[Stml9] 4.12 - Suri- Genocidio ultimo atto

Tenente Samak ten.samak a gmail.com
Mar 25 Ago 2015 09:09:48 CEST


Si, forse sulla decisione del titolo di missione ci siamo impantanati...
Il 25/ago/2015 09:08 AM, "Luigi Fantin" <alan.brown.pytheas a gmail.com> ha
scritto:

> ricevuta.
>
> ma ci era già arrivata. Mi sa che Elena l'aveva mandata ai nostri
> indirizzi specifici.
>
> GG
>
> Il giorno 3 agosto 2015 00:39, Adm. Demetrios Kaloethes <
> kaloethes a gmail.com> ha scritto:
>
>> Ci sono dei problemi con la ML: sebbene nell'archivio (
>> http://gioco.net/pipermail/stml9/2015-August/date.html ) siano presenti
>> tre email inviate il 1° Agosto, in lista non è arrivato nulla...
>> Intanto vi giro questa ...
>>
>> Potete confermare di averla ricevuta?
>>
>> Grazie
>>
>> Michele
>> [Stml9] [4.12 - Suri- Genocidio ultimo atto]*Elena Fuccelli* mf9115 a
>> mclink.it
>> <stml9%40gioco.net?Subject=Re%3A%20%5BStml9%5D%20%20%5B4.12%20-%20Suri-%20Genocidio%20ultimo%20atto%5D&In-Reply-To=%3Cweb-11355478%40mailbackend6.mclink.it%3E>
>> *Sab 1 Ago 2015 14:31:13 CEST*
>> ------------------------------
>>
>> Mi dispiace per il ritardo. Il pezzo è piuttosto lungo... *__*
>>
>>
>> ------------------------------
>> INIZIO TRASMISSIONE
>> ------------------------------
>>
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag – Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 16,20
>>
>>
>> “Siamo perduti!”
>> Il Professore si girò verso il collega. L'aracnide era entrato di
>> schianto, senza bussare alle porte del laboratorio. Lo scienziato non
>> ebbe bisogno di guardarlo dritto negli occhi per capire che era
>> sconvolto:
>> “Perduti? Che stai dicendo?”
>> Il collega scosse la testa, ansimando.
>> “Ti prego... Non c'è tempo, dobbiamo scappare! Saranno qui al massimo
>> tra qualche...”
>> Non ebbe il tempo di terminare la frase. Le porte del laboratorio
>> esplosero rovinando a terra, invase da decine di agenti della
>> sicurezza con le armi spianate, le luci dei puntatori rosse incrociate
>> sui due scienziati. Il collega venne spintonato, rovesciato, costretto
>> con le zampe tremanti in aria. Il Professore si girò, vedendo da ogni
>> parte le bocche da fuoco delle armi.
>> “Non potete! - gridò – Questo è un laboratorio universitario! Noi
>> godiamo dell'immunità costituzionale!”
>> Gli agenti all'ingresso si scostarono, facendo passare un ragno
>> dall'aspetto più scuro, quasi viola. Il Professore si sentì
>> agghiacciare. Non lo aveva mai visto, ma aveva sentito parlare di lui.
>> Parole appena sussurrate, voci, chiacchiere fatte durante le occasioni
>> mondane, dopo che qualcuno aveva bevuto troppo. Ma nessuno avrebbe mai
>> osato invadere il suo laboratorio, a meno che... A meno che... Non
>> fosse... La mascella gli si irrigidì fino a fargli male.
>> Il ragno si avvicinò, lentamente. Passando, una delle sue zampe
>> accarezzò di punta l'opistosoma scoperto del collega, nel punto più
>> sensibile, quasi godendo della espressione di dolore che l'altro non
>> riuscì a trattenere.
>> “Immunità... Costituzionale?” - si ripeté le parole, come se non le
>> avesse mai sentite prima. Il Professore avrebbe giurato di vedere una
>> espressione sorniona nel fondo degli occhi dell'altro.
>> “Ma certo. Questa invasione è del tutto illegale!” - ribatté.
>> “Lo sarebbe... Se lei non avesse ospitato qui degli alieni!- lo accusò
>> l'altro – O spera di riuscire a negarlo? L'Alto Consiglio ha tolto
>> l'immunità alla sua casa, a questo laboratorio e a tutte le sue
>> pertinenze, in vista di una indagine volta a scoprire eventuali
>> intelligenze con il nemico alieno!”
>> “Non tutti gli alieni sono nostri nemici!” - protestò il Professore.
>> “Il nostro popolo non si è rifugiato nelle caverne del pianeta per
>> sport. Lei per primo dovrebbe conoscere la storia, Professore!”
>> “Questi alieni non sono come i Borg! - si difese – Sono anzi loro
>> nemici!”
>> “E chi lo dice? Loro? - lo irrise l'altro – Anche se fosse, questo non
>> ha più importanza. E' stata fatta una perquisizione a casa sua. Le sue
>> conversazioni con questo qui... – indicò con una zampa il collega a
>> terra – ...Sono state intercettate. Sappiamo tutto, Professore!”
>> Il Professore chinò lo sguardo a terra, pensando febbrilmente. Aveva
>> potuto contare per anni sulla propria immunità, al punto da
>> considerarla una parte di sé. Era traumatico vedersela strappare via
>> sotto gli occhi.
