[Stml9] [4.06 - Volkoff] Il mondo sotto.
Lt. Cmdr. Brennon Boram Taynan
brennonboramtayan a gmail.com
Lun 30 Mar 2015 15:46:15 CEST
Bravo Franco, ho letto il brano ora e devo dire che, come al solito, mi
è piaciuto parecchio ... oltretutto, questo "professore" mi sta
simpatico "a pelle" al contrario della nostra povera consigliera ;P
On 29/03/15 18:22, Franco Carretti wrote:
> Nonostante le vostre speranze ecco qui il mio pezzo.
> Mi sono divertito a creare la razza dei Fulvi, soprattutto nel modo di comunicare. Ho anche delle idee su cosa siano i congegni sulla superficie del pianeta e qual'è il rapporto fra i Fulvi e i ragnetti ma non volevo esagerare.
> Rimango a disposizione se il prossimo vuole sentire l'idea.
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> Buona lettura.
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> USS Baffin, Infermeria - 11 Gennaio 2395 – 06.30
> "E perché la Curie, fra le due?" chiese il Dottor Maurian guardando Enizia.
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> Il Capitano della Baffin e l'ufficiale scientifico Sorin, si trovavo li per porre delle domande all'ufficiale scientifico della Curie. Enizia sperava che Sorin potesse aiutare Tynan ha controllare quella improvvisa capacità telepatica che lo stava facendo impazzire.
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> "Secondi i protocolli è stato deciso che, essendo noi in un territorio ostile, è necessario proteggere prima di tutto i membri della flotta nel viaggio a venire. Essendo la Baffin la nave meglio armata è la scelta più sicura."
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> Tynan sorrise percependo i pensieri di orgoglio e soddisfazione che Enizia provava per la sua nave.
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> "Capisco... comunque Capitano la risposta al suo quesito è no. Nessuno degli altri può essere trattato come abbiamo fatto con il comandante."
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> "Immaginavo... - borbottò Enizia sbuffando - Comandante Tynan pensa di poter comunicare con quegli esseri nello stato in cui si trova? Le sue nuove facoltà potrebbero aiutarci a fare qualche piccolo passo avanti."
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> "Non lo so Capitano" rispose lui sovrappensiero "La possibilità c'è..."
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> "Semprechè migliaia di ragni che pensano tutti insieme non lo facciano impazzire!" commentò Volkoff appoggiato alla parete.
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> "Già. Che idea vi siete fatti al momento?"
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> "La situazione è abbastanza complessa. Qualcosa ha trasformato i nostri uomini in una loro versione primitiva. Non sono state riscontrate tracce di agenti atmosferici o radiazioni che possano aver provocato tale evento - Tynan sembrava rilassato ora che erano tornati nel suo campo e una nuova luce ardeva nei suoi occhi - Secondo. Una razza vive sul pianeta, una sorta di comunità di aracnidi camaleontici che sembrano riuscire ad unirsi fra loro fisicamente e mentalmente fino a creare una sola entità molto più intelligente dei singoli individui."
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> "Terzo. - intervenne Sorin - La squadra del tenente Volkoff ha trovato degli emettitori di strana natura e funzione la cui costruzione non può essere attribuita ai ragni."
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> "Come può esserne certo signore?" chiese il russo
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> "Principalmente perché secondo il vostro rapporto, la creatura è fuggita prima dell'emissione di quel raggio come se ne avesse paura. Inoltre delle creature che possono costruire quei congegni si suppone costruiscono anche altre cose. Mezzi, comunicatori, abitazioni. Sul pianeta non c'è niente di tecnologico tranne quei congegni. Fra parentesi ne abbiamo trovati altri. L'intero pianeta è disseminato di quelle strutture ad intervalli regolari."
>
> "Quindi c'è qualcun altro. Qualcuno che potrebbe aver rapito il Comandante Bhreel?" propose speranzosa Enizia.
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> "Non posso ne confutare ne smentire." rispose freddo il vulcaniano "Ma la possibilità c'è."
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> Flashback - Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 - 03.37
> "Io... cosa?" domandò, la voce gracchiante e rasposa. Parlare le costava uno sforzo maggiore di quello che avrebbe dovuto.
> "Riesce ad aprire gli occhi?" riprese la voce
> Timeran li aprì.
>
> L'immagine che Timeran si trovò davanti, via via che i suoi occhi si abituavano alla luce, sembrava nata dai suoi peggiori incubi. Un essere che di umano non aveva niente, tranne che la voce, si stagliava sopra di lei.
>
> "Mi capisce?" chiese la creatura emettendo poi dei suoni simili a fischi diretti a qualcuno alle sue spalle.
>
> "Si..." mormorò il consigliere reprimendo un brivido di disgusto e concentrandosi per cercare di ritrovare la calma e la professionalità che la contraddistinguevano. Dopotutto era un consigliere e un diplomatico, aveva sempre a che fare con razze diverse, alcune delle quali non troppo affascinanti. Ma i ragni... sia Timeran che il suo simbiote Bhreel sembravano condividere un'avversione totale per quelle creature. Trovarsene davanti una di un metro e settanta poteva ledere l'autocontrollo di chiunque.
