[Stml10] [03.07 - Drax - Chi ha bisogno di una Libera Uscita?]

Fabio fab4web a email.it
Gio 18 Gen 2018 12:34:16 CET


Brava, bel pezzo.
Mi piace come hai usato il mio personaggio :)

> Il giorno 17 gen 2018, alle ore 18:55, Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com> ha scritto:
> 
> Ciao!
> Ecco il mio pezzo.
> E' un pò lungo e ho fatto accadere un pò di cose. Ho giocato un pò con le dinamiche fra i personaggi.
> 
> Spero vi piaccia
> Silvia
> 
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> Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht
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> BRANO 3.07
> BRANO PRECEDENTE: Conoscenze
> TITOLO: Chi ha bisogno di una Libera Uscita?
> AUTORE: Sidzi Drax
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> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 22:00
> Il locale era affollato al punto che molti dei clienti si erano riversati sulla camminata appena fuori, con i bicchieri in mano, rendendo difficoltoso il passaggio. Risate, musica e voci che cercavano di imporsi l’una sull’altra assaltando le orecchie per martellarle con dolorosa frequenza. Nessuno sembrava farci caso però, in quel momento a Deep Space 5 erano ormeggiate tre navi della flotta stellare, quattro mercantili e una nave trasporto passeggeri e sembrava che tutti gli equipaggi si fossero dati appuntamento li.
> Toran aveva stampato sul viso il sorriso di chi non vede l’ora di godersi la libera uscita mentre, accanto a lui Shinead O’Lauglin mostrava tutti i segni del fastidio alla vista di quella confusione. Convincerla a staccarsi dal laboratorio non era stato facile, ma il consigliere aveva ‘velatamente’ suggerito a tutti di godersi questa franchigia e che era auspicabile, se non obbligatorio, che tutti sbarcassero per almeno un paio d’ore per ‘assaporare un po’ di libertà dai ruoli che segnano costantemente le loro vite’. Erano state quelle le sue parole precise accompagnate dal movimento perentorio del dito indice che indicava la direzione della sala teletrasporto.
> Il comandante Toran aveva storto il naso, ma alla fine le aveva dato ragione: l’equipaggio della Erinle aveva decisamente bisogno di riposo. Il sorriso gli si allargò al pensiero di come la sua vita fosse cambiata negli ultimi tempi: da agente operativo, costantemente sul filo del pericolo, a premuroso comandante che si preoccupa della salute del suo equipaggio.
> “Comandante..:”
> “Toran, non siamo in servizio ricorda?”
> “Sissignore,” rispose Chorate arrossendo subito dopo per l’imbarazzo, “volevo dire Tor..Insomma lei. Come conosce questo posto?” Chiese inglobando con un unico gesto del braccio la passeggiata ed il locale.
> “Ho una carriera lunga alle spalle,” rispose mantenendosi sul vago Toran mentre valutava la situazione che li attendeva. Il suo sguardo si posò su un gruppetto di persone che rideva troppo rumorosamente giudicandone pose, sguardi e movimenti. “che mi permette di sapere a chi chiedere dove ci si diverte veramente.” Si girò a guardare Chorate e O’Lauglin con un sorrisetto di divertito, “e stasera ci si divertirà alla grande!”
>  
>  
>  
> Passeggiata – Postazione Elevata – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Contemporaneamente
> Robert Naholo era appoggiato alla ringhiera che scorreva lungo la passeggiata superiore con l’espressione annoiata di chi ha troppo tempo libero per le mani e non sa cosa farsene. Aveva appena finito di scorrere le offerte di Deep Space 5 ed ora perdeva tempo nel suo passatempo preferito: guardarsi attorno. Coppia che farebbe meglio a trovarsi un alloggio; maschio, singolo, stringe troppo il bicchiere dal quale non ha bevuto: in cerca di compagnia? No, attaccabrighe in cerca di vittime. Uhm, perché però non ha bevuto? Le persone di questo tipo solitamente alimentano l’irritabilità con l’alcool. Spostò lo sguardo a sinistra. Due maschi, una femmina, divisa della flotta stellare, probabilmente di una delle navi attraccate, non la Erinle, no. Sei persone, ridono, bevono, danno fastidio, con troppa esagerazione. Una femmina ed un maschio, non una coppia, aspiranti tali? Civili, probabilmente; armati, sicuramente pericolosi se infastiditi. L’attaccabrighe farebbe meglio a non scegliere loro. Un ornariano, una boliana ed un’umana, la barzelletta perfetta.
