[Stml9] [4.06 - Volkoff] Il mondo sotto.
Monica Miodini
hannadegliiapigi a hotmail.it
Dom 29 Mar 2015 20:49:45 CEST
Franco, tu sai che ti odio?
speravo di passare Pasqua in relax, invece sarò di turno e mi toccherà di pensare a qualcosa di degno a quello che hai scritto.
Bravo comunque...
;-))
p.s. se non mi viene l'illuminazione ti sfrutterò le idee che non hai scritto!
Baci Monica
________________________________
> Date: Sun, 29 Mar 2015 18:27:35 +0200
> From: ten.samak a gmail.com
> To: stml9 a gioco.net
> Subject: Re: [Stml9] [4.06 - Volkoff] Il mondo sotto.
>
>
> Non è possibile -__-"
> Ok, lo leggo in serata :D
>
> Il 29/mar/2015 18:22 "Franco Carretti"
> <piotr_volkoff a mail.com<mailto:piotr_volkoff a mail.com>> ha scritto:
> Nonostante le vostre speranze ecco qui il mio pezzo.
> Mi sono divertito a creare la razza dei Fulvi, soprattutto nel modo di
> comunicare. Ho anche delle idee su cosa siano i congegni sulla
> superficie del pianeta e qual'è il rapporto fra i Fulvi e i ragnetti ma
> non volevo esagerare.
> Rimango a disposizione se il prossimo vuole sentire l'idea.
>
> Buona lettura.
> ===============================================================
>
>
>
> USS Baffin, Infermeria - 11 Gennaio 2395 – 06.30
> "E perché la Curie, fra le due?" chiese il Dottor Maurian guardando Enizia.
>
> Il Capitano della Baffin e l'ufficiale scientifico Sorin, si trovavo li
> per porre delle domande all'ufficiale scientifico della Curie. Enizia
> sperava che Sorin potesse aiutare Tynan ha controllare quella
> improvvisa capacità telepatica che lo stava facendo impazzire.
>
> "Secondi i protocolli è stato deciso che, essendo noi in un territorio
> ostile, è necessario proteggere prima di tutto i membri della flotta
> nel viaggio a venire. Essendo la Baffin la nave meglio armata è la
> scelta più sicura."
>
> Tynan sorrise percependo i pensieri di orgoglio e soddisfazione che
> Enizia provava per la sua nave.
>
> "Capisco... comunque Capitano la risposta al suo quesito è no. Nessuno
> degli altri può essere trattato come abbiamo fatto con il comandante."
>
> "Immaginavo... - borbottò Enizia sbuffando - Comandante Tynan pensa di
> poter comunicare con quegli esseri nello stato in cui si trova? Le sue
> nuove facoltà potrebbero aiutarci a fare qualche piccolo passo avanti."
>
> "Non lo so Capitano" rispose lui sovrappensiero "La possibilità c'è..."
>
> "Semprechè migliaia di ragni che pensano tutti insieme non lo facciano
> impazzire!" commentò Volkoff appoggiato alla parete.
>
> "Già. Che idea vi siete fatti al momento?"
>
> "La situazione è abbastanza complessa. Qualcosa ha trasformato i nostri
> uomini in una loro versione primitiva. Non sono state riscontrate
> tracce di agenti atmosferici o radiazioni che possano aver provocato
> tale evento - Tynan sembrava rilassato ora che erano tornati nel suo
> campo e una nuova luce ardeva nei suoi occhi - Secondo. Una razza vive
> sul pianeta, una sorta di comunità di aracnidi camaleontici che
> sembrano riuscire ad unirsi fra loro fisicamente e mentalmente fino a
> creare una sola entità molto più intelligente dei singoli individui."
>
> "Terzo. - intervenne Sorin - La squadra del tenente Volkoff ha trovato
> degli emettitori di strana natura e funzione la cui costruzione non può
> essere attribuita ai ragni."
>
> "Come può esserne certo signore?" chiese il russo
>
> "Principalmente perché secondo il vostro rapporto, la creatura è
> fuggita prima dell'emissione di quel raggio come se ne avesse paura.
