[Stml20] R: Brano 11.08 - La Nave di Fuoco

mokia a libero.it mokia a libero.it
Mer 19 Nov 2014 00:30:41 CET


lo sapevo che quella st....a di 3 di 14 alla fine ci tradiva!!!
belloooooooo!!!!!!!
Bravo Federico


Monica





----Messaggio originale----

Da: cmdrtkar a gmail.com

Data: 17/11/2014 11.28

A: "USS Marconi"<stml20 a gioco.net>

Ogg: [Stml20] Brano 11.08 - La Nave di Fuoco



Ecco il pezzo...c'erano un po' di cose che non mi convincevano troppo, quindi ho provveduto a rimescolare un po' le carte in tavola...In particolare ho sistemato un po' la cosa dell'attacco ad una nuova struttura, facendo sì che si trattasse dell'Unimatrice della Collettività nemica di cui avevamo già distrutto un Nodo, ed immaginando un contemporaneo attacco anche al secondo nodo (quello che avevamo incontrato all'inizio).
In questo modo abbiamo solo due collettività coinvolte e lasciamo più spazio di azione ad eventuali altre sim che vogliano sfruttare l'ambientazione comune...
Spero di non aver scritto troppi strafalcioni...
F

**********************************************Brano: 11.08Titolo: La Nave di FuocoAutore: Tenente Comandante Rekon
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U.S.S. Marconi - Sala Controllo Comunicazioni - 06 luglio 2394 - ore 05.15
“Non dovrebbe…essere a letto. Signore?” domandò il Tenente Maria Seville, notando Rekon intento a lavorare sotto una componente parzialmente smontata dei relé di comunicazione subspaziale. L’Umana stava comandando il turno notturno in Sala Macchine per lasciare al suo superiore un po’ di riposo prima della prossima battaglia, e si era spostata solo ora nella sala che ospitava i relé subspaziali solo quando aveva individuato un consumo anomalo di energia in quei locali. Non aveva avuto notizia da nessuno che le comunicazioni necessitassero di riparazione…o di qualsiasi altra cosa Rekon stesse facendo, visto il numero anomalo di cavi dati e condotti energetici che stava collegando all’apparecchiatura che aveva scoperto.
“Avrò tempo di dormire quando sarò morto, ragazza!" affermò con un grugnito il Tellarita, troppo concentrato su quel che stava facendo anche solo per tirar fuori un insulto decente “mi ero appena buttato in branda quando ho avuto una folgorazione, quindi eccomi qui…adesso vedi di spicciarti, prendimi un modulatore di frequenza e due intensificatori e passameli…”
La giovane ingegnere si affrettò ad eseguire gli ordini ricevuti e, individuato nel vicino magazzino dei pezzi di ricambio quanto richiesto, lo trasportò nella saletta, sdraiandosi a sua volta sotto l’apparecchiatura per passare i pezzi al superiore. I suoi occhi acuti individuarono subito le numerose modifiche fatte dal Capo Ingegnere e, benché non avesse idea di cosa stesse cercando di fare esattamente, capì che stava trasformando quel macchinario in un accumulatore, in grado di trasmettere un impulso subspaziale molto più potente delle normali radio.
“Diciamo che è una piccola assicurazione nel caso i nostri amici mezzi robotici vogliano farci qualche scherzo…” spiegò stringatamente, notando la curiosità della sua seconda, mentre le tozze dita pelose operavano con una perizia insospettabile con un minuscolo saldatore laser per fissare il componente appena ricevuto. Notando che l’umana non rispondeva, aggiunse più bruscamente “Sveglia ragazzina…cosa credi succederebbe ai nostri amici Borg se gli sparassimo un singolo impulso, alimentato con tutta l’energia della nave, attraverso la loro rete di comunicazione subspaziale?”
Cominciando a capire quale fosse lo scopo di quell’accozzaglia di circuiti, condotti, fili e relé, l’Umana si voltò stupita verso l’ingegnere Tellarita quindi, chiudendo la bocca, impiegò qualche momento prima di rispondergli “Suppongo…che potremmo mettere temporaneamente fuori uso la loro capacità di coordinamento interna…”
“E magari friggere anche qualche cervello Borg da fornire al cuoco per la cena…” borbottò l’Ingegnere Capo della Marconi, cercando a tentoni la sinistra una componente lasciata da parte, mentre con la destra teneva fermo quello che sembrava essere un nodo di distribuzione modificato pesantemente. Notando il movimento, ed immaginando quale fosse il pezzo che il Tellarita non trovava, Maria si contorse leggermente per mettersi sul fianco e, dopo averlo afferrato, lo mise nella posizione corretta, tenendolo fermo in attesa che il superiore terminasse l’assemblaggio della struttura.