> L’ufficiale tattico si staccò dalla ringhiera con uno sbadiglio, incamminandosi a passo lento verso le scale che portavano al piano inferiore. Non capiva perché Toran avesse scelto proprio quel locale per un’uscita dell’equipaggio, solitamente gli ufficiali della flotta stellare si ritrovavano alla “Nave Perduta”, tre ponti sopra, ma il comandante aveva ribattuto con un sorriso allegro che per godere veramente della licenza, avrebbero dovuto mescolarsi, non fare gruppetto con gli ufficiali delle altre navi. “Cerca la noia o il vero divertimento tenente?”
> L’entusiasmo del comandante Toran era stato contagioso, ma non era per quello che Robert aveva accettato il suo invito. Da quando era salito a bordo della Erinle, aveva capito che l’ornariano non faceva mai nulla per caso e se aveva insistito così tanto perché lui si unisse a loro, doveva per forza esserci qualcosa sotto e Robert aveva tutte le intenzioni di scoprirlo.
> “Robert ce l’ha fatta!” La giovialità del saluto di Toran era esagerata, sarebbe stato al suo gioco. Ricambiando il sorriso Naholo rispose al saluto e si affiancò a Chorate. Visti da fuori, loro quattro, sembravano due coppie in cerca di divertimento, Robert non poté fare a meno di notare però che sia lui, che Toran avevano preso le due posizioni esterne, tenendo al centro Chorate e O’Lauglin.
> Il comandante aveva messo a parte le due ufficiali delle sue intenzioni, qualunque fosse il suo piano, o erano all’oscuro come lui?
> Erano ormai arrivati al locale e Robert provò la strana sensazione che l’avrebbe scoperto presto.
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>  
> Ufficio del Medico Capo – U.S.S. Erinle – 4 settembre 2397 – Ore 22:15
> “Non si fidi del capitano Drax”
> A quelle parole Friedrich Koll guardò sorpreso il tenente comandante Soraya che continuava ad armeggiare con i suoi ferri a maglia con un’espressione così rilassata che per un momento pensò di aver sentito male. Il consigliere distolse l’attenzione dalla maglia per incontrare il suo sguardo. “Non faccia quell’espressione stupita, signor Koll,” rise, “come tutti i capitani, Sidzi Drax segue alla lettera il regolamento, si presenta alle visite di controllo e ai colloqui, ma ha sviluppato un’abilità particolare nel non far trapelare quello che pensa o sente veramente. Rilascia le informazioni che ritiene necessarie e nulla di più.”
> All’inizio, quando il consigliere si era presentata nel suo ufficio, Friedrich aveva temuto che fosse per un colloquio conoscitivo. Aveva così tanto da fare che non poteva perdere tempo con quelle cose adesso, aveva pensato irritato. Soraya invece l’aveva riempito di informazioni su tutto quello che riteneva importante lui sapesse sull’equipaggio e sull’Erinle.
> “Del resto,” proseguì intanto la donna, “un ufficiale con il passato del nostro capitano, deve per forza aver imparato a nascondere quello che pensa veramente…Oh, per diana!” Si interruppe per recuperare un punto della maglia che apparentemente le era sfuggito dal ferro.
> “Che cosa intende?”
> Soraya tornò a guardarlo perplessa. “Con cosa?”
> “Con quello che ha detto.”
> Il consigliere agitò una mano accompagnando il gesto con un piccolo sbuffo, “non ci faccia caso, dottore, è un’esclamazione della quale non riesco a liberarmi, nella mitologia romana, Diana era…”
> “No,” la interruppe Koll seccato, “che intendeva dire con quella frase sul capitano:”
> “Ah, quello,” Soraya sorrise posando i ferri sulle ginocchia. “non è un segreto il passato del capitano, per lo meno non tutto.”
> Koll la fissò perplesso non sapendo bene come prendere quello che il consigliere aveva appena detto. “E lei?”
> “Io cosa?” Soraya riprese in mano il suo lavoro.
> “C’è da fidarsi di lei?”
