[Stml9] 3.08 - Suri - Morte di una nave

Maddalena vampitrill a gmail.com
Lun 21 Lug 2014 22:14:33 CEST


Non ci ho fatto caso. L'unica cosa è che il tizio della sicurezza che 
accompagna Bhreel è vestito con una maglia rossa. Ma dovrebbe essere in 
giallo.

Maddy
Il 21/07/2014 22:07, Elena Fuccelli ha scritto:
> Rileggendolo a freddo, mi sono accorta di un paio di piccoli errori di 
> battitura o nel copia/incolla. Lo riposto con qualche correzione... 
> Nessuno ha visto degli errori?
>
>
> -----------------------------------
> [INIZIO TRASMISSIONE]
> -----------------------------------
>
> USS Curie - Esterno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 -
> Ore 15.32
>
> Lo scienziato Trill sembrava perplesso più che preoccupato. Il
> fenomeno era decisamente al di fuori della sua esperienza.
> Presumibilmente dell'esperienza di chiunque. Non si comportava come
> una nebulosa, non aveva le caratteristiche di una nebulosa. In
> definitiva assomigliava soltanto ad una nebulosa. E ora che la
> osservava da vicino, neppure troppo.
> Ma qualunque altra descrizione, qualunque tentativo di incasellare
> il fenomeno, di interpretarlo sembrava inutile. Poteva essere la più
> grande scoperta scientifica del secolo.
> O la causa della loro distruzione.
> Insomma, una delle due.
>
>
> USS Curie 1 - Esterno nebulosa – Corridoio infermeria - 30 marzo
> 2393 - Ore 15.35
>
>
> Il corridoio era ingombro di persone che andavano all'infermeria.
> Con tutti i feriti che c'erano stati – morti, anche? - i
> teletrasporti d'emergenza dovevano essere intasati, pensò Timeran
> Bhreel, incespicando alla luce intermittente dell'allarme. La ferita
> alla fronte le pulsava e non riusciva ad identificare nessuna delle
> sagome che intuiva intorno a sé. Il pavimento era cosparso delle
> impronte di stivali impresse in sangue che, sporco, scolorava nel
> bruno. Il suo sangue si stava mischiando agli altri, gocciolando
> dalla manica della tuta che ormai era intrisa. Anche la maglia
> dell'uomo della sicurezza che la stava sostenendo aveva l'odore del
> sangue. Il respiro dell'uomo si era fatto pesante, come se faticasse
> a respirare. Aveva una corta barba bionda ed occhi color ghiaccio,
> fissi di fronte a sé.
> *Devo ricordarmi... Devo ricordarmi di ringraziarlo. Io... Dovrei
> sapere chi è... Devo...* - stava pensando la trill.
> La luce che proveniva dall'infermeria la distrasse e per poco non si
> scontrò con qualcuno che usciva di corsa. La stretta dell'uomo
> attorno alla sua vita la sostenne ancora, facendole valicare la
> soglia.
> Qualcuno le si parò di fronte, la accompagnò fino ad un lettino, la
> fece distendere. Intorno a lei, i bioletti erano tutti occupati.
> C'era frastuono, ordini gridati da un capo all'altro, volti che si
> confondevano, corpi che si agitavano da ogni lato dell'infermeria.
> “Timeran!” - la voce della dottoressa Fuentes si fece udire sopra il
> caos. La trill si girò, per guardare l'amica azionare i comandi del
> bioletto:
> “La ferita lacerocontusa alla fronte non è niente di grave.” -
> annunciò la dottoressa dopo un istante.
> “Allora me ne vado al mio alloggio - disse Timeran, facendo per
> alzarsi – Non posso tenere un bioletto occupato con tutti questi
> feriti”
> “Tu non vai da nessuna parte - replicò la dottoressa, estraendo una
> lampadina per esaminarle il fondo dell'occhio - Hai una lieve
> commozione cerebrale. E' da tenere sotto controllo.”
> “Beh, almeno è una buona notizia”
> “Cosa? Avere una commozione cerebrale?”
> “No. Che sia lieve” - commentò Timeran, tornando a stendersi. Alle
> spalle di Luz c'era ancora l'uomo della sicurezza che l'aveva aiutata
> ad arrivare all'infermeria.