Con un ringhio a metà tra il sorpreso ed il soddisfatto, Rekon usò la mano libera per recuperare il saldatore, col quale si mise all’opera facendo attenzione a non saldare insieme al congegno anche la mano della sua vice. La ragazza, d’altro canto, rimase in silenzio per un po’ per ammirare l’intricata opera che il suo superiore aveva creato in poche ore quindi, colta da un dubbio, domandò “Ma i sistemi di comunicazione Borg saranno certamente schermati all’inverosimile per evitare attacchi del genere…come faremo a superare una simile protezione?”
“Sfruttando il loro orgoglio, ragazza…” rispose il vecchio ingegnere, con un ghigno che – alla breve distanza a cui si trovavano – permise al Tenente Seville di vedere con chiarezza le zanne che il Tellarita aveva in bocca “come con chiunque altro…”

U.S.S. Marconi - Sala Riunioni - 06 luglio 2394 - ore 06.30
Shran sedeva con le dita incrociate avanti a sé, fissando la quasi totalità dei suoi Ufficiali Superiori che lo circondavano per l’ultimo briefing prima dell’attacco all’Unicomplesso in costruzione che i Borg della fazione loro avversaria stavano installando nel Quadrante Gamma. Si sarebbe anche evitato quella riunione, ma le notizie che 3di14 aveva inviato loro neppure un'ora dopo la fine della riunione precedente avevano richiesto alcuni aggiustamenti ed era il momento di condividerli con i suoi uomini.
Gli uomini erano tutti presenti eccetto Rekon, che ancora non si vedeva e non aveva dato notizie di sé salvo una breve comunicazione da parte di un suo sottoposto che aveva annunciato che il Capo Ingegnere sarebbe arrivato appena finito di sistemare una cosa. Le loro facce, poi, esprimevano tutta la tensione che quei giorni di continui conflitti avevano generato in loro.
“Molto bene, iniziamo…” commentò l’Andoriano, un po’ seccato, sciogliendo la posa contemplativa e poggiando in maniera marziale le spalle allo schienale della sedia “come vi é stato comunicato, il nostro obiettivo é molto più protetto di quanto pensassimo inizialmente. Ciò comporta che i nostri alleati Borg ci forniranno un terzo Cubo di supporto, mentre il Dominio é stato costretto a mobilitare due flotte...quelle che avrebbero dovuto darci copertura in caso di tradimento. La situazione é però piuttosto incerta, quindi datemi uno stato dei sistemi e del nostro grado di preparazione.”
La prima a parlare fu Tara che, come responsabile delle Operazioni, si prese carico di riferire anche per conto dell’ingegneria che tutti i sistemi primari e secondari erano a posto. “tutti i danni più rilevanti accumulati negli ultimi giorni di scontri sono stati riparati….” Riferì, prima di aggiungere “abbiamo ancora numerosi sistemi secondari tutt’oggi non funzionanti, ma si tratta di moduli non strettamente legati alle capacità belliche della nave.” Omise di dire che tra questi sistemi non funzionanti rientravano anche il supporto vitale del Ponte 12 e tutti i replicatori alimentari, ma la mezza Klingon non parve rammaricarsi più di tanto di tale dimenticanza.
Successivamente fu il turno di Dal, che riferì la piena operatività dei sistemi tattici, aggiungendo che tutte le armi personali erano state rimodulate e che tutto il personale coinvolto nelle opere di contenimento degli assalti Borg sarebbe stato dotato anche di disgregatori di fattura Klingon e di armi bianche, al fine di aumentare la gamma di armamento a disposizione. 
“Ci sarebbe anche un’altra cosa…” aggiunse, dopo un momento di riflessione. Quando Shran lo invitò a parlare, il mezzo Cardassiano riferì “Non so se il Comandante Rekon glielo aveva accennato, ma dalla Sala Macchine hanno implementato una subroutine di teletrasporto predisposta per agganciare il composto di cui sono fatte le nanosonde Borg e tutte le componenti organiche ad esse associate e trasportare il tutto nello spazio attorno alla nave. Si tratta di un trucco che potremo tentare probabilmente una sola volta, prima che i Borg si adattino, ma dovrebbe permetterci di vuotare la nave da ogni Borg a bordo, in caso la situazione diventasse tragica…”
L’ufficiale Andoriano fece cenno di aver capito, ed il Conestabile Odo ne approfittò per prendere la parola e riferire "Dopo aver contattato il comando Jem’Hadar di Settore, Capitano, mi é stato assicurato che le flotte d’assalto ci attendono alle coordinate di rendez vous. Vorrei che un nuovo contingente di soldati venisse trasferito a bordo della Marconi agli ordini del Primo Ma’Kar…”
Shran lanciò un’occhiata in tralice al Primo Jem’Hadar, che sedeva immobile come una statua di roccia accanto al Cambiante. Non poteva certo dire di essere lieto di avere a bordo tanti soldati del Dominio, ma doveva ammettere che si erano dimostrati estremamente utili nel difendere la nave dagli attacchi Borg, quindi non poté che rispondere “Naturalmente, Conestabile…proceda pure. E per quanto riguarda le forze Borg nella Nebulosa di Marg?”
