[Stml9] R: Suri - 6.05 - Faccia a faccia
Stefano Zaniboni
stezani a me.com
Lun 29 Feb 2016 10:47:14 CET
Mi associo anche io, complimenti per il brano, molto molto bello! :)
Stefano
> On Feb 29, 2016, at 10:34 AM, Maddalena Duci <vampitrill a gmail.com> wrote:
>
> Mi e' piaciuto molto, soprattutto la parte con Appel. Solo un appunto. Ad un certo punto dice che al tempo della Cepheus la Federazione non aveva ancora incontrato i troll, ma questo va in contraddizione con quello che abbiamo fatto prima. Per il resto, bellissimo.
> Da: Franco Carretti <mailto:piotr_volkoff a mail.com>
> Inviato: 29/02/2016 10:27
> A: stml9 a gioco.net <mailto:stml9 a gioco.net>
> Oggetto: Re: [Stml9] Suri - 6.05 - Faccia a faccia
>
> Notevole, un brano all'X-Files. Complotti, orrori, paranoia... molto bello.
>
> L'atmosfera è molto pesante! Molto bello
>
>
>
>
> > Sent: Sunday, February 28, 2016 at 7:21 PM
> > From: "Elena Fuccelli" <mf9115 a mclink.it>
> > To: "Progetto Pytheas" <stml9 a gioco.net>
> > Subject: [Stml9] Suri - 6.05 - Faccia a faccia
> >
> > Non succede molto... Spero di non annoiarvi.
> >
> > -----------------------------
> > INIZIO TRASMISSIONE
> > ----------------------------
> > USS Cepheus – Sala teletrasporto.
> > 05/12/2395 – ore 11,32
> >
> >
> > La prima impressione fu di oscurità. Volkoff si irrigidì, controllando
> > lo spazio attorno alla pedana sulla quale si era appena
> > materializzato. Non appena gli occhi si furono abituati alla scarsa
> > luce, si accorse che davanti a lui c'erano le sagome di quattro
> > individui. Tre uomini e una donna, tutti umanoidi. Abiti civili. Gli
> > abiti formavano uno strano contrasto – anzi, una stonatura! - con i
> > fucili che stavano puntando loro addosso, e la stonatura era solo
> > accentuata dal fatto che le armi non erano nelle loro mani, ma
> > sembravano avvitate al posto del braccio destro di ognuno, poco sotto
> > l'articolazione della spalla. In un istante, valutò le possibilità di
> > una resistenza e di una rapida ritirata con il teletrasporto. Peccato
> > solo che le loro navi non fossero in grado di muoversi da quella zona.
> > “...La resistenza è futile” - mormorò tra sé.
> > “Sono... Borg?” - sussurrò Timeran Bhreel. Fu la dottoressa Fuentes a
> > risponderle:
> > “No. Non hanno le caratteristiche tipiche dei Borg... Anche se ne
> > hanno adottato la tecnologia.” - fece per alzare il proprio tricorder,
> > ma gli uomini le puntarono contro le armi e la donna si bloccò.
> > “Si potrebbe quasi dire che hanno assimilato i Borg. Non ne sono stati
> > assimilati” - disse Alan Brown.
> > A parte le braccia armate, nessuno dei quattro aveva dei congegni, o
> > almeno non nelle parti visibili del corpo. Solo uno degli uomini aveva
> > il cranio calvo, che compensava con una barba intrecciata dall'aspetto
> > molto curato. Stimò fosse alto quanto lui ed almeno altrettanto
> > muscoloso. Il biondo al suo fianco aveva un fisico longilineo e
> > sembrava il più giovane dei quattro. La donna aveva capelli scuri
> > cortissimi che incorniciavano un volto duro, dagli zigomi talmente
> > pronunciati da sembrare angoloso. Se fosse stata una terrestre,
> > Volkoff l'avrebbe giudicata sulla quarantina. Il quarto era un bruno
> > dalla pelle costellata di macchioline simili a bruciature. Non macchie
> > da trill... Del resto, ricordò Volkoff, all'epoca della partenza della
> > Cepheus, la Federazione non aveva ancora preso contatto con i trill.
> > Il capitano avanzò di un passo, muovendosi con studiata lentezza:
> > “...Non è vero, forse? Io sono il capitano Suri della U.S.S. Curie.
> > Siamo qui per parlare con il vostro capitano...” - disse.
