[Stml9] [4.11 - Brheel - Possibilità]
Maddalena
vampitrill a gmail.com
Mar 14 Lug 2015 10:57:09 CEST
Grazie a tutti! Mi fa piacere vi sia piaciuto :D
Maddy
Il 14/07/2015 08:12, Luigi Fantin ha scritto:
>
> Veramente ben scritto, complimenti, e anche una bella idea. Il punto
> di vista di Timeran mi ha fatto ridere un sacco. Un bel Baigon
> versione gigante e via tutti verso casa ZZZzzzzz.
> brava.
>
> GG
>
> Il 13/Lug/2015 15:47, "Lt. Cmdr. Brennon Boram Tynan"
> <brennonboramtayan a gmail.com <mailto:brennonboramtayan a gmail.com>> ha
> scritto:
>
> Sono riuscito a leggerlo solo ora ... comunque complimenti. La
> faccenda dei vari punti di vista mi è piaciuta parecchio ;P
>
> On 09/07/15 14:48, Maddalena wrote:
>> Ecco qua, ho fatto un po' le corse perchè dovendo partire non
>> sapevo poi quando avrei potuto postare il brano.
>> Non sono andata avanti con la storia, ho solo aggiunto qualcosa e
>> ho cercato di mostrare tramite i personaggi i diversi lati della
>> questione e come questa venga percepita dalle persone. Io mi sono
>> divertita a scriverlo, cercando di sviluppare alcuni pg. Spero
>> che per voi non sia noioso da leggere.
>>
>> Maddy
>>
>> ---------------------------------------------
>>
>> *USS Baffin- Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.23*
>>
>> "Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la
>> mutazione genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per
>> creare una nuova razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno
>> mentendo, la Prima Direttiva ci imporrebbe comunque di non
>> interferire. Qualunque siano le nostre convinzioni morali, non è
>> nostra prerogativa imporle ad altre culture. Per quanto aliene
>> possano sembrare."
>>
>> L'affermazione di Samak fu seguita da un silenzio immobile, che
>> parve protrarsi all'infinito e allagare l'intera sala tattica.
>>
>> La vulcaniana capiva, poteva perfino percepire nonostante la
>> totale assenza di capacità strettamente empatiche, il disagio che
>> la sua affermazione aveva provocato, sia a bordo della Baffin,
>> sia a bordo della Curie.Era ben visibile sui volti di tutti loro,
>> di tutti gli ufficiali riuniti fisicamente o olograficamente
>> intorno a quel tavolo.
>>
>> Era un effetto comune per le specie che non regolavano la propria
>> vita sulla logica. Samak lo sapeva fin troppo bene. Dopotutto
>> aveva sposato un umano. Ma sapeva anche che doveva essere la
>> razionalità a determinare le loro prossime azioni.
>>
>> Certo, non era del tutto estranea al disagio che aveva provocato.
>> Non l'avrebbe ammesso ma lei stessa, in una piccola parte di sè
>> sepolta profondamente sotto anni di addestramento, sentiva
>> crescere il dubbio. Non era chiaro cosa stesse accadendo su quel
>> pianeta, quale fosse la complessa immagine di cui loro avevano
>> solo qualche frammento. Innegabilmente, tuttavia, c'era qualcosa
>> di profondamente... sbagliato. Non solo per il pericolo che la
>> popolazione autoctona aveva e avrebbe causato con tanta
>> leggerezza a chiunque fosse sbarcato. Non perchè era stata la
>> loro tecnologia a far regredire una buona parte del personale ad
>> uno stato animalesco. Ma Samak non poteva fare a meno di pensare
>> che una creatura tanto tecnologicamente avanzata che accetta
>> l'idea di sacrificare la propria prole ha imboccato da qualche
>> parte la via sbagliata sulla strada dell'evoluzione.
>>
>> La vulcaniana era consapevole di tutto questo. Era anche
>> consapevole, tuttavia, di aver prestato un giuramento e di essere
>> tenuta da questo a rispettare un regolamento basato su
>> convinzioni morali e soprattutto logiche inattaccabili. Come
>> altro avrebbero potuto districarsi da quel groviglio senza
>> l'aiuto della logica? Se si fossero basati solo sulle emozioni,
>> solamente sulla loro percezionedi una situazione che non
>> comprendevano, come avrebbero potuto prendere la decisione giusta?