Il Cambiante si incupì leggermente al pensiero di quella regione di spazio del Dominio caduta in mano ai Borg, ma si affrettò a rispondere “Ho provveduto a trasmettere al comando locale le indicazioni su come agire e l’ordine di collaborare con la fazione Borg Alleata….” Era evidente che la cosa non lo soddisfacesse, tanto che aggiunse “Capitano, non posso negare la logica di un attacco coordinato sia al fulcro di transcurvatura che all’Unicomplesso, così da non permettere alla Fazione Borg di ridislocare le proprie forze, ma devo ammettere di essere preoccupato. Due Flotte del Dominio si stanno preparando ad attaccare la Nebulosa di Marg insieme a 5 Cubi alleati e altrettante si uniranno a noi e ai tre Cubi che ci scortano…ma che succederà se i nostri alleati ci tradiranno subito dopo la battaglia? Le forze del Dominio più vicine sono state ridislocate per proteggere il Grande Legame, come ben sa…”
“Ne sono cosciente, Conestabile, ma non abbiamo altra alternativa che accettare l’aiuto dei nostri…alleati…” rispose Shran, che condivideva in pieno tutte le titubanze del Cambiante che un tempo aveva servito come Capo della Sicurezza di DS9. Il sapere che quasi certamente i Borg li avrebbero traditi, però, non cambiava il fatto che avrebbero avuto bisogno del loro supporto per sconfiggere il nemico che si era insidiato tanto profondamente nel territorio del Dominio. Fu per questo che aggiunse, schiacciando leggermente le antenne sul capo canuto “quel che posso consigliarle è di lasciare che i nostri alleati si sobbarchino la loro quota di responsabilità nello scontro e non restino indietro, lasciando che siano le vostre navi a farne le spese…”
Odo fece cenno di sì, e aggiunse “l’ho fatto, ma i Jem’Hadar non sono esattamente propensi a non farsi prendere dalla foga della battaglia…”
Forse voleva aggiungere altro, ma non ebbe tempo in quanto una colonna di luce verde illuminò la stanza precedendo la materializzazione di 3di14. Immediatamente il Primo Ma’Kar e il Comandante Dal si alzarono in piedi, reagendo ad una potenziale minaccia, ma il Borg li ignorò fissando lo sguardo dell’occhio sano sul Capitano della Marconi e dicendo “Ci troviamo a 30 minuti standard dall’area di operazioni. E’ giunto il momento di definire la strategia operativa per lo scontro.”
“Naturalmente…” rispose Shran a denti stretti, ben sapendo che sarebbe stato inutile protestare con il portavoce della Collettività loro alleata per quell’arrivo non annunciato “si accomodi, ho già…”
Ma non potè finire la frase, perché Rekon scelse quel momento per palesarsi in sala riunioni parlando nel frattempo al comunicatore “…e finite di stabilizzare quel sostegno sul Ponte 5…se quando torno lo trovo ancora incrinato giuro che vi infilo nel primo siluro fotonico che trovo e…anzi, vi infilo direttamente il siluro fotonico giù per la gola!”
Quindi colpì con la mano pelosa il comunicatore per chiudere la conversazione e, solo allora, si prese un istante per guardarsi intorno. Il Capitano della Marconi non si aspettava certo dal Tellarita delle scuse per il ritardo, ma rimase ugualmente sorpreso quando lo vide quasi scoppiare a ridere notando Dal e Ma’Kar in piedi ai due lati di 3di14.
Dal canto suo, il Capo Ingegnere si limitò a grugnire un saluto, prima di dirigersi direttamente verso il trio in piedi e dire a Dal e al Primo Jem’Hadar “Lasciate in pace questa faccia da replicatore…ho bisogno di lei adesso, quindi tenetevi stretto il vostro testosterone, che potrete sfogarlo con calma quando ci sarà da combattere…” quindi, rivolgendosi alla Borg “molto bene Pi…ho bisogno che tu faccia una cosa per me…”
Il Drone lo fissò con sguardo vacuo, ma non chiese spiegazioni circa il nomignolo affibiatole, così il Tellarita continuò “La volta scorsa non abbiamo avuto problemi perché non era previsto che comunicassimo con molte navi per coordinare l’attacco, ma stavolta ci saranno più di duecento vascelli pronti a saltare addosso a quell’embrione di Unicomplesso. I Borg hanno già dimostrato di poter bloccare le nostre comunicazioni con facilità e di poter violare i nostri protocolli altrettanto rapidamente. Quindi adesso tocca a voi…”
“Ciò è rilevante…” rispose 3di14 dopo un momento di riflessione, o forse dopo aver comunicato con la propria Collettività “procedete nell’esprimere le vostre intenzioni.”
