[Stml17] [2.03 - Graahn - Capitano?]

Massimo Gallo keranydd a gmail.com
Mar 28 Lug 2015 14:44:26 CEST


Beh, tecnicamente parlando il Capitano ha accettato il turno il 3 giugno
alle 09:33 e ha consegnato il suo pezzo il 4 giugno alle 22:53 (37 ore e 20
minuti dopo).
Nel suo caso Dottoressa ha accettato l'incarico il 27 luglio alle 12:05 e
consegnato il pezzo il 28 luglio alle 14:20 (26 ore e 15 minuti dopo).
Tutto chiaramente considerando le informazioni in mio possesso e basandomi
sui dati delle email......................

Complimenti per il pezzo e per la vittoria :-)

Il giorno 28 luglio 2015 14:20, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha scritto:

>  Se non ci fosse Franco, ve la menerei per quanto sono stata rapida :D
>
> Maddy
>
> ======================
>
> *Accademia della Flotta Stellare - Flashback*
>
>
>
> "Non ho detto che io non l'avrei colpito... voglio dire, no, non l'avrei
> colpito, naturalmente... ma farlo in quel modo... Hansen ha ragione,
> potrebbe essere considerata insubordinazione in circostanze normali. E lo
> sai. In una situazione reale..."
>
> "... lui sarebbe morto e la nave sarebbe perduta in ogni caso. Ho fatto il
> mio dovere. Lui non ha fatto il suo. Posso anche scusarmi, ma non cambia la
> realtà dei fatti."
>
> "Immagino di no..."
>
>
>
> Il tono di Melanne era leggero. Lon poteva percepire le strisce azzurre
> che si dipanavano da lei mentre beveva un sorso d'acqua. Paradossalmente,
> era raro sentirle in lei. La ragazza prese una forchettata dal piatto di
> pipius che aveva di fronte e la agitò leggermente, mentre osservava una
> coppia di cadetti passare davanti al loro tavolino armati di vassoi,
>
>
>
> "Hansen ti farà rapporto se non ti scusi."
>
> "Lo so."
>
>
>
> Lon prese un altro sorso e posò il bicchiere, poi iniziò con calma a
> mangiare l'insalata.
>
>
>
> "Davvero avresti stordito anche me?"
>
> "Tu saresti già stata a bordo della capsula. Non ci sarebbe stato bisogno."
>
>
>
> Melanne parve dubbiosa per qualche istante e fece per dire qualcosa. Fu
> Bueller, in piedi accanto al loro tavolo, un vassoio in mano e un sorriso
> in volto, a interromperla.
>
>
>
> "Disturbo?"
>
>
>
> *USS Hope - Infermeria - 30 dicembre 2394 - Ore 13.39*
>
>
>
> Melanne caricò l'hipospray con un gesto automatico, indugiando più del
> dovuto accanto al carrello dei medicinali, rimandando il più possibile il
> momento di voltarsi verso il trio raccolto nella sua infermeria.
>
>
>
> Il viaggio dalla plancia era stato un crescendo di orrore e imbarazzo.
> Conosceva abbastanza Lon da saperne valutare le reazioni, mentre non aveva
> idea di quale fosse il modo di comportamento di Rest. Non che si aspettasse
> problemi da nessuno dei due. Non sarebbe certo scoppiata una rissa, ma
> stando in piedi tra loro in quell'ascensore si era sentita come tra due
> gondole di curvatura. In attesa di essere fritta dalla tensione.
>
>
>
> Sospirò. Ci mancava solo un po' di competizione a rendere più facile quel
> rapporto.
>
> Si voltò, tornando verso il lettino.
>
>
>
> "Va bene, questo gli farà riprendere i sensi. Sarà probabilmente
> disorientato, ma dovrebbe essere in grado di rispondere alle domande. E'
> fuori pericolo ma non affaticatelo. Avete una decina di minuti."
>
>
>
> Superò Caitlyn in due passi e si accostò al lettino, per poi iniettare il
> contenuto dell'hipospray nel collo del paziente. Con una rapida occhiata
> controllò i segni vitali, poi fece due passi indietro e si voltò, andando a
> prendere posto accanto a Lon. In piedi nell'angolo accanto a lui, osservò
> il consigliere e Rest condurre l'interrogatorio, come stabilito.
>
>
>
> L'uomo aprì lentamente gli occhi, per un attimo fu abbagliato dalla luce,
> tossì. Poi si guardò intorno.
>
>
>
> Melanne sentì il corpo di Lon tendersi accanto a lei. Il consigliere si
> chinò leggermente sul lettino, sorridendo rassicurante.
>
>
>
> "Non abbia paura, è al sicuro."
>
>
>
> Il falso  romulano non aveva propriamente l'aria di uno che si sente al
> sicuro. Il timore fu istantaneo, la reazione ebbe un secondo di ritardo.
>
>
>
