[Stml17] 14.05 – Caytlin – Una nuova vittima

Silvia Bianchini ltcomm.sibi a gmail.com
Gio 21 Nov 2019 14:58:03 CET


Chiedo venia. Non ho ancora letto...
Prometto nel weekend!

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Tenente JG Catalunya 'Luna' Jones della Casata di 'Klaa
Flight Control Office (CONN)
USS Hope - NCC-25122-A
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"Se hai tutto sotto controllo vuol dire che non stai andando abbastanza
veloce"
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Private comunicator:  ltcomm.sibi a gmail.com


Il dom 17 nov 2019, 21:05 Silvia Brunati <sbrunati a gmail.com> ha scritto:

> Niente da ridire, era solo un'osservazione. :)
>
> Silvia Br.
>
> Il dom 17 nov 2019, 19:02 Franco Carretti <ferris.bueller a mail.com> ha
> scritto:
>
>> Il brano mi è piaciuto e la prima parte ha un suo senso secondo me. Ho
>> dato le mie idee a Ilenia, che è la prossima in lista. Quindi sempreché
>> Silvia/Lon non abbia da ridire, io prenderei tutto per buono
>>
>> *Sent:* Saturday, November 16, 2019 at 11:59 PM
>> *From:* "Vanessa Marchetti" <hazyel91 a gmail.com>
>> *To:* "USS Hope" <stml17 a gioco.net>
>> *Subject:* [Stml17] 14.05 – Caytlin – Una nuova vittima
>>
>>
>>
>>
>>
>> *USS Hope*
>>
>> *Ufficio del Consigliere*
>>
>> *20/08/2399 - Ore 15.04*
>>
>> “Mi spieghi per quale motivo non mi avete detto nulla?” Basta era
>> decisamente sdegnato
>>
>> “Esattamente cosa?” interloquì la Risiana con fare sornione
>>
>> “Caytlin non fare la stupida con me.. siete andate con Doohan senza
>> alcuna protezione dei miei uomini.. la sezione sicurezza non era al
>> corrente dei vostri spostamenti.. un away team ha sempre una squadra di
>> supporto pronta ad ogni evenienza”
>>
>> “E noi l’avevamo.. ho allertato Rest che presidiava una delle sale
>> teletrasporto pronto a recuperarci in caso di necessità.. la stessa Xyr ne
>> era informata e pronta ad agire all’abbisogna”
>>
>> “E certo.. tutto il mondo ne era a conoscenza, tranne me! Perché?”
>>
>> “Sul serio lo vuoi sapere?”
>>
>> “No.. non venirmi a dire che sono troppo protettivo nei confronti di
>> Melanne perché è mio compito esserlo nei confronti di tutti a bordo..”
>>
>> “Quindi suppongo che tu sia stato tremendamente in ansia per la mia
>> incolumità e quella del povero Doohan, tanto quanto lo sei per quella della
>> nostra dottoressa”
>>
>> “Esattamente!”
>>
>> “Non dire cazzate!”
>>
>> “Come scusa?”
>>
>> “Oh mi hai sentito benissimo.. è un’espressione terrestre per affermare,
>> senza ombra di dubbio, che stai dicendo una sciocchezza così grossa che è
>> chiaramente falsa”
>>
>> “Lo cosa vuol dire!” ribatté stizzito Basta
>>
>> “Bene.. se lo sai.. al posto di tirare su le tue barriere mentali e
>> metterti sulla difensiva.. e so che lo stai facendo.. cerca di capire
>> perché sia successo quello che è successo”
>>
>> “Perché Melanne ha voluto fare una ripicca da bambina! Per qualcosa che
>> ho detto.. o che ho fatto!”
>>
>> “Da bambina?”
>>
>> “Beh ha quasi trent’anni, come lo definiresti tu non comunicarmi che
>> andava a rischiare la propria incolumità?”
>>
>> “Innanzitutto non è tenuta a dirlo a te.. abbiamo informato Xyr.. vai da
>> lei ad informarti se abbiamo noi violato qualche tipo di regolamento.. ne
>> usciresti dopo cinque o sei ore più rincoglionito di quanto sei entrato..
>> ma alla fine, sapresti quello che già sai.. non eravamo tenute a dirti
>> nulla!”
>>
>> “Come responsabile della sicurezza, io sono tenuto a garantire
>> l’incolumità..”
>>
>> “Bla bla bla.. tu non sei qua come il capo della tua sezione Lon! Tu sei
>> qua perché ami Melanne, ma non sei in grado né di dirglielo né di
>> rispettare il fatto che sia una donna che ha imparato ad affrontare le sue
>> incertezze e le sue paure.. che ama essere indipendente e che ha bisogno di
>> un compagno che la supporti e la protegga.. non di uno che la metta in una
>> campana di vetro sgridandone o frustrandone ogni iniziativa! Ora sei qua da
>> me.. finalmente vorrei dire.. ma se tu avessi avuto la brillante idea di
>> fare tale sceneggiata davanti a lei, non avresti avuto abbastanza guance da
>> porgerle per gli schiaffi!”
>>
>> “Da quando le psicologhe hanno smesso di ascoltare e far parlare i propri
>> pazienti ed erogano giudizi non richiesti?”
>>
>> “Attento a te Lon Basta!”
>>
