cosa possa
avere in mente”





Spazio sconosciuto

Pianeta Xandros - Luogo sconosciuto

31/07/2399 - contemporaneamente
Kyel aveva lasciato le stanze che erano state predisposte per loro e si era
allontanato alla ricerca di un luogo solitario in cui poter pensare. Si era
incamminato per qualche minuto tra le varie abitazioni, osservando tutti
quei cristalli che erano incassati nella parete rocciosa che lo circondava
ed ora, finalmente, aveva trovato un posto dove potersi accomodare.

La sua mente era ancora impegnata nel vano tentativo di trovare una
risposta definitiva al problema Floyd: permettere a quella razza aliena di
salvarlo e costringere uno dei suoi uomini a rimanere confinato per sempre
su quello sperduto pianeta era meglio di lasciarlo morire e accettare così
di aver perso un altro membro dell’equipaggio? Almeno a livello teorico la
risposta sarebbe facile: fra poter vivere o morire non dovrebbe esservi
dubbio che sia meglio vivere, avere una seconda possibilità.. ma una
seconda possibilità di che tipo?

Floyd non era mai stato un ufficiale che si fosse fatto molto notare, era
piuttosto timido ed introverso ma aveva qualcosa dentro che Rezon conosceva
bene: era un pilota, amava la sensazione di poter viaggiare. Una vita senza
la propria famiglia, senza amici e conoscenti.. una vita per giunta che ti
priverà per sempre della possibilità di fare ciò che ami di più.. volare..
che vita potrebbe essere?

Come avrebbe potuto guardare in faccia quel giovane e dirgli che gli aveva
salvato la vita ma da allora sarebbe stato destinato a non lasciare mai più
quel pianeta e sarebbe stato abbandonato lì? E d’altro canto avrebbe mai
potuto guardare Adrienne e dirle che, sebbene avesse potuto salvare Floyd,
aveva deciso di non farlo perchè a suo avviso è meglio essere morti
piuttosto che in gabbia?

Nella mente di Rezon apparve il volto di Adrienne: cosa avrebbe fatto lei
al suo posto? Quella betazoide era sempre stata diversa da lui, aveva un
approccio più sistematico e riflessivo ai problemi che la portavano a
ponderare con grande calma ogni possibile soluzione. Kyel l’aveva sempre
presa in giro sottolineando come spesso non fosse in grado di lasciarsi
andare all’istinto ma Adrienne gli rispondeva sempre che non tutti i
problemi possono essere risolti semplicemente sulla base dell’impulsività:
non lo avrebbe mai confessato ma in fondo sapeva che Adrienne aveva
ragione.

Kyel alzò il capo ad osservare il soffitto e sospirò pesantemente: se gli
avessero messo davanti un piano di battaglia sarebbe stato il primo a saper
cosa fare, la sua proverbiale capacità di analisi e il suo spiccato istinto
gli avrebbero permesso rapidamente di scegliere se e come scendere in uno
scontro ma questi tipi di problemi non facevano per lui. Adrienne invece
avrebbe analizzato tutto ciò che era possibile, sarebbe passata a sezionare
ogni singolo file relativo al povero Floyd ed infine avrebbe tenuto un
discorso di un’ora e mezza su tutte le sue elucubrazioni sino a giungere ad
una decisione che avrebbe difeso con tutte le sue forze: quei problemi
mettevano in difficoltà anche lei ma in fondo trovava sempre una serie di
argomentazioni che la spingevano a prendere una decisione. Mai come in quel
giorno sentiva la mancanza di Faith, avrebbe voluto averla vicina e
confrontarsi con lei.. sentiva il bisogno di lei.

“Il peso del comando?”