>
> L'essere non era nemmeno umanoide. Aveva un epistosoma di circa due metri con un diametro al centro, nella parte più larga, di un metro, sorretto da due paia di zampe. Il cefalotorace o almeno quello che sembrava tale, era posto quasi verticalmente ed era sormontato da quella che, a tutti gli affetti, si poteva indicare solo come una testa. Altre due zampe, più fini e corte di quelle che lo sorreggevano, erano poste quasi all'altezza delle spalle in un umanoide e sembravano fungere da braccia.
> Gli ocelli della creatura, otto in tutto e posti simmetricamente ai lati della testa, erano dotati di meccanismi di protezioni simili a occhiali multifunzionali mentre all'altezza della bocca aveva una mascherina di plastica trasparente.
> Il tutto era coperto da placche chitinose di colore giallo rossiccio.
>
> Il comandante Bhreel sentì la pelle accapponarsi lungo tutta la schiena, questo le diede l'impressione di centinaia di ragni che camminassero lungo la sua spina dorsale, fantasia che andò ad acuire ancora di più la sensazione.
>
> "Mi capisce?" ripeté l'essere toccando con una delle 'braccia', terminante con una punta fine come un aculeo, un pulsante della visiera.
>
> Il consigliere fece cenno di si con la testa, poi decise che un cenno poteva anche non avere senso per quelle creature e quindi dette voce alla risposta "Si, la capisco..."
>
> "Si alzi lentamente, potrebbe avere problemi di equilibrio."
>
> Bhreel eseguì e si guardò attorno. La stanza sembrava un infermeria. Le dimensioni erano enormi rispetto a quelle a cui era abituata. Si rese conto che l'impressione era data dalla distanza che intercorreva fra i mobili, distanza necessaria a far passare i corpi di quegli esseri.
>
> "Che diavolo è lei?" chiese l'essere. "Che cos'è un diavolo?" Domandò subito dopo sorpreso.
> Il consigliere lo guardò allibita e l'essere si affrettò a spiegare.
> "Il nostro traduttore - disse toccandosi la visiera - è collegato con la nostra corteccia celebrale. Io parlo, lei recepisce il messaggio e nel suo cervello si formano delle immagini che mi lasciano capire cosa intende lei. Se io dico ad esempio 'letto' vedo nei suoi pensieri un oggetto rettangolare atto a distendere il suo corpo per riposare. Noi non usiamo niente del genere quindi non potrei capire di cosa parla senza leggere i suoi pensieri."
> "Quindi siete telepati... affascinante. Qual'è il suo nome?" Rendendosi conto che dal punto di vista psicologico si sentiva una vittima, Bhreel era passa al contrattacco cercando di prendere in mano la situazione.
> Il traduttore emise una serie di fischi e lamenti, come un antico modem che cercasse di sintonizzarsi.
> L'essere scosse la testa. "Mi dispiace ma credo che questo non possa essere tradotto. Può chiamarmi professore... ecco si questo sembra funzionare."
> "Bene professore, io sono in Comandante Timeran Bhreel Legen della nave stellare Curie. Immagino che i nomi non abbiano una traduzione quindi può chiamarmi Comandante. E rispondendo alla sua precedente domanda, i diavoli sono degli esseri umanoidi tratti dalle mitologie di molti pianeti. O dalla religione, dipende a chi fa la domanda. Quel termine spesso viene usato come rafforzativo." Pian piano la sicurezza del Consigliere prendeva sempre più piede e nonostante il disgusto che provava per i ragni, si impose di essere professionale.
>
> "Interessante. Adesso mi dica, cosa ci faceva su..." una serie di fischi sostituì la parola seguente e l'essere passo ad un più generico 'pianeta' per chiarire il concetto.
>
> "E' una lunga storia. Tutto è iniziato..."
>
>
>
> Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - 11 Gennaio 2395 – 07.25
> "Immagino che con Volkoff si sentisse più tranquillo" commentò il capo della sicurezza della Curie con tono fra il divertito e l'offeso.
> "Non me ne voglia signor Jenkins ma Volkoff ha una stazza più rassicurante. Ma sono certo che in quanto a sicurezza lei è capace quanto lui. Stia qui e mi guardi le spalle per favore..." ordinò Boram avvicinandosi alla creatura che da poco si era formata attingendo dallo sciame di ragni calati dagli alberi. Per un attimo ebbe la visione del suo sedere e capì che la Jenkins stava guardando quello e non le spalle. Sorrise divertito.
>
> L'essere aveva di nuovo una conformazione umanoide. Un misto di terrore e curiosità scientifica lo investiva ogni volta che posava gli occhi su quella strana entità.
>
> "Mi capite?" Chiese cercando di inviare un pensiero con la stessa intensità con cui scandiva le parole.