> “Assolutamente no.” Ed il sorriso che accompagnò quella frase un po’ inquietò Koll.
>  
>  
>  
> Hangar Navette – U.S.S. Erinle – 4 settembre 2397 – Ore 22:30
> Sinclair sedeva al posto del pilota tamburellando nervosamente con le dita sulla plancia. Avrebbe dovuto essere già su Deep Space 5 a godersi la meritata licenza, ma il comandante Toran gli aveva ordinato di salire sulla navetta ed attendere una sua chiamata. Non gli aveva spiegato come mai, né gli aveva fornito particolari dettagli su quello che avrebbe dovuto fare una volta ricevuta la chiamata. Tutto quello che sapeva è che doveva salire a bordo della navetta, contattare Deep Space 5 e riferire che probabilmente sarebbe uscito per fare dei controlli di routine. Toran gli aveva esplicitamente ordinato di non entrare nello specifico.
> La cosa più strana non era l’ordine in se, in passato ad Alexander era capitato altre volte di eseguire ordini dei quali inizialmente non aveva capito il fine, ma il modo in cui gli erano stati impartiti. Toran l’aveva invitato a provare il nuovo programma di simulazione sui pirati ideato dal tenente O’Lauglin i cui obiettivi di missione errano quelli che ora l’avevano portato su quella navetta. Sinclair aveva capito che erano ordini reali perché Toran aveva usato ‘Lo sguardo’.
> Nel corso degli ultimi mesi, il timoniere aveva passato parecchio tempo con il comandante, soprattutto in sala ologrammi, ed aveva imparato che quando lo guardava in quel modo, anche se sorrideva e parlava di argomenti del tutto innocenti, c’era sempre un sottotesto che Alexander doveva capire. Non era mai accaduto al di fuori delle simulazioni però e quando Toran aveva usato ‘Lo sguardo’ prima di sbarcare su Deep Space 5, Sinclair aveva capito che non doveva di certo andare in sala ologrammi.
> E ora era lì, in attesa ma mezzora, che arrivasse il momento di agire. Nei dettagli di missione della simulazione, ad un certo orario avrebbe dovuto lasciare la nave ed attendere la chiamata di un tizio di nome Kwar che aveva sottratto informazioni importanti ad un gruppo di ufficiali della flotta stellare e aveva necessità di scappare in fretta. Alexander era abbastanza certo che questo Kwar non fosse un vero pirata, ma qualcuno che Toran aveva bisogno fosse allontanato in fretta da Deep Space 5. Come avrebbe fatto a farlo, sinceramente Sinclair non lo sapeva, si augurava che tutto si sarebbe chiarito una volta che la chiamata fosse arrivata.
>  
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>  
> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 24:00
> Anche se il locale era troppo rumoroso per i suoi gusti, Shinead si stava divertendo. Al di fuori dall’uniforme, il comandante Toran era un uomo che amava divertirsi e far divertire, in grado di affascinare anche chi non lo conosceva. Nemmeno un’ora dopo che erano arrivati, un capannello di persone sii era formato attorno a loro per ascoltare i tragicomici aneddoti di cui l’ornariano sembrava avere una scorta infinita.. Un paio di volte si era ritrovata con le lacrime agli occhi per le risate e lei e Chorate si erano scambiate sguardi sorpresi nel vedere quel nuovo aspetto del comandante. L’unico a non sembrare divertirsi era il tenente Naholo che, appoggiato al bancone, si limitava ad ascoltarli sorseggiando la birra. Ad un certo punto Toran l’aveva abbracciato invitandolo a rilassarsi e per tutta risposta il tenente aveva scosso la testa concedendogli solo un sorriso divertito. A quel punto l’ornariano gli aveva sussurrato qualcosa all’orecchio e l’aveva lasciato alla sua bevanda dopo avergli dato una pacca sulla spalla.
> un’ora dopo Toran si rivolse a lei e Chorate dopo la conclusione dell’ennesimo racconto, comincio a non avere più storie da raccontare, che ne dite se ci allontaniamo da questo luogo di perdizione?” Un coro di proteste si levò dal gruppo di persone attorno a loro e Toran sorrise divertito, “dovrò pur avere il tempo di vivere le mie avventure per tornare poi a raccontarvele no?”