> > Uno degli uomini sbirciò verso il biondo longilineo, che fece un cenno
> > di assenso:
> > “Io sono il primo ufficiale. Mi chiamo Peter David.” - Il suo braccio
> > non si era mosso di un millimetro dalla posizione di fuoco. Nessuno, a
> > quanto pareva, si dava pena di nascondere la propria ostilità nei
> > confronti del gruppo in uniforme.
> > I quattro si spostarono, senza perderli mai di mira con le loro armi,
> > quindi accennarono ai federali che li precedessero nel corridoio.
> > Alan Brown si soffermò un istante a fissare la piattaforma del
> > teletrasporto. L'uomo dalla barba intrecciata gli puntò il fucile tra
> > le scapole, spingendolo in malo modo perché seguisse gli altri.
> > “Siete per caso in turno di notte?” - domandò l'umano, in tono
> > discorsivo. Anche il corridoio era poco illuminato. Le luci
> > diffondevano un chiarore rossastro, appena sufficiente a vedere dove
> > si mettevano i piedi. Anche il mantenimento doveva essere stato posto
> > al minimo in quella zona, perché la temperatura era piuttosto bassa.
> > Il capitano Suri, che veniva da un pianeta caldo come Vulcano, doveva
> > sentire decisamente freddo.
> > “No. Non siamo in turno di notte” - disse il biondo. In corridoio
> > incrociarono un paio di membri di equipaggio, che si scostarono per
> > farli passare. Nessuno di loro aveva congegni Borg.
> > “Risparmio energetico, allora? - chiese Luz Fuentes – Perché la
> > temperatura è così bassa?”
> > David sbuffò:
> > “E' così da sempre” - fece cenno di entrare nel turboascensore. Dopo
> > pochi istanti, il gruppo sbarcò di fronte ad un nuovo corridoio. Qui
> > il russo fece in tempo a vedere altri membri di equipaggio, prima che
> > l'uomo dalla barba intrecciata li spingesse verso una porta.
> > Era una stanza chiusa. Vuota.
> > Si girò. Gli uomini che li avevano accompagnati erano rimasti oltre la
> > soglia. Comprese e tentò di gettarsi contro di loro, ma le mani di
> > Tynan lo trattennero:
> > “Stai fermo! - gridò il trill – Non ti sei accorto che hanno acceso un
> > campo di forze appena siamo entrati? Ci hanno chiuso dentro!”
> > Volkoff si liberò dell'umano con un gesto secco:
> > “Avrei potuto impedirglielo!”
> > “Non abbastanza in fretta!”
> > Il riquadro formato dallo stipite della porta incorniciava il biondo
> > Peter David. L'uomo sorrise, e per la prima volta abbassò l'arma verso
> > l'impiantito:
> > “Buona permanenza” - disse, sardonico, e scomparve.
> >
> >
> > USS Baffin – Plancia di comando
> > 05/12/2395 – ore 11,35
> >
> >
> > “Allora?” - domandò Enizia.
> > “I segnali sono scomparsi!” - avvisò il comandante Samak dalla
> > postazione tattica. La voce della donna era atona, come di consueto,
> > ma Enizia avrebbe giurato di avervi percepito una nota di ansietà.
> > “Segni vitali?” - disse, raggiungendo la vulcaniana. Il monitor era
> > completamente nero.
> > La donna aumentò la portata dei sensori, verificò il rapporto sul
> > monitor, quindi scosse la testa:
> > “Di qualunque cosa si servano per bloccare i segnali, i nostri sensori
> > non sono in grado di penetrarvi”
> > “Sto provando a chiamare la squadra - disse Rodell Thurax, dalla
> > consolle di comunicazione – Nessuna risposta, su nessuna delle nostre
> > frequenze!”
> > “Lo avevo detto, io!” - proclamò rabbiosamente Enizia – Non ci
> > potevamo fidare di quell'umano” - Respirò a fondo, per riprendere il
> > controllo dei nervi :
> > “Se non altro – continuò dopo un istante – Ce lo aspettavamo. Non ci
> > siamo buttati nella gola del lupo del tutto indifesi. Tutto sta a
> > vedere se le contromisure che abbiamo preso riusciranno a superare gli
> > schermi del nemico”
> > “...Sono nemici?” - la voce del consigliere Maurian si fece sentire,
> > dal fondo della sala comando.
> > Enizia si voltò verso di lui:
> > “Che vuol dire? Hanno sequestrato le nostre navi. E' un gesto ostile.
> > Ed io mi comporterò di conseguenza!”