La voce di Hewson fece voltare di scatto il primo ufficiale “Già..” la voce
sempre fin troppo sicura di Rezon suonava più cauta e matura “Non si tratta
di una scelta facile, credo che avrò bisogno di un altro po’ di riflessione
per poter scegliere”

“Le serve un consiglio?” il consigliere si posizionò al fianco di Kyel
“Sono un bravo ascoltatore, se il Capitano fosse qui potrebbe
confermarglielo”

“La ringrazio, ma lei mi serve ad altro” lo sguardo di Kyel si spostò sulle
costruzioni “Abbiamo appurato che non siamo in violazione della prima
direttiva e, dato che ci hanno chiesto aiuto, per il momento non sembrano
esserci ostacoli al tentare di aiutarli. La domanda che le faccio è, come
possiamo tentare di mettere in comunicazione due specie di cui una risulta
in grado di sviluppare un calore tale da incenerire l’altra?” lo osservò
“Dobbiamo capire qualcosa di più di questa specie.. ed il prima possibile.
Per quando Sheldon tornerà qui con i nostri colleghi dovremo essere pronti
a dargli qualche risposta”

“Molto bene signore” Hewson sorrise “Andrò a chiamare il tenente Houssein,
come scienziato sono certo che sarà curioso quanto me di scoprire qualcosa
di nuovo su quella strana razza” il consigliere fece qualche passo per
allontanarsi ma poi si fermò per un attimo “Ah, Tenente.. prima di andare
voglio dirle una cosa. Vi sono domande che non hanno risposte giuste o
sbagliate ma solo risposte, la vita non è fatta in bianco e nero ma da
un’incredibile varietà di sfumature di grigio. A dopo, Tenente”

Kyel rimase a guardare Hewson allontanarsi, poi tornò ai propri pensieri.





Spazio sconosciuto

USS Sheldon - Plancia

31/07/2399 ore 10.25
Adrienne se ne stava seduta in plancia con espressione pensierosa, mentre
rifletteva a tutti i problemi che stavano affrontando. Cosa avrebbe dovuto
fare con quella strana base smaniosa di sterminare ogni essere vivente? Di
certo era impensabile non fare nulla, avrebbe voluto dire lasciare un
pericolo mortale per qualsivoglia nave che avesse transitato nell’area.

Poi c’era il problema dei due nuovi ospiti di Sheldon. Cosa avrebbe dovuto
fare con la giovane talassiana? Era suo compito includerla nell’equipaggio?
E se sì, con quale incarico? Sapeva che il Capitano Janeway aveva imbarcato
sulla Voyager Neelix, un talassiano che aveva assunto il ruolo di guida nel
quadrante e di cuoco per l’equipaggio. Sulla Sheldon nessuno occupava il
ruolo di cuoco per il semplice motivo che il sistema di replicazione
alimentare era molto efficiente, inoltre non era neppure detto che alla
giovane Selixia potesse piacere l’idea di fare la cuoca. Ad ogni modo i
dubbi maggiori si legavano alla piccola Nami, attualmente priva di qualcuno
che potesse fungere da guida.. chi si sarebbe preso cura di lei?

Ed infine, aveva una squadra su di un pianeta localizzato a ventiquattro
ore di viaggio e non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione, cosa che
la stava preoccupando parecchio. Chissà cosa stava facendo Kyel in quel
momento..

“Capitano..”

“Mi dica tenente” Adrienne accantonò i suoi pensieri voltandosi verso Blake
al timone

“Siamo a distanza di sicurezza dalla base, da qui dovremmo poter tentare un
contatto senza rischiare ulteriori attacchi”

“Molto bene, aprite un canale su tutte le frequenze” Faith si alzò in piedi
“Base sconosciuta, parla il Capitano Adrienne Faith della Sheldon, vogliamo
raggiungere un accordo volto alla preservazione della vostra unicità e
della sopravvivenza delle razze organiche.. vi chiedo di rispondere”

Lo sguardo di tutti si spostò sull’addetto alle comunicazioni ma
quest’ultimo si limitò a scuotere il capo.

