[Stml9] [6.02 - Enizia - In Trappola]

Maddalena vampitrill a gmail.com
Mer 23 Dic 2015 15:46:46 CET


Ma che paura!
Mi è piaciuto il brano, brava!

Il 23/12/2015 13:11, Capitano Enizia ha scritto:
> Ecco qua il brano, non mi piace eccessivamente ma ormai sono fuori 
> tempo massimo e lo invio così! :P
>
> In ogni caso, buona lettura!
>
> Ileana
>
> ======================================
>
> *USS Baffin - Plancia - 4 dicembre 2395 – Ore 16:34*
>
> “Rapporto” chiese Enizia perentoria dopo un attimo di sbandamento.
>
> “Capitano. Non abbiamo avuto alcuna variazione né di posizione né di 
> energia – Samak prese la parola – ma da una prima analisi i sensori 
> indicano che non ci troviamo più dove eravamo prima.”
>
> “Come sarebbe a dire? Comandante si spieghi meglio!” rispose 
> l'andoriana un po' infastidita...
>
> “Capitano, intorno a noi non ci sono più le stelle che avevamo 
> monitorato fino a qualche istante fa. Ci sono tutti i presupposti per 
> pensare che ci troviamo in una dimensione parallela.”
>
> “Chee? Una dimensione parallela? E come diavolo ci siamo arrivati?” 
> gridò l’andoriana. Poi cercò di calmarsi: Enizia era appoggiata con 
> entrambe le mani allo schienale della sua poltrona e guardava lo 
> schermo visore di fronte a lei. In effetti non c’erano più le stesse 
> stelle che avevano visto fino ad un attimo prima… a dire il vero non 
> c’erano proprio stelle…
>
> “La Curie?” chiese quindi con più calma
>
> “La Curie è qui. Signore, anche la navetta è qui fuori, sarebbe il 
> caso di abbassare gli scudi e lasciarli rientrare.” Rispose 
> prontamente Samak dalla sua postazione.
>
> “Sì ha ragione Comandante. Faccia subito rientrare la squadra di 
> sbarco. Voglio un rapporto completo di quanto è successo là fuori. 
> Appena a bordo li faccia venire subito nel mio studio.”
>
> “Certo Capitano.” rispose Samak con una fredda efficienza.
>
> In una situazione normale, Enizia avrebbe sicuramente fatto notare al 
> suo Ufficiale Tattico che non aveva perso tempo a tornare la 
> vulcaniana di sempre, fredda e senza emozioni. Ma quella non era di 
> certo una situazione normale, così senza pensarci due volte, tirò 
> dritto verso il suo studio… E per fortuna lo fece, visto che in realtà 
> Samak non sentiva affatto di essere tornata come prima. Ancora era 
> piegata degli effetti dello scambio di sensazioni e di corpi da cui si 
> erano appena liberati, tant’è che aveva riconosciuto un brivido di 
> preoccupazione per la sorte di Tynan in quella nave aliena. I due 
> avevano continuato a frequentarsi durante quei giorni: a Samak non 
> erano dispiaciute le sensazioni che aveva provato… ma questo lo sapeva 
> solo lei…
>
> *USS Baffin – Ufficio del Capitano - 4 dicembre 2395 – Ore 16:40*
>
> Appena sedutasi sulla poltrona del suo ufficio, Enizia diede ancora un 
> rapido sguardo fuori poi decise di contattare la sua controparte sulla 
> Curie. Il Capitano Suri era ancora in plancia.
>
> =^= Capitano… =^=  era Suri dall’altro lato
>
> =^= Capitano Suri, avete già idea di quello che ci è successo? Il mio 
> Ufficiale Tattico pensa che siamo finiti in una dimensione diversa 
> dalla nostra. Per quanto mi riguarda, c’è qualcosa che non mi torna… =^=
>
> =^= Anche noi qui sulla Curie stiamo cercando di capire cosa sia 
> successo. In effetti la questione non è del tutto chiara neanche a 
> noi. Al momento sono tutti a lavoro, non appena avremo novità la 
> contatterò Capitano. =^=
>
> =^= Va bene, noi faremo la stessa cosa. =^=
>
> Enizia stava per chiudere la comunicazione quando Suri le chiese se 
> per motivi di sicurezza poteva far rimanere Tynan a bordo della 
> Baffin, non erano ancora in grado di utilizzare il teletrasporto e 
> quindi non era logico far correre al suo Tenente un ulteriore rischio.
>
> =^= Non c’è problema Capitano, lo terremo a bordo della Baffin, 
> affiancherà Sorin allo studio di quanto accaduto. =^=
>
> La comunicazione si chiuse qualche attimo prima che il Tenente Payton 
> bussasse al suo ufficio, * che tempismo * pensò e lo fece entrare.
>
> L’umano era da solo.