>> “Si, Professore: tutto. Tutto dei suo piccolo esperimento. Sappiamo
>> che cosa avete cercato di fare!” - l'espressione del ragno si contorse
>> in una smorfia - “Una nuova razza...! - sibilò – I nostri discendenti
>> tramutati in... mostruosità allucinanti, e per cosa? Mi risponda,
>> Professore: per cosa? Solo per dimostrare di essere più bravo, più
>> forte, più intelligente degli altri? O che altro?”
>> Il collega a terra cercò di sollevarsi:
>> “No, non è così!”
>> “Silenzio! - ordinò l'aracnide scuro – Con lei tratterò più tardi!”
>> Il Professore respirò a fondo, approfittando della pausa per cercare
>> di recuperare il controllo. Sapeva di non avere alcuna possibilità.
>> Aveva sentito troppe voci sull'abilità dell'aracnide che aveva di
>> fronte di strappare una confessione alle persone che cadevano in
>> disgrazia di fronte all'opinione pubblica. Aveva sentito quelle voci
>> con il distacco di chi si sente sicuro, al riparo della propria vita
>> di privilegi. Aveva sempre avuto la deferenza degli altri.  Non
>> sarebbe mai riuscito a resistere.
>> “Io – inghiottì. Era venuto come un lamento, non come l'orgogliosa
>> rivendicazione che avrebbe voluto – Io volevo ritrovare il cielo”
>> L'aracnide spalancò gli occhi:
>> “Cosa?”
>> “Sa benissimo di che cosa parlo! - sbottò - Tutti noi siamo nati sulla
>> superficie. Poi diventiamo adulti, ci portano in questo mondo... e non
>> ne usciamo più. Letterati, grandi scrittori e scribacchini da due
>> soldi di ogni epoca hanno riempito pagine e pagine di nostalgia per il
>> cielo. Io volevo che la nostra razza potesse di nuovo sollevare lo
>> sguardo a guardare le stelle, guardarle! Anziché struggersi nel
>> ricordo e limitarsi a questa assurda, sordida sopravvivenza in tumuli
>> di caverne sovraffollate, soffocanti... Prive di sogni e di
>> grandezza.”
>> Terminò in un sussurro. Per un lungo istante, nel laboratorio si udì
>> solo il respiro dei presenti ed i gemiti soffocati del suo collega a
>> terra.
>> “Che verme presuntuoso!” l'aracnide scuro alzò una delle sue zampe a
>> toccare il Professore sotto la gola – Chi ti credi di essere per
>> criticare il nostro modo di vita? Il modo di vita che abbiamo
>> ereditato dai nostri antenati?” Lo lasciò, scuotendo la zampa come a
>> liberarsi dal disgusto di quel contatto - “E per far si che la nostra
>> gente possa rivedere il cielo, tu costruisci una nuova razza?”
>> Non gli sfuggì il passaggio al tu.
>> “Sono i nostri discendenti, solo di poco differenti da quello che
>> siamo stati noi alla loro età. O lo sarebbero se fosse loro permesso
>> di vivere. Perché saranno distrutti, vero?”
>> L'aracnide assentì:
>> “E' ovvio. Come lo sarai anche tu. Dopo un giusto processo,
>> naturalmente.”
>> Il Professore chinò il capo:
>> “Si, avevo capito che stavate registrando la mia confessione. Ma ho
>> preferito confessare subito, davanti a tutti, piuttosto che... Dopo.”
>> L'aracnide parve soddisfatto, ma non fece altri commenti. Si limitò ad
>> accennare agli agenti che circondavano il prigioniero di portarlo via.
>> Il Professore avvertì il peso dei loro arti che lo spingevano verso la
>> porta. Incespicando sui cardini saltati, riuscì a girarsi abbastanza
>> per guardare un'ultima volta il laboratorio che era stato la sua vita.
>>
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 16,20
>>
>>
>> La testa gli faceva male. E sembrava che il dolore aumentasse sempre
>> di più, a mano a mano che ci si avvicinava all'appuntamento con i
>> ragni. Cercò di ignorarlo concentrandosi su quello che lo circondava.
>> La radura di fronte alla grotta era molto diversa da come l'aveva
>> vista la prima volta che era sceso su quel pianeta. Le tracce del
>> passaggio della gente delle loro navi erano sparsi ovunque, lasciando
>> una penosa immagine di desolazione dove, fino a qualche giorno prima,
>> il panorama era stato idilliaco. Pezzi di abiti e avanzi di cibo erano
>> sparsi ovunque. Un giovane albero abbattuto mostrava penosamente le
>> radici. Le sue foglie erano state strappate e giacevano in mezzo alla
>> fanghiglia.
>> Volkoff, appena arrivato a terra si era messo sulla difensiva, con le
>> mani nervose sul calcio del fucile faser. La sua mente stava scandendo
>> ogni anfratto del terreno, ma Tynan capì che in realtà il capo
>> sicurezza della Baffin non si aspettava un agguato.
>> Tynan avvertì dietro di sé il baluginio del teletrasporto e si girò in
>> tempo per vedere comparire il secondo gruppo di sbarco, con il
>> capitano Suri ed il consigliere Bhreel. Il capitano Enizia sarebbe
>> rimasta a bordo della Baffin, pronta ad intervenire.
