[Stml9] [3.07 - Timeran - Polvere negli occhi]

Maddalena maddy.mi a hotmail.it
Sab 14 Giu 2014 13:02:42 CEST


Ho corso un po' per finirlo in tempo, ma spero vi piaccia.

Una piccola premessa. Leggendo il brano vedrete che ho fatto una cosa 
che non si dovrebbe fare. Non vi svelo subito come si dovrebbe 
aggiustare per non anticiparvi il finale del brano, che spero sia 
abbastanza chiaro. Se però non dovesse piacervi, quando torno dalle 
vacanze settimana prossima (via potrò leggere la posta dal cellulare, ma 
non mettermi a lavorare) lo sistemo e correggo come preferite.

Maddy

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*[3.07 - Timeran - Polvere negli occhi]*

*USS Baffin - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - 
Ore 15.32*

**

"E questo cos'era?"

Enizia si era retta allo schienale della poltroncina di Sorin per non 
cadere durante lo scossone. Negli ultimi quindici minuti si erano fatti 
più violenti e la mancanza di spiegazioni certe le piaceva anche meno di 
essere intrappolata con tutto l'equipaggio dentro quella specie di 
nuvola a curvatura.

"Sto rilevando un'intensificazione nell'emissione di radiazione dal gas 
ionizzato che circonda il nucleo di curvatura. E' possibile che si 
tratti di un riassestamento dell'equilibrio interno. La distanza tra le 
due sfere ha iniziato ad oscillare sinusoidalmente con una frequenza di 
42, 354 MH..."

Enizia alzò una mano, interrmpendo la spiegazione del vulcaniano, che 
minacciava di essere prolissa più di quanto lei fosse disposta ad 
ascoltare in quel momento.

"Sa dirmi da cosa è causato?"

"No, è impossibile con i dati in nostro possesso. Forse un'analisi del 
fenomeno dall'esterno potrebbe darci qualche dato in più. Ma dalla 
nostra posizione, con i dati attuali, non posso dire con certezza cosa 
stia accadendo."

"Capisco, quindi..."

Il trillo dell'interfono la interruppe.

=^= Brown a Enizia.=^=

=^= Qui Enizia, Comandante. =^=

=^= Capitano qualunque cosa stiate facendo è meglio che la interrompiate 
subito, prima che i miei motori esplodano! =^=

Enizia si voltò a guardare Sorin, questa volta senza poter nascondere la 
sorpresa. In risposta ebbe soltanto, com'è ovvio, un sopracciglio 
vulcaniano inarcato. Sospirò. Era tutto quello che poteva pretendere.

=^= Comandante, noi non stiamo facendo nulla qui. Ma immagino che 
qualcosa stia succedendo lì da lei... =^=

=^= Lo può dire forte, Capitano. La produzione energetica del nucleo ha 
iniziato a crescere all'improvviso. Abbiamo un'efficienza del 115% 
attualmente. E le assicuro che non sono stato io. E se voi non state 
tentando di creare una bolla a curvatura qui dentro, significa che basta 
la sola vicinanza a quell'affare là fuori per far entrare in 
iperattività il mio nucleo. Dobbiamo andarcene. E alla svelta. =^=

Il problema era che un modo per andarsene sembrava non esistere.

*USS Curie - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - 
Contemporaneamente*

I detriti avevano investito la Curie come uno sciame di asteroidi. Gli 
scudi avevano retto, ma solamente all'inizio. Una parte della sezione 
posteriore di una delle navi Kazon più piccole, spinta a velocità 
innaturalmente alta dalla reazione esplosiva del bordo esterno della 
nebulosa, aveva letteralmente abbattuto il deflettore di prua come un 
sasso rompe il vetro di una finestra. Mentre la Curie e le restanti navi 
Kazon venivano inghiottite dalla nebulosa, senza controllo e 
completamente alla mercé del gas, quello che rimaneva del piccolo 
vascello alieno aveva aperto un bello squarcio grande nella sezione a 
disco.La plancia, o quel che ne rimaneva, stava ricevendo segnalazioni 
di danni e feriti da tutta la nave. O almeno dalle sezioni che avevano 
ancora i mezzi per comunicare o qualcuno in grado di farlo.

Non che loro stessi non avessero un bel da fare.

Tynam si stava rialzando da terra in tutta fretta, alla ricerca di 
risposte che avrebbero dovuto arrivargli dalla consolle sfarfallante. 
Verificò con gratitudine di non aver più di qualche livido e soprattutto 
di avere ancora una consolle.