> “Grazie di tutto... Credo di essere in buone mani...” - iniziò la
> trill, ma si bloccò fissando l'uomo. Gli occhi blu ghiaccio
> sembravano essersi dilatati in uno sguardo perso e lontanissimo,
> mentre un cannello di sangue scuro iniziava a sgorgare dalle narici e
> dalle orecchie. Timeran lanciò un grido di avvertimento e Luz si
> voltò appena in tempo per vedere l'uomo dalla maglia rossa
> accasciarsi a terra senza un lamento.
> Luz buttò la lampadina. Timeran istintivamente l'afferrò al volo e
> si tirò a sedere per seguire i gesti della dottoressa che accorreva
> al corpo dell'uomo. Con l'aiuto di un assistente, Luz lo distese per
> iniziare ad esaminarlo con il tricorder medico. La trill le vide
> passare sul volto espressioni di sorpresa, sconcerto, confusione a
> mano a mano che proseguiva la lettura dell'esame medico. L'uomo a
> terra aveva gli occhi quasi fuori dalle orbite. Il collo si era
> gonfiato e sulle tempie si erano disegnate vene scure che parevano
> scoppiare dalla pelle.
> “Cosa gli sta succedendo?” - domandò Timeran.
> “Dobbiamo metterlo in stasi e subito!” - gridò la dottoressa
> Fuentes. L'assistente afferrò lo sventurato per le spalle. Con
> l'aiuto della dottoressa, l'uomo fu tirato su per essere disteso su
> una lettiga e trasportato nella parte più interna dell'infermeria.
> Timeran si protese per seguire il più possibile il percorso della
> lettiga. Si passò una mano sulle tempie. Lei aveva letto tutte le
> schede di entrambi gli equipaggi, più di una volta. Il volto di
> quell'uomo le era familiare. Sapeva di averlo già visto, ma... Perché
> non riusciva a ricordare chi fosse?
>
>
>
> USS Curie – Interno nebulosa – Plancia di comando - 30 marzo 2393 -
> Ore 15.35
>
>
>> "Capitano..." La voce di Lorelai Jenkins interruppe Suri dal retro 
>> della plancia. Era poco più di un sussurro, ma tutti si voltarono 
>> nella sua direzione.
>> "Capitano, il comandante Pierce è morto."
>
> “Morto!” - Timeran Bhreel si fece sfuggire un singulto.
> “Morto? - reagì Tynan - “Non è possibile!”
> Suri non emise suoni. Il volto del capitano era diventato una
> maschera, sotto al taglio che non aveva smesso di sanguinare. Montò
> verso la consolle tattica, da dove Lorelei Jenkins aveva parlato.
> L'ufficiale scientifico dopo un attimo di esitazione la imitò, per
> andare a fissare il corpo di Thomas Pierce da dietro le spalle del
> tattico. Sembrava che si fosse seduto a terra, stretto nello spazio
> tra la consolle tattica e quella di ingegneria, con un braccio
> sollevato a metà e l'altro schiacciato dal peso del corpo. Grumi
> scuri di sangue scendevano dal naso e dalle orecchie, ma la sua
> intera figura sembrava come bagnata dalla luce rossa dell'allarme.
> “Non è possibile!” - ripeté l'ufficiale scientifico - “L'ho visto in
> piedi, dopo che quella navetta ci era venuta addosso!”
> Fissò la Jenkins che scrollò le spalle:
> “Non so che cosa sia successo. Si, ho visto anche io il comandante
> Pierce in piedi, dopo il disastro. Non era ferito! Gli ho anche
> parlato... Gli ho detto qualcosa a proposito dei rapporti dalle
> sezioni colpite. E poi, mentre il capitano stava parlando con la
> Baffin sullo schermo centrale, l'ho visto cadere a terra. Mi sono
> chinata su di lui... Il tempo di vederlo sanguinare. Pochi secondi,
> ed è spirato.”
> Il capitano si girò verso Timeran:
> “Consigliere... Temo di dover affidare a lei il compito di informare
> la dottoressa Fuentes...”
> La trill abbassò lo sguardo. Suri continuò:
> “...E di chiederle quale dei suoi assistenti sarà in grado di
> effettuare rapidamente una completa autopsia sul corpo del comandante 
> Pierce”
> “Cosa?” - Timeran quasi soffocò.