“Le mie intenzioni?” borbottò il Tellarite, perplesso. Notò di certo l’occhiataccia che Shran gli stava lanciando alle spalle del Borg, ma non sembrò darvi peso. Invece aggiunse “E’ molto semplice, Pi…voi siete i Borg, no? Conoscete le capacità dei vostri cugini dell’altra Collettività e sono certo che abbiate nella vostra mente collettiva le risorse e le capacità impedire loro di violare le vostre comunicazioni. Questo vuol dire che ci dovete fornire l’accesso ad un vostro canale di comunicazione Borg da sfruttare per coordinare le attività delle flotte del Dominio impegnate nelle due battaglie e dei Cubi che le assisteranno. Inoltre dovete impegnarvi a mantenerlo aperto e a garantirne l’inviolabilità da parte dei nostri avversari!”
Le facce degli umanoidi presenti nella sala in quel non esprimevano bei sentimenti verso il Tellarita, Ma Rekon aveva gli occhi piantati in quello della Borg e non batté ciglio finché questa, dopo una conversazione silenziosa e piuttosto lunga con la propria Collettività, non assentì affermando “Ciò può essere fatto. Noi apriremo una delle nostre frequenze di comunicazione protette ai vascelli impiegati negli scontri, al fine di garantire l’efficienza delle operazioni tattiche.”
“Ecco, questa sì che è efficienza…” borbottò il Tellarita, dando una bella pacca sulla spalla alla Borg e facendola barcollare leggermente. Quindi, usando la mano con cui l’aveva colpita, la spinse verso la porta e disse “dobbiamo coordinare più di 500 navi, quindi non c’è tempo da perdere. Qui fuori c’è la mia vice che aspetta istruzioni in merito. Datti da fare! E tu, faccia a punta, vai con lei!”
Seppur perplessa, la Borg si apprestò ad ottemperare avviandosi alla porta, seguita rapidamente dal Primo Jem’Hadar, che si mosse non appena ebbe ricevuto da Odo una conferma non verbale dell’ordine dell’ingegnere.
Quando la porta si fu richiusa alle spalle della Borg, Shran disse, con voce gelida “Ebbene, Comandante Rekon…quando pensava di informarci della sua decisione di far dipendere tutte le nostre comunicazioni dai nostri alleati?”
Il Tellarite non si scompose particolarmente e, raggiungendo con calma il proprio posto attorno al tavolo, rispose “L’intenzione era di dirvelo prima che arrivasse faccia di latta, ma me la son trovata già tra i piedi…o facevo così o la teletrasportavo fuori bordo. Ma basta con queste scemenze. Maria non potrà tenercela lontana per più di qualche minuto e abbiamo cose serie di cui parlare…”
“Più serie dell’aver consegnato ai nostri prossimi potenziali nemici la nostra capacità di reazione e coordinamento?” domandò incredula il Comandante Keane, mentre il Dottor Kuwano e Dal si limitavano a fissarlo con sguardo perplesso.
“Bah…mi serviva l’accesso alla loro rete subspaziale. Ho preparato uno scherzetto che dovrebbe essere in grado di friggere tutta la loro rete di comunicazione per almeno una decina di minuti, ma non posso recapitargli la supposta senza un passaggio d’entrata, vi pare?”
Le facce degli ufficiali esprimevano chiaramente tutto lo stupore generato da quelle parole e Shran, completamente dimentico della precedente arrabbiatura, assottigliò lo sguardo e disse solo “Vada avanti, Rekon…”

 U.S.S. Marconi - Plancia - 06 luglio 2394 - ore 07.00
“Stiamo uscendo dalla Curvatura, signore…” annunciò il Timoniere senza voltarsi.
“I sensori rilevano la flotta del Dominio ed un vascello Borg Classe Cubo già schierata, salvo un incrociatore che si sta muovendo per venirci incontro…”“Il Tenente Wyandot é pronto per il trasferimento sulla Nave di fuoco?" domandò Shran, voltando leggermente le antenne verso la postazione delle comunicazioni ed utilizzando un termine che era venuto fuori durante la riunione strategica del giorno prima. 
3di14 aveva infatti evidenziato come, a differenza di un anello di un nodo di transcurvatura, un Un i complesso era una struttura estremamente solida e con sistemi ridondanti, tanto che non sarebbe stato affatto sufficiente schiantarvi contro un nucleo di curvatura per distruggerlo.Mentre stavano valutando le loro alternative, il Primo Ma'Kar aveva suggerito di schiantarsi contro l'intera nave dopo aver armato l'intera santabarbara di siluri. A quel punto, Julie aveva tirato fuori la storia delle navi di fuoco, vascelli a vela di piccole dimensioni che sulla Terra venivano riempite di pece e poi incendiate, per farle quindi schiantare sui grandi galeoni da guerra per dare loro fuoco.