>> “Sono qui, capitano - disse – Riesco a percepire la frequenza dei loro
>> pensieri”
>> “Qualcosa di specifico? - domandò Volkoff –  Così, tanto per
>> sapere...”
>> Tynan scosse la testa:
>> “Non riesco ad isolare un pensiero specifico... Forse perché in questo
>> momento agiscono come entità separate e non come un Borg. Comunque,
>> non avverto nulla di aggressivo”
>> “...E poi, in ogni caso, stanno arrivando” - disse Timeran Bhreel,
>> facendo un involontario balzo indietro. Gli ufficiali seguirono il suo
>> sguardo verso il centro della radura, dove stavano convergendo
>> centinaia di piccoli ragni. Attraverso le menti degli altri, Tynan
>> riusciva a vedere contemporaneamente sette diverse prospettive della
>> stessa scena. I ragni che, ordinatamente, in colonna, superavano lo
>> sbarramento  dei loro corpi per convergere nel punto dove si stava
>> formando una nuova figura umanoide.
>> “Non è come l'altra...” - udì Timeran sussurrare. La mente della
>> ragazza era inorridita, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalle
>> mani che i ragni stavano formando in quel momento. Erano mani quasi
>> perfette, comprese di venature, articolazioni, unghie.
>> “Stanno imparando. La loro prima figura umanoide era molto più rozza”
>> - notò Volkoff.
>> “E' evidente che vogliono metterci a nostro agio...” - disse Suri,
>> avanzando verso la sagoma ormai quasi completata.
>> “...E che hanno deciso di prendere il comandante Tynan come modello di
>> umanoide” - disse Volkoff – Stanno imitando perfino le macchie dei
>> trill!”
>> I ragni che stavano concentrandosi sulla fronte avevano delle
>> alterazioni cromatiche che avrebbero potuto essere una buona
>> interpretazione delle macchie dei trill. Il volto si stava
>> approfondendo, con la formazione di occhi, naso, bocca. Non sarebbe
>> mai passato per un autentico trill né per un autentico umanoide, ma
>> l'imitazione era abbastanza buona da essere disturbante.
>> “Avresti preferito essere tu, il modello?” - gli chiese Tynan. La
>> testa continuava a fargli male. Senza volere, si ritrovò a pensare ai
>> congegni che gli avevano procurato la telepatia... E che avrebbero
>> causato un genocidio sulla superficie. Molti di quei ragni con i quali
>> avrebbero parlato oggi, non sarebbero sopravvissuti al trattamento.
>> Anche studiando le specifiche dei congegni che il Professore gli aveva
>> procurato, non era stato in grado di trovare un sistema per riportare
>> alla normalità i membri dell'equipaggio colpiti. Neanche sé stesso.
>> “Certo che no! - esclamò il russo – E' un onore che ti lascio
>> volentieri!”
>> Anche la telepatia era un onore che lasciava volentieri a lui, gli
>> trasmise con il pensiero. Tynan annuì, facendo cenno di aver sentito.
>> La figura si avvicinò, camminando rigidamente, ed alzò una mano nel
>> saluto vulcaniano. Suri inarcò un sopracciglio, quindi rispose al
>> saluto:
>> “Pace e lunga vita – disse il capitano – Ci avete chiamato e siamo
>> venuti”
>> Le labbra della figura non si mossero.
>> “Stanno rispondendo, capitano – intervenne l'ufficiale scientifico -
>> Avverto le loro parole nella mia mente”
>> “Bene – disse il capitano – Comandante, dovrà fare da interfaccia”
>> “Ne ero sicuro” - Tynan chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi.
>> Maledetti congegni, pensò.  Maledetti. Non poteva fare a meno di
>> pensare con rabbia all'aracnide che si era presentato come il
>> Professore. Quando aveva rilevato i congegni per la prima volta, aveva
>> notato che erano nuovi: installati da non più di un paio di mesi. Il
>> Professore invece aveva parlato di una pratica che risaliva a
>> generazioni e generazioni prima... Aveva mentito, ne era sicuro.
>> Avvertì di nuovo la voce dell'essere fatto di ragni:
>> *Chiediamo il vostro aiuto... Vogliamo lottare contro i Fulvi* Ma come
>> diavolo riuscivano a sopportarlo i betazoidi?
>> “Chiediamo il vostro aiuto - ripeté Tynan a voce alta – Vogliamo
>> lottare contro i Fulvi”
>> “La nostra Prima Direttiva ci vieta di interferire.” - rispose il
>> capitano.
>> “Ma siete venuti sul nostro pianeta. Non è anche questa interferenza?”
>> -
>> “Purtroppo all'inizio non ci eravamo accorti che questo pianeta fosse
>> abitato. Altrimenti non saremmo mai scesi. Poi il nostro equipaggio si
>> è... ammalato”
>> “Sappiamo dei congegni – disse la creatura nella testa di Tynan – Noi
>> li abbiamo mostrati alla vostra gente. I vostri si sono ammalati per i
>> congegni dei Fulvi. Non dovete aiutare i Fulvi. Loro hanno causato
>> dolore alla nostra gente e alla vostra”
>> “Noi non aiuteremo i Fulvi – disse la vulcaniana – Come ho già detto,
>> la nostra Prima Direttiva ci impedisce di interferire, sia a favore
>> vostro che a favore dei Fulvi”
>> “Così, ve ne andrete?”