> > “Oh, sono convinto che il capitano Norton sia effettivamente nostro
> > nemico. Non ho avuto molto tempo per studiare il profilo psicologico
> > di quell'uomo – Maurian accennò al lo schermo centrale, dove prima era
> > apparso il capitano Norton – Posso sbagliarmi, ma ho notato i sintomi
> > di un sociopatico aggressivo. Ogni sua frase parlava di un sistema di
> > credenze di tipo persecutorio nei confronti della Flotta Stellare...
> > Quello che i testi classici di psicologia chiamano paranoia”
> > “E allora?” - domandò Enizia, spazientita.
> > “Non riesco a credere che l'intera popolazione superstite della
> > Cepheus sia stata contagiata dalla paranoia provocata dal senso di
> > abbandono. Su quella nave ci devono essere delle persone interessate
> > ad unirsi a noi nel nostro viaggio di ritorno verso il Quadrante Alfa.
> > Il capitano può essere nostro nemico. Alcuni membri, soprattutto nel
> > gruppo di comando, saranno ugualmente nostri nemici; ma non è detto
> > che siano tutti quanti nostri nemici.” - concluse Maurian.
> > Enizia scosse la testa:
> > “Sono passati troppi anni. Non credo che ci possano essere veri e
> > propri superstiti della Cepheus. L'equipaggio che ci è di fronte deve
> > essere nato nel Quadrante Delta... Un ambiente ostile, pieno di
> > insidie”
> > Maurian stava assentendo:
> > “Esatto. Sono persone nate e cresciute in un ambiente molto ostile. Ma
> > i loro genitori devono per forza aver parlato loro della Terra, di
> > Andoria, di Vulcano... Devono necessariamente aver paragonato la
> > situazione di pericolo, di fame, di disperazione presente a quella che
> > era la loro situazione nel passato. Sono persone cresciute con il mito
> > del loro mondo e della loro cultura di provenienza... E si trovano
> > all'improvviso di fronte a persone che provengono direttamente quel
> > mondo che hanno mitizzato. Sono convinto che cercheranno di
> > contattarci, per avere conferme delle storie in cui sono cresciuti...
> > Questi saranno i nostri più ardenti alleati.”
> > “Spero che sia così – commentò il capitano, tornando a sedersi alla
> > poltrona centrale – Ma non sono convinta che sarà così facile portare
> > dalla nostra parte l'equipaggio. Soprattutto se vedono la Flotta
> > Stellare come colpevole del loro esilio nel Quadrante Delta”
> >
> >
> > USS Cepheus – Ponte inferiore
> > 05/12/2395 – ore 11,40
> >
> >
> >
> > Quella in cui erano chiusi era una stanza dal soffitto basso, con un
> > lungo tavolo di legno nero, circondato da sedie. Sulla paratia in
> > fondo, Volkoff vide degli oblò, ma erano stati oscurati. Peccato,
> > pensò il russo: gli sarebbe piaciuto sapere se dalla nave, dalla base
> > o quel che era l'ambiente in cui si trovavano, le stelle erano ancora
> > visibili. Personalmente, avrebbe scommesso di si.
> > “Bene... A quanto pare siamo prigionieri di questi mezzi Borg” - la
> > dottoressa Fuentes andò a sedersi al tavolo.
> > “E' riuscita a fare una scansione con il tricorder medico? - domandò
> > il capitano Suri – Mi sono accorta che lo ha manovrato mentre eravamo
> > nel turboascensore”
> > Luz sorrise:
> > “Credevo di essere stata abbastanza abile da non farmi accorgere da
> > nessuno” – disse.
> > “Ha scoperto qualcosa?” - Volkoff si avvicinò.
> > “Gli scudi che impediscono ai nostri sensori di leggere devono essere
> > orientati verso l'esterno. Dall'interno, il mio tricorder non ha avuto
> > difficoltà a registrare i segni vitali di circa ottocento persone, in
> > grande maggioranza umani...”
> > “Logico. L'equipaggio della Cepheus era quasi interamente composto da
> > umani - disse il capitano Suri - “Qual è la concentrazione di naniti
> > Borg nel loro sistema?”
> > “Per saperlo dovrei esaminare uno per uno i membri dell'equipaggio. Se
> > devo considerare come campione i quattro che ci hanno accompagnato
> > qui, hanno una concentrazione di naniti piuttosto bassa.”
> > “Quando si insediano in un corpo umano, i naniti si replicano fino a
> > prendere il controllo dell'ospite. Come fanno a mantenere basso il
> > livello di naniti?”
