[Stml9] [Nurell - 07.08] Attacco a sorpresa

Monica Miodini hannadegliiapigi a hotmail.it
Dom 13 Ago 2017 11:43:53 CEST


Ma non potevo starmene tranquilla sulla Curie ? No vado a cercar rogne sulla Baffin !
;)
Bravo bel lavoro  !
Luz/Monica

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Sent: Sunday, August 13, 2017 11:28:35 AM
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Subject: [Stml9] [Nurell - 07.08] Attacco a sorpresa

Ciao,
ecco il mio brano, spero che vi piaccia!

Ceres - Sede centrale Congregazione Federale - 23/11/2396, ore 14.40

Dopo un lungo e inquietante silenzio il console Annunaki fece la domanda

che avevano tutti in mente: ”Chi?”

E per dare forza alle parole appena pronunciate aggiunse: ”Chi potrebbe aver

rapito gli umani e portati dall’altro capo della Galassia?”

“Potrebbe anche aver rapito altre razze e portate qui.” Aggiunse il Console

Natvel.

“E soprattutto perché?” Aggiunse il capitano Bellamonte.

“Non abbiamo queste risposte.” Ammise Suri con la tipica calma Vulcaniana.

“Nemmeno noi.” Fu la sincera risposta del console Annunaki.

Capendo che la conversazione stava deviando verso discorsi
inconcludenti, il capitano Enizia cercò di riportare il tutto verso una
direzione più proficua e utile nell’immediato: ”Ma la cosa importante
ora è l’incontro pacifico tra i nostri popoli.”

Il console Reticuli era dello stesso parere: ”Concordo in pieno con voi
capitano Enizia.”

“Possiamo dire di aver fatto un buon lavoro come capitano della Flotta
Stellare quando un primo contatto avviene in questo modo.” Aggiunse Suri.

“Vorremmo conoscervi meglio e farvi conoscere meglio la nostra
Federazione.” Concluse Enizia.

“Bene allora procediamo.” Fu la risposta del Console Natvel.

Cella detenzione G-4 angolo traditori – nel frattempo

Al contrario dei Federali, Antarr aveva avuto un’accoglienza decisamente
poco amichevole. Identificata come l’inventrice del dispositivo di
occultamento Kereven era diventata un prigioniero di importanza strategica.

Non avevano perso tempo: appena il convoglio era arrivato sul pianeta
l’avevano prontamente trasferita con una navetta e portata in un centro
di detenzione per l’interrogatorio. A dire il vero le avevano fatto ben
poche domande, anzi avevano impegnato il tempo a picchiarla e umiliarla
cercando di spezzarla prima di chiederle qualunque cosa.

Una forte scarica elettrica quasi letale l’aveva tormentata nell’ultima
mezz’ora e il dolore accecante l’aveva fatta urlare fino a farla
rimanere senza voce. Il respiro era affannoso, i muscoli indolenziti e
le estremità doloranti. Mani poco gentili la rimisero in piedi facendola
sedere su una scomoda sedia. Una forte luce la illuminava dall’alto
impedendole di vedere oltre a 30 centimetri da lei. Improvvisamente
un’ombra emerse dal buio e Antarr capì che era pronta e a breve le
avrebbero fatto la prima domanda.

“Come ti chiami?” Chiese l’interrogatore.

Antarr ancora dolorante e ferita ebbe appena la forza di alzare lo
guardo e di cercare di mettere a fuoco con gli occhi l’interlocutore.
Tuttavia riusciva a vedere a malapena una figura nera.

“Come ti chiami?” L’inquisitore ripeté la domanda con calma.

Antarr cercò di parlare ma il dolore e lo stordimento le fecero uscire
dalla bocca solo una serie di suoni gutturali e incomprensibili.

Poi, decisa a non farla vinta ai nemici, aggiunse: ”Sapete chi sono… .”

Fece una lunga pausa cercando di rimettere assieme le parole:” Io… sono…
.” Una fitta di dolore la interruppe, poi, con tutto l’odio che aveva in
corpo disse il

suo nome.”Antarr… .”

Detto ciò abbassò la testa travolta dal dolore causato dalle scariche
elettriche a cui l’avevano sottoposta.

Inquisitore sorrise soddisfatto ma Antarr non vide nulla.

Dopo una breve pausa il carceriere riprese a parlare: ”Parlami della
nuova arma.”

Tutto orgoglio e tutta la fedeltà al suo mondo si riattivarono e diedero
nuova forza alla martoriata donna: Io non tradirò mai il mio mondo.”

“E’ meglio per te se collabori.”

“No… .”Un fitta di dolore colpì la donna ma che riuscì ugualmente a
parlare: ”Non mi piegherete.”

“Questo lo vedremo.” La figura si volse verso il buio dicendo: ”Fatele fare

un nuovo ciclo di cure.”