> “Sempre che tu le abbia vissute veramente,” ribatté un grosso klingon seduto su uno sgabello a pochi passi da loro. L’ornariano si girò verso di lui portando una mano al petto con espressione ferita.
> “Giuro che è tutto vero, ma,” sollevò un dito, “se non lo fosse, sarebbe stato bello viverlo”. Nuove risate scoppiarono nel locale, mentre rideva Shinead si sentì tirare per la manica. Si girò a guardare Chorate.
> “Hai idea di dove sia finito Robert?”
> Con stupore Shinead si rese conto che l’uomo non era più al suo posto. Da quanto tempo non l’avrebbe saputo dirlo.
> “No,” rispose perplessa alla boliana, “era qui fino ad un minuto fa.” Si guardarono entrambe attorno, ma c’era decisamente troppa gente per riuscire a distinguere qualcuno. Il sospetto, che fino a quel momento si era sforzata di scacciare che ci fosse qualcosa di strano in quella serata, si fece decisamente più concreto. Shinead aveva scritto troppe trame per programmi olografici per non pensare che ci fosse qualcosa di sospetto in quella serata.
> “Credo che il comandante stia tramando qualcosa,” commentò Chorate come se le avesse letto nella mente, la sua voce era così bassa che nella confusione Shinead riuscì a mala pena a sentirla, “qualcosa che ha a che fare con quello che abbiamo scoperto prima di arrivare qui.”
> Si scambiarono un’occhiata di intesa, “e non ci ha detto nulla,” commentò a sua volta Shinead, “ci ha inviate qui con una scusa e non ci ha detto nulla.” Seccata lanciò un’occhiata al comandante che aveva ripreso a tenere banco, “e ci toccherà pure dargli una mano”. “Quella serata non era più divertente come prima.
>  
>  
>  
> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 24:05
> Approfittando della confusione, Robert Naholo si era allontanato dal gruppo e da circa mezz’ora attendeva in fondo al locale fingendo di aspettare che il bagno si liberasse. Nel frattempo rimuginava sulle parole che il comandante gli aveva sussurrato all’orecchio quando l’aveva abbracciato.
> “Alle 24:10 arriverà un messaggero, la sua parola di riconoscimento sarà Kwar. Lo porti fuori di qui.” Per esperienza Robert sapeva che un ordine simile sottintendeva le parole ‘vivo’ e ‘illeso’ e che quindi il suo compito era proteggere questo messaggero a costo della vita. Si chiese, non per la prima volta, se questo Kwar fosse collegato all’assalto delle navi Xinti o se riguardasse l’improvvisa licenza che una certa tenente aveva richiesto, ed ottenuto, prima che arrivassero a Deep Space 5. Alla prima occasione avrebbe preteso chiarimenti in merito a Toran perché se c’era una cosa che non sopportava era essere tenuto all’oscuro, soprattutto se si trattava di cose che rientravano nelle sue competenze, o, se non lo facevano, ci andavano molto vicine. Per il momento avrebbe fatto quello che gli era stato chiesto ed avrebbe tenuto occhi ed orecchie aperte per questo Kwar.
> La porta del bagno si aprì per fare uscire un’andoriana malferma sui piedi, come se avesse bevuto troppo. Robert le lanciò una rapida occhiata valutandola. Sembrava brilla, su questo non c’erano dubbi, ma non così tanto da non riuscire a camminare. L’andoriana fece un passo in avanti, inciampò su una sedia e cadde dritta fra le braccia di Robert che istintivamente l’afferrò.
> Fece appena in tempo a sentire la parola ‘Kwar’ prima che lei lo baciasse.
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> Navetta “Felix” – Spazio attorno a Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 24:10
> Sinclair lanciava diagnostiche dalla navetta in direzione della Erinle fingendo di effettuare i controlli che nessuno gli aveva ordinato di fare. Erano tutti programmi che avrebbe potuto interrompere immediatamente, qualora fosse arrivata la chiamata del misterioso Kwar. Nessuno, né sull’Erinle, né da Deep Space 5 aveva obiettato alla sua richiesta di permesso di uscire nello spazio con la navetta. Il capitano in persona, dalla plancia, si era raccomandata che facesse il suo lavoro con attenzione. Segno che Sidzi Drax sapeva il perché Sinclair doveva uscire nello spazio, segno che non si era sbagliato ad interpretare gli ordini del comandante Toran, segno che se questi ordini non gli erano stati dati direttamente e apertamente, c’era qualcosa sotto.
