[Stml4] 2.06: Incontri e Scontri

Silvia Brunati sbrunati a gmail.com
Lun 25 Gen 2016 01:32:01 CET


Eccomi!
Scusate il ritardo.

Silvia

*USS Atlantis, sala mensa 9 Agosto 2170 ore 23:00*

“Ero certo di trovarla qui, guardiamarina”.

Le antenne di Sherileb si rizzarono istantaneamente alla voce conosciuta,
posò la tazza di tè sul bancone  e lentamente si girò a fissare lo sguardo
gelido e la bocca tirata del primo pilota della Kumari.

“Signore”. Lo saluto tradendo un po’ di insicurezza, ma presto si accorse
che un angolo della bocca dell’andoriano iniziava a tendere verso l’alto,
“pensavo avesse cose migliori da fare”, concluse mentre un accenno di
sorriso le compariva sul viso.

“Tipo guidare la nave cui era destinata lei, guardiamarina?”

“Tipo rubarmi il posto che mi spettava di diritto, signore”.

“Mi pare di ricordare che l’abbiano cacciata…”

“A me sembra che sia io ad essermene andata…”

“Portandoti via la mia collezione di pugnali”.

“Tanto non ti sarebbero serviti per pilotare”.

“Ci ero affezionato…” Il sorriso ora compariva anche sul volto
dell’andoriano.

“Anche io, li avevamo comprati assieme”.

“Rubati”.

Sherileb si guardò rapidamente attorno prima di correggerlo, “presi in
prestito”.

“E mai restituiti”.

Rimasero in silenzio a fissarsi sorridendo, quasi con soddisfazione, poi si
abbracciarono all’improvviso. “Mi sei mancata”. Le sussurrò Kiv per poi
allontanarla e fissarne il volto con attenzione, “c’è qualcosa di diverso
in te, sembri più…”

“Affascinante?” Lo interruppe Sherileb ridacchiando.

“Stavo per dire matura”, la corresse Kiv del clan Th'shrilnas con una
smorfia appoggiandosi al bancone, “come ti trovi fra questi ragazzini?”

Una smorfietta infastidita comparve sul volto di Sherileb a quella domanda,
“sono meno ingenui di quello che credi Kiv”, gli rispose dopo qualche
istante, “anche se hanno dovuto cercare una pilota andoriana per capire
come guidare la loro stessa nave”. Aggiunge con un sogghigno.

La risata di Kiv le riportò alla mente molti, troppi ricordi che si
affrettò a scacciare con un rapido movimento del capo, le antenne lo
accompagnarono come in una danza. “Scherzi a parte perché non sei a bordo
della tua nave?”

L’andoriano strinse le spalle, “il capitano aveva una riunione con il tuo,
mi ha chiesto di accompagnarlo ed eccomi qui”.

Sherileb tirò appena indietro le antenne a sottolineare il suo scetticismo
a quella risposta. Kiv se ne accorse, sospirò e le sorrise: “il capitano
voleva che scoprissi, con discrezione, come te la cavavi”.

Sherileb sbuffò incredula.

“Sai che ha sempre creduto molto in te”.

“Non ho i tuoi stessi ricordi”.

Kiv scosse la testa, “perché eri troppo presa a guardare il tuo orgoglio
ferito”.

L’andoriana sbuffò di nuovo lasciando cadere l’argomento, “che ne pensi di
questa storia?”

“Che qualcuno ci sta prendendo per il naso”, rispose Kiv prendendo la tazza
di Sherileb, “non esistono astronavi fantasma, solo pirati molto ben
organizzati”, portò la tazza al naso annusandone il contenuto, “tè
terrestre?!” Esclamò disgustato.

“Già, dicono faccia bene alla pelle”, ribatté Sherileb riprendendo la tazza
con una smorfia seccata, “non so se siano pirati, ma ho visto le
simulazioni dei loro voli ed hanno qualcuno al timone davvero bravo”,
proseguì.