Nave stellare Kirrirrs della flotta d’assalto Kereven - 23/11/2396, ore
14.50

Il capitano Larring aveva di sicuro compiuto un gesto memorabile:
entrare nel sistema Ceres senza essere visto fino a raggiungere
l’orbita. Quest’azione gli avrebbe valso in patria onori e gloria. Ma
c’era un problema anzi due: la nave gemella era andata distrutta nello
scontro contro quegli strani alieni i quali sembravano in grado di
poterli rilevare anche se occultati.

Un vero problema: non poteva attaccarli e non poteva nemmeno permettere
che la loro tecnologia molto avanzata finisse nelle mani dei loro
nemici. Avrebbe segnato la prematura fine del loro vantaggio tattico
dell’occultamento.

Da diverse ore aveva nascosto la sua nave in un punto lagrangiano e
ridotto l’energia per cercare di ridurre al minimo le emissioni nel
tentativo di rendersi invisibile ai sensori nemici. Non era certo della
riuscita del suo piano però era pronto a giocarsi il tutto per tutto.

“Le navi alieni tengono la posizione.” Le parole dell’ufficiale tattico
destarono il capitano Larring dai suoi pensieri.

“Bene.” Il capitano respirò a lungo e chiese: ”I rilevamenti
dell’asteroide sono confermati?”

L’ufficiale scientifico rispose: ”Sì signore sull’asteroide sono
presenti diversi cannoni al plasma e batterie per missili da attacco.”

Larring sorrise dicendo: ”Bene procediamo. Timoniere avanti piano non
facciamoci scoprire.”

Continente sud occidentale di Ceres - 23/11/2396, ore 14.55

Kariin aveva chiesto di essere sbarcato. Avevano accolto quasi subito la
sua richiesta. Le autorità civili e militari gli avevano fatto poche
domande riguardo l’incidente del mercantile per poi congedarlo e
chiedendogli di rimanere a disposizione.

Finalmente solo e attaccato da un turbinio di pensieri si stava
dirigendo a casa. Come avrebbe potuto dire alla sua gente e alla sua
famiglia che il loro mondo non gli apparteneva? Come poteva dire loro di
credere a quegli alieni dall’altra parte della galassia?

D’improvviso vide in lontananza una figura che si sbracciava per
chiamarlo. La riconobbe era sua madre. Con un breve sospiro le si
avvicinò pronto a raccontarle quella strana storia.

Uss Baffin plancia - 23/11/2396, ore 15.15

La situazione in plancia era tranquilla la Baffin assieme alla Curie
stavano orbitando attorno al pianeta e gli ufficiali erano impegnati in
attività manutentivi, analisi dei dati e esplorazione di quello strano
sistema stellare saturo di radiazione protoniche.

Nurrel era al tattico impegnato a cercare di scoprire la posizione della
nave Kereven di cui avevano perso le tracce appena entrati in orbita. La
probabilità che la Kirrirrs si trovasse ancora in zona era molto remota
tuttavia alcuni strani rilevamenti di echi l’avevano messo in guardia.

Poco distante da lui il tenente comandante Fuentes, che era salita sulla
Baffin per ispezionare delle attrezzature mediche, le disse: ”Guardi qui.”

Nurrel si voltò e vide la dottoressa armeggiare con una consolle
scientifica assieme al tenente Wllis.

“Che cosa state facendo?” Chiese Alexandros.

“L’abbiamo trovata.” Spiegò l’ufficiale scientifico in seconda il
tenente Wllis.

“Chi?”

“La dottoressa Antarr.” Spiegò Luz per poi aggiungere: ”Dai dati sembra
che la sitano torturando.”

“Ah.” Nurrel sapeva che non potevano intervenire per la Prima Direttiva
ma d’altronde la tortura non era una cosa da prendere alla leggera.

“Non mi piace.” Fu il commento di Luz.

“Meglio avvertire il capit… .”Un’ allarme si accese dalla postazione di
Nurrel.

“Ci stanno sparando addosso?” Esclamò il tattico mentre alzava gli scudi.

Davanti a loro il tenente Payton attivò i motori per un azione evasiva
ma il primo colpo centrò in pieno la nave.

Nave stellare Kirrirrs della flotta d’assalto Kereven - 23/11/2396, ore
15.17

Larring era pieno d’orgoglio per il suo equipaggio. Grazie alle preziose
informazioni dei loro servizi segreti una sua squadra di ingegneri aveva
facilmente preso il controllo di un installazione di difesa planetaria
di Ceres. Era stato facilissimo forse nessuno della Congregazione
Federale aveva mai pensato che una nave potesse avvicinarsi così alle
difese planetarie. Questa leggerezza gli aveva permesso di avere un
importantissimo vantaggio contro i suoi nemici.

Sul monitor vedeva i primi missili nucleari partire verso le due navi
della Flotta Stallare e i cannoni al plasma eseguire un fortissimo fuoco
di sbarramento.

Ora era il suo turno: avrebbe dato loro il colpo di grazia con la sua
nave e sarebbe tornato in patria come un eroe.

“A tutte le postazioni condizione d’attacco tutta l’energia alle armi…
fuoco!”

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