[Stml9] [4.11 - Brheel - Possibilità]
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Dom 12 Lug 2015 12:47:28 CEST
originale e ben scritto : brava Maddy!
Monica
________________________________
> Date: Fri, 10 Jul 2015 10:34:34 +0200
> From: ten.samak a gmail.com
> To: stml9 a gioco.net
> Subject: Re: [Stml9] [4.11 - Brheel - Possibilità]
>
>
> Che figata di pezzo!!! Davvero molto molto bello!!
> Certo povero Tynan.. :)
> Quindi il prossimo in turno avrà una bella decisione da prendere! :D
>
> Il 10/lug/2015 09:15 AM, "Franco Carretti"
> <piotr_volkoff a mail.com<mailto:piotr_volkoff a mail.com>> ha scritto:
> Bel pezzo, mi sono piaciuti i punti di vista dei personaggi.
> Certo sarebbe una scelta difficile per chiunque.
> Brava Maddy
>
>
> Sent: Thursday, July 09, 2015 at 2:48 PM
> From: Maddalena <vampitrill a gmail.com<mailto:vampitrill a gmail.com>>
> To: "Progetto Pytheas" <stml9 a gioco.net<mailto:stml9 a gioco.net>>
> Subject: [Stml9] [4.11 - Brheel - Possibilità]
> Ecco qua, ho fatto un po' le corse perchè dovendo partire non sapevo
> poi quando avrei potuto postare il brano.
> Non sono andata avanti con la storia, ho solo aggiunto qualcosa e ho
> cercato di mostrare tramite i personaggi i diversi lati della questione
> e come questa venga percepita dalle persone. Io mi sono divertita a
> scriverlo, cercando di sviluppare alcuni pg. Spero che per voi non sia
> noioso da leggere.
>
> Maddy
>
> ---------------------------------------------
>
>
> USS Baffin - Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.23
>
> "Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la mutazione
> genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per creare una nuova
> razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno mentendo, la Prima
> Direttiva ci imporrebbe comunque di non interferire. Qualunque siano le
> nostre convinzioni morali, non è nostra prerogativa imporle ad altre
> culture. Per quanto aliene possano sembrare."
>
> L'affermazione di Samak fu seguita da un silenzio immobile, che parve
> protrarsi all'infinito e allagare l'intera sala tattica.
>
> La vulcaniana capiva, poteva perfino percepire nonostante la totale
> assenza di capacità strettamente empatiche, il disagio che la sua
> affermazione aveva provocato, sia a bordo della Baffin, sia a bordo
> della Curie. Era ben visibile sui volti di tutti loro, di tutti gli
> ufficiali riuniti fisicamente o olograficamente intorno a quel tavolo.
>
> Era un effetto comune per le specie che non regolavano la propria vita
> sulla logica. Samak lo sapeva fin troppo bene. Dopotutto aveva sposato
> un umano. Ma sapeva anche che doveva essere la razionalità a
> determinare le loro prossime azioni.
>
> Certo, non era del tutto estranea al disagio che aveva provocato. Non
> l'avrebbe ammesso ma lei stessa, in una piccola parte di sè sepolta
> profondamente sotto anni di addestramento, sentiva crescere il dubbio.
> Non era chiaro cosa stesse accadendo su quel pianeta, quale fosse la
> complessa immagine di cui loro avevano solo qualche frammento.
> Innegabilmente, tuttavia, c'era qualcosa di profondamente... sbagliato.
> Non solo per il pericolo che la popolazione autoctona aveva e avrebbe
> causato con tanta leggerezza a chiunque fosse sbarcato. Non perchè era
> stata la loro tecnologia a far regredire una buona parte del personale
> ad uno stato animalesco. Ma Samak non poteva fare a meno di pensare che
> una creatura tanto tecnologicamente avanzata che accetta l'idea di
> sacrificare la propria prole ha imboccato da qualche parte la via
> sbagliata sulla strada dell'evoluzione.
>
> La vulcaniana era consapevole di tutto questo. Era anche consapevole,
> tuttavia, di aver prestato un giuramento e di essere tenuta da questo a
> rispettare un regolamento basato su convinzioni morali e soprattutto
> logiche inattaccabili. Come altro avrebbero potuto districarsi da quel
> groviglio senza l'aiuto della logica? Se si fossero basati solo sulle
> emozioni, solamente sulla loro percezione di una situazione che non
> comprendevano, come avrebbero potuto prendere la decisione giusta?
