[Stml6] 02.07 - Rush - Unire i puntini
Stefano Zaniboni
stezani a me.com
Dom 19 Gen 2020 13:13:25 CET
Buongiorno a tutti e Buona Domenica!
Ecco qua il mio brano, ringrazio ancora infinitamente Ilenia per l’aiuto nella revisione:)
Buona lettura!
Stefano
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Brano 02-06: Unire i puntini
Spazio sconosciuto - 31/07/2399 - ore 18,00
USS Sheldon - Ponte 14 – Ufficio Capo Operazioni
Dopo essere stato messo in libertà dalla riunione con il Capitano Faith, il tenente Rush si rinchiuse nel suo ufficio sbottonandosi la giacca dell’uniforme e prese a fissare la parete di fronte alla sua scrivania.
Alle sue spalle vi erano le enormi finestre che davano sulla distesa nera del vuoto spaziale da cui si poteva osservare lo spettacolo mozzafiato delle due stelle binarie nel loro perfetto equilibrio.
Nella sua mente continuavano a vorticare idee a cui non sapeva dare risposta. Nei diari della Voyager i talassiani erano stati descritti come un popolo intelligente ed evoluto che sapeva sopravvivere nello spazio e, ovviamente, avevano scoperto la curvatura, ma in così pochi anni erano riusciti a sviluppare un’intelligenza così avanzata da controllare un’intera stazione spaziale e in aggiunta una tecnologia che poteva permettergli sfruttare a loro piacimento due soli?
Improbabile.
La Stazione si era presentata a loro come il centro di controllo Kylyon, ma non avevano dato peso a questa informazione.
La rotta sulla quale si trovavano non era convenzionale: le distorsioni date dai venti solari così forti in quella particolare condizione tra le due Stelle avrebbero causato non pochi problemi alle telemetrie delle navi meno evolute rispetto alla Sheldon, e di certo senza personale competente il rischio di finire fuori rotta era molto alto.
Però due navi mercantili, una Akritiriana e una Talassiana si trovavano proprio in quel luogo ed erano state distrutte. Troppe domande, doveva iniziare a seguire il filo di quell’enorme matassa.
Da un cassetto della sua scrivania prese fuori uno dei suoi taccuini e una penna.
“Sheldon lo so che ci sei e che stai pensando che io stia dormendo”
Nel divanetto di fronte a lui si materializzò la figura snella di un mini Sheldon olografico con indosso una lunga vestaglia rossa ed in bocca una pipa ad acqua che emetteva piccole bolle chiare ad ogni boccata.
“Oh Cherie, sento la tua piccola testolina che lavora come una macina” disse l’ologramma ma Nicholas non lo stava ascoltando.
“Sheldon mi puoi mostrare tutte le informazioni che hai nella tua banca dati sugli akritiriani?”
Con un passo di danza Sheldon materializzò una lavagna virtuale con varie schede aperte. Nicholas con il dito iniziò a scorrere velocemente la miriade di informazioni davanti a lui.
“Posso chiedere cosa ci sarebbe nell’enciclopedia di una razza qualunque di tanto importante da impegnare cicli di clock dei miei processori?” chiese Sheldon prendendo una lente di ingrandimento dalla sua vestaglia.
“Non lo so… qualcosa. Tutto è partito da una nave mercantile akritiriana che passava di qua. Magari non significa niente”
Prese ad annotare parole chiave sul suo foglietto di carta fino a riempirlo. Una volta terminato lo spazio a disposizione prese un magnete dalla sua scrivania e lo appese insieme al foglietto al centro della paratia.
Pianeta Xandros - Distese Andalj
01/08/2399 - ore 09,00
Dopo l’incontro con il Patriarca, il gruppetto di ufficiali era stato scortato in un piccolo villaggio alle porte di un enorme canyon che si ergeva sopra di loro.
“Dopo l’arrivo su questo pianeta abbiamo deciso di seppellire qui la nostra nave come rifugio” disse il Leithiano.
“Perché avete deciso di seppellirla? Potevate utilizzare la tecnologia per iniziare una nuova vita e continuare a migliorare nei campi scientifici e medici!” osservò Amir.
“La tecnologia e il progresso, come li definite voi, ci hanno portato ad uno sviluppo di un potere che non poteva essere controllato” prese a raccontare il Patriarca.
“I Cristalli!” disse Paul.
“Precisamente. Io e I miei fratelli abbiamo deciso che una volta arrivati qui avremmo ripreso le usanze dei nostri antenati, partendo da una vita più semplice. Alla fine abbiamo tutto cio’ di cui abbiamo bisogno”
“E per difendervi da Myr e dai Chenot?” chiese Rezon.
“I Myr a voi stranieri potranno sembrare creature mostruose che compiono le loro scelte seguendo istinti puramente animaleschi, ma non e’ cosi. Noi viviamo in simbiosi con loro e finché verranno rispettati in quanto esseri viventi, non abbiamo nulla da temere. Per quanto riguarda I Chenot invece le strutture presenti in questa zona del pianeta offrono sufficiente riparo e la nostra vecchia nave comunque e’ un rifugio sicuro”
“Quali strutture?” chiese Houssein.