> > La dottoressa Fuentes alzò le spalle:
> > “Ho paura che questo dovremo chiederlo a loro”
> > Volkoff guardò verso Tynan. Il trill appariva stranamente assente e il
> > russo valutò l'idea di richiamarlo. L'ufficiale scientifico parve
> > sentirlo, perché lo guardò e scosse la testa, facendo segno di non
> > attirare l'attenzione su di lui. Con un dito, si sfiorò l'orecchio,
> > poi accennò al tetto della sala. Certo, pensò Volkoff. E' ovvio che ci
> > stiano ascoltando. Forse anche guardando, da qualche olocamera
> > nascosta, vero?
> > Tynan assentì piano, quindi si scostò, andando ad appoggiarsi ad uno
> > degli angoli della sala.
> > “Capitano... - il comandante Brown richiamò l'attenzione – Guardi qui.
> > Metà della stanza è protetta da un campo di forze”
> > L'ingegnere era in piedi accanto al tavolo. Sporse con prudenza due
> > dita. Al suo tocco, una scarica di energia illuminò la sala di una
> > luce azzurrina:
> > “Sembra ci sia stata riservata solo mezza cella, capitano - commentò
> > l'umano – Non possiamo accedere all'altra parte della sala”
> > “Più che una cella, sembra il parlatorio di una prigione” - disse
> > Timeran Bhreel.
> > “Strana prigione – replicò il capitano – Ci hanno lasciato insieme e
> > non ci hanno tolto l'attrezzatura che portavamo con noi.”
> > “Voi non siete prigionieri” - dal fondo della stanza si udì un rumore
> > metallico. Parte della paratia si aprì per lasciar passare due figure.
> > Suri riconobbe l'uomo che si era presentato come capitano Norton. Era
> > accompagnato dal biondo David, si pose in piedi dietro la postazione
> > del capitano.
> > Norton accennò con un gesto alle sedie che circondavano il tavolo,
> > quindi si sedette.
> > “...Ho solo tenuto a prendere qualche precauzione”
> > Suri andò a sedersi all'altro capo del tavolo. Attese che il suo
> > equipaggio si fosse seduto a sua volta attorno al tavolo, prima di
> > iniziare:
> > “Capitano... Sembra che vi aspettiate un attacco da parte nostra –
> > disse – Avete addirittura messo un campo di forze, tra di noi. Non
> > crede che un po' di fiducia reciproca potrebbe migliorare i nostri
> > rapporti?”
> > “No, non lo credo – replicò Norton. La sua voce era piana. Stava
> > affermando quello che era uno stato di fatto, non una opinione, ai
> > propri occhi – I nostri predecessori si sono fidati della Flotta
> > Stellare. Se avessero avuto ragione a fidarsi, noi non saremmo qui!”
> > “Vi fidate di più dei Borg?” - domandò Suri.
> > Volkoff vide un lampo di rabbia negli occhi dell'altro. Aveva
> > l'impressione, con lui, di avere a che fare con una nave in
> > occultamento. Una pura insidia, una minaccia sotterranea, che si
> > sarebbe rivelata solo al momento di sparare i suoi siluri.
> > Ma anche loro avevano preparato qualche siluro. L'essenziale era non
> > farsi scoprire troppo presto. Osò allungare un'occhiata verso Tynan:
> > lui avrebbe saputo se una sonda mentale o un telepate nemico li avesse
> > scoperti. Ma il trill stavolta non ricambiò il suo sguardo.
> > La vulcaniana stava continuando:
> > “Trovo difficile pensare che i Borg abbiano avuto a che fare con voi
> > senza tentare di assimilare i superstiti della Cepheus al loro
> > Collettivo. Eppure, voi non siete stati assimilati... Come avete
> > fatto?”
> > Norton si appoggiò sullo schienale della poltrona:
> > “E voi, che cosa sapete dei Borg?” - ritorse.
> > “Sono arrivati abbastanza vicino al pianeta Terra, qualche anno fa”
> > “Non sono arrivati abbastanza vicino! - esplose il biondo David – Sono
> > arrivati sulla Terra!”
> > Norton si girò in tempo per fulminare il primo ufficiale con
> > un'occhiataccia:
> > “Comandante, lasci parlare me! Oppure esca di qui!” - abbaiò.
> > David si morse le labbra:
> > “Si, signore”
> > I federali seguirono lo scambio senza commentare. Norton tornò a
> > girarsi verso di loro:
> > “Quando credete sia successo? Intendo, la prima volta che gli umani
> > hanno avuto a che fare con i Borg”
> > “Il primo contatto registrato risale alla data stellare 42761.3” -
> > rispose Suri, dopo un is
> [il messaggio originale non è incluso]
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