[Stml9] [5.02 - Samak - Non devo guardare!]

hannadegliiapigi a hotmail.it hannadegliiapigi a hotmail.it
Mer 9 Set 2015 22:14:20 CEST


Brava Ileana bel lavoro,ed è  vero subito è strano,ma poi si comincia ed è molto divertente scrivere questa strana avventura!


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On Wed, Sep 9, 2015 at 6:50 AM -0700, "Tenente Samak" <ten.samak a gmail.com> wrote:
Ecco il mio brano!
Intanto devo dire che all'inizio è stato proprio difficile... ma poi mi
sono divertita a scriverlo, anche se credo siano uscite tutte le mie
carenze da 'scrittrice'...

@Monica: mi dispiace ma ho dovuto rivelare un segreto della tua Luz :D
@Luca: attento a te!

Buona lettura!

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*USS Curie – 21 Febbraio 2395 - ore 14:00*

*Alloggio del Comandante Pierce - Tre giorni alla cerimonia*

Volkoff era arrivato quasi di corsa dopo che Pierce l’aveva chiamato
praticamente disperato, anche se forse più che aiuto quello che gli serviva
era una vero e proprio supporto morale.

Il russo, appena varcata la soglia dell’alloggio dell’amico, gli diede una
bella pacca sulla spalla e andò diretto a stravaccarsi sul divano, gambe
divaricate e mani incrociate dietro la nuca.

“Allora Thomas, raccontami quello che ti sta per succedere…” disse Piotr
con un tono divertito ma, appena alzato lo sguardo sull’amico trovò una
povera Luz ancora piegata per la ‘*leggera pacca amichevole’* ricevuta
qualche istante prima. Con la mano sulla spalla dolorante ed una smorfia di
dolore, la donna guardò il suo amico che si stava alzando per prestarle
soccorso, bloccandolo subito:

“Per carità, non ti muovere da lì! Non vorrei perdere anche l’uso
dell’altra spalla!” disse Luz che nel frattempo non riuscì più a trattenere
una risata:

“Beh, e adesso che c’è? Mi trovi così comico?”

Volkoff non poteva sapere dello spettacolo che stava offrendo all’amico:
 già soltanto il trovarsi sul divanetto del proprio alloggio una donna
vulcaniana tutta d’un pezzo come Suri, seduta in quel modo così maschile,
sarebbe stato comunque divertente. Poi il particolare gesto con cui l’aveva
salutata, quel gesto così umano e così invadente… quella pacca non era
stata pesante come se fosse stata data da Volkoff in persona… ma in ogni
caso la mano del Capitano era stata sufficiente a piegare una donna come
lei…

“Hai mai visto un vulcaniano sedersi in quel modo?? - Pierce non riuscì più
a trattenersi e scoppiò a ridere -  Aspetta Piotr, vado a prendere una cosa
dalla mia stanza, non ti muovere…” e tornò dopo qualche secondo con uno
specchio in mano che puntò direttamente verso l’amico ancora seduto sul
divano. Il russo, pur sapendo benissimo di non essere se stesso al cento
per cento in quel momento, quasi gli prese un colpo quando vide riflessa
l’immagine di una Suri modello camionista del XXI secolo…

“Oh mio dio” esclamò questo iniziando a ridere anche lui.

Poi Pierce raggiunse l’amico sul divano e si specchiarono entrambi:

“Thomas, sai che sei proprio carino!! Quasi quasi rimango qui nel tuo
alloggio” disse il russo con tono divertito e continuarono così a
scambiarsi battute maliziose per qualche minuto.

Quando riuscirono a tornare seri, Pierce riprese l’argomento cruciale che
tanto lo spaventava e per il quale Volkoff era stato convocato:

“Senti Piotr, come posso fare a tirarmi fuori dal pericolo depilazione? Tu
devi aiutarmi! Siamo riusciti a venire fuori da guai ben peggiori… e adesso
questo sembra così… insormontabile e spaventoso!”

Il russo tirò un lungo sospiro, il viso di Suri prese un’espressione
pensierosa. Dopo qualche istante di riflessione il testimone di nozze si
abbassò leggermente dalla seduta del divano scoprendo un piccolo lembo di
pelle della gamba dell’amico il quale, chiaramente, ritrasse subito l’arto
senza aver però capito dove Piotr volesse arrivare

“Ma che diavolo…”

“Senti bellezza – riprese il russo divertito – devi fare i conti con la
dura realtà. Io capisco che tu in quando Thomas Pierce sei un uomo e ti
senti un uomo, ma guarda qua questa gamba! Questa è la gamba di una donna e
questa gamba ha peli che  spuntano ovunque! Non puoi non farlo… Devi
prendere coraggio amico mio” e gli diede un’altra sonora pacca.