“Erano presenti già da prima che arrivassimo noi. Probabilmente costruite dagli stessi che hanno creato Vuillindard”
“Pensavamo che fosse stata Cassilda con l’uso dei Cristalli ad averla costruita!” disse Paul.
“ Cassilda è un'ottima leader e riesce a condurre il suo popolo dove le pare e piace, ma non sarebbe capace di creare una città dal nulla. Per essere i prescelti vi bevete un sacco di storie...” disse il Patriarca con una punta di disprezzo.
“Patriarca, lei ci ha detto che qualcosa dentro Xandros si sta risvegliando, di cosa parlava? E poi con tutto il rispetto..” Rezon iniziava a spazientirsi per la lunga lezione di storia, aveva bisogno di tirare le somme di tutta quella storia e voleva trovare un modo per ricongiungersi con la Sheldon il prima possibile, ma il Patriarca era poco propenso a collaborare.
“Cripss vi accompagnerà oltre le porte di fuoco e li vi sarà chiarito. Ora devo occuparmi del mio popolo”
Uno degli Gnometti Leithiani dalla pelle scura si avvicinò a loro e gli fece un cenno come per invitarli ad attraversare la città fino all’ingresso del canyon.
Spazio sconosciuto - 01/08/2399 - ore 09,30
USS Sheldon - Ponte 1 – Sala Tattica
Nicholas aveva passato tutto il tempo a fare ricerche e ad annotare sui suoi foglietti e appenderli al muro tant’è che alla fine termino’ le calamite e dovette accontentarsi del pavimento. Raccolse una grande quantità di informazioni e alla fine riuscì a mettere insieme I pezzi in modo che avesse un senso.
Almeno lo aveva all’interno del suo ufficio.
“Quello che sto per raccontarvi e’ frutto di mie deduzioni, ma sono convinto di aver fatto luce su una buona parte dei misteri di questa storia” disse agli ufficiali superiori che lo fissavano dalle loro poltrone.
“Vi prego di seguirmi: mi interrogavo su come fosse possibile che due mercantili a distanza di poche ore l’uno dall’altro, battessero questa rotta che passa molto vicino a questa coppia di stelle in declino. I venti solari sono abbastanza irregolari e dobbiamo dire grazie solo a Sheldon se riusciamo a mantenere un assetto quasi perfetto. Una nave non così avanzata avrebbe forti problemi di navigazione”
Faith osservò il suo capo operazioni “Da quanto abbiamo saputo dai talassiani, sono accorsi al messaggio di soccorso lanciato dalla nave akritiriana in difficoltà accanto ad una loro base”
“Si Capitano, ma comunque questo presuppone che fossero abbastanza vicini da rilevare quella chiamata d’aiuto e, a mio avviso, qualcosa non torna”
I suoi colleghi si protesero in avanti ascoltando Nicholas.
“Mi sembrava veramente incredibile di come i Talassiani, stando a quanto riportato dalla Voyager, potessero aver costruito da zero una stazione spaziale con quel livello tecnologico. Scavando negli archivi storici di Sheldon che sono particolarmente dettagliati, sono rimasto sorpreso nello scoprire che gli Akritiriani oltre a quanto scoperto dalla Voyager sul loro sistema di Governo e il modo a dir poco inumano nell’applicare le proprie leggi, sono conosciuti anche per essere abili ingegneri. Dopo la scoperta della curvatura infatti le loro competenze subirono una forte impennata anche a causa della mescolanza con altre culture. Da analisi più approfondite dei registri della nave talassiana inoltre le specifiche della stazione erano una mescolanza di varie tecnologie: talassiana, akritiriana e una terza civiltà di cui non ho trovato nulla se non poche tracce”
“I Kylyon?” chiese il Capitano Faith.
“Precisamente: di loro sappiamo solo che sono un popolo molto antico, probabilmente con un’elevata cultura scientifica che è stata tra le prime civiltà a scoprire la curvatura”
“Mi scusi Signor Rush, è una bellissima storia, ma come e’ giunto alla conclusione che le due navi attaccate non fossero semplicemente dei mercantili? “ chiese l’Ingegnere Kelley.
“Per quanto riguarda la nave akritiriana è soltanto un’ipotesi, non abbiamo nulla su di essa e non credo che una bambina piccola possa darci qualche risposta a riguardo. Tuttavia siamo riusciti a scaricare dei dati dal vascello talassiano prima che venisse distrutto” Nicholas prese il proprio dpadd leggendovi alcuni dati “Stando ai registri di carico in nostro possesso i talassiani stavano trasportando grandi quantità di Vorkado non trattato, un tipo di fiore che secondo l’archivio di Sheldon ha la particolarità di rilasciare molto polline”
“Ed i fiori quale rilevanza hanno?”