>> “Ok ok.. pace.. forse hai ragione te, ma io con Melanne non riesco a
>> discutere.. le mie sinapsi celebrali vanno in pappa, quasi come Rest quando
>> ha il pon farr..”
>>
>> “Inizia a farle capire quanto tieni a lei, possibilmente facendo finire
>> la cosa con un bacio e non con una tua guancia gonfia.. al resto ci penso
>> io.. ora fuori di qui che io mi devo lavare ed andare a fare una dormita!”
>>
>>
>>
>> *TOOL III*
>>
>> *Colonia Tahzot*
>>
>> *Ubicazione sconosciuta*
>>
>> *20/08/2399 – ore 23.28*
>>
>> Erano appena passate le undici di sera quando finalmente riuscì a portare
>> a termine il suo componimento: non era stato facile scrivere gli ultimi
>> versi ed aveva impiegato molto tempo. Più di quanto aveva immaginato in
>> quanto si era sforzato di creare un’espressione malinconica, ma bella allo
>> stesso tempo.
>>
>> Molti tentativi lasciati a metà erano finiti in un ipotetico quanto reale
>> cestino. Per due volte era stato molto vicino a lasciare perdere, ma alla
>> fine quella che lui amava definire poesia era lì sul tavolo davanti a lui.
>>
>> Era il suo lamento per i Profeti.. il cui credo stava scomparendo dei
>> cuori Bajoriani e che da anni erano stati visti o percepiti solo di rado.
>>
>> Un’altra cosa che la Federazione era riuscita a togliere di mezzo.
>>
>> Si alzò dalla sedia e raddrizzò la schiena: col il passare degli anni
>> trovava sempre più difficile restare seduto a lungo chinato sui suoi
>> scarabocchi.
>>
>> * *Un vecchio come me non dovrebbe più scrivere poesie, salmi o orazioni*
>> * aveva pensato * *quando un uomo arriva a settantotto anni, i suoi
>> pensieri non hanno più valore se non per se stesso* *
>>
>> Ma allo stesso tempo, sapeva che, fortunatamente, non era così. Certo in
>> alcune culture si guardava ai vecchi con indulgenza o con sprezzante
>> compassione, ma in altre realtà v’era ancora rispetto della vecchiaia
>> considerata come il tempo della saggezza serena.
>>
>> Lui avrebbe continuato a scrivere finché era in vita, fino a quando la
>> sua mente rimaneva lucida come lo era in quel momento.
>>
>> Altro non sapeva fare. Non più. In un passato antico era stato un ottimo
>> mercante, così bravo da essere superiore a molti altri. Si era creato la
>> giusta reputazione di essere duro nelle trattative e negli affari. Durante
>> gli anni d’oro aveva accumulato un capitale sufficiente da permettergli di
>> vivere agiatamente. Alla fine, però, era rimasto da solo e si era
>> riconvertito umanamente e spiritualmente.
>>
>> Da anni erano i propri componimenti a dare un significato alla sua vita:
>> tutto il resto rimaneva una necessità ormai passeggera. Quei versi gli
>> procuravano una soddisfazione che altrimenti provava solo raramente.
>>
>> Tirò le tende della grande finestra che dava sui campi che si curvavano
>> dolcemente e, mentre attraversava il grande soggiorno, avvertì una fitta
>> alla schiena. Stava forse ammalandosi? Ogni giorno cercava di avvertire i
>> segnali che il suo corpo gli stava lanciando.
>>
>> Per tutta la vita si era tenuto in forma, non aveva mai fumato, era
>> sempre stato morigerato con cibo e bevande. Tutto questo lo aveva lasciato
>> in buona salute, ma aveva quasi ottant’anni.
>>
>> Andò in cucina e si versò una tazza di caffè dalla caffettiera che era
>> sempre piena.
>>
>> Qui si riscosse dalle proprie fantasticherie: un rumore aveva attirato la
>> sua attenzione.
>>
>> Invecchiare significava, fra l’altro, diventare apprensivi, ma euello che
>> era successo alla Colonia non poteva che aumentare in lui lo stato di
>> preoccupazione.
>>
>> Le serrature delle porte erano solide. Aveva un fucile nella camera da
>> letto al primo piano ed una pistola pronta all’uso in un cassetto in
>> cucina. Se qualche malintenzionato si fosse azzardato ad entrare della sua
>> proprietà isolata, situata a nord rispetto alla piccola capitale della
>> colonia, avrebbe saputo come difendersi. E non avrebbe esitato a farlo.
>>
>> Ma sarebbe stato tutta la notte sveglio ad aspettare? Magari invano? No
>> ormai il tarlo della preoccupazione si era incuneato nella sua mente ed
>> aveva sconfitto le fitte alla schiena.
>>
>> Guardò l’ora: erano appena passate le undici e mezza di sera, non
>> propriamente l’orario ideale per uscire. Diede uno sguardo al termometro
>> appeso fuori dalla finestra e vide che segnava sette gradi.