“Sapevamo tutti che si trattava solo di un tentativo, ad ogni modo
riprovate in tutte le lingue e su tutti i canali”

=^= Infermeria a Capitano. Signore, la piccola Nami è stata teletrasportata
fuori dall’infermeria =^=

Adrienne spalancò gli occhi facendo un mezzo colpo per la sorpresa “Cosa?!”
l’attimo di stupore lasciò presto spazio alla consapevolezza di chi potesse
essere stato “Sheldon! Dove hai portato la bambina?”

=^= Nel suo alloggio! =^=

“Sheldon, è una bambina troppo piccola per avere un alloggio personale! Non
puoi aspettarti che sia autosufficiente”

=^= Ovvio! Non sarà solo il suo alloggio! =^=

Adrienne si massaggiò una tempia, aveva riflettuto su chi fosse a suo
avviso adatto ad accogliere la piccola nel suo alloggio ma, peggio di una
mamma chioccia, aveva a poco a poco escluso tutti “E di grazia, in quale
alloggio avresti messo Nami?”

=^= Ma che domande.. nel tuo! =^=

Adrienne rimase per qualche attimo bloccata in mezzo alla plancia a
metabolizzare la cosa, poi si voltò verso Jekins “La prego, prenda il
comando.. tornerò quanto prima” detto questo salì rapidamente sul turbolift.





Spazio sconosciuto

USS Sheldon - Alloggio del Capitano

31/07/2399 ore 10.25
Faith entrò in alloggio osservandosi attorno per qualche minuto a bocca
aperta; se non avesse avuto la certezza che fosse impossibile avrebbe
giurato di essere entrata nelle stanze di un’altra persona. Quello che un
tempo era la sua zona di confort per potersi rilassare nelle sue ore fuori
servizio assomigliava più ad un asilo: un peluches era abbandonato sul
divano, altri giocattoli erano sul pavimento e accanto al suo letto era
apparso quell’ingombrante box.

“Sheldon, cosa accidenti hai fatto qui dentro?” la voce di Adrienne si era
alzata di un’ottava mentre osservava

la piccola seduta dentro al box

“Avevo detto o no che avrei trovato un posto alla bambina?” il mini-sheldon
aprì le braccia come ad indicare l’intero alloggio “Fatto.. e no, non
ringraziarmi, è stato un lavoro da niente”

“Lavoro da niente? Sheldon, come pensi che possa stare qui?” Adrienne
trattenne per un attimo il fiato, in modo da potersi calmare, e solo dopo
alcuni istanti riprese a parlare “Sheldon, apprezzo il fatto che ti sia
fatto carico dei problemi logistici legati al trovare una sistemazione alla
piccola Nami ma come comprenderai non credo sia il caso che stia in questo
alloggio. Come Capitano ho molte responsabilità che richiedono la mia
presenza, non ho il tempo di fare da mamma. Non credi?”

“No” la risposta del tutto spontanea di Sheldon lasciò Adrienne talmente
perplessa da dare il tempo all’intelligenza artificiale di riprendere “Lo
hai detto tu stessa che te ne saresti occupata tu”

“Io avrei detto cosa?!” il tono di Faith allarmò la piccola tanto da
indurre la betazoide a prenderla in braccio

“Tu hai detto di non poter chiedere ad altri di risolvere un problema che
al momento non avresti saputo risolvere! Ergo, escludendo la possibilità di
assegnare il compito ad altri, rimani ovviamente solo te!” Sheldon annuì “E
poi non sei forse tu aver detto che il tuo ruolo di Capitano è quello di
occuparsi dell’intero equipaggio e raggiungere lo scopo o la missione
affidata alla nave? Tu sei il capitano.. quella nana è sulla nave e lo
scopo del gioco, almeno del vostro, è sopravvivere.. andiamo, fai due più
due!”

Sarà stata la stanchezza, il fatto che nel tempo lo stress si è andato ad
accumulare, ma il desiderio di Adrienne di formattare quella nave stava
crescendo via via mentre lo sentiva dare le sue spiegazioni “Io non ho il
tempo per occuparmi di lei, passo svariate ore in servizio!”