>
> Sì, la logica doveva essere la loro guida, l'unica possibile. Era la
> logica a imporre il rispetto dell'IDIC e non vi era nessuna clausola su
> quale delle infinite diversità fosse considerata accettabile. L'unica
> scelta che si imponeva, dunque, era che loro ricevessero da questi
> alieni tutto l'aiuto disponibile per riportare i membri dell'equipaggio
> colpiti dall'effetto dei dispositivi alla normalità e che se ne
> andassero, lasciando quella razza alla sua autodeterminazione e al suo
> destino, qualunque esso fosse. Il fatto che gli esseri più piccoli
> avessero chiesto loro un incontro non cambiava la verità di quel
> ragionamento.
>
> Samak lo sapeva. Ma non lo disse.
>
> USS Curie - Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.25
>
> "Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la mutazione
> genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per creare una nuova
> razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno mentendo, la Prima
> Direttiva ci imporrebbe comunque di non interferire. Qualunque siano le
> nostre convinzioni morali, non è nostra prerogativa imporle ad altre
> culture. Per quanto aliene possano sembrare."
>
> Tynan non mosse un muscolo, rimanendo rigidamente appoggiato allo
> schienale della poltroncina su cui era accomodato da ormai più di due
> ore. La riunione gli era sembrata interminabile. Non tanto per la
> lunghezza - in effetti, non era stata più lunga di una qualsiasi altra
> riunione o di una lezione di meccanica quantistica del Professor Tarth
> in Accademia - ma per la totale mancanza di risultati.
>
> Stavano girando intorno alla questione fondamentale senza mai arrivare
> ad una conclusione, ripetendo ossessivamente le stesse cose ancora,
> ancora e ancora. Gli pareva di essere costretto in un loop temporale.
>
> La sua mente faticava a concentrarsi, continuando a vagare lontano
> dalla sala tattica in cui era seduto, ritornando alle foreste del
> pianeta. Un effetto che tendeva a manifestarsi fastidiosamente sin da
> quando quegli esseri lo avevano dotato delle nuove capacità telepatiche
> che ora faticava tanto a controllare e con cui, forse, avrebbe dovuto
> convivere per il resto della vita.
>
> Un'esperienza inedita per un simbionte, una questione scientifica
> stimolante e un'angoscia continua per lui. Si sentiva... diviso.
> Diviso come mai ricordava di essersi sentito in questa vita o nelle
> altre.
>
> La schiena iniziava a irrigdirsi e il dolore alla testa, nonostante
> l'analgesico e le rassicurazioni del medico che lo aveva soccorso dopo
> il suo mancamento, continuava a tormentarlo. Secondo il sostituto di
> Fuentes, si trattava di un effetto dovuto allo squilibrio neuronale
> indotto dall'inaspettato e violento tentativo di comunicazione di quei
> piccoli esseri. Fastidioso ma non pericoloso, almeno nell'immediato.
> Quegli esseri, in ogni caso, non avevano mai voluto fargli del male.
> Lui lo sapeva.
>
> La sua razionalità, il suo addestramento, la sua moralità gli dicevano
> che Samak aveva ragione. Che quello che dovevano fare era raccogliere
> ogni informazione utile per aiutare i loro compagni e andarsene da lì.
> Non infrangere la Prima Direttiva più di quanto avessero già fatto e
> lasciare quegli esseri alle loro consuetudini. Dopotutto era questo il
> loro mandato. Sarebbe stato felice di aiutare gli aracnidi a trovare un
> metodo meno drastico, ma nessuna richiesta era stata fatta in quel
> senso. Chi erano loro, chi era lui per venire da migliaia di anni luce
> di distanza a giudicare la cultura di questi esseri, scampati
> all'avanzata borg? E se non si fidavano di loro, stranieri di un altro
> mondo, dopo quello che avevano passato chi avrebbe potuto biasimarli?
>
> Era la scelta giusta. O almeno l'avrebbe pensato prima di quel
> contatto. Ora che percepiva quei piccoli esseri, le loro voci, le loro
> menti come avrebbe potuto abbandonarli a quel destino? Non poteva e non
> voleva. Avrebbero sofferto e sarebbero morti e lui doveva... doveva
> cosa? Proteggerli? Proteggerli, sì. Ma da quale minaccia? E con quale
> diritto? Ma se non avessero fatto nulla, se li avessero abbandonati...