L'idea era piaciuta molto sia a Shran che al Primo Ma'Kar ed era stata considerata "perseguibile" da 3di14. La borg aveva quindi proposto di dotare la nave che avrebbero utilizzato di scudi autori modulanti Borg e di imbottirla di antimateria e detonatori, sfruttando le celle energetiche dei siluri Borg, molto più efficienti dei siluri fotonici federali. Una volta decisa la strategia, la Collettività aveva fatto entrare in Trans curvatura uno dei tre Cubi che scortavano la Marconi, con l'ordine di raggiungere la flotta del Dominio e approntare la Nave di Fuoco.
"Sì signore, é già in Sala Teletrasporto 1..." confermò il Comandante Keane dalla Consolle OPS, mentre sullo schermo veniva ingrandito quello che, fino a poche ore prima, era stato un incrociatore del Dominio. Il suo scafo esterno era stato ricoperto di apparecchiature Borg, caratterizzate da un aspetto decisamente sgraziato e dalla tipica luce verde "saremo a portata tra 40 secondi."
Il Capitano della Marconi si voltò verso 3di14, che era ferma in piedi accanto a lui, e domandò "Tutte le modifiche sono state completate in tempo?"
"Come da specifiche..." convenne atona la Borg, lanciandogli un'occhiata come a dire che la domanda era irrilevante. Poiché l'Andoriano continuava a fissarla con gli occhi di ghiaccio come a chiedere ulteriori delucidazioni, però, aggiunse col tono di chi sta perdendo tempo "i detonatori sono programmati per innescare l'esplosione 0.056 secondi dopo l'impatto dello scafo con gli scudi dell'UNI complesso, così da massimizzare gli effetti detonanti. La U.S.S. Marconi riceverà in tempo reale l'aggiornamento sulle frequenze degli scudi dell'incrociatore denominato Nave di Fuoco, al fine di procedere al recupero del suo equipaggio prima della distruzione dell'unità."
"Molto bene..." approvò l'umanoide dalla pelle blu quindi, pigiato il comunicatore, disse "Shran a Wyandot, é a bordo? É tutto a posto?"
"S...sì Capitano..." rispose titubante il ragazzo, che non era evidentemente ancora passato in modalità pilota "la nave...non avrà molta manovrabilità con questo carico extra...non c'è un centimetro libero, a parte le postazioni di Plancia e della Sala Macchine!" 
Shran notò che, mano a mano che parlava, Chuck diventava sempre più sicuro di sé e non poté trattenere un ghigno, mentre pensava a quanto profondamente i Borg avessero dovuto modificare i sistemi per permettere a solo 12 persone di gestire un incrociatore di oltre 600 metri di lunghezza con un livello di efficienza da loro considerato accettabile. Scuotendo la testa per togliersi quei pensieri non utili dalla mente, rispose "Tranquillo, vi scopriremo noi. Marconi chiude."
"Il Cubo 10247 opererà di supporto alla manovra di speronamento." annunciò la Borg, nel momento esatto in cui uno dei due Cubi giunti con la Marconi, quello che li aveva tratti in salvo giorni prima, per la precisione, si muoveva come un pachiderma dello spazio, andandosi ad affiancare alla Nave di Fuoco, mentre l'altro raggiungeva il terzo vascello nei pressi della Flotta del Dominio "Comunicazioni subspaziali stabilite con tutti i vascelli, compresi quelli dislocati presso la Nebulosa di Marg."
Il Capitano scambiò un cenno di intesa con il Conestabile, che occupava la poltrona del Primo Ufficiale e ne usava la strumentazione per controllare lo stato delle forze del Dominio. Avuta da Odo tacita conferma che tutto era pronto, ordinò "Comandante Dal, Primo Ma'Kar, allertate i vostri uomini. Timoniere, ci porti accanto alla Nave di Fuoco e passiamo in allarme rosso. Comandante Berthier, visuale tattica sullo schermo. Si va!

Pressi Unimatrice Borg Quadrante Gamma - alcuni minuti dopo
I due potenti Drednaught del Dominio, super incrociatori lunghi più di quattro chilometri e ricoperti di torrette di cannoni a Polaroni, furono i primi ad entrare in mischia, guidando l'assalto delle rispettive flotte, che parevano composte da vascelli microscopici al confronto dei due titani del Quadrante Gamma e dei due massicci Cubi Borg che li tallonavano da vicino.