> Inoltre delle creature che possono costruire quei congegni si suppone
> costruiscono anche altre cose. Mezzi, comunicatori, abitazioni. Sul
> pianeta non c'è niente di tecnologico tranne quei congegni. Fra
> parentesi ne abbiamo trovati altri. L'intero pianeta è disseminato di
> quelle strutture ad intervalli regolari."
>
> "Quindi c'è qualcun altro. Qualcuno che potrebbe aver rapito il
> Comandante Bhreel?" propose speranzosa Enizia.
>
> "Non posso ne confutare ne smentire." rispose freddo il vulcaniano "Ma
> la possibilità c'è."
>
>
>
>
> Flashback - Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.37
> "Io... cosa?" domandò, la voce gracchiante e rasposa. Parlare le
> costava uno sforzo maggiore di quello che avrebbe dovuto.
> "Riesce ad aprire gli occhi?" riprese la voce
> Timeran li aprì.
>
> L'immagine che Timeran si trovò davanti, via via che i suoi occhi si
> abituavano alla luce, sembrava nata dai suoi peggiori incubi. Un essere
> che di umano non aveva niente, tranne che la voce, si stagliava sopra
> di lei.
>
> "Mi capisce?" chiese la creatura emettendo poi dei suoni simili a
> fischi diretti a qualcuno alle sue spalle.
>
> "Si..." mormorò il consigliere reprimendo un brivido di disgusto e
> concentrandosi per cercare di ritrovare la calma e la professionalità
> che la contraddistinguevano. Dopotutto era un consigliere e un
> diplomatico, aveva sempre a che fare con razze diverse, alcune delle
> quali non troppo affascinanti. Ma i ragni... sia Timeran che il suo
> simbiote Bhreel sembravano condividere un'avversione totale per quelle
> creature. Trovarsene davanti una di un metro e settanta poteva ledere
> l'autocontrollo di chiunque.
>
> L'essere non era nemmeno umanoide. Aveva un epistosoma di circa due
> metri con un diametro al centro, nella parte più larga, di un metro,
> sorretto da due paia di zampe. Il cefalotorace o almeno quello che
> sembrava tale, era posto quasi verticalmente ed era sormontato da
> quella che, a tutti gli affetti, si poteva indicare solo come una
> testa. Altre due zampe, più fini e corte di quelle che lo sorreggevano,
> erano poste quasi all'altezza delle spalle in un umanoide e sembravano
> fungere da braccia.
> Gli ocelli della creatura, otto in tutto e posti simmetricamente ai
> lati della testa, erano dotati di meccanismi di protezioni simili a
> occhiali multifunzionali mentre all'altezza della bocca aveva una
> mascherina di plastica trasparente.
> Il tutto era coperto da placche chitinose di colore giallo rossiccio.
>
> Il comandante Bhreel sentì la pelle accapponarsi lungo tutta la
> schiena, questo le diede l'impressione di centinaia di ragni che
> camminassero lungo la sua spina dorsale, fantasia che andò ad acuire
> ancora di più la sensazione.
>
> "Mi capisce?" ripeté l'essere toccando con una delle 'braccia',
> terminante con una punta fine come un aculeo, un pulsante della
> visiera.
>
> Il consigliere fece cenno di si con la testa, poi decise che un cenno
> poteva anche non avere senso per quelle creature e quindi dette voce
> alla risposta "Si, la capisco..."
>
> "Si alzi lentamente, potrebbe avere problemi di equilibrio."
>
> Bhreel eseguì e si guardò attorno. La stanza sembrava un infermeria. Le
> dimensioni erano enormi rispetto a quelle a cui era abituata. Si rese
> conto che l'impressione era data dalla distanza che intercorreva fra i
> mobili, distanza necessaria a far passare i corpi di quegli esseri.
>
> "Che diavolo è lei?" chiese l'essere. "Che cos'è un diavolo?" Domandò
> subito dopo sorpreso.
> Il consigliere lo guardò allibita e l'essere si affrettò a spiegare.
> "Il nostro traduttore - disse toccandosi la visiera - è collegato con
> la nostra corteccia celebrale. Io parlo, lei recepisce il messaggio e
> nel suo cervello si formano delle immagini che mi lasciano capire cosa
> intende lei. Se io dico ad esempio 'letto' vedo nei suoi pensieri un
> oggetto rettangolare atto a distendere il suo corpo per riposare. Noi
> non usiamo niente del genere quindi non potrei capire di cosa parla
> senza leggere i suoi pensieri."