>> “Mi dispiace - disse il capitano – Abbiamo interferito anche troppo
>> con lo sviluppo di questo pianeta, e non sarebbe dovuto mai avvenire”
>> “Voi non tornerete qui? Non aiuterete i Fulvi?”
>> “Noi non torneremo più. E non aiuteremo i Fulvi” - stabilì il
>> capitano.
>> “Allora, non abbiamo più niente da apprendere da voi. Addio, alieni”
>> “Addio”
>> La testa di Tynan si liberò all'improvviso, come se un interruttore
>> fosse stato spento in quel momento preciso. La creatura di ragni si
>> disfece, rapidamente come era stata costruita. L'incontro era
>> terminato.
>>
>>
>> USS. Baffin
>> Studio del Capitano Enizia
>>   - Gennaio 2345 - ore 17:27
>>
>>
>>
>> “Ho una buona notizia. Anche una cattiva, in ossequio alla tradizione,
>> ma la buona notizia è troppo buona per chiederle di scegliere quale
>> vuole sentire per prima” - fece il dottor Maurian, entrando nello
>> studio del capitano Enizia. La donna alzò lo sguardo:
>> “Spero davvero che sia buona. Lei mi ha interrotto in una
>> conversazione con il capitano Suri”
>> Non gli accennò di sedersi, ma il dottor Maurian non fece complimenti
>> e si mise a sedere nella poltrona davanti alla scrivania. L'uomo aveva
>> in faccia il suo miglior sorriso:
>> “Ho registrato significativi miglioramenti in tutte le persone
>> colpite”
>> Enizia abbassò lo sguardo sul proprio terminale:
>> “Capitano Suri, ha sentito?”
>> =^= Molto soddisfacente, capitano – disse Suri – Posso chiedere al
>> dottor Maurian che cosa intende con significativi miglioramenti? =^=
>> “Tutti i pazienti si sono risvegliati dalla regressione. Tutti hanno
>> ricordato il loro nome. Quasi tutti hanno identificato correttamente
>> il luogo dove si trovavano e i propri ruoli a bordo delle rispettive
>> navi.”
>> Enizia appoggiò la schiena alla poltrona:
>> “E' una ottima notizia, dottore”
>> =^=Sono d'accordo - disse la vulcaniana  Quale terapia sta usando nei
>> pazienti?=^=
>> “Mi piacerebbe dire che è stata una mia idea, ma non è così. E' stato
>> uno dei miei aiuti, la dottoressa Chen, ad avere l'idea di modificare
>> gli stimolatori corticali in modo da andare ad incidere non nelle
>> parti danneggiate, ma in quelle sane del cervelletto. Le cellule
>> stellate non danneggiate hanno iniziato a riprodursi, fino quasi a
>> coprire le zone che invece erano state colpite dalle onde telepatiche
>> di quei congegni”
>> “Immagino che allora la cattiva notizia stia in quel “quasi”...”
>> Maurian fece una smorfia:
>> “Infatti. Tutti i pazienti, anche quelli che hanno reagito meglio alla
>> terapia, hanno delle amnesie piuttosto rilevanti.”
>> “Anche la dottoressa Fuentes ed il comandante Pierce?”
>> Il medico annuì:
>> “Si. Sono tra quelli nelle condizioni migliori, ma non sono in grado
>> di ricordare molte cose del loro passato.”
>> “Sanno di essere fidanzati ed in procinto di sposarsi?”
>> “Questo si... - sogghignò – C'è stato un momento imbarazzante, giù in
>> infermeria. La dottoressa Fuentes ha chiesto del marito ed una delle
>> infermiere equivocando le ha parlato di Pierce... Ma la Fuentes
>> intendeva l'ex marito. Non ricordava affatto di avere un fidanzato!” -
>> =^= Le loro amnesie saranno permanenti?” =^= domandò Suri dallo
>> schermo.
>> “Non posso dirlo con certezza – confessò Maurian scuotendo la testa –
>>  Continuerò con la terapia di stimolazione corticale. Sfortunatamente,
>> nessuno di loro ha un backup di memorie personali come ce l'hanno i
>> trill congiunti, ma devo dire di essere abbastanza ottimista...”
>> Alle sue spalle si aprì di botto la porta. Maurian si girò, in tempo
>> per vedere la dottoressa Chen entrare, ansante come se avesse appena
>> fatto una corsa:
>> “Capitano...  Dottore... Sono spariti!”
>> Enizia si alzò, con le antenne tese:
>> “Come? Chi è sparito?”
>> “Il comandante Pierce e la dottoressa Fuentes. Si sono trasportati a
>> terra!”
>> “Come hanno fatto?”
>> “Non lo so, signore... - singhiozzò la piccola cinese - Un momento
>> prima, erano ancora in infermeria, che parlavano di quello che
>> ricordavano e di quello che non riuscivano a ricordare... Un attimo
>> dopo, erano spariti. Li ho cercati con i sensori interni, e sono
>> riuscita a trovarli... In sala teletrasporto due. Sono corsa lì, ma
>> non sono riuscita a fermarli”
>> =^= Non sono soli! =^=
>> L'andoriana si girò verso il monitor, da dove il capitano Suri aveva
>> appena parlato:
>> “Che vuol dire?”
