[Stml9] [6.02 - Enizia - In Trappola]

Stefano Zaniboni stezani a me.com
Mer 23 Dic 2015 19:02:32 CET


Anche a me è piaciuto molto, complimenti!

Stefano

Inviato da iPhone

> Il giorno 23 dic 2015, alle ore 15:46, Maddalena <vampitrill a gmail.com> ha scritto:
> 
> Ma che paura!
> Mi è piaciuto il brano, brava!
> 
> Il 23/12/2015 13:11, Capitano Enizia ha scritto:
>> Ecco qua il brano, non mi piace eccessivamente ma ormai sono fuori tempo massimo e lo invio così! :P
>> 
>> In ogni caso, buona lettura!
>> 
>> Ileana
>> 
>> ======================================
>> 
>> USS Baffin - Plancia - 4 dicembre 2395 – Ore 16:34
>> 
>> “Rapporto” chiese Enizia perentoria dopo un attimo di sbandamento.
>> 
>> “Capitano. Non abbiamo avuto alcuna variazione né di               posizione né di energia – Samak prese la parola – ma da una prima analisi i sensori indicano che non ci troviamo più dove eravamo prima.”
>> 
>> “Come sarebbe a dire? Comandante si spieghi meglio!” rispose l'andoriana un po' infastidita...
>> 
>> “Capitano, intorno a noi non ci sono più le stelle che avevamo monitorato fino a qualche istante fa. Ci sono tutti i presupposti per pensare che ci troviamo in una dimensione parallela.”
>> 
>> “Chee? Una dimensione parallela? E come diavolo ci siamo arrivati?” gridò l’andoriana. Poi cercò di calmarsi: Enizia era appoggiata con entrambe le mani allo schienale della sua poltrona e guardava lo schermo visore di fronte a lei. In effetti non c’erano più               le stesse stelle che avevano visto fino ad un attimo prima… a dire il vero non c’erano proprio stelle…
>> 
>> “La Curie?” chiese quindi con più calma
>> 
>> “La Curie è qui. Signore, anche la navetta è qui fuori, sarebbe il caso di abbassare gli scudi e lasciarli rientrare.” Rispose prontamente Samak dalla sua postazione.
>> 
>> “Sì ha ragione Comandante. Faccia subito rientrare la squadra di sbarco. Voglio un rapporto completo di quanto è successo là fuori. Appena a bordo li faccia venire subito nel mio studio.”
>> 
>> “Certo Capitano.” rispose Samak con una fredda efficienza.
>> 
>> In una situazione normale, Enizia avrebbe sicuramente               fatto notare al suo Ufficiale Tattico che non aveva perso tempo a tornare la vulcaniana di sempre, fredda e senza emozioni. Ma quella non era di certo una situazione normale, così senza pensarci due volte, tirò               dritto verso il suo studio… E per fortuna lo fece, visto che in realtà Samak non sentiva affatto di essere tornata come prima. Ancora era piegata degli effetti dello scambio di sensazioni e di corpi da cui si erano appena liberati, tant’è che aveva riconosciuto un brivido di preoccupazione per la sorte di Tynan in quella nave aliena. I due avevano continuato a frequentarsi durante quei giorni: a Samak non erano dispiaciute le sensazioni che aveva provato… ma questo lo sapeva solo lei…
>> 
>>  
>> 
>> USS Baffin – Ufficio del Capitano - 4 dicembre 2395 – Ore 16:40
>> 
>> Appena sedutasi sulla poltrona del suo ufficio, Enizia diede ancora un rapido sguardo fuori poi decise di contattare la sua controparte sulla Curie. Il Capitano Suri era ancora in plancia.
>> 
>> =^= Capitano… =^=  era Suri dall’altro lato
>> 
>> =^= Capitano Suri, avete già idea di quello che ci è successo? Il mio Ufficiale Tattico pensa che siamo finiti in una dimensione diversa dalla nostra. Per quanto mi riguarda, c’è qualcosa che non mi torna… =^=
>> 
>> =^= Anche noi qui sulla Curie stiamo cercando di capire cosa sia successo. In effetti la questione non è del tutto chiara neanche a noi. Al momento sono tutti a lavoro, non appena avremo novità la contatterò Capitano. =^=
>> 
>> =^= Va bene, noi faremo la stessa cosa. =^=
>> 
>> Enizia stava per chiudere la comunicazione quando Suri le chiese se per motivi di sicurezza poteva far rimanere Tynan a bordo della Baffin, non erano ancora in grado di utilizzare il teletrasporto e quindi non era logico far correre al suo Tenente un ulteriore rischio.
>> 
>> =^= Non c’è problema Capitano, lo terremo a bordo della Baffin, affiancherà Sorin allo studio di quanto accaduto. =^=
>> 
>> La comunicazione si chiuse qualche attimo prima che il Tenente Payton bussasse al suo ufficio, * che tempismo * pensò e lo fece entrare.
>> 
>> L’umano era da solo.
>> 
>> “Dove sono gli altri, Tenente? Mi dica che stanno bene…”
>> 
>> “Sì Capitano, la squadra di sbarco è rientrata tutta. Gli altri sono già ai loro posti. Tynan ha ricevuto l’ordine dal Capitano Suri di rimanere a bordo della Baffin e…”