> Tenendo a stendo a bada l’impazienza, Sinclair riprese a tamburellare con le dita sulla console.
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> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Contemporaneamente
> Toran svuotò il suo bicchiere e rispose ad una battuta di uno dei suoi nuovi amici strappando altre risate. Avrebbe potuto continuare all’infinito se necessario, ma sapeva che non avrebbe potuto tirare troppo la corda e stava finendo l’inventiva. Naholo aveva una finestra di tempo molto piccola in cui tutto sarebbe potuto andare bene o terribilmente male, si augurò che Alia ce la facesse a mettersi in contatto con lui. Per come era la situazione ora lui non poteva fare altro che continuare ad attirare l’attenzione. Più le persone si fossero concentrate su di lui, meno avrebbero notato quello che succedeva in un altro punto del locale.
> “Se pensate che le sue storie siano divertenti, aspettate di sentire quelle che riguardano come lo abbiamo conosciuto!” La voce di Shinead si levò sopra le altre approfittando di un momento di silenzio. Toran lanciò un’occhiata sorpresa alla donna che, salita su una sedia, con una bottiglia di sidro in mano, si lanciava in un racconto totalmente inventato su come lei e Chorate l’avessero incontrato due anni prima. La boliana incorporava e ingigantiva il racconto dell’ufficiale scientifico con una serie di particolari che rendevano la storia decisamente più interessante delle sue. Grazie al cielo! Pensò sollevato l’ornariano approfittando dell’inaspettata pausa che le due gli stavano regalando.
> Con la coda dell’occhio, dietro al loro gruppo, gli sembrò di intravedere Naholo, ma lo spiraglio fra le persone che gli aveva permesso di vederlo si chiuse troppo presto perché potesse verificare se avesse preso contato con Alia.
>  
>  
> Navetta “Felix” – Spazio attorno a Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 24:15
> =^= Koll a Sinclair, mi sente tenente?=^=
> “Forte e chiaro dottore, cosa posso fare per lei?” La voce del dottore sembrava preoccupata.
> =^= Il capitano mi ha ordinato di tenermi pronto per un trasporto di emergenza proveniente dalla sua navetta, ha detto, precise parole, ‘che potrebbe esserci bisogno del mio aiuto. Ora io odio le frasi criptiche, lei può dirmi qualcosa di più?=^=
> “Magari…” mormorò Sinclar prima di rispondere un più diplomatico, “ne so quanto lei signore”.
>  
>  
>  
> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Pochi secondi dopo
> Se una bella andoriana ti si getta fra le braccia e ti bacia, chi sei tu per rifiutare? Se quella stessa andoriana sussurra la parolina magica che stavi aspettando, cos’altro puoi fare se non stringerla fra le tua braccia e ricambiare quel bacio e continuarlo mentre ti sposti verso l’uscita portandola con te? Diamine, quante volte ti capiterà un’altra occasione simile? Staccandosi solo un’istante per riprendere fiato e valutare quanto mancava all’uscita, Robert fu colto totalmente di sorpresa quando lei gli saltò in braccio stringendo le gambe dietro la sua schiena e afferrando con entrambe le mani il suo volto. “Hai una stanza?”
> “Tutte quelle che vuoi.” Ribatté lui osservando affascinato le antenne azzurre che si tendevano verso di lui come due secondi occhi per poi reclamare nuovamente le labbra dell’andoriana, “tutte quelle che vuoi.” Ripeté fra un bacio e l’altro portandola di peso con se verso l’uscita.
> “Ehi!” Una mano si posò pesantemente sulla sua spalla rischiando di far cadere entrambi. Robert si girò verso l’energumeno che aveva interrotto il suo cammino.
> “Che palle, Tov,” protestò l’andoriana, “mi sto divertendo!”
> “Il capo ha detto di non allontanarsi.” Ribatté ringhiando l’altro.
> “Eri tu quello che voleva farsi un goccetto e che ha proposto di venire qui! ” Gli gridò lei allungando un pugno chiuso verso il suo volto, Robert cercò di non perdere l’equilibrio mentre lei si piegava in avanti. “Ora lasciami divertire!”