>>
>> Sì, la logica doveva essere la loro guida, l'unica possibile. Era
>> la logica a imporre il rispetto dell'IDIC e non vi era nessuna
>> clausola su quale delle infinite diversità fosse considerata
>> accettabile. L'unica scelta che si imponeva, dunque, era che loro
>> ricevessero da questi alieni tutto l'aiuto disponibile per
>> riportare i membri dell'equipaggio colpiti dall'effetto dei
>> dispositivi alla normalità e che se ne andassero, lasciando
>> quella razza alla sua autodeterminazione e al suo destino,
>> qualunque esso fosse. Il fatto che gli esseri più piccoli
>> avessero chiesto loro un incontro non cambiava la verità di quel
>> ragionamento.
>>
>> Samak lo sapeva. Ma non lo disse.
>>
>> *USS Curie- Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.25*
>>
>> "Se anche fossimo sicuri che questi alieni hanno previsto la
>> mutazione genetica dei loro piccoli e la stanno sfruttando per
>> creare una nuova razza, se anche fossimo sicuri che ci stanno
>> mentendo, la Prima Direttiva ci imporrebbe comunque di non
>> interferire. Qualunque siano le nostre convinzioni morali, non è
>> nostra prerogativa imporle ad altre culture. Per quanto aliene
>> possano sembrare."
>>
>> Tynan non mosse un muscolo, rimanendo rigidamente appoggiato allo
>> schienale della poltroncina su cui era accomodato da ormai più di
>> due ore. La riunione gli era sembrata interminabile. Non tanto
>> per la lunghezza - in effetti, non era stata più lunga di una
>> qualsiasi altra riunione o di una lezione di meccanica
>> quantistica del Professor Tarth in Accademia - ma per la totale
>> mancanza di risultati.
>>
>> Stavano girando intorno alla questione fondamentale senza mai
>> arrivare ad una conclusione,ripetendo ossessivamente le stesse
>> cose ancora, ancora e ancora. Gli pareva di essere costretto in
>> un loop temporale.
>>
>> La sua mente faticava a concentrarsi, continuando a vagare
>> lontano dalla sala tattica in cui era seduto, ritornando alle
>> foreste del pianeta. Un effetto che tendeva a manifestarsi
>> fastidiosamente sin da quando quegli esseri lo avevano dotato
>> delle nuove capacità telepatiche che ora faticava tanto a
>> controllare e con cui, forse, avrebbe dovuto convivere per il
>> resto della vita.
>>
>> Un'esperienza inedita per un simbionte, una questione scientifica
>> stimolante e un'angoscia continua per lui. Si sentiva... diviso.
>> Diviso come mai ricordava di essersi sentito in questa vita o
>> nelle altre.
>>
>> La schiena iniziava a irrigdirsi e il dolore alla testa,
>> nonostante l'analgesico e le rassicurazioni del medico che lo
>> aveva soccorso dopo il suo mancamento, continuava a tormentarlo.
>> Secondo il sostituto di Fuentes, si trattava di un effetto dovuto
>> allo squilibrio neuronale indotto dall'inaspettato e violento
>> tentativo di comunicazione di quei piccoli esseri. Fastidioso ma
>> non pericoloso, almeno nell'immediato. Quegli esseri, in ogni
>> caso, non avevano mai voluto fargli del male. Lui lo sapeva.
>>
>> La sua razionalità, il suo addestramento, la sua moralità gli
>> dicevano che Samak aveva ragione. Che quello che dovevano fare
>> era raccogliere ogni informazione utile per aiutare i loro
>> compagni e andarsene da lì. Non infrangere la Prima Direttiva più
>> di quanto avessero già fatto e lasciare quegli esseri alle loro
>> consuetudini. Dopotutto era questo il loro mandato. Sarebbe stato
>> felice di aiutare gli aracnidi a trovare un metodo meno drastico,
>> ma nessuna richiesta era stata fatta in quel senso. Chi erano
>> loro, chi era lui per venire da migliaia di anni luce di distanza
>> a giudicare la cultura di questi esseri, scampati all'avanzata
>> borg? E se non si fidavano di loro, stranieri di un altro mondo,
>> dopo quello che avevano passato chi avrebbe potuto biasimarli?
>>
>> Era la scelta giusta. O almeno l'avrebbe pensato prima di quel
>> contatto. Ora che percepiva quei piccoli esseri, le loro voci, le
>> loro menti come avrebbe potuto abbandonarli a quel destino? Non
>> poteva e non voleva. Avrebbero sofferto e sarebbero morti e lui
>> doveva... doveva cosa? Proteggerli? Proteggerli, sì. Ma da quale
>> minaccia? E con quale diritto? Ma se non avessero fatto nulla, se
>> li avessero abbandonati...