> “Mi rendo conto che sarà troppo difficile per la dottoressa
> effettuare una autopsia personalmente. Ma dobbiamo sapere...
> Sottolineo, dobbiamo... Che cosa ha causato la morte del comandante.
> Potrebbe essere la chiave per evitare altre morti”
> Le nostre morti, tradusse mentalmente Tynan. Si accorse,
> dall'espressione della trill, che il consigliere aveva fatto la
> stessa traduzione della frase del capitano.
> La trill fece per dire qualcosa, ma qualcosa la bloccò. Era un
> rumore, che si stava facendo strada attraverso le paratie. Dapprima,
> Tynan lo aveva confuso con il suono ossessivo dell'allarme, ma poi
> aveva cominciato a percepirlo. Era cupo, insolito, lontano da
> qualunque cosa avesse mai sentito in vita sua.
> Suri si precipitò al comunicatore:
> “Capitano a ingegnere capo! - gridò – Che sta succedendo? Vizzini,
> risponda!”
> “Le comunicazioni non funzionano! -
> Il rumore era più forte. Stava arrivando dai ponti inferiori, ed era
> sempre più vicino. Tynan si girò. Le paratie avevano iniziato ad
> oscillare lungo le linee di nervatura. Sopra il rumore,
> si sentivano le grida degli uomini. La luce sulla plancia cadde, si
> riprese, tremolò di nuovo per essere sostituita dalle luci di
> emergenza. Le paratie si stavano deformando, il pavimento si piegava
> sotto i loro piedi. Lo squarcio profondo che la navetta Kazon aveva
> lasciato nella plancia si stava allargando a vista d'occhio, seguendo
> le linee della copertura, fino a mostrare lo spazio al di là del
> campo di forze. Tynan si rese conto che aria, pressione, gravità,
> tutte quelle cose che era abituato a dare per scontate e che per lui
> significavano vita o morte, si reggevano adesso solo con quel fragile
> campo di forze.
> Tynan si aggrappò alla consolle tattica, che miracolosamente era
> ancora attiva. Gli balzarono agli occhi i rapporti dalle sezioni:
> “Abbiamo espulso il nucleo! - urlò - “Integrità strutturale
> compromessa su tre ponti!”
> “Abbandonate la nave!” - gridò Suri.
> Una mano lo costrinse di forza a lasciare la presa sulla consolle,
> lo prese per le spalle, conducendolo via, verso il turboascensore:
> “Vieni via!” - capì che era la Jenkins che lo stava trascinando.
> Incespicò in un corpo, si riprese, rendendosi conto che era Thomas
> Pierce, ma non poteva fare più niente per lui. Il campo di forze
> era sul punto di saltare. C'era qualcuno vicino, riconobbe alle luci di
> emergenza Timeran Bhreel, l'afferrò a sua volta, in una catena che
> doveva arrivare al turboascensore prima che i campi di forze
> d'emergenza sigillassero la zona che stava cedendo.
> La Jenkins lo spinse dentro. Le porte del turboascensore si stavano
> chiudendo. Timeran era con loro, ma attraverso lo stretto spiraglio
> Tynan vide con orrore le sagome di quelli che non potevano arrivare
> in tempo.
>
>
> USS Baffin – Interno nebulosa – Plancia di comando - 30 marzo 2393 -
> Ore 15.36
>
>
>
> “Capitano! - Piotr Volkoff alzò la voce, senza curarsi di non
> apparire in ansia – Sto rilevando irregolarità nell'emissione
> energetica della Curie... Credo che abbiano appena espulso il
> nucleo!”
> “Come? - Le antenne di Enizia scattarono verso lo schermo – Apra un
> canale!”
> Volkoff scosse la testa:
> “Ci ho già provato. Nessuna risposta. O le comunicazioni non
> funzionano più o non sono più in grado di rispondere.”
> “Capitano, ho delle letture della Curie. Forti esplosioni su tutti i
> ponti. Temo che il comandante abbia ragione: hanno espulso il nucleo–
> intervenne Samak. Il volto della vulcaniana era impassibile come al
> solito, ma Volkoff avrebbe giurato di avere sentito un tremito nella sua
> voce.
> Enizia corse alla propria poltrona per premere il comunicatore:
> “Enizia a comandante Brown! Risponda, comandante!”
> =^= Qui Brown. =^=
> “Dobbiamo arrivare alla Curie, subito!”
