[Stml9] [Suri - 7.10] - Reazione a catena
Maddalena Duci
vampitrill a gmail.com
Sab 17 Feb 2018 11:05:21 CET
Ho letto il brano questa mattina e mi è piaciuto molto. Elena come al
solito è bravissima e la conclusione della missione ci voleva.
Per il resto, come ho già detto, io sono un po' stanca. Non vedevo il
problema quando è stato sollevato ma adesso la situazione langue è mi sta
passando un po' la voglia. Per vari problemi personali e di tempo, sto
pensando di ridurre il numero delle liste perché non riesco a stare dietro
a tutte. Non so per cui come andrà avanti la cosa.
Il 17 feb 2018 1:55 AM, "Monica Miodini" <hannadegliiapigi a hotmail.it> ha
scritto:
> Elena ottimo finale, intenso e drammatico.
> Io ci sono, come sempre ma gli altri non so !
>
> Ottieni Outlook per Android <https://aka.ms/ghei36>
>
> ------------------------------
> *From:* Stml9 <stml9-bounces a gioco.net> on behalf of Elena Fuccelli <
> mf9115 a mclink.it>
> *Sent:* Thursday, February 15, 2018 9:54:08 PM
> *To:* Progetto Pytheas
> *Subject:* [Stml9] [Suri - 7.10] - Reazione a catena
>
> Non so se ci sia ancora qualcuno in ascolto... Comunque, ecco la fine
> missione
>
> ------------------------------
> INIZIO TRASMISSIONE
> ------------------------------
> Nave Kirrirrs
> Plancia - 23/11/2396, ore 15:28
>
> Il timoniere urlò. La testa di Larring scomparve, vaporizzata
> all'istante dal colpo della sua arma. Il suo corpo rimase per un lungo
> istante in bilico. Le dita cedettero per prime, facendo cadere l'arma
> sull'impiantito con un tonfo sordo, quindi il corpo piombò a terra. Il
> primo ufficiale fece un balzo all'indietro, ma fu investito anche lui
> da un fiotto di sangue scuro, più scuro di quanto ne avesse mai visto.
> Non gridò, ma solo perché gli mancava il fiato per farlo. Scosse le
> mani inorridito, strofinò la tuta, ma ottenne solo di allargare la
> macchia.
> Il timoniere gridava ancora. Gli ordinò di smettere, ma l'altro non
> sentiva. Continuava a fissare la sagoma a terra, con il liquido scuro
> che scorreva fin sotto le consolle.
> “Basta!” - urlò. Si prese un istante per riacquistare il sangue
> freddo, poi gli afferrò il mento, lo costrinse a guardarlo negli
> occhi.
> “E' morto! Il capitano è morto...” - biascicò il timoniere.
> “Lo so!” - La postazione del timoniere era saltata, l'aria sapeva di
> fumo, ma prese l'uomo e lo spinse di fronte allo schermo centrale - “E
> ci ha lasciato in pieno spazio nemico! E sanno che siamo qui...”
> La voce gli si ruppe, mentre a sua volta fissava lo schermo centrale.
> L'ammiraglia nemica era in cattivo stato e da sola non sarebbe stata
> un problema, ma la fascia di asteroidi pullulava di navi più piccole,
> meno armate... troppe per poter anche solo sperare di poter fuggire,
> ora che non avevano più il loro occultamento. E poi c'erano quelle due
> maledette navi aliene, che stavano abbandonando l'orbita attorno a
> Ceres dritte verso la loro posizione.
> “Capitano... ” - l'ufficiale alle comunicazioni chiamò. Gli ci volle
> qualche istante prima di capire che parlava con lui e che doveva
> girarsi, ma comprese quello che stava per dirgli:
> “Ci ordinano di arrenderci, vero?”
> L'altro annuì.
> “Cosa vuole che risponda comand... capitano?”
> Capitano... Provò a parlare, ma gli uscì fuori solo un gorgoglio che
> terminò in un accesso di tosse. Il fumo puzzava di plastica bruciata e
> gli andava in gola. La nave era devastata, non potevano nascondersi o
> fuggire. Se l'era immaginato diverso il suo primo comando!
> “Non posso... - tossì di nuovo – Non possiamo arrenderci. Questa nave
> ha... aveva a bordo l'ultimo prototipo di congegno stealth. Avremmo
> dovuto preservarlo. Saremmo dovuti tornare subito sul nostro
> pianeta...” - recriminò. Non riusciva a guardare in faccia i
> superstiti della plancia, quindi abbassò lo sguardo sul cadavere di
> Larring. Come lo odiava, in quel momento!