> “Giusto,” intervenne lui tirandola nuovamente verso di lui, “lasciaci divertire…”
> L’andoriana gli rivolse un sorriso da ubriaca e tornò ad avvicinare il viso al suo, mentre il tizio di nome Tov li fissava torvo. Probabilmente non era così che si era aspettato che finisse la serata quando l’aveva invitata a uscire. “Tornatene al tavolo con gli altri,” lo invitò l’andoriana e, mentre quello sembrava combattuto sul da farsi, Robert valutò distanza dall’uscita, dimensioni di Tov, tempo necessario a stenderlo e fuggire con la ragazza.
> La soluzione al problema venne risolta dall’improvviso scoppiare di risate alle loro spalle che distrasse Tov e permise a lui di coprire gli ultimi metri che li separavano dall’uscita.
> Quando furono all’aperto, Kwar o chiunque fosse l’andoriana, smise di stringerlo e saltò a terra.
> “Andiamo,” le disse Robert afferrandola per la mano e dirigendosi a passo veloce verso uno dei turboascendori.
> “Molo d’attracco 6,” ribatté lei mentre dietro di loro cominciavano a levarsi voci agitate.
>  
>  
>  
> Bar “La Stazione Stellare” – Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Contemporaneamente
> Chorate si era seduta sul tavolo, non perché non ci fosse altro posto dove sedersi, ma perché in questo modo avrebbe avuto una visuale migliore del locale. Certo non era come quella di Shinead che, in piedi sulla sedia, superava le teste di quelli che li circondavano, ma comunque riusciva a vedere qualcosa di più di prima.
> “…così,” stava dicendo l’ufficiale scientifico, “mentre noi due cercavamo di far capire a questo testone, che no non eravamo interessate a quello che offriva..”
> “Lo baciammo..”
> “Lo bac…cosa?” Shinead guardò sorpresa Chorate che gli fece freneticamente cenno di continuare mentre cercava di non perdere di vista il tenente Naholo.
> “Lo baciammo sulle guance,” riprese a parlare Shinead, dopo un secondo, mentre poco distante Toran seguiva lo sguardo della boliana e con una scusa si allontanava in quella direzione. “Perché alla fine quando mai ti capita un’occasione del genere?”
> “E che uomo! Così grande e possente!” Aggiunse Chorate vedendo Toran avvicinare un tizio che era grosso il doppio di lui.
> “..non direi proprio così grosso,” la corresse Shinead perplessa cercando di continuare la storia e nello stesso tempo vedere cosa stesse succedendo, “era solo…”
> “Molto, ma molto muscoloso e arrabbiato…”  offrì Chorate.
> “Arrabbiato , si giusto, così arrabbiato che noi non gli prestassimo la dovuta attenzione che ci sentimmo in dovere di..”
> “Picchiarlo.”
> “Picchiarlo! Picchiarlo?”
> Il suono di qualcosa di pesante che cadeva sopra un tavolo mandandolo in pezzi, coprì l’esclamazione di Shinead che aveva visto il volo del comandante Toran in direzione dello sfortunato tavolino.
> “Credo sia venuto il momento di andare via!” Esclamò Chorate afferrando l’umana per un braccio. Shinead saltò a terra senza farselo dire due volte ed insieme cercarono di farsi largo fra la folla per raggiungere Toran.
> “Ci dovranno delle spiegazioni.” Mugugnò la boliana.
> “Un sacco di spiegazioni”, annuì Shinead.
>  
>  
>  
> Navetta “Felix” – Spazio attorno a Deep Space 5 – 4 settembre 2397 – Ore 24:30
> “=^= Kwar! Kwar! =^=
> Era la voce di Naholo quella? Sinclair si raddrizzò di colpo sul sedile-e si affrettò a rispondere.
> “Qui navetta Felix! Vi ricevo!”
> =^= Molo d’attracco 6, tenente, si muova! =^=
> Digitando rapidamente i comandi, Sinclair mosse la navetta verso la direzione indicata.
> “Arrivo previsto fra un minuto, devo attaccare o…”
> =^= Non credo sarà necessario =^=
> Fu in quel momento che i sensori della navetta segnalarono la presenza di due forme di vita che galleggiavano nello spazio.
> 
> 
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