>
> Volevano un incontro! Questa non poteva essere che una richiesta di
> aiuto da parte loro, lo sapeva, un'invocazione e lui doveva rispondere.
> Dovevano andare. Non potevano decidere di ignorare la loro richiesta,
> di lasciarli al loro destino.
>
> Dopo un'attesa che sembrò a lui stesso interminabile, Tynan si mosse
> sulla poltroncina.
>
> "Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo all'incontro. Il
> comportamento del professione è indubbiamente poco chiaro. E questa è
> chiaramente una richiesta di aiuto. Come possiamo sapere che non sono
> cavie? Che non stanno sperimentando un qualche tipo di... arma
> biologica, ad esempio?"
>
> USS Baffin - Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.26
>
> "Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo all'incontro. Il
> comportamento del professione è indubbiamente poco chiaro. E questa è
> chiaramente una richiesta di aiuto. Come possiamo sapere che non sono
> cavie? Che non stanno sperimentando un qualche tipo di... arma
> biologica, ad esempio?"
>
> Il punto era esattamente quello. La violazione della Prima Direttiva, o
> meglio la decisione che agli occhi di una commissione di inchiesta
> sarebbe potuta passare per una violazione, era una faccenda spinosa che
> decine di capitani ed equipaggi avevano in passato affrontato prima di
> loro. E, immaginava Volkof, con le loro stesse remore e
> preoccupazioni. Perchè le implicazioni erano enormi e avrebbero potuto
> perseguitarli, potenzialmente, per decenni a venire.
>
> Ma non si trattava solo di un problema etico. Sì, quello era il cuore
> della Prima Direttiva, l'obbligo morale di lasciare che una specie
> fosse padrona di sè stessa, qualunque cosa questo potesse comportare,
> ma non era l'unico aspetto. In realtà si trattava proprio del genere di
> questione che ti trovi a dover affrontare sul campo senza che lezioni
> teoriche di diplomazia ed etica possano lontanamente aiutarti.
>
> Da ore stavano discutendo nonostante la decisione finale non spettasse,
> di fatto, a nessuno di loro esclusi i due capitani. Discutevano
> dell'eventualità che quegli essere fossero in perfetta buona fede, che
> i loro metodi potessero essere duri ma necessari, del fatto che nessuno
> avesse diritto di imporne altri. Nemmeno se questo avesse significato
> l'intollerabile opzione dell'estinzione totale.
>
> Ma che cosa sarebbe accaduto in caso contrario? Se questi esseri non
> avessero raccontato loro altro che frottole, se fossero stati i
> testimoni involontari di qualche esperimento, la questione sarebbe
> stata completamente diversa. Se si fossero serviti di tecnologia borg
> per costruire un'arma, se stessero massacrando una seconda razza,
> allora il loro non agire avrebbe potuto creare molti più problemi di
> quanto ne risolvesse.
>
> Al puzzle si era aggiunta la richiesta di un incontro che gli essere
> più piccoli avevano fatto pervenire loro tramite Tynan. Un incontro la
> cui finalità non era chiara. Non gli erano sembrati abbastanza
> intelligenti da ordire una trappola, ma, d'altra parte, nemmeno da
> fornire loro qualche informazione utile. Non era chiaro che cosa
> volessero, ma era abbastanza palese che potessero minacciare la salute
> cerebrale di Tynan senza nemmeno essere con lui. Proprio un gran
> bell'affare.
>
> Volkof aveva imparato che c'era un confine sottile tra la paranoia e la
> prudenza, ma anche che era meglio essere paranoici che morti. E c'erano
> diversi punti della storia dei ragni giganti che non quadravano
> affatto. Non ci voleva uno scienziato per accorgersene.
>
> Il suo primo istinto sarebbe stato di consigliare ai capitani di
> lasciare l'orbita con le due navi, raccogliere i dati necessari a
> invertire la condizione della Fuentes, di Thomas e degli altri e di
> mettere tutta la distanza possibile tra loro e quel dannato sasso,
> lasciando la specie che lo abitava ai suoi affari, quali che essi
> fossero. La situazione poteva essere scomoda, perfino crudele, ma il
> suo primo dovere era verso la nave.
>
> Tuttavia, se quegli esseri stavano davvero macchinando qualcosa, non
> sarebbe stato così semplice. Non sarebbe bastata la distanza a metterli
> al sicuro.