>> 
>> “Si si so tutto…” lo interruppe Enizia. “Adesso mi dica quello che è successo là fuori…”
>> 
>> “In realtà Capitano, c’è molto poco da dire. Quello che noi abbiamo visto dalla navetta, voi l’avete visto dalla Baffin. Appena agganciata la USS Cepheus stavamo rientrando quando c’è stata una specie di esplosione, un lampo accecante, dopodiché non ho visto più nulla. Solo per un istante il teletrasporto si è rimesso in funzione, e in quell’attimo ho riportato gli altri a bordo della navetta. Poi il nulla.”
>> 
>> Enizia, durante l’esposizione, era seduta alla sua scrivania con le braccia incrociate davanti a sé e con il               busto rivolto in avanti in segno di attenzione. Quando il ragazzo si fermò, lei fece un sospiro e spostò lo sguardo alla sua destra in un punto non ben precisato dello studio. Sospirò di nuovo e si tirò indietro sullo schienale.
>> 
>> “Va bene Signor Payton. Torni in plancia e passi in rassegna le nostre carte stellari della zona. Provi a vedere se c’è qualche punto del quadrante che può somigliare alla zona in cui ci troviamo. Mi tenga costantemente informata.”
>> 
>> “Sì Capitano” disse il giovane umano e andò via.
>> 
>>  
>> 
>> USS Baffin – Sala Macchine – 4 dicembre 2395 – Ore 19:12
>> 
>> Tutta la sala macchine era in fermento.
>> 
>> Non c’erano state esplosioni, non c’erano stati sovraccarichi, non c’erano stati sbalzi di energia, eppure quella nave di certo non si trovava più dove era prima. Tutta la squadra di Brown lavorava instancabilmente per dare una spiegazione a quello che era successo. Inoltre erano in costante comunicazione con la squadra del Tenente Vizzini, che sulla Curie, stava cercando le stesse loro risposte.
>> 
>> “Dobbiamo capire cosa diavolo è successo!” l’ingegnere capo cercava di incitare la sua squadra in tutti i modi ed infatti erano tutti presi dai propri compiti.
>> 
>> Ad un tratto, probabilmente a causa dell’agitazione e dalla foga con cui tutti si spostavano da una postazione all’altra, il marinaio di seconda classe Darryl inciampò in un cavo e cadde rovinosamente su una consolle attivando la curvatura della nave. La Baffin ebbe un sussulto, poi un altro di minore intensità, poi più niente.
>> 
>> *eh? Com’è possibile * pensò Darryl
>> 
>> L’incidente era avvenuto a pochi metri di distanza da Brown che si insospettì subito. Si portò sulla stessa consolle urtata dal marinaio e pigiò il pulsante di attivazione. Niente. Il Comandante chiamò così il suo secondo con un gesto della mano:
>> 
>> “Il motore a curvatura è perfettamente funzionante, eppure, se cerchiamo di par partire la Baffin, questa non si muove. Strano vero?”
>> 
>> “Già… - rispose il secondo pensieroso – inoltre, se proviamo ad attivare la curvatura – e pigiò nuovamente il tasto – non solo la nave non si muove, ma abbiamo un consumo di carburante pari quasi al doppio di quello normale.” disse quello, mettendo con un solo veloce gesto i dati del consumo di antimateria a fianco a quelli dell’efficienza del motore sulla consolle su cui stavano lavorando.
>> 
>> “Uhm, ok. Abbiamo una base di partenza. Adesso concentriamoci su questa anomalia. Avverti anche Vizzini e vedi se è così anche per loro…” disse Brown e si misero di nuovo tutti a lavoro.
>> 
>>  
>> 
>> USS Baffin – Laboratorio scientifico – Contemporaneamente
>> 
>> Sorin e Tynan stavano lavorando insieme per cercare di mettere ordine in quella strana faccenda. Fino a quel momento si erano concentrati essenzialmente sullo studio delle cartografie stellari: prendendo come punto di riferimento il pianeta che avevano visto poco prima, stavano cercando di tracciare tutte le rotte possibili. Ma non aveva molto senso. Il loro spostamento era stato praticamente istantaneo e quindi non c’era motivo di supporre che si fossero spostati davvero da un’altra parte.
>> 
>> “Lo pensi anche tu, vero?” chiese Tynan ad un tratto
>> 
>> “Penso cosa?” rispose il vulcaniano
>> 
>> “Pensi anche tu che questo tipo di studio non ci porterà da nessuna parte. Vero?”
>> 
>> “Quando uno studia un qualunque tipo di fenomeno, quasi mai sa a priori dove andrà a finire.” disse Sorin senza però preoccuparsi di capire dove il Trill volesse andare a parare.
>> 
>> Tynan era da un po’ passato alla via informale: lui e Sorin erano amici da tempo, e in quella stanza al momento c’erano solo loro due… lasciarono perdere i formalismi.