Suri esibiva un bel taglio sanguinante che stava tamponando con la 
manica dell'uniforme, mentre ordinava a tutte le postazioni di fare 
rapporto. Le condizioni discutibili in cui si trovava erano il meglio in 
cui potesse sperare.

Timeran era china sulla Hwang, distesa a terra ai piedi della sua 
consolle. Con la sinistra si tolse i capelli dal viso e tossì nel fumo 
denso. Posò due dita sulla gola della ragazza.

"Capitano..." scosse la testa, prima di rialzarsi. La consolle di 
navigazione era un bel mucchio di rottami anneriti.

"Capitano... i sensori non mi danno letture chiare... ma siamo dentro la 
nebulosa."

"Come è successo?"

Tynam scosse la testa, senza togliere dita e occhi dai pochi dati che 
lampeggiavano davanti a lui.

"Potrebbe essere stato lo stesso fenomeno che ha colpito la Baffin... o 
forse sono stati i Kazon... è possibile che abbiano destabilizzato 
qualche cosa tentando di aprirsi un varco."

"Sarebbe interessante capire perché volevano entrare qui dentro..."

Timeran aveva tutta l'aria di una che è appena sopravvissuta ad un 
naufragio e più o meno la stessa propensione alla gioia.

"Ma non so quanto saranno inclini a dircelo..." proseguì.

"Con ogni probabilità molto poco. Signor Pierce, lei..."

"Capitano..."

La voce di Lorelai Jenkins interruppe Suri dal retro della plancia. Era 
poco più di un sussurro, ma tutti si voltarono nella sua direzione.

"Capitano, il comandante Pierce è morto."

*USS Baffin - Interno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - 
Ore 15.43*

"E' sicuro che siano loro?"

Enizia aveva preso posto ormai stabilmente accanto alla poltroncina di 
Sorin. Non tutto quello che scorreva sul suo display aveva un senso per 
lei e i vulcaniani non si lasciano influenzare quanto le altre razze da 
un capitano nervoso appollaiato sulla propria spalla. Per cui la sua 
presenza in quel metro quadro di plancia non aveva una vera utilità pratica.

Ma Enizia non era il tipo da poltrona. Aveva avuto ufficiali in comando 
che non lasciavano il proprio posto per alcuna ragione al mondo, ma lei 
non ne era mai stata in grado. O forse non ne era mai stata legata.

Sorin non si mosse tranne che per le dita, che volavano sul piano della 
consolle.

"La traccia energetica è sicuramente federale. Ritengo improbabile che 
un'altra nave della Flotta Stellare sia giunta qui a nostra insaputa. 
Per cui, sì, è altamente probabile che si tratti della Curie, Capitano."

"Se sono loro, sono danneggiati. Pesantemente danneggiati, a giudicare 
dai dati."

Piotr sembrava preoccupato. Se per la loro situazione o per quella della 
Curie non si poteva dire. Ma l'espressione sul volto del russo dava una 
chiarissima idea, secondo molti dei presenti in plancia, di quanto fosse 
drammatica la situazione.

"E non sono soli. Sto rilevando alcune tracce Kazon nelle immediate 
vicinanze della Curie. Sembrano in brutte condizioni anche loro. Non 
dovrebbero essere una minaccia."

"Suggerirei comunque di raggiungere la Curie, Capitano."

Al contrario di Piotr, l'espressione di Samak esprimeva la stessa 
preoccupazione di una paratia sul punto di essere divelta dalla propria 
posizione. Dovendo scommettere in una gara di espressività, Piotr 
avrebbe comunque puntato sulla paratia.

"Siamo a portata di comunicazione?"

Enizia lasciò per la prima volta in un'ora la spalla di Sorin e si 
rivolse all'ufficiale addetto. Le comunicazioni erano disturbate 
all'interno della nebulosa, ma, sì, probabilmente sarebbero riusciti a 
chiamare la Curie.

La donna fece due passi avanti, verso lo schermo principale.

L'immagine multicolore della nebulosa e quella sfavillante delle due 
sfere gemelle da cui avevano dovuto allontanarsi prima che le emissioni 
mandassero in risonanza i loro motori - provocando, tra l'altro, un 
sicuro attacco apoplettico a Brown - svanirono. Al loro posto per un 
istante solo interferenza statica. Poi il viso di Suri, impassibile ma 
ferita alla tempia, scompigliata. Alle sue spalle una plancia semibuia, 
fumo, consolle esplose, scintille.