Ad attenderli ci erano una dozzina di Cubi e più del doppio di Sfere, oltre ad un numero imprecisato di vascelli scout. quindi il primo contatto tra le due forze contrapposte si rivelò essere più che altro un inferno di raggi, esplosioni e scafi metallici liquefatti dalla devastante potenza delle armi impiegate.
Un po' distante dalla mischia, il trio di vascelli composto dalla Marconi, dal Cubo Borg e dalla Nave di Fuoco stava nel frattempo avanzando verso l'animatrice aprendosi a forza la strada tra quelle navi nemiche che non avevano abbandonato la propria posizione difensiva a seguito dell'attacco della flotta congiunta Dominio-Borg.
Si trattava principalmente di vascelli di piccole dimensioni (Classe Sonda ed un paio di Sfere, fino a quel momento), che Chuck aveva evitato con manovre così ardite che - nonostante le dimensioni minori ed il carico più leggero - la Marconi aveva faticato ad emulare. Secondo il piano originale, infatti, le due navi più piccole avrebbero dovuto evitare per quanto possibile l'ingaggio, lasciando che i Borg avversari si concentrassero - come da loro programmazione di base - innanzitutto sulla minaccia maggiore, ovvero sul cubo che le scortava.
Fino ad ora la strategia si era dimostrata vincente. La Nave di Fuoco era riuscita - anche grazie alle modifiche implementate dagli alleati - a sottrarsi o resistere ad ogni attacco, che la Marconi aveva poi attirato su di sé per il tempo necessario a far intervenire le possenti armi del Cubo. In questo modo la Nave di Fuoco aveva ricevuto pochissime bordate sugli scudi modificati, mentre la Marconi era ancora in condizioni relativamente buone, avendo dovuto respingere un solo abbordaggio quando il Cubo era stato rallentato dall'assalto combinato di due Sfere.
Ma la parte difficile del piano veniva solo ora, in vista dell’Unimatrice.

U.S.S. Marconi - Plancia - 06 luglio 2394 - ore 07.45
“Il Primo Ma’Kar conferma che hanno finito di liberare il Ponte 5…” informò Odo, reggendosi al contempo alla poltrona del Primo Ufficiale mentre gli scudi della Marconi venivano scossi da una scarica di siluri provenienti da una Sfera. La nave Borg aveva preso di mira la Nave di Fuoco quando questa aveva attraversato il limitare esterno dello spazio occupato dall’Unimatrice nemica, costringendo il Tenente Wyandot a manovre molto oltre il limite dell’integrità strutturale del vascello che pilotava, per lo meno fin quando la nave federale non si mise in mezzo, assorbendo coi propri scudi il fuoco nemico.
“Scudi dorsali al 41%...” annunciò Dal, mentre le sue mani danzavano sulla consolle tattica, concentrando il fuoco di tutti i banchi phaser disponibili verso un unico punto dell’equatore del vascello Borg, nella speranza di superare per qualche istante le sue difese “Stiamo avendo fluttuazioni nei campi inibitori del teletrasporto, ponte 11.”
“Squadre di sicurezza del ponte 11, tenersi pronti a respingere un abbordaggio…” comunicò rapidamente il Primo Ufficiale Salen, che almomento aveva ceduto la propria postazione ad Odo e stava occupando una consolle secondaria “Timoniere, ruoti il nostro asse orizzontale di 180°, così da esporre gli scudi ventrali al fuoco nemico…”
“Dove diavolo è il Cubo?” domandò Shran, reggendosi ai braccioli della propria poltrona e socchiudendo gli occhi, mentre una consolle alle sue spalle esplodeva in una cascata di scintille dopo il fuoco di risposta della Sfera.
“Stiamo incontrando resistenza…” annunciò 3di14, che pareva in grado di reggersi in piedi senza difficoltà nonostante gli scossoni “è in corso l’assimilazione della Sfera ST057896. Tempo previsto al completamento dell’attività: 6.23 minuti.”
“Potremmo non avere tutto questo tempo!” si irritò il Capitano della Marconi, ordinando nel contempo a Dal di tentare un fuoco misto di siluri e phaser sempre sullo stesso punto “distruggete quella dannata Sfera e venite a darci una mano!”
“L’assimilazione della Sfera consentirà una maggiore operatività strategica durante la fase finale dell’avvicinamento…” spiegò concisamente il drone Borg, ignorando la furia dell’Andoriano come se la considerasse tanto irrilevante quanto la possibile distruzione della Marconi “Attraverso l’assimilazione otterremo i codici dei sistemi difensivi e potremo disattivare temporaneamente le difese perimetrali.”