>
> “Dove sono gli altri, Tenente? Mi dica che stanno bene…”
>
> “Sì Capitano, la squadra di sbarco è rientrata tutta. Gli altri sono 
> già ai loro posti. Tynan ha ricevuto l’ordine dal Capitano Suri di 
> rimanere a bordo della Baffin e…”
>
> “Si si so tutto…” lo interruppe Enizia. “Adesso mi dica quello che è 
> successo là fuori…”
>
> “In realtà Capitano, c’è molto poco da dire. Quello che noi abbiamo 
> visto dalla navetta, voi l’avete visto dalla Baffin. Appena agganciata 
> la USS Cepheus stavamo rientrando quando c’è stata una specie di 
> esplosione, un lampo accecante, dopodiché non ho visto più nulla. Solo 
> per un istante il teletrasporto si è rimesso in funzione, e in 
> quell’attimo ho riportato gli altri a bordo della navetta. Poi il nulla.”
>
> Enizia, durante l’esposizione, era seduta alla sua scrivania con le 
> braccia incrociate davanti a sé e con il busto rivolto in avanti in 
> segno di attenzione. Quando il ragazzo si fermò, lei fece un sospiro e 
> spostò lo sguardo alla sua destra in un punto non ben precisato dello 
> studio. Sospirò di nuovo e si tirò indietro sullo schienale.
>
> “Va bene Signor Payton. Torni in plancia e passi in rassegna le nostre 
> carte stellari della zona. Provi a vedere se c’è qualche punto del 
> quadrante che può somigliare alla zona in cui ci troviamo. Mi tenga 
> costantemente informata.”
>
> “Sì Capitano” disse il giovane umano e andò via.
>
> *USS Baffin – Sala Macchine – 4 dicembre 2395 – Ore 19:12 *
>
> Tutta la sala macchine era in fermento.
>
> Non c’erano state esplosioni, non c’erano stati sovraccarichi, non 
> c’erano stati sbalzi di energia, eppure quella nave di certo non si 
> trovava più dove era prima. Tutta la squadra di Brown lavorava 
> instancabilmente per dare una spiegazione a quello che era successo. 
> Inoltre erano in costante comunicazione con la squadra del Tenente 
> Vizzini, che sulla Curie, stava cercando le stesse loro risposte.
>
> “Dobbiamo capire cosa diavolo è successo!” l’ingegnere capo cercava di 
> incitare la sua squadra in tutti i modi ed infatti erano tutti presi 
> dai propri compiti.
>
> Ad un tratto, probabilmente a causa dell’agitazione e dalla foga con 
> cui tutti si spostavano da una postazione all’altra, il marinaio di 
> seconda classe Darryl inciampò in un cavo e cadde rovinosamente su una 
> consolle attivando la curvatura della nave. La Baffin ebbe un 
> sussulto, poi un altro di minore intensità, poi più niente.
>
> *eh? Com’è possibile * pensò Darryl
>
> L’incidente era avvenuto a pochi metri di distanza da Brown che si 
> insospettì subito. Si portò sulla stessa consolle urtata dal marinaio 
> e pigiò il pulsante di attivazione. Niente. Il Comandante chiamò così 
> il suo secondo con un gesto della mano:
>
> “Il motore a curvatura è perfettamente funzionante, eppure, se 
> cerchiamo di par partire la Baffin, questa non si muove. Strano vero?”
>
> “Già… - rispose il secondo pensieroso – inoltre, se proviamo ad 
> attivare la curvatura – e pigiò nuovamente il tasto – non solo la nave 
> non si muove, ma abbiamo un consumo di carburante pari quasi al doppio 
> di quello normale.” disse quello, mettendo con un solo veloce gesto i 
> dati del consumo di antimateria a fianco a quelli dell’efficienza del 
> motore sulla consolle su cui stavano lavorando.
>
> “Uhm, ok. Abbiamo una base di partenza. Adesso concentriamoci su 
> questa anomalia. Avverti anche Vizzini e vedi se è così anche per 
> loro…” disse Brown e si misero di nuovo tutti a lavoro.
>
> *USS Baffin – Laboratorio scientifico – Contemporaneamente*
>
> Sorin e Tynan stavano lavorando insieme per cercare di mettere ordine 
> in quella strana faccenda. Fino a quel momento si erano concentrati 
> essenzialmente sullo studio delle cartografie stellari: prendendo come 
> punto di riferimento il pianeta che avevano visto poco prima, stavano 
> cercando di tracciare tutte le rotte possibili. Ma non aveva molto 
> senso. Il loro spostamento era stato praticamente istantaneo e quindi 
> non c’era motivo di supporre che si fossero spostati davvero da 
> un’altra parte.
>
> “Lo pensi anche tu, vero?” chiese Tynan ad un tratto
>
> “Penso cosa?” rispose il vulcaniano
>
> “Pensi anche tu che questo tipo di studio non ci porterà da nessuna 
> parte. Vero?”
>
> “Quando uno studia un qualunque tipo di fenomeno, quasi mai sa a 
> priori dove andrà a finire.” disse Sorin senza però preoccuparsi di 
> capire dove il Trill volesse andare a parare.
>
> Tynan era da un po’ passato alla via informale: lui e Sorin erano 
> amici da tempo, e in quella stanza al momento c’erano solo loro due… 
> lasciarono perdere i formalismi.