L’Ufficiale della Curie, inizialmente indispettito dal fatto che si stesse
parlando in quel modo della gamba della sua donna, fu costretto a dar
ragione al suo testimone: “Caspita, hai ragione… Ma io… - abbassò lo
sguardo vergognandosi di ammettere di aver paura - …”

“Tu hai paura, beh lo posso immaginare…” Piotr cercava di rimanere serio…
ma davvero non ce la poteva fare… quella situazione era troppo buffa!

“Ma tu invece – riprese il futuro sposino – tu… cioè il Capitano… non… …”

“Non che?? – disse il russo divertito – vuoi sapere se anche io devo
affrontare questa dura prova di coraggio?? Ebbene no!! Il mio atletico e
perfetto corpo è già a posto… ho controllato prima!“

All’occhiata di stupore di Thomas, Piotr rispose alzando la gamba dal
divano a mo’ di ballerina scoprendo la pelle già perfettamente depilata…

“E in ogni caso, non sarei di certo stato qua a piagnucolare…”

*Si certo…* pensò Pierce…



*USS Baffin – 21 Febbraio 2395 - ore 14:00*

*Alloggio del Comandante Samak - Tre giorni alla cerimonia*

Questa storia dello scambio sensoriale tra gli uomini dell’ equipaggio
aveva destabilizzato praticamente tutti, nessuno escluso.

O quasi… In realtà qualcuno si stava divertendo come non mai…

Per la vulcaniana Samak, invece, stava per diventare un vero e proprio
problema il fatto di non sapere come gestire quella situazione, aggravata
dal fatto che fosse anche così intima…

La reazione più logica che la donna riuscì ad elaborare era quella di…
ricorrere alla logica. E questa le suggeriva vivamente di rintanarsi nel
suo alloggio a meditare fino a che gli strani effetti di quelle stelle non
fossero passati o quanto meno finché non fosse riuscita a ritrovare un
minimo di equilibrio tra se stessa e quello strano corpo che abitava.

Con calma la donna abbassò le luci dell’alloggio, accese tutte le candele
necessarie e, seduta sul suo tappetino, iniziò la meditazione.

Ben presto però si rese conto che qualche cosa non andava. Non riusciva a
concentrarsi, non riusciva a separarsi dal suo corpo come faceva da sempre
durante la meditazione… proprio adesso che aveva davvero bisogno di
alienarsi da quella parte fisica, non riusciva a farlo. Sempre con gli
occhi chiusi sospirò e ricominciò la sessione dall’inizio, dalla fase da
cui iniziano i principianti: quella che insegna a seguire il respiro che
entra ed esce.

*Inspirare – espirare – inspirare – espirare..*.

Ci provò per più di mezz’ora, cercando di concentrarsi il più possibile, ma
non ci riusciva. La sua mente veniva inondata di sensazioni e pensieri che
non aveva mai provato.

*Come devo fare* pensò la donna quando capì che quel tentativo di
meditazione non sarebbe servita a nulla…

*Cosa devo fare…* e, ancora a gambe incrociate e seduta per terra, si
guardò le mani che non erano le sue, portandosele davanti agli occhi.

Samak stava ancora cercando di capire se valesse la pena continuare quei
tentativi di meditazione,  quando fu distratta dalle sue gambe. In effetti
da quando era successo quell’incidente lei aveva cercato il più possibile
di non guardarsi allo specchio pensando che l’immagine nuova avrebbe
contribuito a destabilizzarla ancora di più di quanto già non fosse. Ma
adesso non poteva più evitarlo: il suo sguardo si posò prima sui piedi,
almeno 4/5 numeri più grandi dei suoi, poi osservò le caviglie … e quei
polpacci… ad un certo punto iniziò anche a sentire un certo formicolio, una
specie di stanchezza diffusa a tutte le gambe e quasi non le riusciva più a
muovere…

*Ecco perché il tenente non riesce a progredire nei suoi esercizi di
meditazione… non riesce a tenerne la posizione…* e sorrise tra sé contenta
di aver finalmente capito uno dei limiti del suo allievo. In questo modo
finalmente avrebbe escogitato per lui una soluzione più comoda.

Fece un altro lungo e profondo sospiro, si alzò dal cuscino e decise di
concedersi una rigenerante doccia sonica… stando accuratamente attenta a
non guardare troppo quel corpo estraneo che si ritrovava, ovviamente. Ma
neanche la doccia riuscì a calmare la mente di Samak, la sensazione di quei
muscoli che le tiravano sotto la pelle la faceva sentire a disagio… inoltre
per quanto cercasse di non guardarsi sotto… non riuscì proprio a farne a
meno.