>> =^= Ho fatto una verifica sull'equipaggio della mia nave. Anche il
>> comandante Tynan è scomparso. E' tornato sul pianeta! =^=
>> “Allora, dovremo raggiungerli!” - esclamò l'andoriana.
>> Enizia premette il pulsante del comunicatore:
>> “Enizia a Volkoff - chiamò -  In sala teletrasporto due, fra tre
>> minuti, comandante. Torniamo sul pianeta!”
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>> Pianeta Sa'ag – Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 17:27
>>
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>> “Immagino che adesso tocchi a me”
>> Stava tremando e non si curava di nasconderlo. L'attesa di sapere la
>> sua sorte era diventata sfibrante. Gli agenti stavano ancora
>> perquisendo il laboratorio, sotto la sorveglianza dell'aracnide scuro.
>> Non aveva detto il suo nome e non poteva osare chiedere chi fosse...
>> Anche perché purtroppo riusciva ad immaginare, se non chi fosse,
>> almeno cosa fosse.
>> Fino a quel momento, in apparenza l'avevano ignorato: un piccolo
>> stupido associato di nessun valore. Al principio la loro indifferenza
>> non gli era dispiaciuta, ma dopo un po' l'attesa aveva cominciato ad
>> incidergli i nervi, e adesso non ne poteva più.
>> Il suo Professore che era stato il suo dio in cattedra fin da
>> studente... era stato portato in prigione. Difficilmente l'avrebbe
>> rivisto vivo... Salvo che al suo processo. Forse.
>>   “Può darsi. O può darsi di no” - L'aracnide scuro si girò verso di
>> lui - “in fondo, la sua posizione è meno esposta di quella del
>> Professore. Nel suo caso, è un vantaggio”
>> Gli venne da ridere:
>> “Cosa? Cosa sta cercando di farmi credere? Che me la caverò?”
>> “Dipende”
>> “Da cosa”
>> “Da lei. Dalla sua disponibilità a collaborare”
>> “Collaborare? Volete che testimoni al processo contro il Professore? -
>> domandò, incredulo. Uno degli agenti di sicurezza si girò a guardarlo
>> con disprezzo  – Ma come, non avevate tutte le prove del mondo contro
>> di noi?”
>> “Non immaginavo che lei fosse uno stupido” - sbuffò l'altro. Si chinò
>> verso di lui. Le zampe erano piuttosto rozze rispetto alle sue, notò,
>> ma era anche molto più alto.
>> “Abbiamo la confessione del Professore, resa spontaneamente al momento
>> dell'arresto. Nessuna giuria potrebbe mandarlo assolto, neanche se
>> fosse composta solo da suoi ex alunni. E' perduto e lo sa.”
>> “Allora è vero... - mormorò - Non avevate così tante prove contro di
>> lui. Non ci avete intercettato!”
>> “Ne abbiamo adesso, ed è quello che conta. Ma abbiamo anche un
>> problema” - accennò al laboratorio:
>> “Capisce di che parlo?”
>> “Certo. La covata”
>> La voce dell'altro si fece più bassa, quasi rabbiosa:
>> “Devono essere distrutti, subito, prima che qualche anima bella si
>> prenda a cuore il caso dei piccoli teneri ragnetti innocenti. Prima
>> che le femmine inizino a rifiutarsi di accoppiarsi e quindi di morire
>> per dare alla luce dei ragni poi destinati alla completa distruzione”
>> Respirò. Per lui c'era qualcosa in fondo a quel tunnel, allora. Una
>> specie di... Speranza?
>> “Questo vuol dire che non avete molto tempo. La caduta di una persona
>> come il Professore non ci metterà molto a finire nei notiziari. Per
>> quanto la sicurezza possa controllarli... Prima o poi il motivo per
>> cui è finito in prigione finirà per trapelare”
>> L'aracnide si drizzò sulle zampe:
>> “Allora?”
>> “Allora, cosa c'è per me?”
>> “Potrei non farla finire in prigione. Perderebbe la sua carica di
>> associato, ma la sua parte nella vicenda potrebbe essere sbadatamente
>> dimenticata” – rispose l'aracnide scuro.
>> “Ah-Ah. Non mi basta, non più”
>> “Parlerò con il Consiglio. Le farò mantenere la sua carica”
>> “Non mi basta ancora. Voglio il ruolo di Professore”
>> “Assurdo. Sta tirando troppo la corda. Posso far distruggere la covata
>> ai miei agenti”
>> “Ci metterebbero troppo, ed il tempo è quello che non avete. Io,
>> invece, so come farlo. Posso far trasmettere ai congegni che abbiamo
>> impiantato sulla superficie un impulso radiotelepatico al massimo
>> della potenza. Gli animali inferiori non ne subiranno conseguenze, ma
>> i cervelli della covata e tutti gli esseri superiori presenti sulla
>> crosta terrestre ne saranno devastati. In maniera completa e
>> definitiva. E immediata.”
>> “Quanto ci vuole per organizzare il suo impulso?”
>> L'associato piantò i suoi occhi dritti in quelli dell'altro:
>> “Mi bastano pochi minuti”
>> “Parlerò con il Consiglio. Raccomanderò la sua nomina. ”
>> “Non agirò un minuto prima di aver visto la mia nomina.”
>> “Non ne dubitavo” - disse l'altro, girandogli le spalle. Non
>> abbastanza in fretta, però, perché il futuro Professore non si
>> accorgesse che l'aracnide stava sogghignando.