>>
>> Andò all’ingresso e si fermò per indossare un maglione aggiuntivo:
>> invecchiando, alle altre pene si aggiungeva quella di patire sempre di più
>> il freddo.
>>
>> Afferrò il bastone che teneva lì di sicurezza.. non sarebbe stato
>> efficace come i phaser, ma uscire armato senza motivo nella notte poteva
>> attirare più attenzioni di quante lui ne desiderasse.. già lo consideravano
>> mezzo pazzo.. non poteva dar loro motivo di altre assurde dicerie.
>>
>> Aperta la porta, l’aria era piena di odori che salivano dalla terra
>> bagnata. Una volta che gli occhi si abituarono all’oscurità, poté scrutare
>> il cortile davanti alla casa: era deserto.
>>
>> In lontananza poteva intravedere il riverbero delle luci della città.
>> Viveva ad una tale distanza dal vicino più prossimo che solo il buio lo
>> circondava. Il cielo era stellato, quasi completamente sereno, eccezion
>> fatta per quella bruttura di nave della Flotta Stellare che si stagliava
>> come un rapace addormentato in orbita.
>>
>> Era una bella nottata, dopotutto, eppure qualcosa lo rendeva inquieto.
>>
>> Si fermò sul sentiero davanti a casa e tese l’orecchio: l’unico rumore
>> era il debole brusio del vento.
>>
>> Si incamminò tralasciando le fitte alla schiena, poi si fermò nuovamente
>> e si girò.. non c’era niente: era solo.
>>
>> Il sentiero era in leggera pendenza, lo avrebbe condotto alla collinetta
>> ove aveva eretto una piccola torretta di osservazione.. o un campanile come
>> qualcuno lo aveva chiamato in virtù di quella campanella che aveva issato
>> in cima e che titillava in caso di forte vento o se sollecitata tramite il
>> sistema di cordame che la sorreggeva.
>>
>> Per arrivarci doveva attraversare un piccolo fossato sul quale aveva
>> sistemato una passerella.
>>
>> Si fermò di colpo sentendo il verso di un uccello: un ramo che si era
>> spezzato da qualche parte vicino al suono lo convinse che si trattava di un
>> predatore in cerca della sua succulenta cena piumata.. ma rimase ugualmente
>> immobile, con tutti i sensi in allerta.
>>
>> Sentì nuovamente il verso dell’uccello, poi tornò il silenzio e lui si
>> rimise in cammino borbottando malcontento: non solo vecchio, ma anche
>> ansioso con paura dei fantasmi e del buio.
>>
>> Ancora pochi passi e sarebbe arrivato alla passerella che attraversava il
>> fossato.. si fermò nuovamente di colpo: c’era qualcosa di strano, qualcosa
>> di diverso, socchiuse gli occhi per distinguere meglio i dettagli nel
>> buio.. non riusciva a capire cosa fosse, ma qualcosa era cambiato.
>>
>> Alla fine si arrese e si convinse che si trattasse di uno scherzo della
>> sua immaginazione.. probabilmente quella confessione del mattino l’aveva
>> sconvolto.. il racconto di quel giovane lo aveva scombinato più di quanto
>> non potesse immaginare..
>>
>> Al resto avevano pensato i suoi occhi che si erano indeboliti.. raggiunta
>> la passerella, sentì le assi sotto ai piedi, ma mantenne lo sguardo fisso
>> alla torretta.
>>
>> Nello stesso attivo in cui il pensiero gli passò per la mente, capì che
>> era tutto vero: c’era qualcuno, un’ombra immobile che sembrava salutarlo.
>>
>> Un improvviso fremito di paura gli attraversò tutto il corpo come un
>> solitario soffio di vento gelato.
>>
>> Lanciò un urlo all’ombra sulla torre. Nessuna risposta, nessun movimento.
>>
>> Gridò nuovamente avanzando di un passo.
>>
>> Le assi si spezzarono all’improvviso con un rumore secco e lui cadde
>> verso il fondo. Il fossato era profondo circa due metri, non ebbe il tempo
>> di allungare le braccia per frenare la caduta.
>>
>> Sentì un dolore acuto che proveniva da diverse parti del suo corpo, era
>> come se qualcuno stesse inserendo dei ferri roventi usando lui come uno
>> spiedo.. un dolore intenso che gli tolse anche la forza di gridare.
>>
>> Quando tutto tornò calmo, l’ombra scese lentamente dalla scala di legno
>> della torre ed illuminò il fossato.
>>
>> Il sacerdote Bajoriano giaceva esanime infilzato da molteplici paletti
>> aguzzi.. presto sarebbe toccato anche a quell’idiota che voleva spifferare
>> tutto agli ufficiali federali.
>>
>>
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>> Ma questa storia dell'idolo è una cosa diffusa o solo tra le donne? F.
>> Bueller (Xyr - 03.14 - Scacco matto)
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