>> 
>> “Senti, proviamo a ragionare per deduzione. – a queste parole il vulcaniano alzò un sopracciglio – allora, ci sono solo tre modi secondo me per fare un salto nel nulla come abbiamo fatto noi: il primo è che ci hanno addormentato tutti e ci hanno trascinati non si sa dove e non si sa per quanto tempo. Il secondo è che per qualche strano fenomeno siamo finiti in una dimensione diversa. Il terzo è che ci hanno teletrasportati altrove. Navi ed equipaggio, tutti insieme…”
>> 
>> “Interessante teoria, vai avanti Brennon, ma credo di capire quello che vuoi dire…”
>> 
>> “Bene, allora. Non credo che ci abbiano addormentati:               il computer di bordo segna la data corretta e se anche               fosse stato manomesso a quest’ora ce ne saremmo accorti. Ok, rimane l’ipotesi del salto in una dimensione diversa, ma, dove sono finite le stelle? Io personalmente non ho mai vissuto l’esperienza di finire in un’altra dimensione, ma ho letto tanti rapporti e nessuno segnala la completa assenza di astri. Quindi rimane…”
>> 
>> “…quindi rimane il teletrasporto…” fu Sorin a completare l’esposizione di Tynan.
>> 
>> “Certo mi dirai quanto deve essere grosso uno strumento in grado di teletrasportare contemporaneamente due navi stellari e tutto il suo equipaggio al completo… e soprattutto non sappiamo se sia fisicamente possibile. Ma al momento è la strada più probabile che possiamo seguire.” Sorin annuì.
>> 
>> “Avvertiamo il Capitano.”
>> 
>>  
>> 
>> In un luogo imprecisato – Nello stesso momento
>> 
>> “Guardali, come si agitano!” esclamò il Capitano Norman II, figlio del Capitano Norman di quella che fu la USS Cepheus.
>> 
>> Una voce sghignazzante gli fece eco…
>> 
>> Sul monitor principale della postazione di controllo, Rick Norman II seguiva passo passo tutto quello che accadeva a bordo della Baffin e della Curie. I loro sensori, che avevano razziato ad un popolo incontrato qualche anno prima, gli permettevano di seguire le tracce vitali dei componenti delle due navi anche attraverso lo scafo e soprattutto anche attraverso i loro scudi. Ma quei sensori così evoluti non erano l’unica cosa che quella gente aveva rubato: tecnologia di occultamento, armi ad altissima potenza, sistemi di teletrasporto incredibili di cui la Federazione non conosceva neanche la possibilità di esistenza, facevano parte del loro bagaglio di viaggio.
>> 
>> “David, va a dire ai prigionieri che è arrivato il momento.”
>> 
>> “Sì Capitano.”
>> 
>> I prigionieri in questione, o meglio i vecchi prigionieri in questione, erano cinque vulcaniani, i cinque vulcaniani più giovani che all’epoca dei fatti erano imbarcati a bordo della USS Cepheus e che erano rimasti ancora in vita. Malconci sì, ma ancora perfettamente vivi… Al Comandante David non piaceva per niente parlare con quella gente, non mostravano mai nessun segno di disapprovazione, non erano mai arrabbiati, mai alzavano la voce. Niente di niente e questo gli faceva passare ogni godimento. Anche a quella notizia infatti, non batterono ciglio.
>> 
>> *Mah, ci sarà pure qualcosa che li infastidisca, e prima o poi sono convinto che la scoprirò. * pensò fra sé il Primo Ufficiale di ritorno nella sala di controllo.  
>> 
>> “Niente Capitano, non hanno reagito.” Riferì questo
>> 
>> “Pazienza… - rispose Norman – anzi, collega la visione               esterna al loro monitor… vediamo se si smuovono così.”
>> 
>> David obbedì e ad un attratto ai Vulcaniani si presentò un’immagine da far rabbrividire anche i più impavidi. La scena era questa: tre sfere della grandezza di un piccolo pianeta erano disposte a formare un triangolo. Una quarta sfera gli stava sopra a formare una specie di forma geometrica regolare, molto simile ad un cono. Lungo tutti i bordi vi erano dei trasmettitori olografici e dei generatori di campo, i primi servivano a proiettare l’immagine di uno spazio buio e senza stelle, i secondi formavano un potentissimo campo di contenimento da cui le due navi non si sarebbero mai potute liberare.
>> 
>> La Baffin e la Curie erano in trappola, e ancora non lo sapevano…
>> 
>> I cinque vulcaniani impallidirono a questa visione.
>> 
>>   
>> 
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>> Enizia
>> Capitano USS Baffin / FO Progetto Pyteas
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>> Email: ten.samak a gmail.com
>> Sype: dolcevoloo
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