>>
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 17:31
>>
>>
>> “Rilevo forme di vita umanoide a breve distanza da qui, capitano -
>> disse Volkoff, manovrando il proprio tricorder – Per l'esattezza, a
>> circa novecento metri in quella direzione”. Il russo puntò il dito
>> verso la vegetazione, dove si scorgeva il sentiero che lui aveva già
>> percorso insieme a Tynan.
>> “Quello è il sentiero che porta ai congegni?” - domandò il capitano.
>> “Si, signore - rispose – Strano, non è vero?”
>> “Perché strano, se posso permettermi, signore?” - domandò Scott. Il
>> russo si voltò verso l'uomo della sicurezza:
>> “Perché quando i nostri compagni erano qui, non hanno manifestato
>> alcun interesse verso quella strada. Sono sempre rimasti nella grotta
>> o nella radura di fronte alla grotta. E no, non potrebbero esserci
>> stati a nostra insaputa, perché ci sarebbero state le tracce del loro
>> passaggio quando ci siamo arrivati io e il comandante Tynan,
>> esattamente come ci sono nella radura”
>> “E questo è strano?” - chiese di nuovo Scott.
>> “Certo che è strano – intervenne secca la dottoressa Chen – Perché
>> sono tornati sul pianeta? Se stessero solo cercando di ricostruire il
>> loro passato, cercherebbero di tornare nei luoghi dove sono già stati,
>> in modo da ricostruire i ricordi a partire dall'ambiente. Ma di sicuro
>> non sono mai stati ai congegni”
>> “Lei invece si, comandante – disse il capitano – Ci faccia strada”.
>> Volkoff si inoltrò sul sentiero. Per quella ricerca, avevano deciso di
>> fare a meno delle tute isolanti, che peraltro non erano state utili a
>> proteggere le squadre sul terreno dalle radiazioni dei congegni. C'era
>> qualcosa di diverso da quando aveva visto quel sentiero la prima
>> volta. Gli alberi che li circondavano avevano assunto un aspetto
>> autunnale, quasi malato, che faceva rabbrividire. Il terreno si era
>> ricoperto di foglie giallastre e già sul punto di marcire. In alto si
>> intravvedevano rami  spogli, scuri e nodosi, popolati dai filamenti
>> grigi delle tele di ragno. Alzò il tricorder, ma non rilevò alcun
>> movimento. Le tele di ragno sembravano abbandonate.
>> Scostò delle fronde rossastre per far passare la giovane dottoressa.
>> La donna aveva con sé un kit di pronto soccorso e un ipospray pronto a
>> portata di mano.
>> “Sedativo - disse la cinese, notando il suo sguardo – Non so se si
>> lasceranno riportare a bordo senza problemi, ma non voglio rischiare”
>> “Sono d'accordo - intervenne il capitano Enizia, raggiungendoli –
>> Credo che abbiamo perso fin troppo tempo su questo pianeta.
>> Recuperiamo i nostri e andiamo via di qui.”
>> Il russo avvertì una nota di urgenza nella voce dell'andoriana e si
>> girò a lanciarle un'occhiata in tralice, ma la donna era concentrata
>> sul tricorder e non riuscì a spiarne l'espressione.
>> Prosegui. Il sentiero seguiva un percorso tortuoso e pieno di insidie,
>> nascoste tra foglie caduche e rami pendenti.
>> “Manca poco” - avvisò. Dopo alcuni minuti, sbucarono nella radura.
>> Alla luce solare che declinava, Volkoff riconobbe subito le tre figure
>> familiari, in fondo, vicino ai congegni, ma la radura stessa era
>> cambiata. Si guardò intorno, a scatti. Chen cercò di fare un passo, ma
>> Volkoff la bloccò. La radura si muoveva, respirava intorno a loro.
>> “Non muovetevi! - sentì Enizia esclamare – Sono tutti ragni!”
>> Ragni. Centinaia di migliaia. No: milioni. Decine di milioni, forse.
>> Ogni minimo centimetro di spazio, ogni filo d'erba, ogni albero era
>> pieno di ragni. La creatura era stata composta da forse un migliaio di
>> ragni. Qui ce ne erano milioni e milioni, disposti lungo file ordinate
>> e pendenti da lunghi fili di ragnatela.
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag – Città Sotterranea - Gennaio 2345 - ore 18:00
>>
>>
>> “La sua nomina” - L'aracnide scuro attraversò la soglia del
>> laboratorio, brandendo nella zampa anteriore un foglio luccicante di
>> alluminio.
>> Il nuovo Professore porse una zampa, ma l'altro non gli permise di
>> afferrare il foglio:
>> “Ho fatto la mia parte”  – fece.
>> Il nuovo Professore si rizzò, quindi si accostò con studiata lentezza
>> alla consolle di controllo. Nell'attesa, gli agenti della sicurezza
>> avevano sollevato le porte scardinate, lasciandole appoggiate al muro,
>> ed avevano sgomberato alla meglio i detriti della loro perquisizione.
>> Non avevano toccato i comandi, peraltro... Solo per caso? Impossibile.
>> “Lei ha fatto solo quello che aveva già deciso di fare molto prima che
>> io glie la chiedessi... O sbaglio?” - domandò lui.