=^= Capitano... =^= la sua voce suonava roca, per le interferenze e il 
fumo =^= se la situazione non fosse così grave, le direi che sono lieta 
di vedere che lei e la sua nave non avete subito danni. =^=

Enizia nascose l'espressione che minacciava di comparirle in volto, gli 
occhi puntati allo schermo a esaminare la scena, le antenne protese in 
avanti.

=^= Vi raggiungeremo tra pochi minuti e forniremo l'assistenza 
necessaria... siete sotto attacco?=^=

=^= No, quel poco che i nostri sensori possono ancora rilevare hanno 
evidenziato la presenza di navi Kazon. Ma sembrano danneggiate almeno 
quanto noi e non rispondono alle chiamate =^=

=^= Capisco. Non muovetevi, arriviamo subito. =^=

=^= Anche volendo, non credo che potremmo andare in nessun luogo. =^=

La comunicazione si chiuse.

*USS Curie - Esterno nebulosa - Plancia di comando - 30 marzo 2393 - Ore 
15.32*

I detriti avevano investito la Curie come uno sciame di asteroidi. Gli 
scudi avevano retto, ma alcuni dei frammenti più grandi, impattando 
contro i deflettori, avevano causato un sovraccarico delle rete EPS. La 
plancia stava ricevendo segnalazioni di danni e feriti da tutta la nave.

Non che loro stessi non avessero un bel da fare.

Hwang e Tynam si stavano rialzando da terra in tutta fretta, ognuno alla 
ricerca di risposte che avrebbero dovuto arrivare loro dalle consolle 
sfarfallanti.

Suri aveva aiutato Timeran a rimettersi in piedi dopo averavuto un 
incontro ravvicinato con lo spigolo del gradino che separa la zona 
centrale della plancia da quella posteriore. Il consigliere esibiva un 
bel taglio sanguinante che stava tamponando con la manica dell'uniforme, 
mentre il capitano richiedeva con stoica calma vulcaniana un rapporto 
sulla situazione.

Era stato Pierce il primo ad ipotizzare che ciò che li aveva colpiti 
fosse stato quel che restava delle navi Kazon che avevano tentato di 
aprirsi un varco. La loro idea, dopotutto, non era sembrata molto 
promettente fin dall'inizio.Considerando che la nebulosa, di qualunque 
cosa si trattasse in realtà, aveva arrostito parecchie delle navi 
inviate durante il primo sopraluogo, non sembrava cercare di entrarci la 
cosa più ragionevole da fare. Semmai la più stupida.

"A meno che lì dentro non ci sia qualcosa..."

Pierce era tornato a sedersi accanto a Suri, mentre i rapporti 
sembravano confermare la sua idea e le segnalazioni danni e feriti 
venivano elaborate. La situazione, grazie a tutti gli dei di Vulcano, 
non era grave. Il capitano aveva spedito Timeran in infermeria, 
accompagnata da un marinaio della sicurezza che dall'espressione persa 
sembrava quasi essere lì per caso.

"Per ora lì dentro, per quanto ci riguarda direttamente, c'è soltanto la 
Baffin, Signor Pierce. A meno che non sia stata distrutta, naturalmente."

Si trattava di un'ipotesi che avevano dovuto prendere in considerazione 
sin dall'inizio. Tuttavia, sentirla pronunciare ad alta voce dal 
capitano, dopo aver assistito alla distruzione di una manciata di navi 
Kazon, la rendeva dannatamente più reale.

"Non è stato rilevato alcun detrito della Baffin."

"No e sembra improbabile che, nell'ipotesi di un'esplosione, non sia 
rimasto assolutamente nulla da raccogliere. Almeno a giudicare dal 
destino della flotta Kazon. Le altre navi sono ancora in posizione?"

Jenkins annuì dalla sua postazione.

"Sono sempre lì, ferme. E non danno segno di averci rilevato."

"Bene. Rapporto sulla nebulosa, Signor Tynam?"

"Sembra tornata stabile, Capitano. Almeno stando ai valori iniziale che 
abbiamo rilevato quando siamo arrivati qui."

Lo scienziato Trill sembrava perplesso più che preoccupato. Il fenomeno 
era decisamente al di fuori della sua esperienza. Presumibilmente 
dell'esperienza di chiunque. Non si comportava come una nebulosa, non 
aveva le caratteristiche di una nebulosa. In definitiva assomigliava 
soltanto ad una nebulosa. E ora che la osservava da vicino, neppure troppo.

Ma qualunque altra descrizione, qualunque tentativo di incasellare il 
fenomeno, di interpretarlo sembrava inutile. Poteva essere la più grande 
scoperta scientifica del secolo.

O la causa della loro distrizione.

Insomma, una delle due.


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