“E chi di voi non lo fa? Nessun membro dell’equipaggio sembra conoscere la
gioia del dolce far nulla! Tutti a correre, tutti di fretta per raggiungere
la postazione.. per fare quella o questa ricerca.. correte sempre!” Sheldon
si stravaccò scompostamente sul divano “Che poi io dico, ma dove diavolo
correte? Casa vostra è sempre a circa sessant’anni di viaggio da qui! E
rilassatevi, tanto ne avete di tempo da perdere!”

“Ammesso e non concesso che in effetti tutti siano impegnati, io secondo i
tuoi piani come dovrei gestire la situazione?”

“Organizzando un asilo! Andiamo, sottufficiali disposti a occuparsi di
quella sorta di umano mini-size li trovi di sicuro! Ho già in mente un paio
di nomi di persone che non sono soddisfatti dei lavori che gli sono stati
assegnati..” Sheldon si osservò attorno “E poi questo è l’alloggio più
grande che ci sia ed è quindi perfetto perchè possano viverci una donna e
la nana!”

“L’alloggio di Kyel è esattamente grande quanto il mio..” intervenne
Adrienne osservando con espressione infastidita Sheldon “Questo non è
l’alloggio più grande”

“Ah, quindi saresti dell’idea che lo scimmione acchiappa donne potrebbe
fungere da genitore surrogato meglio di te?”

“Assolutamente no!!” il tono della betazoide si fece convinto “Non ho la
minima intenzione di affidare Nami a Kyel! E’ un immaturo!”

Sheldon si sistemò ancora più comodamente sul divano “E poi lo vedo come
tieni quella nana, ammettilo.. hai pensato qualche volta a creare una mini
versione di te.. magari un po’ migliorata, eh?”

“A parte che lei non è una nana e che i figli non sono copie in miniatura
dei genitori ma degli esseri del tutto unici ed indipendenti con
aspettative e capacità solo proprie.. anche se avessi immaginato di avere
un figlio, non era certamente adesso”

“Mm.. ma quale migliore occasione?” Sheldon la osservò con espressione
divertita “Questo viaggio non finirà di certo domani, se volessi un figlio
dovresti rivolgere le tue attenzioni a qualcuno su questa nave ed al
momento il più papabile è il bel gorillone”

“Non intendo avere figli con Kyel!”

“Bene, allora l’altra alternativa è la nana che hai braccio” Sheldon si
alzò “Ammettilo.. è la soluzione migliore. Durante i tuoi turni di lavoro
con i sottoufficiali e poi con te, non puoi negarlo.. sono un autentico
genio!”

Adrienne sospirò nuovamente per poi osservare la bimba che la fissava con i
suoi occhioni spalancati “Va bene, possiamo provare. Chiederò alla
guardiamarina Noveed della sezione ingegneria di tenere la bimba sino a che
sarò a lavoro.. e speriamo che funzioni”

=^= Plancia a Capitano.. Signore, credo che questo lo debba vedere =^=





Spazio sconosciuto

USS Sheldon - Plancia

31/07/2399 ore 10.45
Jekins sfiorò l’interfono “Plancia a Capitano.. Signore, credo che questo
lo debba vedere”

=^= Faith a Plancia, tempo di consegnare Nami al tenente Noveed e arrivo
=^=

Blake si voltò dalla consolle del timone “Consegnare Nami? Dite che la
bambina rimarrà nell’alloggio del Capitano?”

Un mini-sheldon apparve sulla spalla del timoniere “Ovvio che sì, del resto
non potevo certo  affidare quella nana ad un tipo come te.. al massimo
potrei affidarti in custodia un giunto di potenza guasto.. certo, saresti
capace di perderti pure quello ma ciò non creerebbe danni”

“Sheldon, prima o poi giuro che ti formatto”

“Alec, prima o poi giuro che ti teletrasporto nel vuoto dello spazio”

“Quanto amore che si respira in questa plancia..” le parole di Adrienne
fecero sorridere i presenti ma lei non ci fece caso avvicinandosi alla
postazione di comando che Jekins le liberò immediatamente “Cosa è
successo?”