>> L'aracnide scuro lo studiò per un istante, quindi si decise:
>> “Si. In un certo senso, ci contavo” - fece accostandosi a lui per
>> spiarlo da sopra la consolle. Appoggiò il foglio di alluminio sul
>> ripiano, abbastanza vicino perché l'altro lo leggesse, ma continuando
>> a tenerlo fermo con una delle sue zampe:
>> “Adesso... Tocca a lei”
>> Il Professore iniziò a settare i comandi.
>> “Basteranno pochi minuti e quei ragni moriranno – disse – L'intera
>> covata morirà”
>> “Quei ragni non sarebbero mai dovuti nascere. Faccia quello che deve!”
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 18:04
>>
>>
>> “Come facciamo ad arrivare ai nostri? - domandò la dottoressa Chen –
>> Ci sono troppi ragni tra noi e loro. Finiremmo con lo schiacciarli...”
>> “E se anche ci provassimo, loro finirebbero con lo schiacciare noi –
>> fece notare Volkoff – Sono troppi per farci largo con la forza”
>> Si girò verso Enizia. Le antenne dell' andoriana erano piegate verso
>> il suo tricorder:
>> “Che c'è, capitano? Ha visto qualcosa?”
>> “Le emissioni radio. Sappiamo che i ragni comunicano via segnali
>> radio, quindi ho cercato le loro emissioni non appena arrivati a
>> terra... - mostrò lo schermo del tricorder – I segnali radio in questa
>> zona sono fuori controllo. Sono solo in questa zona, su tutta la
>> superficie del pianeta! E sembrano orientati in una direzione
>> precisa...”  - sollevò un dito, puntando alle tre figure di Luz
>> Fuentes, di Brennon Boran Tynan e di Thomas Pierce in fondo alla
>> radura.
>> “Signore, si stanno muovendo” - segnalò Scott. Volkoff si girò, in
>> tempo per vedere i ragni scivolare via dai filamenti trasparenti più
>> vicini a loro, dirigersi verso gli alberi del sentiero che avevano
>> appena attraversato e sparire alle loro spalle. Sull'erba resa scura
>> dalla luce del tramonto, si aprì una piccola zona sgombra,
>> perfettamente rotonda e abbastanza vicina da poterci arrivare.
>> “Sembra che ci stiano invitando” - disse Chen.
>> “Ad entrare in una trappola? Si, sicuramente” - ribatté Volkoff.
>> “Prima di arrivare, ho ordinato di controllare i nostri segnali. Sono
>> pronti a teletrasportarci in ogni momento” - disse Enizia avanzando.
>> Un passo, e raggiunse l'area sgombra. Volkoff scambiò un'occhiata con
>> Scott, quindi a sua volta entrò nel circolo. I ragni attesero che
>> anche la dottoressa Chen e Scott raggiungessero l'area sgombra, quindi
>> formarono un nuovo cerchio in direzione dei congegni.
>> “Sono gentili, tutto sommato – mormorò Chen – Sembra la versione
>> locale del tappeto rosso”
>> Il russo non replicò. Le piccole aree sgombre erano completamente
>> circondate di ragni, in ogni direzione. Alle loro spalle, un fitto
>> intrico di filamenti veniva ricomposto rapidamente, e di nuovo si
>> popolavano di piccole creature. Il silenzio della radura era rotto
>> solo dai rumori metallici provenienti dai congegni, sempre più forti a
>> mano a mano che si avvicinavano.
>> I tre vicino alla struttura non sembravano essersi resi conto della
>> loro presenza. Volkoff si accorse che era stata apparentemente
>> rimontata in maniera diversa dalla precedente. L'ufficiale scientifico
>> armeggiava con dei comandi posti alla base del treppiede, mentre Luz
>> Fuentes stava scendendo da sopra il congegno, con l'aiuto del
>> comandante Pierce. Tynan chiuse lo sportellino dei comandi, quindi
>> raggiunse gli altri due, in piedi di fronte alla struttura.
>> Li raggiunsero, mentre si chiudeva alle loro spalle l'ultimo cerchio
>> sull'erba.
>> “Comandante Pierce? Dottoressa Fuentes?” - provò il capitano. I tre
>> rimasero immobili, con lo sguardo fisso alla struttura, come in
>> attesa.
>> “Che stanno aspettando?” - sbottò Enizia.
>> Come a rispondere alle sue parole, i fari rossi in cima al congegno
>> iniziarono a lampeggiare, inondando di luce sanguigna la radura.
>> “Che succede?” - urlò Scott.
>> “E' come l'altra volta! - gridò Volkoff – Dobbiamo andare via da qui,
>> via!”
>> “Enizia a Baffin: teletrasporto d'emergenza, sei persone, subito!” -
>> ordinò, andando ad abbracciare alle spalle la dottoressa Fuentes. Chen
>> fece lo stesso con il comandante Tynan mentre Scott e il russo
>> prendevano in mezzo Thomas  Pierce.
>> =^= Baffin a capitano. Non riusciamo ad agganciare il vostro segnale!
>> Ci sono troppe interferenze radio =^=
>> Volkoff si girò. Non appariva più la radura, ma una gabbia di
>> filamenti affollati di ragni, che brillava di luce rossa.