“Manovre evasive, schema gamma-sette!” ringhiò allora Shran, dopo aver capito che dovevano cavarsela da soli “Julie, mi dia un buon bersaglio….Dexter…” rivolto al timoniere “si tenga tra la sfera e la Nave di Fuoco, cercando di cambiare continuamente lo scudo sottoposto al fuoco nemico per consentire alla Sala Macchine di riparare i danni…”
Il timoniere in seconda, un Guardiamarina Umano che si era trovato a dover gestire le manovre della nave a causa dell’assenza di Chuck, stava per rispondere affermativamente, ma si bloccò osservando stupefatto la propria consolle e, dopo un istante, disse “scusi, signore…io..credo di aver perso la Nave di Fuoco…”
“Cosa?” domandò Shran, alzandosi in piedi nonostante gli scossoni e raggiungendo con due falcate il Timone, per controllarne le letture. Non fece però a tempo perché sullo schermo, proprio nel momento in cui il fuoco della Marconi faceva avvampare gli scudi Borg, da dietro la sfera comparve la massiccia sagoma dell’incrociatore del Dominio che – con un volo così radente da sembrare che i due scafi si stessero sfiorando, scaricò tutta la potenza dei suoi armamenti ventrali sulla superficie opposta dello scafo nemico. Evidentemente la Sfera doveva aver concentrato tutta la potenza dei suoi scudi verso la Marconi, perché il fuoco radente dei cannoni polaronici della Nave di Fuoco trovò scarsa resistenza, andando ad impattare sullo scafo nero e grigio con violenza e scavando profondi solchi nel metallo.
“Grande Chuck!” esclamò con piglio guerriero il Comandante Keane poi, tornando professionale, aggiunse “gli scudi della Sfera stanno fluttuando. Perdita di potenza nella sottosezione 11.”
“Dal…” ebbe appena il tempo di dire il Capitano della Marconi, ma non potè aggiungere altro. Il Capo della Sicurezza, che aveva notato le medesime letture della collega, stava già agendo, concentrando tutto il fuoco della nave federale in quel punto. Dopo pochi secondi, sottoposta ad un martellamento su due fronti, la Sfera Borg esplose.
“Ottimo lavoro, signori…”si complimentò Shran, tornando al proprio posto e lanciando un’occhiata di sfida a 3di14 “adesso torniamo al nostro bersaglio…se avete finito di fare i vostri comodi, ovviamente…”
La Borg ignorò completamente la battuta, cui rispose con un atono “Approntare rotta di avvicinamento 023.011. E’ stato predisposto un corridoio di approccio sicuro prendendo il controllo delle postazioni difensive fisse e rivolgendone il fuoco contro i vascelli nemici. Tale fuoco di supporto sarà disponibile per 86.7 secondi.”
“Facciamo rotta verso il corridoio!” ordinò allora Shran, mentre il loro bersaglio cominciava a giganteggiare sullo schermo visore.
Per quasi un minuto tutto sembrava andare per il meglio, ma l’Andoriano non si stava facendo illusioni, quindi non rimase deluso quando, a meno di venti secondi dall’obiettivo, 3di14 annunciò “Due Cubi della fazione avversa stanno emergendo dalla transcurvatura, a portata di tiro tra 5 secondi.”
Ci volle appena un secondo di riflessione, prima che il Capitano della Marconi ordinasse “Tutta la potenza residua agli scudi…attiriamo il loro fuoco lontano dalla Nave di Fuoco!” quindi, volgendosi verso 3di14 “Non resisteremo per molto, potete fornirci assistenza?”
La Borg parve persa nella comunicazione con i propri simili per diversi secondi, quindi asserì “La Sfera ST057896 fornirà supporto Tattico di copertura.” E, mentre il Cubo ingaggiava un violento scontro a fuoco col suo simile, la Sfera recentemente assimilata si mosse dalla posizione di retroguardia in cui si era posta, aprendo subito il fuoco contro il vascello che stava fronteggiando la Marconi.
Per lunghi, interminabili secondi, la Marconi assorbì il fuoco nemico subendo ingenti danni e non riuscendo a causarne di altrettanto significativi. Proprio quando Shran si stava chiedendo se fosse il momento di una ritirata strategica, il Comandante Berthier, che si era dovuta trasferire alla postazione scientifica ausiliaria dopo che la sua era esplosa, annunciò “La Nave di Fuoco è a 15 secondi dall’impatto!”
“Timoniere, sganciamoci dal combattimento…pronti a recuperare l’equipaggio della Nave di Fuoco!” ordinò allora l’ufficiale Andoriano, mentre la Marconi compiva una lunga virata superando il Cubo col quale fino a quel momento si era scontrata. Quindi, rivolto a 3di14 “ordini alla Sfera di fornirci qualche secondo di copertura!”
“Pronti al teletrasporto!” annunciò la mezza Klingon, mentre il vascello del Dominio modificato era lanciato a tutta velocità verso l’Unimatrice. 
