[Stml17] [11.02 – Graahn – Scambi]

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Sab 30 Giu 2018 12:37:36 CEST


Molto carino! Mi è piaciuto!

Silvia

Il ven 29 giu 2018, 19:35 Maddalena <bryn.lwellelyn a gmail.com> ha scritto:

> Ecco il mio brano.
> Ho avuto qualche difficoltà a scrivere, non sapevo bene dove andare a
> parare.
> Spero vi piaccia.
>
> -------------------------------------
>
> *USS Hope - Infermeria - 08/04/2397, ore 16:51*
>
>
>
> Mentre scartabellava nel suo archivio alla ricerca dei dati relativi
> all’assistente del professore, si sarebbe volentieri dato uno schiaffo da
> sola per non averci pensato subito.
>
> Tuttavia, Rest la stava guardando e la cosa sarebbe parsa strana.
>
> Per qualche motivo, su cui avrebbe fatto meglio ad indagare onde evitare
> di fare un’altra figura del genere di fronte al rigido vulcaniano sotto il
> cui sguardo si sentiva a disagio già normalmente nel novantacinque per
> cento dei casi, la cartella con le informazioni su quel particolare
> paziente era finita sepolta da qualche parte in mezzo ad altre scartoffie.
> A volte, specialmente in questi casi, Melanne rimpiangeva terribilmente il
> buon vecchio metodo di archiviazione cartacea soprattutto, probabilmente,
> perché non l’aveva mai sperimentato. Tuttavia, il pensiero che in quel caso
> avrebbe dovuto cedere uno dei locali dell’infermeria, con ogni probabilità
> il suo ufficio, e farne la sede fisica di tutti i fascicoli fisici dei
> membri dell’equipaggio, degli ospiti e di chiunque fosse mai passato di lì
> anche solo per caso, le fece aggrottare le sopracciglia.
>
> Rest stava già per domandare a che punto fosse la ricerca, quando la
> cartella clinica si materializzò improvvisamente sullo schermo di fronte
> alla dottoressa.
>
> Si trattava di un file ignominiosamente corto.
>
> La Graahn lo fissò per un istante con un’aria mista di delusione e fiducia
> tradita sul bel viso.
>
> Rest colse al volo il cambio di espressione.
>
>
>
> “C’è qualcosa che non va, dottoressa?”
>
> Lei si morse appena il labbro. “Non ne sono sicura.”
>
> “Il che rende complesso trovare una soluzione a qualunque sia il suo
> problema, dal momento che non è sicura ce ne sia uno.”
>
> Melanne lo guardò stranita per un momento. “Il fatto è che sembra che il
> dottor Stern, l’assistente del professore, non sia stato visitato.”
>
> “Tuttavia lei ha detto che si è presentato in infermeria chiedendo un
> farmaco di per una deficienza vitaminica.”
>
> “Già, ed è strano. Non la deficienza vitaminica in sé, ma il fatto che non
> sia stato visitato. Stern non fa parte dell’equipaggio per cui prima di
> prescrivergli qualunque medicinale avremmo dovuto visitarlo.”
>
> “E perché non l’avete fatto?”
>
> “Non ero in infermeria quando è arrivato. Erano le 2.30 del mattino.”
>
> “Un orario insolito,” osservò Rest.
>
> “Altrochè. Sembra che il medico di turno abbia prescritto il medicinale
> dietro presentazione di un documento emesso dal medico curante di Stern.”
>
>
>
> Rest cambiò leggermente posizione, allacciando le mani dietro la schiena.
> Per un momento i due si guardarono, lui in attesa di ulteriori spiegazioni,
> lei con lo sguardo fisso sullo schermo.
>
>
>
> “Secondo la procedura, avrebbe dovuto essere esaminato in ogni caso.
> Voglio, dire, formalmente la presentazione del documento è sufficiente, il
> regolamento lo prevede e richiede solo il recupero successivo e
> l’aggiornamento della cartella clinica, ma io ho dato disposizione di
> visitare sempre i pazienti.”
>
> “Una sensata precauzione.”
>
> A quelle parole, Melanne provò un patetico moto di soddisfazione.
> “Tuttavia,” riprese, “Larth, il medico di turno, non l’ha fatto.”
>
> “E per quale motivo?” domandò Rest.
>
> “Su insistenza di Stern stesso. Non voleva essere esaminato,” rispose lei.
>
>
>