>> “I ragni! Sono i ragni! Dobbiamo scappare!” - gridò Scott. Volkoff lo
>> afferrò per la maglia, prima che potesse fare un passo oltre il
>> cerchio:
>> “E' troppo tardi! Non arriveresti a metà strada!” -
>> Scott cercò di divincolarsi, ma la luce non lampeggiava più. Diventò
>> brillante. Accecante. Il russo chiuse gli occhi, chiedendosi se quella
>> era la fine. Qualcuno urlò vicino a lui, qualcuno che conosceva.
>> Aprì gli occhi. Brennon Tynan era in ginocchio, con i pugni premuti
>> alle tempie, gridava come se la vita gli venisse strappata via. Luz
>> Fuentes si guardava intorno smarrita, lo stesso sguardo che vedeva in
>> Thomas Pierce.
>> Volkoff lasciò andare Scott, si precipitò dal trill:
>> “Io li sento! Io li sento dentro di me! Sono milioni... E stanno
>> morendo! Stanno morendo tutti!”
>> Si girò verso la radura. La gabbia di filamenti era intatta.
>> “Ma no, non vedi? Stanno bene, è solo nella tua testa!” -
>> “Ma che vuol dire? - chiese Chen – Sono qui, ci circondano... Non sta
>> succedendo niente!”
>> I ragni si stavano muovendo. Sciamavano via in silenzio,
>> ordinatamente, abbandonando la radura. La luce brillò ancora un
>> istante, quindi si spense.
>> Tynan gridò ancora, quindi lasciò andare le tempie:
>> “Non sento più nulla. Sono morti... Sono tutti morti... Ora non sono
>> più... I Fulvi non sono più”
>>
>>
>>
>> Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 20.04
>>
>>
>>
>> “Come stanno?”
>> Il capitano Suri aveva raggiunto Enizia nel suo studio sulla Baffin.
>> L'andoriana l'aveva accolta con una espressione cupa in volto. Fissava
>> lo spazio al di là dell'oblò, come se non lo vedesse.
>> “Dal punto di vista fisico bene, secondo il dottor Maurian – rispose
>> vaga il capitano della Baffin – Secondo lui, anche i vuoti di memoria
>> – sia dei tre ufficiali che del resto dell'equipaggio coinvolto nella
>> faccenda - tenderanno a scomparire. Purtroppo, però, sono consapevoli
>> di quello che hanno fatto. Il consigliere Bhreel è con loro, li
>> aiuterà a superare questo momento”
>> “Non credo che sia necessaria una inchiesta nei loro confronti. Nel
>> diario di bordo ho già messo in chiaro che il comandante Pierce, il
>> comandante Tynan e la dottoressa Fuentes sono stati influenzati dai
>> ragni. La telepatia...”
>> “Già, la telepatia... Il più grande strumento di spionaggio
>> industriale della storia” - commentò amara Enizia, scostandosi
>> dall'oblò per andare a sedersi sulla scrivania – Leggendo la mente di
>> Tynan durante i loro incontri hanno scoperto sia che i Fulvi volevano
>> decimarli, sia le specifiche dei congegni che avrebbe usato per farli.
>> Non avevano i mezzi scientifici  per agire, allora hanno usato i
>> nostri. Hanno invertito la direzione del segnale.”
>> “Per i ragni di superficie, si potrebbe dire che si è trattato di
>> autodifesa - notò Suri – L'impulso radiotelepatico avrebbe potuto
>> ucciderli tutti”
>> “Ma non si è trattato di autodifesa per noi!” - esclamò Enizia,
>> furiosa – Non stiamo a fare giochi di parole: è stato un genocidio,
>> puro e semplice. E noi abbiamo partecipato, dall'inizio alla fine!” -
>> s'interruppe un momento, per riprendere fiato.
>> “Lo so – approfittò della pausa Suri – Lo sbaglio è stato fatto
>> all'inizio, quando non ci siamo resi conto che il pianeta era abitato
>> da una specie intelligente. Abbiamo esposto una specie ad una
>> tecnologia, la nostra, per la quale non erano preparati.”
>> “Due specie intelligenti - la corresse Enizia - Se non fossimo mai
>> scesi sul pianeta, i ragni di superficie sarebbero stati decimati dai
>> Fulvi. Ma i Fulvi sarebbero ancora vivi... La colpa di questo errore è
>> nostra. Mia e sua, Suri.”
>> “E' vero. Ne dovremo affrontare le conseguenze, quando saremo tornati
>> nello spazio territoriale della Federazione – fece la vulcaniana,
>> alzandosi – Ma siamo ancora molto lontani. Abbiamo bisogno di tutto il
>> nostro equipaggio e di tutta la nostra attenzione per ritrovare la
>> strada di casa. Tutto questo deve essere una lezione per noi. Non
>> possiamo muoverci in questo Quadrante come se fossimo nello spazio che
>> conosciamo.”
>> “Insomma, cosa sta suggerendo? Ce ne andiamo e basta?”
>> “Non vedo alternative - disse Suri, avvicinandosi allo stipite della
>> porta – A meno che non voglia tornare sul pianeta”
>> “Credo sia l'ultima cosa nella mia personale lista di preferenze”
>> “Anche nella mia. - concordò la vulcaniana – E la prossima volta che
>> ci sarà un matrimonio a bordo...”
>> “...Sarà al Bar di Prora!”
>>
>> --------------------------------
>> FINE TRASMISSIONE
>> --------------------------------
>>
>>
>> Ciao! ;-D
>> Elena
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