>
> “Senti, proviamo a ragionare per deduzione. – a queste parole il 
> vulcaniano alzò un sopracciglio – allora, ci sono solo tre modi 
> secondo me per fare un salto nel nulla come abbiamo fatto noi: il 
> primo è che ci hanno addormentato tutti e ci hanno trascinati non si 
> sa dove e non si sa per quanto tempo. Il secondo è che per qualche 
> strano fenomeno siamo finiti in una dimensione diversa. Il terzo è che 
> ci hanno teletrasportati altrove. Navi ed equipaggio, tutti insieme…”
>
> “Interessante teoria, vai avanti Brennon, ma credo di capire quello 
> che vuoi dire…”
>
> “Bene, allora. Non credo che ci abbiano addormentati: il computer di 
> bordo segna la data corretta e se anche fosse stato manomesso a 
> quest’ora ce ne saremmo accorti. Ok, rimane l’ipotesi del salto in una 
> dimensione diversa, ma, dove sono finite le stelle? Io personalmente 
> non ho mai vissuto l’esperienza di finire in un’altra dimensione, ma 
> ho letto tanti rapporti e nessuno segnala la completa assenza di 
> astri. Quindi rimane…”
>
> “…quindi rimane il teletrasporto…” fu Sorin a completare l’esposizione 
> di Tynan.
>
> “Certo mi dirai quanto deve essere grosso uno strumento in grado di 
> teletrasportare contemporaneamente due navi stellari e tutto il suo 
> equipaggio al completo… e soprattutto non sappiamo se sia fisicamente 
> possibile. Ma al momento è la strada più probabile che possiamo 
> seguire.” Sorin annuì.
>
> “Avvertiamo il Capitano.”
>
> *In un luogo imprecisato – Nello stesso momento*
>
> “Guardali, come si agitano!” esclamò il Capitano Norman II, figlio del 
> Capitano Norman di quella che fu la USS Cepheus.
>
> Una voce sghignazzante gli fece eco…
>
> Sul monitor principale della postazione di controllo, Rick Norman II 
> seguiva passo passo tutto quello che accadeva a bordo della Baffin e 
> della Curie. I loro sensori, che avevano razziato ad un popolo 
> incontrato qualche anno prima, gli permettevano di seguire le tracce 
> vitali dei componenti delle due navi anche attraverso lo scafo e 
> soprattutto anche attraverso i loro scudi. Ma quei sensori così 
> evoluti non erano l’unica cosa che quella gente aveva rubato: 
> tecnologia di occultamento, armi ad altissima potenza, sistemi di 
> teletrasporto incredibili di cui la Federazione non conosceva neanche 
> la possibilità di esistenza, facevano parte del loro bagaglio di viaggio.
>
> “David, va a dire ai prigionieri che è arrivato il momento.”
>
> “Sì Capitano.”
>
> I prigionieri in questione, o meglio i vecchi prigionieri in 
> questione, erano cinque vulcaniani, i cinque vulcaniani più giovani 
> che all’epoca dei fatti erano imbarcati a bordo della USS Cepheus e 
> che erano rimasti ancora in vita. Malconci sì, ma ancora perfettamente 
> vivi… Al Comandante David non piaceva per niente parlare con quella 
> gente, non mostravano mai nessun segno di disapprovazione, non erano 
> mai arrabbiati, mai alzavano la voce. Niente di niente e questo gli 
> faceva passare ogni godimento. Anche a quella notizia infatti, non 
> batterono ciglio.
>
> *Mah, ci sarà pure qualcosa che li infastidisca, e prima o poi sono 
> convinto che la scoprirò. * pensò fra sé il Primo Ufficiale di ritorno 
> nella sala di controllo.
>
> “Niente Capitano, non hanno reagito.” Riferì questo
>
> “Pazienza… - rispose Norman – anzi, collega la visione esterna al loro 
> monitor… vediamo se si smuovono così.”
>
> David obbedì e ad un attratto ai Vulcaniani si presentò un’immagine da 
> far rabbrividire anche i più impavidi. La scena era questa: tre sfere 
> della grandezza di un piccolo pianeta erano disposte a formare un 
> triangolo. Una quarta sfera gli stava sopra a formare una specie di 
> forma geometrica regolare, molto simile ad un cono. Lungo tutti i 
> bordi vi erano dei trasmettitori olografici e dei generatori di campo, 
> i primi servivano a proiettare l’immagine di uno spazio buio e senza 
> stelle, i secondi formavano un potentissimo campo di contenimento da 
> cui le due navi non si sarebbero mai potute liberare.
>
> La Baffin e la Curie erano in trappola, e ancora non lo sapevano…
>
> I cinque vulcaniani impallidirono a questa visione.
>
> ======================================
> *Enizia*
> Capitano USS Baffin / FO Progetto Pyteas
> ======================================
> Email: ten.samak a gmail.com <mailto:ten.samak a gmail.com>
> Sype: dolcevoloo
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