“Non sono una merce a lunga conservazione” la Cruz prese la parola osservando il Capitano “Ho fatto delle ricerche con il database e, in effetti, si tratta di fiori che vengono utilizzati quali alimento ma anche per la preparazione di cosmetici e profumi molto rinomati, ma la loro lavorazione avviene quasi sempre in loco o poco distante per via della loro deperibilità”
“Esatto!” Rush riprese la parola “Perché un cargo pieno di merce deperibile opterebbe per una rotta che passa attraverso un’area in cui tale prodotto non potrebbe essere venduto? Equivale buttare l’intero carico.. a meno che quel carico non sia mai esistito e la bolla di trasporto sia falsa!”
“Quindi qual'era il loro reale scopo?” chiese Blake
“Questo dovremmo chiederlo alla dirette interessate” disse Rush serafico
Pianeta Xandros – Canyon
1/08/2399 - ore 19,00
Il gruppo formato dagli ufficiali della Sheldon e da uno degli alleati gnomici del Patriarca stava procedendo ormai da diverse ore nella fitta rete di dedali del Canyon in groppa a quelli che avrebbero potuto accostarsi ad una specie di dromedari terrestri, non fosse stato per le due teste che spuntavano dal corpo peloso attaccate a due lunghi colli: ad ogni curva i due crani sbattevano l’uno contro l’altro producendo lo stesso rumore di una noce di cocco che si schianta al suolo ma sembrava che all’animale questo non importasse minimamente.
Il caldo secco aveva lasciato spazio ad una leggera brezza che si faceva largo tra le venature dei Canyon.
Lo gnomo del fuoco, Cripss, non aveva pronunciato parola per tutto il viaggio. Hussein, invece, non faceva altro che fermare il suo dromedario a due teste per raccogliere campioni e analizzarli come poteva con il suo tricorder.
Ad un certo punto di fronte a loro si aprì uno spazio circolare dal diametro di circa 5 metri con al centro una struttura sferica con un’apertura e una punta finissima che si innalzava di un paio di metri e rifletteva i raggi del sole che lentamente stava tramondando.
“Là!” disse Cripss.
Mano a mano che il gruppo si avvicinava, si notavano incisioni sulle pareti esterne della struttura che a prima vista ricordavano delle rune, ma ad una più attenta analisi, scostando la sabbia e i licheni rampicanti che erano cresciuti nei decenni, ricordavano vagamente i percorsi di un circuito elettrico. I simboli continuavano anche all’interno della sfera dove il muschio rampicante che arrivava fino al soffitto aveva inglobato quasi del tutto la stanzetta.
“Comandante questa lega metallica non la conosco. Sembra un composto di diversi materiali che non ho mai visto”
“Perché ci hai portato qui Cripss?” chiese Rezon
Lo gnometto si avvicinò ad una parete e con tutto il peso del suo corpo premette un pannello che attivò uno scomparto segreto facendo fuoriuscire un struttura conica dal muro a circa mezzo metro sopra di lui.
Rezon si avvicinò per osservare meglio la strana struttura: assomigliava molto ad uno di quei binocoli installati per permettere ai turisti di osservare da una migliore prospettiva i luoghi di interesse turistico, come cascate o monumenti. All’improvviso, prima che Rezon potesse ritrarsi il cono si attivò protraendosi in avanti verso di lui, come se il metallo ad un tratto fosse diventato liquido, e finendo in un lampo ad avvolgere la testa del primo ufficiale.
“Comandante!” Paul e Amir cercarono di estrarre Rezon dalla morsa, ma non ci riuscirono. Forti luci abbaglianti colpirono Kyel agli occhi che urlò di dolore.
“Cripss aiutaci! Cosa gli sta facendo?” urlò Paul sentendo la sofferenza di Kyel.
Ma guardando nella direzione dove prima si era seduto lo gnomo ora vi era solo una nuvoletta di polvere.
“Comincio ad odiare questo pianeta! Dove diavolo è andato quel piccoletto?” disse Amir tastando la parete in cerca di altri pannelli per tentare di disattivare il dispositivo.
D’un tratto la morsa che cingeva la testa di Kyel lo rilasciò e lui cadde ansimante sul pavimento.
“Comandante, come si sente?” chiese Paul analizzandolo con il tricorder.
“Sto bene, sto bene, non preoccupatevi…” disse Rezon massaggiandosi gli occhi “Quel marchingegno... deve trattarsi di una specie di banco di memoria… ho dei ricordi che non sono miei nella mia testa…” dolorante si alzò in piedi e si avvicinò ai simboli sulla parete. Con la mano disegnò parte del percorso scolpito aprendo nel pavimento una botola facendo fuoriuscire una dolce brezza calda. Amir e Paul si guardarono stupiti. Rezon si avvicinò alla botola e flettendo le ginocchia fece per sollevare il portello. Sotto di loro un profondo tunnel illuminato da luci e macchinari correvano sempre più in profondità verso il basso, tanto che non si vedeva la fine.
“E questo cosa diavolo è?” disse Amir stupito estraendo il tricorder.
“Intende le miglia e miglia di macchinari che attraversano il pianeta? Non ne ho idea. Ho solo una parola scolpita nella mente.. Kylyon”
-------------- parte successiva --------------
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