>>
>> Volevano un incontro! Questa non poteva essere che una richiesta
>> di aiuto da parte loro, lo sapeva, un'invocazione e lui doveva
>> rispondere. Dovevano andare. Non potevano decidere di ignorare la
>> loro richiesta, di lasciarli al loro destino.
>>
>> Dopo un'attesa che sembrò a lui stesso interminabile, Tynan si
>> mosse sulla poltroncina.
>>
>> "Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo
>> all'incontro. Il comportamento del professione è indubbiamente
>> poco chiaro. E questa è chiaramente una richiesta di aiuto. Come
>> possiamo sapere che non sono cavie? Che non stanno sperimentando
>> un qualche tipo di... arma biologica, ad esempio?"
>>
>> *USS Baffin- Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.26*
>>
>> "Io credo che dovremmo indagare ulteriormente. Andiamo
>> all'incontro. Il comportamento del professione è indubbiamente
>> poco chiaro. E questa è chiaramente una richiesta di aiuto. Come
>> possiamo sapere che non sono cavie? Che non stanno sperimentando
>> un qualche tipo di... arma biologica, ad esempio?"
>>
>> Il punto era esattamente quello. La violazione della Prima
>> Direttiva, o meglio la decisione che agli occhi di una
>> commissione di inchiesta sarebbe potuta passare per una
>> violazione, era una faccenda spinosa che decine di capitani ed
>> equipaggi avevano in passato affrontato prima di loro. E,
>> immaginava Volkof, con le loro stesse remore e
>> preoccupazioni.Perchè le implicazioni erano enormi e avrebbero
>> potuto perseguitarli, potenzialmente, per decenni a venire.
>>
>> Ma non si trattava solo di un problema etico. Sì, quello era il
>> cuore della Prima Direttiva, l'obbligo morale di lasciare che una
>> specie fosse padrona di sè stessa, qualunque cosa questo potesse
>> comportare, ma non era l'unico aspetto. In realtà si trattava
>> proprio del genere di questione che ti trovi a dover affrontare
>> sul campo senza che lezioni teoriche di diplomazia ed etica
>> possano lontanamente aiutarti.
>>
>> Da ore stavano discutendo nonostante la decisione finale non
>> spettasse, di fatto, a nessuno di loro esclusi i due capitani.
>> Discutevano dell'eventualità che quegli essere fossero in
>> perfetta buona fede, che i loro metodi potessero essere duri ma
>> necessari, del fatto che nessuno avesse diritto di imporne altri.
>> Nemmeno se questo avesse significato l'intollerabile opzione
>> dell'estinzione totale.
>>
>> Ma che cosa sarebbe accaduto in caso contrario? Se questi esseri
>> non avessero raccontato loro altro che frottole, se fossero stati
>> i testimoni involontari di qualche esperimento, la questione
>> sarebbe stata completamente diversa. Se si fossero serviti di
>> tecnologia borg per costruire un'arma, se stessero massacrando
>> una seconda razza, allora il loro non agire avrebbe potuto creare
>> molti più problemi di quanto ne risolvesse.
>>
>> Al puzzle si era aggiunta la richiesta di un incontro che gli
>> essere più piccoli avevano fatto pervenire loro tramite Tynan. Un
>> incontro la cui finalità non era chiara. Non gli erano sembrati
>> abbastanza intelligenti da ordire una trappola, ma, d'altra
>> parte, nemmeno da fornire loro qualche informazione utile. Non
>> era chiaro che cosa volessero, ma era abbastanza palese che
>> potessero minacciare la salute cerebrale di Tynan senza nemmeno
>> essere con lui. Proprio un gran bell'affare.
>>
>> Volkof aveva imparato che c'era un confine sottile tra la
>> paranoia e la prudenza, ma anche che era meglio essere paranoici
>> che morti. E c'erano diversi punti della storia dei ragni giganti
>> che non quadravano affatto. Non ci voleva uno scienziato per
>> accorgersene.
>>
>> Il suo primo istinto sarebbe stato di consigliare ai capitani di
>> lasciare l'orbita con le due navi, raccogliere i dati necessari a
>> invertire la condizione della Fuentes, di Thomas e degli altri e
>> di mettere tutta la distanza possibile tra loro e quel dannato
>> sasso, lasciando la specie che lo abitava ai suoi affari, quali
>> che essi fossero.La situazione poteva essere scomoda, perfino
>> crudele, ma il suo primo dovere era verso la nave.
>>
>> Tuttavia, se quegli esseri stavano davvero macchinando qualcosa,
>> non sarebbe stato così semplice. Non sarebbe bastata la distanza
>> a metterli al sicuro.