Poi c’era quel *verme* che le stava nella pancia e alle volte sembrava che
le parlasse addirittura…

*Sto impazzendo* pensò, e venne fuori anche dalla doccia…

*Ok, tanto la nave riuscirà ad andare avanti un paio di giorni senza di me.
Devo solo resistere qualche giorno senza impazzire e tutto sarà finito.*

La vulcaniana stava quasi per mettere l’ avviso di ‘*non disturbare’* sulla
porta del suo alloggio quando qualcuno bussò.

“Chi…” la vulcaniana non era ancora abituata a sentire una voce maschile
uscirle dalla bocca… se la schiarì e riprovò a rispondere: “Chi…”  niente,
ancora quella voce…

Non ricevendo risposta, il visitatore della vulcaniana provò una seconda
volta a bussare, questa volta presentandosi:

“Comandante Samak, sono io, il Tenente Tynan. Oggi abbiamo la lezione, si
ricorda?”

Tynan aveva la sua voce, e aveva anche ragione: si erano già fatte le 18 e
a quell’ora era programmata la seduta di meditazione con il Trill. Non era
logico rimandarlo a indietro, lo fece entrare.

Nell’alloggio di Samak c’erano lei e Tynan, come sarebbe stato in ogni
caso, con o senza quel maledetto ammasso stellare… ma… lei non si sentiva
lei e lui, beh con Tynan non aveva parlato di questa situazione quindi non
sapeva come la stesse prendendo, del resto non era logico fargli una
domanda così privata, ai fini della loro lezione non serviva.

Quindi iniziarono subito.

Come tutte le volte Samak doveva condurre il collega ad una meditazione
guidata, ma presto si rese conto dell’errore che aveva commesso a non
annullare quella seduta: dopo una ventina di minuti iniziò a percepire come
una specie di  malore, i battiti le stavano pian piano aumentando,
percepiva il sangue che gonfiava le vene di quell’estraneo corpo in modo
anomalo, sentiva di non avere più il pieno controllo del suo corpo.

“Tenente Comandante Tynan, deve assolutamente ed al più presto, lasciare
questo alloggio.”

Lui guardò la sua insegnante con sorpresa, era la prima volta che una
sessione di meditazione non veniva portata a termine da quando avevano
iniziato. Poi capì quello che stava succedendo alla donna, o meglio quello
che stava succedendo al suo corpo… era già da un po’ che succedeva… quindi
si rimise le scarpe, si alzò dal cuscino su cui era seduto e andò via.
Sapeva che per la vulcaniana sarebbe stato difficile e non voleva forzare
la situazione.

“Se vuole parlarne, Comandante, può contare su di me…” Le disse e uscì
dalla stanza.



*USS Curie – 21 Febbraio 2395 - ore 15:20*

*Alloggio del Comandante Pierce - Tre giorni alla cerimonia*

“Va bene, senti Thomas io devo tornare sulla Baffin adesso… ho delle cose
da finire - disse il russo al suo amico dopo che ebbero finito di prendersi
in giro a vicenda… - ho da sbrigare alcune cose in Plancia e vorrei anche
farmi una doccia prima di cena. Per quella cosa invece, cerca di stare
tranquillo, sono sicuro che non ti succederà nulla di male…”

“Si, va bene… ciao… ”

Le due donne si salutarono.



*USS Curie – 21 Febbraio 2395 - ore 16:30 - Infermeria - Tre giorni alla
cerimonia*

La dottoressa Fuentes era nella sua infermeria: aveva intenzione di finire
una ricerca che aveva iniziato qualche tempo prima. Ma quelle manone che si
ritrovava le impedivano qualunque movimento al microscopio, quindi lasciò
perdere quasi subito. Poi stava per raggiungerla la sua amica Timeran, per
cui anche la testa le volava altrove.

La Trill non si fece attendere, subito entrò in infermeria e iniziò a
parlottare a bassa voce con l’amica, ridacchiando di tanto in tanto. Anche
se cercavano di farsi piccoline e di non dare troppo nell’occhio, tutti
quanti là dentro non poterono non notare i due energumeni di Pierce e Brown
che si scambiavano abbracci e risatine…

“Dai, organizziamo agli uomini un bello scherzetto!” disse il Consigliere
all’amica…


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Comandante Samak
Ufficiale Tattico Capo
USS Baffin
Progetto Pythaes - Delta Quadrant
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Email: ten.samak a gmail.com
Sype: dolcevoloo
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