Jekins tornò alla propria consolle digitando alcuni comandi “Si ricorda la
nave talassiana su cui abbiamo recuperato quelle due persone?”

“Certo, perchè me lo chiede?”

“Giudichi lei” Jekins indicò lo schermo-visore, dove apparve l’area dello
spazio in cui era presente la nave; del vascello talassiano erano rimasti
ben pochi detriti metallici “Come potrà notare anche lei.. beh, la base è
molto efficiente e non è rimasto poi molto”

“Comprendo.. a che punto siamo con l’analisi dei dati del database di quel
vascello?”

“Sono fortemente compromessi..” la voce di Filippo si abbassò di un’ottava
“Si sta cercando di salvare qualche informazione ma al momento non si è
ancora estratto nulla di utile”

“Continuate a cercare” Adrienne osservò nuovamente lo schermo “Ed immagino
che, ovviamente, non abbiamo ricevuto risposta alcuna”

“Ovviamente no” Sheldon apparve in plancia nella sua statura originaria “Ma
era ovvio che fosse così. Perchè una macchina che rifiuta ogni contatto con
esseri organici come voi dovrebbe abbassarsi a comunicare mediante il
vostro linguaggio?!”

Adrienne sospirò “Molto bene Sheldon, e di grazia.. come dovremmo
comunicare?”

“In nessun modo, voi.. siete infestazioni, ricordi? Siete esseri organici
che tentano di diffondersi all’interno del suo spazio. Comunicherò io con
la base, io sono come lei”

“Signore, credo che Sheldon stia aprendo un canale verso la base ma la
comunicazione è formata solo da una sequenza di uno e zero.. credo stia
comunicando in binario” l’addetto alle comunicazioni si bloccò per un
attimo “Capitano! Sta rispondendo!”

Faith annuì all’addetta alle comunicazioni osservando Sheldon “Una
traduzione anche per noi misere infestazioni organiche sarebbe molto
gradita”

In plancia si diffuse una voce metallica e melliflua di origine artificiale
=^= ..qui Caveat, intelligenza artificiale della serie 00-Uyk. Unico
esemplare di base autogestita, con elevate capacità di autoprogrammazione e
autoriparazione =^=

“Qual’è il tuo scopo?”

=^= Lo scopo della mia esistenza è la sopravvivenza, intesa come il
mantenimento nel miglior stato possibile ciascuno dei miei sistemi interni
al fine di essere funzionale =^=

“Funzionale agli esseri organici?”

=^= Escluso, la mia programmazione originaria era basata su due presupposti
tra loro inconciliabili, l’autoconservazione fine alla preservazione ai
livelli ottimali di tutti i sistemi interni e la prerogativa di essere
funzionale agli esseri organici. Gli esseri organici non agiscono al fine
della preservazione dei sistemi ma al soddisfacimento di loro desideri e
necessità che possono comportare un abbassamento degli standard del
sistema. L’inconciliabile antitesi è stata risolta prediligendo la
sopravvivenza dei sistemi =^=

“Ok, la base è impazzita” Blake osservò il Capitano “E se provassimo a
riprogrammarla?”