> *USS Hope – Ufficio Capo della Sicurezza – 08/04/2397, ore 17.05*
>
>
>
> Rodriguez aveva avuto ragione, naturalmente. Il Fronte di Liberazione
> Bromiano non esisteva o, quantomeno, non esisteva fino a quel giorno nessun
> dato, nessuna registrazione o notizia su di esso. Era un po’ come se fosse
> comparso dal nulla esattamente per quell’occasione. E naturalmente
> Rodriguez aveva ragione anche su un altro fatto. Un’organizzazione
> terroristica non si mette su in un giorno e senza generare nessun
> pettegolezzo, nemmeno negli ambienti interessati.
>
> Lon Basta non dubitava che Paulo avesse pieno accesso ad una gran parte,
> se non tutti, di quegli ambienti, ma tornato nel suo ufficio aveva comunque
> voluto controllare di persona. Come capo della sicurezza aveva la
> possibilità di sfruttare una serie di canali ufficiali – e alcuni un po’
> meno – e su questo fantomatico fronte di liberazione non c’era nulla.
> Niente di niente.
>
> Il Betazoide si appoggiò allo schienale, fissando lo schermo del terminale.
>
> Com’era possibile?
>
> Un’azione di quel genere richiedeva preparazione, coordinazione, per non
> parlare dell’infiltrazione degli assistenti del professore. E i romulani in
> tutto questo come c’entravano?
>
>
>
> =^= Graahn a Basta. =^=
>
> Lon portò automaticamente la mano al comunicatore. “Dimmi.”
>
> =^= Puoi raggiungermi in ufficio? Io e Rest dobbiamo mostrarti una cosa.
> =^=
>
> “Sto arrivando.”
>
>
>
> Basta si alzò, girò intorno alla scrivania e raggiunse la porta proprio
> nell’istante in cui il suo comunicatore trillava di nuovo.
>
>
>
> =^= Rodriguez a Basta =^=
>
> “Hai scoperto qualcosa?”
>
> =^= Oh, ci puoi scommettere. =^=
>
>
>
> *USS Hope - Infermeria - 08/04/2397, ore 17:43*
>
>
>
> La Graahn era stata un po’ sorpresa di vedere arrivare anche Rodriguez
> insieme a Basta, nel suo ufficio. La sua sorpresa era diventata ben poca
> cosa, comunque, di fronte alla sconcerto che aveva provato quando avevano
> tirato le somme delle loro scoperte congiunte.
>
>
>
> “Ma… è possibile?”
>
> “Questo ce lo dovrebbe dire il signor Tucci,” commentò Rest, le mani
> ancora plasticamente allacciate dietro la schiena. “Attualmente, in ogni
> caso, pare la risposta più plausibile. Quando hai escluso l’impossibile,
> quello che resta, per quanto…”
>
> “… improbabile deve essere la verità,” lo interruppe Paulo bruscamente.
> “Sì, sì, lo sappiamo. La citazione umana più amata dai vulcaniani di tutto
> il quadrante eccetera eccetera.”
>
>
>
> Rest inarcò un sopracciglio. La Graahn guardò Basta. Il betazoide rimase
> in silenzio per un istante.
>
> “In ogni caso, credo sia ora di informare Bueller.”
>
>
>
> *USS Hope – Ufficio del Capitano – 08/04/2397, ore 18.11*
>
>
>
> “Non so se ho capito bene…”
>
>
>
> Ferris, le sopracciglia lievemente aggrottate, fece passare lo sguardo da
> uno all’altro dei quattro ufficiali riuniti nel suo ufficio. La riunione
> inaspettata lo aveva, in un certo qual modo, riempito di orgoglio per
> l’efficienza del suo equipaggio ma, francamente, non aveva capito quasi
> niente di quello che gli avevano detto. E men che meno aveva capito dove
> volevano andare a parare la Graahn e Rodriguez, accomodati, la prima
> compostamente, il secondo decisamente meno, sulle due poltroncine di fronte
> alla sua scrivania. Avevano parlato praticamente in contemporanea,
> chiaramente piuttosto eccitati dalle loro scoperte. Rest, in piedi dietro
> alla Graahn con l’aria del piantone in area detentiva si era limitato a
> inarcare un sopracciglio nell’udire la confusa esposizione dei fatti.
> Basta, poco di lato, pareva aspettare la fine della spiegazione con
> espressione un po’ rassegnata.
>
>
>
> “Allora, tutto è iniziato quando il signor Rest è venuto da me in
> infermeria…”
>
> “Veramente le cose si sono svolte in parallelo,” puntualizzò Paulo.
>