>
> "Ti capiamo..." la voce dell'essere nella sua testa era ronzante. Come milioni di voci che parlano all'unisono. Il primo dubbio sorto durante la riunione era che milioni di ragni equivalessero a milioni di pensieri, il che avrebbe portato il trill alla pazzia. Ma secondo Sorin, il quale gli aveva comunque insegnato alcune tecniche basilari vulcaniane per controllare la propria mente, i ragni unendosi avrebbero condiviso i pensieri formando una sola mente.
>
> "Non siamo qui per fare del male al vostro popolo, non sapevamo che questo mondo fosse abitato."
> "Ne siamo consapevoli." rispose l'essere
> "Sapete cosa è successo hai nostri compagni?" l'essere parve dubbioso. Lo scienziato si rese conto che quegli esseri erano talmente diversi da loro che non potevano capire in cosa differiva il loro comportamento dallo stato normale.
> "Sapete chi ha costruito quelli?" provò con qualcosa di più semplice.
> "I Fulvi." non fu una vera e propria parola, più un concetto. L'abbinamento di un colore, il giallo rossiccio, ad un pericolo.
> "E chi sono?" anche a questa domanda l'essere non aveva una risposta.
>
> Sapevano solo che i Fulvi provocavano dolore alla sua gente. I raggi che uscivano ad intervalli regolari dalle strutture mandavano la loro mente in confusione portandone alcuni alla morte e altri alla follia. Loro li consideravano dei distruttori che attaccavano le colonie di suoi simili in ogni parte del pianeta, senza un motivo, senza un tentativo di comunicare. Un genocidio senza nessuna ragione.
>
>
>
> Quarto Pianeta del sistema solare Sa'G - Il mondo interno - 11 Gennaio 2395 – Contemporaneamente
> Bhreel guardò dove il professore stava indicando.
> L'enorme caverna nella quale la città si trovava era illuminata come una giornata di sole del pianeta sovrastante e si estendeva a perdita d'occhio.
> Il mondo di quegli esseri era un intricato reticolo di gallerie, solcate da treni ad alta velocità, che collegavano le caverne in ognuna delle quali, enormi città erano state costruite con una tecnologia all'avanguardia che poteva rivaleggiare tranquillamente con quella della Federazione. Mentre le razze di altri mondi avevano guardato allo spazio per le loro esplorazioni, questi esseri avevano fatto l'opposto.
>
> "Sono bellissimi, ma perchè vivete nel sottosuolo? Il vostro mondo è meraviglioso." chiese la trill ammirando i giardini di cristallo che il professore gli indicava.
> "Secondo gli storici anticamente siamo stati attaccati da una razza proveniente dalle stelle, esseri di carne e metallo che cercarono di conquistarci. Iniziò da lì il nostro viaggio verso il centro della terra. La nostra tecnologia si è sviluppata per scavare e non per volare. Un vecchio detto recita: 'Se gli dei avessero voluto farci volare ci avrebbero donato delle ali'".
> "A quanto pare quel detto ha viaggiato per tutto l'universo" rispose divertita la donna. Bhreel con un brivido si rese conto che solo una razza in quel quadrante poteva essere definita di 'carne e metallo' e capì immediatamente perchè quel popolo avesse scelto di scendere all'interno del pianeta per nascondersi.
>
> "Adesso veniamo a noi... secondo quello che ci avete raccontato, altri esseri come lei sono stati cambiati dai nostri congegni sul pianeta."
> "Penso di si, anche se in realtà non so cosa sia successo la sopra. Ho solo vaghi ricordi, alcuni dei quali piuttosto imbarazzanti." Per un attimo ebbe la visione di Thomas e Luz che si accoppiavano in maniera animalesca di fronte a tutti i presenti come se la cosa fosse naturale per il loro stato di regressione. "Come siete riusciti a farmi tornare in me?"
> "Grazie all'essere che porti in grembo. Non avevo mai sentito di creature che portassero i propri figli internamente."
> "Figli?" per un attimo il consigliere rimase basita ma poi la comprensione arrivò "Non è mio figlio. E' un simbiote. - sorrise divertita dalle sensazioni di offesa che provenivano dal simbiote Bhreel - Sul mio mondo esistono due razze ben distinte: gli ospiti, cioè noi, e i simbioti di cui noi ci prendiamo cura. Credo che sia un po' troppo complicato da spiegare ma puoi considerarci una sola entità."
> "Affascinante!" commentò l'essere "Comunque avevamo riscontrato alcuni problemi alle vostre cellule neurali ma grazie alla creatura che porti in grembo siamo riusciti a riattivare i tuoi percorsi cognitivi. E' una procedura molto semplice, possiamo spiegartela in maniera da guarire gli altri membri del tuo equipaggio." l'essere pareva soddisfatto di poter aiutare ma la donna non era così contenta.
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> "Allora c'è un problema..." commentò spaventata, possibile che i suoi compagni sarebbero rimasti per sempre in quelle condizioni?
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> Lt. Piotr Alexei Volkoff
> Capo della Sicurezza
> USS Baffin NCC-69096
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