> "Federali. Voi dovete riconsegnarci all'impero, noi siamo..."
>
>
>
> Rest lo interruppe, nella voce lo stesso tatto del comodino su cui era
> posato un bicchier d'acqua.
>
>
>
> "Sappiamo che lei e il suo compagno non siete romulani, signor Smith. Le
> consiglio di non perdere tempo con questa farsa."
>
>
>
> Il sorriso di Caitlyn si spense come una lampadina fulminata. Lon si mosse
> appena nel suo angolo. Anche da quella distanza, Melanne vide le pupille
> del suo paziente dilatarsi. L'uomo alzò una mano a toccarsi le orecchie non
> più appuntite. Un grugnito di dolore.
>
>
>
> "Cosa avete... cosa avete fatto? Sten, dove... dov'è?"
>
>
>
> Il consigliere intervenne prima che Rest potesse rispondere.
>
>
>
> "Il signor Sten purtroppo non ce l'ha fatta. Lei si riprenderà. Ma
> vorremmo sapere chi è e come è arrivato qui."
>
> "Io sono... mi chiamo John, John, Smith..."
>
> " O i suoi genitori avevano davvero una scarsa immaginazione, oppure si
> tratta di un nome falso. Come quello del suo compagno. Ora, gradiremmo
> sapere chi è lei davvero e che cosa fa in questa zona di spazio alterato
> con tanta cura per apparire romul.."
>
>
>
> Rest non finì la frase e Melanne non raggiunse il lettino in tempo.
>
> Gli occhi dell'uomo si rovesciarono all'indietro e il monitor che ne
> mostrava i segni vitali emise il lungo, stridulo segnale del decesso.
>
>
>
> *USS Hope - Sala tattica - 30 dicembre 2394 - Ore 13.47*
>
>
>
> *"Speranza".  Che none idiota per una nave. La speranza di non lasciarci
> le penne, semmai*
>
>
>
> Bueller, gli avambacci sui braccioli della poltroncina e i piedi sulla
> scrivania, abbandonò la testa allo schienale e chiuse gli occhi. La sua
> sala tattica, definita da alcuni anche l'antro della disperazione (e non la
> disperazione di chi vi veniva convocato), era silenziosa, vuota. Priva del
> ronzio monotono della voce del suo primo ufficiale e del berciare di
> Strauss. Nessuna delle due cose gli era stata della benchè minima utilità.
> Purtroppo per il suo ego, l'unico che si sarebbe potuto eventualmente
> rimproverare per questo era Strauss, il cui contributo alla missione non
> sembrava ancora ben chiaro. A parte le teorie complottistiche, si intende.
>
>
>
> In quanto a Xyr, non la si poteva biasimare. Ne sapeva quanto lui. Cioè
> nulla.  La realtà dei fatti era che si trovavano all'interno di una
> nebulosa, con un falco da guerra romulano potenzialmente pronto a
> polverizzarli e una navetta di origine sconosciuta incastrata nel soffitto
> della sala macchine.
>
>
>
> E non era stata opera loro. Erano esattamente dove era stato ordinato loro
> di essere. A conti fatti era stata la navetta a incastrarsi nel loro
> soffitto, non il contrario. Erano stati quei maledettissimi nani ferengi ad
> andarsene, non loro a farli sparire. Questo però non avrebbe impedito alla
> Lennox di tirargli il collo. Se i romulani non li avessero fatti saltare in
> aria prima, naturalmente. Il che sembrava quanto mai probabile.
>
>
>
> Il suo sarebbe stato ricordato come il comando più breve della storia e il
> suo ritratto appeso nell'aula di strategia, imperituro memorandum di come
> un comandante NON dovesse comportarsi, additato da istruttori e studenti
> che...
>
>
>
> Il trillo del comunicatore interruppe il suo depresso rimuginare in
> maniera tanto violenta da farlo quasi cadere all'indietro dalla poltrona.
>
>
>
> =^= Bueller =^=
>
>
>
> La voce di Luna uscì dall'interfono.
>
>
>
> =^= Capitano, qui plancia. Sarebbe meglio che tu venissi qui alla
> svelta.=^=
>
>
>
> Bueller era già in piedi e a mezza strada verso la porta quando Luna ebbe
> finito di parlare. Se non altro per arrivare prima di Xyr.
>
>
>
> =^= Che succede?=^=
>
> =^= I romulani...=^=
>
> =^= ... ci sparano?=^=
>
>
>
> No, non stavano sparando. Se ne sarebbe accorto. Varcò la soglia della
> plancia mentre la voce di Luna gli arrivava simultaneamente dal
> comunicatore e da pochi metri di fronte a lui.
>
>
>
> "No, ci stanno chiamando..."
>
> "E' lei il capitano?"
>
>
>
> C'era una nota incredula nella voce del romulano sullo schermo.
>
>
>
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