“Ed un navigatore che sa sempre portarli dove devono essere ed un congegno
per farli sparire rapidamente, ma non sono romulani”.

“E sanno sempre dove colpire”.

“Già”, Kiv allungò la mano a fermare la sua mentre stava portando la tazza
alla bocca, “questa roba ti ucciderà”.

Sherileb sollevò un sopracciglio ruotando le antenne verso di lui, “conosci
qualcosa di migliore da bere?”

“Assolutamente”.



*Olandese Volante, 10 Agosto 2170 ore 10:00*

Jared riprese conoscenza lentamente, la testa gli doleva come se qualcuno
l’avesse colpita con un oggetto pesante. Ed era proprio quello che era
avvenuto non appena si era materializzato sulla nave misteriosa ricordò
all’improvviso quando le sue dita tastarono il grosso bernoccolo che gli
spuntava nuca. Il suo piano era quello di riuscire a salire a bordo, ma non
in questo modo. Piegò lentamente la testa da un lato e poi dall’altro
mentre cercando di capire quale fosse la sua situazione.

A terra, ancora prive di conoscenza, cercano tre persone: due sicuramente
della Catalina, lo si riconosceva dall’uniforme, l’altra no. Si trovavano
in una specie di cella, chiusa da un campo di forza, in quella che sembrava
la stiva di carico della nave. Al centro di essa, seduto con aria annoiata,
c’era un uomo, o forse no. Jared socchiuse gli occhi cercando di osservarlo
meglio: indubbiamente non era umano, concluse dopo un attento esame del
colore rossastro della pelle e delle scaglie che la ricoprivano, ma nemmeno
apparteneva ad una qualsiasi razza lui conoscesse.

“E uno si è svegliato”, commentò lo sconosciuto incontrando il suo sguardo,
“benvenuto a bordo signor Jared”.



*USS Atlantis, Sala Tattica, Sistema Thoarath, punto di rendez-vous, 11
Agosto 2170, ore 13:00*

Le tre navi si erano finalmente incontrate ed ora i capitani della
Atlantis, della Kumari e della T'Plana-Hath sedevano attorno al tavolo
della sala tattica della Atlantis e si fissavano.

Andrea McGlee, che ormai si era abituato ai modi bruschi dell’andoriano,
era quasi stupito dal silenzio del capitano Ch'ozhitrol, le cui antenne
erano ritte come due antenne sui capelli bianchi corti.

“Se le analisi hanno portato a quella conclusione, non posso che
logicamente accettarle”, aveva appena finito di commentare il capitano V'lenner
che aveva preso la notizia della la tecnica d’ingaggio dell’olandese
volante come se le avessero appena comunicato che la cena era servita:
ovvero con assoluta indifferenza, “per quanto illogica possa essere”.

“E questo aggiunge solo un altro tassello al mistero che circonda
l’olandese volante”. Commentò con un sospiro il capitano McGlee, “ma dove
ci porta? La nave misteriosa compare dal nulla, assalta le navi e rapisce
delle persone, talvolta distrugge le navi, altre si limita a disabilitarle”.

“Sanno sempre dove colpire”, aggiunse l’andoriano rompendo finalmente il
silenzio, “con una precisione che è sospetta”.

“Sta suggerendo che i loro assalti siano mirati?” Chiese il capitano
V’lenner e a quella domanda l’andoriano annuì.

“E che qualcuno dice loro dove si trovano i loro bersagli”.

Il silenzio calò nella sala tattica pesante come un macigno. Andrea McGlee
osservò i due suoi corrispettivi corrucciato. “E se predisponessimo una
trappola?”

Il sopracciglio di V’lenner si sollevò a segnalare il suo profondo
scetticismo.

“Capitano, non sappiamo nemmeno dove colpiranno la prossima volta, come
facciamo a predisporre una trappola?” Obiettò Ch'ozhitrol ironico.

“E chi dice che dobbiamo saperlo? Basterà lasciar trapelare la notizia che
stiamo predisponendola, saranno loro a venire a cercarci”.

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati. Bertolt Brecht
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