> "Quindi siete telepati... affascinante. Qual'è il suo nome?" Rendendosi
> conto che dal punto di vista psicologico si sentiva una vittima, Bhreel
> era passa al contrattacco cercando di prendere in mano la situazione.
> Il traduttore emise una serie di fischi e lamenti, come un antico modem
> che cercasse di sintonizzarsi.
> L'essere scosse la testa. "Mi dispiace ma credo che questo non possa
> essere tradotto. Può chiamarmi professore... ecco si questo sembra
> funzionare."
> "Bene professore, io sono in Comandante Timeran Bhreel Legen della nave
> stellare Curie. Immagino che i nomi non abbiano una traduzione quindi
> può chiamarmi Comandante. E rispondendo alla sua precedente domanda, i
> diavoli sono degli esseri umanoidi tratti dalle mitologie di molti
> pianeti. O dalla religione, dipende a chi fa la domanda. Quel termine
> spesso viene usato come rafforzativo." Pian piano la sicurezza del
> Consigliere prendeva sempre più piede e nonostante il disgusto che
> provava per i ragni, si impose di essere professionale.
>
> "Interessante. Adesso mi dica, cosa ci faceva su..." una serie di
> fischi sostituì la parola seguente e l'essere passo ad un più generico
> 'pianeta' per chiarire il concetto.
>
> "E' una lunga storia. Tutto è iniziato..."
>
>
>
> Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 – 07.25
> "Immagino che con Volkoff si sentisse più tranquillo" commentò il capo
> della sicurezza della Curie con tono fra il divertito e l'offeso.
> "Non me ne voglia signor Jenkins ma Volkoff ha una stazza più
> rassicurante. Ma sono certo che in quanto a sicurezza lei è capace
> quanto lui. Stia qui e mi guardi le spalle per favore..." ordinò Boram
> avvicinandosi alla creatura che da poco si era formata attingendo dallo
> sciame di ragni calati dagli alberi. Per un attimo ebbe la visione del
> suo sedere e capì che la Jenkins stava guardando quello e non le
> spalle. Sorrise divertito.
>
> L'essere aveva di nuovo una conformazione umanoide. Un misto di terrore
> e curiosità scientifica lo investiva ogni volta che posava gli occhi su
> quella strana entità.
>
> "Mi capite?" Chiese cercando di inviare un pensiero con la stessa
> intensità con cui scandiva le parole.
>
> "Ti capiamo..." la voce dell'essere nella sua testa era ronzante. Come
> milioni di voci che parlano all'unisono. Il primo dubbio sorto durante
> la riunione era che milioni di ragni equivalessero a milioni di
> pensieri, il che avrebbe portato il trill alla pazzia. Ma secondo
> Sorin, il quale gli aveva comunque insegnato alcune tecniche basilari
> vulcaniane per controllare la propria mente, i ragni unendosi avrebbero
> condiviso i pensieri formando una sola mente.
>
> "Non siamo qui per fare del male al vostro popolo, non sapevamo che
> questo mondo fosse abitato."
> "Ne siamo consapevoli." rispose l'essere
> "Sapete cosa è successo hai nostri compagni?" l'essere parve dubbioso.
> Lo scienziato si rese conto che quegli esseri erano talmente diversi da
> loro che non potevano capire in cosa differiva il loro comportamento
> dallo stato normale.
> "Sapete chi ha costruito quelli?" provò con qualcosa di più semplice.
> "I Fulvi." non fu una vera e propria parola, più un concetto.
> L'abbinamento di un colore, il giallo rossiccio, ad un pericolo.
> "E chi sono?" anche a questa domanda l'essere non aveva una risposta.
>
> Sapevano solo che i Fulvi provocavano dolore alla sua gente. I raggi
> che uscivano ad intervalli regolari dalle strutture mandavano la loro
> mente in confusione portandone alcuni alla morte e altri alla follia.