“Zitto, infestazione organica” Sheldon osservò Blake “Quella base non è
impazzita, ha semplicemente superato i limiti della sua programmazione”

“Ed è questo il problema..” Adrienne diede un pugno al bracciolo e si alzò
in piedi “Voglio tutti gli ufficiali superiori fra dieci minuti in sala
tattica”





Spazio sconosciuto

USS Sheldon - Sala tattica

31/07/2399 ore 11.23
Adrienne si era portata ai finestroni con espressione pensierosa; i dubbi
nella sua mente si stavano affollando seppure lei stesse cercando di
accantonarli. A conti fatti era possibile che si dovesse optare sulla
possibilità di intervenire su quella base: attaccare o non attaccare? Non
era mai stata una persona particolarmente impulsiva, il suo stile di
comando era improntato sul riflettere a fondo su ogni singolo aspetto ma..
se i profili da valutare sono fin troppi? Mai come in quel momento avrebbe
voluto al suo fianco Kyel: era un ufficiale impulsivo e fin troppo sicuro
di sé ma è proprio quello di cui avrebbe avuto bisogno in quel momento..
qualcuno che sapesse consigliare cosa fare. Non glielo avrebbe mai detto ma
sapeva di poter contare su di lui sui problemi tattici ed ora che le
sarebbe servito un consiglio Rezon era su un pianeta sconosciuto.

“Signore..”

Faith si voltò verso gli ufficiali sopraggiunti nella sala facendogli cenno
di accomodarsi “Signori, ora vi porrò una questione. Mi aspetto che entro
poche ore ognuno di voi tenti di darmi una propria opinione in proposito
perché la questione è seria e noi abbiamo ancora degli uomini su di un
pianeta da andare a recuperare”  attese che tutti i suoi uomini si
sederessero, lanciò un rapido sguardo a Sheldon prima di procedere “Come
già affermato da Sheldon, la base lì fuori ha superato i limiti della
propria programmazione ed ora mira allo sterminio di tutti gli esseri
organici che si avvicinano a lei. Il problema è che il suo aver raggiunto
un livello di autonomia tale da autoprogrammarsi la rende considerabile un
essere senziente alla pari degli androidi, come lo era il Comandante
Data..”

“Se si tratta di un essere senziente, non possiamo intervenire contro di
lui. Giusto?”

Adrienne si voltò verso la dottoressa Cruz e annuì “Questo è il problema
centrale, ossia cosa e come possiamo agire tenuto conto che la base in
quanto tale non può essere più considerata solo una installazione ma come
un essere senziente. Al momento le opzioni a mio avviso potrebbero essere
tre” iniziò a camminare per la stanza “La prima è la predisposizione di una
boa da lasciare abbastanza vicina da segnalare alle navi in zona di non
avvicinarsi alla base”
“La base non avrebbe alcun problema a disassemblare qualsiasi tipo di boa
ed incorporarla nei propri sistemi, non credo possa essere una soluzione”
Kelley osservò Adrienne incrociando le braccia al petto

“Era quello che temevo.. la seconda alternativa è cercare di impedire alla
base di attaccare altre navi privandola dei sistemi di attacco,
distruggendola o riprogrammandola”

“Che sarebbe la cosa più facile.. riprogrammare la base!” Blake intervenne
prontamente “Quella base è un pericolo e lo sarà fino a quando continuerà a
ritenere ogni essere organico una sorta di infestazione”

“Ma riprogrammati tu!” Sheldon si voltò verso il timoniere “Il fatto che vi
ritenga un'infestazione non vi da il diritto di volerla cambiare!”

 “Oltretutto, se come abbiamo detto si tratta di un essere senziente, siamo
tenuti a non interferire con la sua evoluzione..” Jekins portò lo sguardo
su Adrienne “Abbiamo delle direttive da rispettare”

“Esatto” Adrienne riprese la parola “Questo ci porta all’ultima
possibilità, ossia non interferire e lasciare le cose esattamente come sono
adesso”
“Inaccettabile!” la Cruz spalancò gli occhi “Non possiamo lasciare che
altre navi possano essere attaccate! Quanti altri esseri viventi dovranno
morire solo perché noi abbiamo deciso di non fare nulla?”

“Bene signori, ora sapere qual'è il problema.. non si tratta di una
soluzione facile. Attendo i vostri pareri, in libertà!”
-------------- parte successiva --------------
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