>>
>> Volkof si sporse appena sul piano del tavolo.
>>
>> "Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo
>> guai peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque
>> trovare una soluzione per i membri dell'equipaggio che sono
>> ancora in stato regredito, e se stessero davvero costruendo
>> un'arma, non facendo nulla potremmo trovarci a doverli affrontare
>> in futuro. Potrebbero persino finire per scatenare una guerra."
>>
>> *USS Curie- Sala Tattica - 12 Gennaio 2345 - ore 14.27*
>>
>> "Se anche fosse così, non ce lo direbbero di certo. Rischieremmo
>> guai peggiori di quelli che già abbiamo. Dobbiamo comunque
>> trovare una soluzione per i membri dell'equipaggio che sono
>> ancora in stato regredito, e se stessero davvero costruendo
>> un'arma, non facendo nulla potremmo trovarci a doverli affrontare
>> in futuro. Potrebbero persino finire per scatenare una guerra."
>>
>> "Se anche lo scoprissimo, che cosa potremmo fare? Sterminarli?"
>>
>> Sapevano gli Spiriti, se a Timeran non sarebbe piaciuto scendere
>> su quel pianeta con una bomboletta di insetticida. Solo l'idea
>> che l'avessero toccata con tutte quelle zampe le dava dei brividi
>> freddi lungo la colonna vertebrale. Era sciocco da parte sua, ma
>> negarlo non sarebbe servito a niente. Il fatto è che le era
>> necessario tutto il suo autocontrollo per guardare il Professore,
>> per parlarci, tutto il suo addestramento per non considerarli
>> animaletti spaventosi e, di conseguenza, maligni. E anche in quel
>> caso, sterminarli non era una via praticabile.
>>
>> In fin dei conti, poi, non era del tutto colpa loro se erano
>> finiti in quella situazione. Il personale federale aveva voluto
>> scendere sul pianeta con l'idea di un riposante campeggio. Le
>> precauzioni che avevano preso non erano servite. Evidentemente
>> non avevano controllato con la dovuta cura.
>>
>> Gli orrendi alieni non si erano mostrati nè aggressivi nè
>> violenti nei loro confronti. In effetti, non avevano fatto un bel
>> niente, a parte provare ad aiutarli.
>>
>> In teoria avrebbero meritato un minimo di fiducia e magari anche
>> un pizzico di gratitudine. Avrebbero meritato di essere lasciati
>> in pace a fare... qualunque cosa stessero facendo, con una bella
>> boa di segnalazione ad avvertire gli ignari viaggiatori che lì
>> era meglio non fermarsi.
>>
>> Tutto questo finchè non era balenata la possibilità che ci fosse
>> in ballo un qualche inspiegabile, strano esperimento genetico.
>> Possibilità, non certezza. In effetti si trattava solo di un bel
>> mucchio di ipotesi, di concreto, a parte la richiesta dei ragni
>> più piccoli, di fatto, non avevano nulla. Forse il Professore e
>> la sua gente non sapevano davvero della mutazione in corso. E se
>> lo avessero saputo... se volevano qualche zampa e qualche occhio
>> in più del considerevole numero che già possedevano non poteva
>> che essere affar loro.
>>
>> Da consigliere, le era chiaro come parte del suo pensiero fosse
>> dettato dalla sua fobia più che dalla sua razionalità. O meglio,
>> dal suo profondissimo, istintivo desiderio di andarsene il più
>> velocemente possibile, lasciandosi dietro quel pianeta e tutti i
>> suoi abitanti con troppi arti, piccoli o grandi.
>>
>> Ma naturalmente c'era la non trascurabile faccenda di Luz e degli
>> altri, faccenda su cui, forse quell'incontro avrebbe potuto fare
>> luce. Senza l'aiuto degli abitanti del pianeta, chiunque di loro,
>> come avrebbero fatto a riaverli? Se era possibile riaverli,
>> naturalmente.
>>
>> *Pianeta Sa'ag - Superficie - Gennaio 2345 - ore 14.26*
>>
>> L'essere grande formato da esseri piccoli si mosse come un'ombra
>> tra gli alberi, prima di disfacersi. Il messaggio era arrivato a
>> destinazione. Loro sarebbero venuti. Lui, l'essere con cui
>> comunicavano, sarebbe venuto. Potevano sentirlo, sentire ciò che
>> lui sentiva. E lui non voleva abbandonarli. Sarebbe venuto. Per
>> la prima volta, avrebbero avuto una possibilità.
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