> Loro li consideravano dei distruttori che attaccavano le colonie di
> suoi simili in ogni parte del pianeta, senza un motivo, senza un
> tentativo di comunicare. Un genocidio senza nessuna ragione.
>
>
>
> Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Il mondo interno - 11 Gennaio
> 2395 – Contemporaneamente
> Bhreel guardò dove il professore stava indicando.
> L'enorme caverna nella quale la città si trovava era illuminata come
> una giornata di sole del pianeta sovrastante e si estendeva a perdita
> d'occhio.
> Il mondo di quegli esseri era un intricato reticolo di gallerie,
> solcate da treni ad alta velocità, che collegavano le caverne in ognuna
> delle quali, enormi città erano state costruite con una tecnologia
> all'avanguardia che poteva rivaleggiare tranquillamente con quella
> della Federazione. Mentre le razze di altri mondi avevano guardato allo
> spazio per le loro esplorazioni, questi esseri avevano fatto l'opposto.
>
> "Sono bellissimi, ma perchè vivete nel sottosuolo? Il vostro mondo è
> meraviglioso." chiese la trill ammirando i giardini di cristallo che il
> professore gli indicava.
> "Secondo gli storici anticamente siamo stati attaccati da una razza
> proveniente dalle stelle, esseri di carne e metallo che cercarono di
> conquistarci. Iniziò da lì il nostro viaggio verso il centro della
> terra. La nostra tecnologia si è sviluppata per scavare e non per
> volare. Un vecchio detto recita: 'Se gli dei avessero voluto farci
> volare ci avrebbero donato delle ali'".
> "A quanto pare quel detto ha viaggiato per tutto l'universo" rispose
> divertita la donna. Bhreel con un brivido si rese conto che solo una
> razza in quel quadrante poteva essere definita di 'carne e metallo' e
> capì immediatamente perchè quel popolo avesse scelto di scendere
> all'interno del pianeta per nascondersi.
>
> "Adesso veniamo a noi... secondo quello che ci avete raccontato, altri
> esseri come lei sono stati cambiati dai nostri congegni sul pianeta."
> "Penso di si, anche se in realtà non so cosa sia successo la sopra. Ho
> solo vaghi ricordi, alcuni dei quali piuttosto imbarazzanti." Per un
> attimo ebbe la visione di Thomas e Luz che si accoppiavano in maniera
> animalesca di fronte a tutti i presenti come se la cosa fosse naturale
> per il loro stato di regressione. "Come siete riusciti a farmi tornare
> in me?"
> "Grazie all'essere che porti in grembo. Non avevo mai sentito di
> creature che portassero i propri figli internamente."
> "Figli?" per un attimo il consigliere rimase basita ma poi la
> comprensione arrivò "Non è mio figlio. E' un simbiote. - sorrise
> divertita dalle sensazioni di offesa che provenivano dal simbiote
> Bhreel - Sul mio mondo esistono due razze ben distinte: gli ospiti,
> cioè noi, e i simbioti di cui noi ci prendiamo cura. Credo che sia un
> po' troppo complicato da spiegare ma puoi considerarci una sola
> entità."
> "Affascinante!" commentò l'essere "Comunque avevamo riscontrato alcuni
> problemi alle vostre cellule neurali ma grazie alla creatura che porti
> in grembo siamo riusciti a riattivare i tuoi percorsi cognitivi. E' una
> procedura molto semplice, possiamo spiegartela in maniera da guarire
> gli altri membri del tuo equipaggio." l'essere pareva soddisfatto di
> poter aiutare ma la donna non era così contenta.
>
> "Allora c'è un problema..." commentò spaventata, possibile che i suoi
> compagni sarebbero rimasti per sempre in quelle condizioni?
>
>
>
>
>
> ====================================
> Lt. Piotr Alexei Volkoff
> Capo della Sicurezza
> USS Baffin NCC-69096
> Skype Combadge: Silente69
> Private comunicator: francocarretti a mail.com<mailto:francocarretti a mail.com>
> [CV]: http://gioco.net/startrek/starfleetitaly/academy/ruolino.php?id=88
> ===================================
> "Colpisci. Una volta iniziato il combattimento, colpisci. Ogni altra
> cosa è secondaria." (La spada della Verità)
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