> =^=Possiamo contare al massimo su mezzo impulso, capitano... E non a 
> lungo!=^=
> “Regga più che può, comandante”
> Si girò verso il timoniere:
> “Ha sentito? Mezzo impulso!”
> “Si, signore!”
> Volkoff tornò a chinare lo sguardo sui propri monitor. Il pulviscolo
> della nebulosa impediva di avere una chiara visuale della Curie, ma
> le letture dicevano che la nave federale stava perdendo integrità
> strutturale. Calcolò che ci sarebbero voluti almeno altri
> cinque/sette minuti prima di arrivare all'altra nave.
> * Troppi! * - pensò. Uno sguardo circolare gli disse che tutti, lì,
> sulla plancia avevano fatto lo stesso conto.
> “Fra quanto saremo a portata di teletrasporto?” - domandò il
> capitano.
> “Quattro minuti e... Ventotto secondi in questo momento” - rispose
> Samak.
> Tornò a premere sul comunicatore:
> “Enizia a Comandante Brown” - chiamò.
> =^= Capitano, giuro che sto facendo tutto il possibile! =^=
> “Ho bisogno di sapere se abbiamo energia per i teletrasporti
> d'emergenza. ”
> =^= Posso deviare parte dell'energia del mantenimento alla sala
> teletrasporto, ma non possiamo fare più di una dozzina di
> teletrasporti contemporanei =^=
> “Sprema tutto quello che può dai motori, comandante! Enizia,
> chiudo!”
> Tre minuti.
> Samak spezzò il silenzio.
> “Credo di riuscire ad avere una visuale della Curie sui sensori” -
> disse.
> “Sullo schermo” - ordino' il capitano.
> La Curie era sospesa come in una sorta di nebbia. In alcuni punti,
> il pulviscolo era più fitto e sembrava avvolgere la nave in un
> batuffolo stranamente colorato.
> Due minuti.
> La nave scomparve, riapparve, scomparve di nuovo. Il pulviscolo
> vicino alle gondole aveva assunto una colorazione rossastra,
> riflettente. Mentre fissava lo schermo, Volkoff si rese conto che le
> gondole stavano cedendo plasma.
> “Pochi secondi... - mormorò Volkoff – Pochi secondi ancora!”
> Ora si vedeva più chiaramente. La sezione a disco era stata
> trapassata più volte e attraverso le ferite perdeva gas, materiale,
> forse anche uomini. Piotr provò una stretta al cuore, ma non aveva
> tempo di pensarci, in quel momento. Controllò i circuiti dei
> teletrasporti, cancellando con un gesto un paio di subroutine che
> avrebbero rallentato l'arrivo dell'equipaggio dall'altra nave.
> “Siamo a portata di trasporto, capitano!”
> “Capitano a sala teletrasporto: agganciate quante più persone
> possibile!”
> =^= Si, signore =^=
> Volkoff si rese conto di stare trattenendo il respiro. Lasciò andare
> l'aria, si riempì di nuovo i polmoni, prima che arrivasse una
> segnalazione dalla sala teletrasporto:
> “Abbiamo a bordo i primi membri dell'equipaggio, signore!” - disse
> Volkoff.
> “Dica alla sezione di continuare a trasportare l'equipaggio a getto
> continuo”
> “Già fatto, signore”
> Sullo schermo, una delle gondole si staccò dalla nave, subito
> seguita dall'altra. Le luci di emergenza si spensero, facendo
> piombare il relitto nell'oscurità. Senza più energia, la Curie era
> condannata, non c'era altro modo per definirla. Si sarebbe aspettato
> che la nave esplodesse in una vampa di fuoco. No: niente di tutto
> questo. Era come se la Curie si stesse disgregando, smontandosi pezzo
> a pezzo per riunirsi alla nebulosa di cui ormai avrebbe fatto parte,
> lei ed i corpi immobili delle persone che in lei avevano trovato la
> morte.
> Sul suo monitor, il numero relativo ai segni vitali provenienti dal
> relitto brillarono ancora per un secondo, poi si spensero. Non c'era
> più nessuno di vivo, laggiù.
>
> -----------------------------------
> [FINE TRASMISSIONE]
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> Ciao! :-D
> Elena
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> Capitano Suri
> USS Curie
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Tenente Comandante Timeran Bhreel
CNS USS Curie
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