>
> Volkof si sporse appena sul piano del tavolo.
>
> "Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo guai
> peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque trovare una
> soluzione per i membri dell'equipaggio che sono ancora in stato
> regredito, e se stessero davvero costruendo un'arma, non facendo nulla
> potremmo trovarci a doverli affrontare in futuro. Potrebbero persino
> finire per scatenare una guerra."
>
> USS Curie - Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.27
>
> "Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo guai
> peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque trovare una
> soluzione per i membri dell'equipaggio che sono ancora in stato
> regredito, e se stessero davvero costruendo un'arma, non facendo nulla
> potremmo trovarci a doverli affrontare in futuro. Potrebbero persino
> finire per scatenare una guerra."
>
> "Se anche lo scoprissimo, che cosa potremmo fare? Sterminarli?"
>
> Sapevano gli Spiriti, se a Timeran non sarebbe piaciuto scendere su
> quel pianeta con una bomboletta di insetticida. Solo l'idea che
> l'avessero toccata con tutte quelle zampe le dava dei brividi freddi
> lungo la colonna vertebrale. Era sciocco da parte sua, ma negarlo non
> sarebbe servito a niente. Il fatto è che le era necessario tutto il suo
> autocontrollo per guardare il Professore, per parlarci, tutto il suo
> addestramento per non considerarli animaletti spaventosi e, di
> conseguenza, maligni. E anche in quel caso, sterminarli non era una via
> praticabile.
>
> In fin dei conti, poi, non era del tutto colpa loro se erano finiti in
> quella situazione. Il personale federale aveva voluto scendere sul
> pianeta con l'idea di un riposante campeggio. Le precauzioni che
> avevano preso non erano servite. Evidentemente non avevano controllato
> con la dovuta cura.
>
> Gli orrendi alieni non si erano mostrati nè aggressivi nè violenti nei
> loro confronti. In effetti, non avevano fatto un bel niente, a parte
> provare ad aiutarli.
>
> In teoria avrebbero meritato un minimo di fiducia e magari anche un
> pizzico di gratitudine. Avrebbero meritato di essere lasciati in pace a
> fare... qualunque cosa stessero facendo, con una bella boa di
> segnalazione ad avvertire gli ignari viaggiatori che lì era meglio non
> fermarsi.
>
> Tutto questo finchè non era balenata la possibilità che ci fosse in
> ballo un qualche inspiegabile, strano esperimento genetico.
> Possibilità, non certezza. In effetti si trattava solo di un bel
> mucchio di ipotesi, di concreto, a parte la richiesta dei ragni più
> piccoli, di fatto, non avevano nulla. Forse il Professore e la sua
> gente non sapevano davvero della mutazione in corso. E se lo avessero
> saputo... se volevano qualche zampa e qualche occhio in più del
> considerevole numero che già possedevano non poteva che essere affar
> loro.
>
> Da consigliere, le era chiaro come parte del suo pensiero fosse dettato
> dalla sua fobia più che dalla sua razionalità. O meglio, dal suo
> profondissimo, istintivo desiderio di andarsene il più velocemente
> possibile, lasciandosi dietro quel pianeta e tutti i suoi abitanti con
> troppi arti, piccoli o grandi.
>
> Ma naturalmente c'era la non trascurabile faccenda di Luz e degli
> altri, faccenda su cui, forse quell'incontro avrebbe potuto fare luce.
> Senza l'aiuto degli abitanti del pianeta, chiunque di loro, come
> avrebbero fatto a riaverli? Se era possibile riaverli, naturalmente.
>
> Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 14.26
>
> L'essere grande formato da esseri piccoli si mosse come un'ombra tra
> gli alberi, prima di disfacersi. Il messaggio era arrivato a
> destinazione. Loro sarebbero venuti. Lui, l'essere con cui
> comunicavano, sarebbe venuto. Potevano sentirlo, sentire ciò che lui
> sentiva. E lui non voleva abbandonarli. Sarebbe venuto. Per la prima
> volta, avrebbero avuto una possibilità.
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> Lt. Piotr Alexei Volkoff
> Capo della Sicurezza
> USS Baffin NCC-69096
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> "Colpisci. Una volta iniziato il combattimento, colpisci. Ogni altra
> cosa è secondaria." (La spada della Verità)
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