> Melanne scosse una mano a zittirlo. “Sì, comunque, credevo che Rest
> volesse mettermi fretta con l’autopsia e invece voleva sapere se avevo
> avuto modo di esaminare il professore o i suoi due assistenti.”
>
> “Prima della morte del professore,” si inserì Rest.
>
> “Prima, certo.”
>
> “E li ha esaminati?” domandò Ferris sporgendosi sulla scrivania.
>
> “Certo che no. Proprio questo è il punto.”
>
> “Se li avesse esaminati, non saremmo qui,” aggiunse Paulo.
>
> “Ah, no?”
>
> “No,” riprese la dottoressa. “Ma mi è venuto in mente che uno dei due è
> venuto in infermeria qualche giorno fa a chiedere una dose di un farmaco
> per la deficienza vitaminica.”
>
> “E’ una cosa rara?” domandò Ferris, sempre più confuso.
>
> “Oh, no. Ne soffre anche un membro dell’equipaggio, giù in sala macchine.”
>
> “Davvero? Chi?”
>
> Melanne rifilò un’occhiataccia a Rodriguez e proseguì. “Non essendo un
> membro dell’equipaggio avrebbe dovuto essere visitato, ma non lo è stato.”
>
>
>
> Per un momento Bueller inorridì all’idea di riferire quella violazione di
> regolamento a Xyr, poi si ricordò che non avrebbe potuto incolpare lui.
>
>
>
> “Stiamo parlando dell’assistente, vero?” domandò. “ E perché non lo è
> stato?”
>
>  “Ha esplicitamente chiesto di non esserlo. La sua cartella medica è
> stata richiesta come da procedura, e indovini cosa abbiamo trovato?”
>
>
>
> Ferris scosse appena la testa e fece spallucce.
>
>
>
> “Niente,” dichiarò la Graahn, trionfante.
>
> “Niente,” le fece eco Rodriguez, dando una manata sulla scrivania.
> “Assolutamente niente di niente.”
>
> “Le dirò di più, non c’è niente su di lui o sull’altro assistente prima
> che iniziassero a lavorare per il professore. Non esiste nessun documento
> relativo a loro. Zero assoluto.”
>
> “Credete sia per questo che non si è fatto visitare?”
>
> “Tu ti faresti visitare se sapessi benissimo di avere qualcosa da
> nascondere?” domandò Paulo.
>
> “Tu ti fai visitare?”
>
>  “Mai, se posso evitarlo.”
>
>
>
> Basta alle sue spalle si schiarì la gola.
>
> “C’è dell’altro,” intervenne. “Io e Rodriguez abbiamo fatto qualche
> controllo sul Fronte di Liberazione Bormiano e non abbiamo trovato nulla
> nemmeno su questa organizzazione.”
>
> “Il che è decisamente inaspettato, visto il livello di organizzazione che
> hanno dimostrato,” disse Rest.
>
> “In più, ho esaminato alcune delle registrazioni della sala ologrammi. I
> due assistenti in un paio di occasioni si sono comportati in modo
> bizzarro,” aggiunse Paulo. “Ho avuto la netta impressione che sapessero
> bene cosa stavano facendo.”
>
> “Non è questo che ci si aspettava da loro?”
>
> Rodriguez scosse la testa. “Non così. In teoria l’esperimento del
> professore è stato rivoluzionario, pionieristico. Ma quei due… davano
> l’impressione di aver già eseguito dei passaggi.”
>
> “Le impressioni umane sono spesso imprecise,” si inserì Rest, “ma in
> almeno due occasioni diverse i due assistenti hanno eseguito alcune
> procedure precedendo le istruzioni del professore.”
>
> “E non potrebbero averle studiate in anticipo?”
>
> Rest scosse la testa. “Alcuni passaggi si basavano su calcoli effettuati
> al momento dal professore stesso. Non avrebbero potuto in alcun modo
> prepararli in anticipo. A meno che non l’avessero già fatto in precedenza.”
>
>
>
> Bueller si appoggiò allo schienale della poltroncina, la mente che correva.
>
>
>
> “Voi state suggerendo che l’esperimento sia già stato effettuato?”
>
> “E che se ha avuto successo, forse l’organizzazione con cui abbiamo a che
> fare e o alcune delle persone coinvolte non provengano da questo universo,”
> assentì Rest.
>
>
>
> Per un attimo cadde il silenzio. “Ma quando… e dove?”
>
>
>
> “Quando non lo so,” rispose Rodriguez. “Ma c’è un pianeta Borm all’interno
> dell’ex spazio romulano.”
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