I teletrasportatori della Marconi stavano per agganciare i segni vitali dell’equipaggio della Nave di Fuoco quando accaddero due cose contemporaneamente: La Sfera, anziché interporsi tra la nave federale ed il Cubo nemico accelerò a tutta velocità verso il secondo avversario, con una manovra suicida che danneggiò seriamente anche l’oppositore del Cubo di 3di14. Contemporaneamente il primo Cubo, non avendo ostacoli, aprì un pesante fuoco di opposizione contro la Marconi, mettendo a segno diversi colpi diretti sui suoi scudi dorsali e di poppa e danneggiandola seriamente.
“Rapporto danni!” domandò Salen con voce leggermente incrinata dalla tensione, mentre cercava di rialzarsi in piedi evitando di ferirsi ulteriormente con i detriti che costellavano il pavimento della Plancia.
“Colpi diretti multipli…” annunciò Dal, che era riuscito miracolosamente a reggersi alla propria postazione, nonostante un pezzo di soffitto lo avesse colpito in testa lasciandogli una vistosa ferita sullo zigomo e sulla tempia destri “Abbiamo perso l’energia principale e gli scudi…teletrasporti in avaria…”
“Che diavolo è successo?” domandò allora Shran, reggendosi a fatica al timone accanto al quale si trovava ed ignorando stoicamente il dolore al fianco sinistro.
“La missione ha avuto esito positivo.” Annunciò semplicemente 3di14, rialzandosi in piedi apparentemente illesa nonostante la trave che l’aveva colpita sulla spalla corazzata.
Poiché il visore principale non funzionava, il Capitano della Marconi dovette fidarsi della parola della Borg, alla quale domandò “Che ne è dei membri dell’equipaggio della Nave di Fuoco?” Non che si aspettasse più di tanto, ma c’era sempre la possibilità che fossero riusciti ad utilizzare un guscio di salvataggio per evitare l’esplosione.
“L’equipaggio è stato recuperato dal nostro Cubo.” Annunciò a sorpresa la Drone Borg, sorprendendo tutto l’equipaggio di Plancia, che stava lentamente recuperando le proprie postazioni “Il talento dell’Umano Charles Wyandot è rilevante, abbiamo provveduto a tutelarlo.”
Lì per lì Shran non comprese il senso della frase della Borg e, preoccupato di un nuovo attacco, domandò “Che ne è dei Cubi Nemici?”
“I vascelli nemici non sono rilevanti…” rispose 3di14 e, contemporaneamente, lo schermo principale si riaccese mostrando che l’Unimatrice era ancora perfettamente integra, sovrastata da un Cubo Borg.
“Ma che diavolo?” Esclamò Tara, cercando al contempo di individuare un banco sensori ancora attivo per analizzare il bersaglio e capire perché il loro attacco fosse fallito.
“L’Unimatrice ha perso gli scudi ma è integra…” disse allora il tattico mezzo Cardassiano, che era riuscito ad ottenere qualche dato dai sensori tattici.
“Cosa significa tutto questo?” Domandò Shran, lanciando un’occhiata gelida a 3di14 “Avevate detto che eravamo riusciti a distruggere l’Unimatrice!”
“L’obiettivo della missione è stato raggiunto in pieno.” Ribatté la Borg, spiegando poi “Abbiamo penetrato le difese dell’Unimatrice e assimilato la Regina del Collettivo avversario. Ora il Collettivo avversario non esiste più. Noi siamo Borg…”
“Quindi…non ci sono più vascelli Borg nemici?” Domandò il capitano della Marconi, allarmato dalla scelta di parole della Borg “Abbiamo vinto la battaglia?”
“Consenso.” Affermò la femmina Borg, chiudendo le distanze con l’Andoriano, mentre diverse colonne di luce verde illuminavano la penombra della Plancia danneggiata rivelando il teletrasporto di numerosi Droni “La vostra collaborazione è stata rilevante. Le vostre peculiarità biologiche e tecnologiche arricchiranno quelle del nostro Collettivo e ci forniranno un vantaggio tattico sugli altri. La resistenza è inutile!”
_________________________________________________________________________Da: Comandante del sommergibile Sea TigerA: Ufficio Approvvigionamenti Arsenale di Cavite, Filippine.Tramite: Comando Forze Subacquee.Oggetto: Carta igienica.#1. Il 6 giugno 1941 questa nave ha inoltrato una richiesta di 150 rotoli di carta igienica. Il 16 dicembre 1941 detta richiesta è stata restituita con la stampigliatura: "Materiale sconosciuto. Richiesta annullata."#2. Il Comandante del sommergibile Sea Tiger non può fare a meno di domandarsi cosa viene usato all'Approvvigionamento di Cavite in sostituzione di questo "materiale sconosciuto", un tempo perfettamente noto a questo Comando. 
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