> “Se solo lui...” - si interruppe. Non voleva mostrarsi debole.
> “E' andata così. Non possiamo permettere che questa nave sia esaminata
> dal nemico. Non solo i nostri non avrebbero più accesso a questa
> tecnologia: l'avrebbero i nostri nemici. Dobbiamo distruggerla...” -
> Si avvicinò alla postazione del capitano. Sembrava miracolosamente
> intatta, nella rovina che era la plancia. Su un lato dello schermo
> scorrevano i dati delle sezioni che riportavano i danni, ma non si
> fermò a leggerli. Provò i comandi. Funzionavano, ed inserì i codici
> per l'autodistruzione. Il computer avrebbe sovraccaricato i circuiti
> che controllavano la singolarità quantica della nave nel giro di due
> clik.
> Finalmente, alzò lo sguardo. Lo fissavano tutti. Non si sentivano più
> suoni, oltre il crepitio elettrico dei cavi sconnessi, come se
> avessero già tutti smesso di respirare.
> Sentì l'impulso di spiegare:
> “Ci sono ancora le navette di salvataggio e se qualcuno vuole
> scappare, io non l'impedirò. Ma non darò l'ordine di abbandonare la
> nave. Siamo troppo vicini a Ceres e troppo lontani dal nostro
> territorio per poter sperare di sfuggire alla cattura. Chiunque di noi
> venga catturato, verrà interrogato da persone che vorranno sapere
> tutto sull'occultamento... E non credo che si accontenteranno di un
> 'non so' come risposta, neppure dal più giovane dei mozzi. Io
> preferisco morire che affrontare la tortura, ma se qualcuno non la
> pensa come me, è libero di andare”
> Attese. Nessuno si mosse.
> Terminò la sequenza con l'invio finale.
>
>
> Uss Baffin - Plancia - 23/11/2396, ore 15:42
>
>
> =^= Baffin, qui Enizia. Mi ricevete? Qual è la situazione? =^=
> La voce allarmata del capitano risuonò in plancia. Nurell allungò una
> mano sulla consolle per rispondere alla comunicazione.
> “Qui Baffin, capitano – rispose – Sto ricevendo i rapporti delle
> sezioni, ma al momento non risultano danni gravi. La nave che ci ha
> attaccato è alla deriva, non è più un problema per noi!”
> =^= Può darsi, ma continuate a tenerla sotto tiro. Qui su Ceres
> abbiamo terminato – disse Enizia - Se i teletrasporti funzionano, ci
> faccia portare su. Voglio vedere al più presto che cosa è successo
> alla mia nave! =^=
> Nurell fece una ricerca rapida per ritrovare il rapporto della sezione
> ingegneria, prima di rispondere:
> “Secondo i tecnici, il colpo che abbiamo ricevuto potrebbe aver
> destabilizzato i teletrasporti. Due delle piattaforme però sono state
> già controllate e sono sicure. Possiamo riportarvi a bordo a piccoli
> gruppi”
> =^= Va bene. Riportateci a bordo. Enizia chiude =^=
> Nurrel passò l'ordine, non senza un certo timore per la reazione del
> capitano alla lista delle riparazioni da fare. Non avrebbe
> riconsegnato la nave al capitano nello stesso stato in cui l'aveva
> ricevuta, ma anche se la lista era lunga, nessuno dei danni era
> segnalato come grave, e le squadre di riparazione erano già al lavoro.
> La lista dei feriti era anche più preoccupante, pensò Nurrel, e
> sollevò lo sguardo verso il falso satellite da cui erano partiti i
> siluri. La nave nemica non era più schermata ed era anzi pienamente
> visibile. Si alzò, andandosi a mettere vicino alla postazione delle
> comunicazioni.
> “Nessuna risposta?” - domandò. La ragazza scosse la testa:
> “Continuo a cercare su tutte le frequenze – disse - Ma non ricevo
> alcuna risposta dalla nave Kereven. Anche da Ceres hanno cercato di
> mettersi in comunicazione con loro. Gli hanno chiesto di arrendersi
> senza condizioni.”
> “Io al loro posto non lo farei... - commentò Nurrel – Non mi
> arrenderei, considerando quello che stanno facendo alla dottoressa
> Antarr”
> La ragazza si girò verso di lui:
> “E che cos'altro potrebbero fare?”
> Nurrel udì un'esclamazione e si girò. Lo schermo era illuminato a
> giorno. I meteoriti di roccia che vagavano nella cintura stavano
> venendo inghiottiti dall'onda che partiva da dove prima era una nave.
> “Allarme rosso! Alzate gli scudi!” - ruggì Nurrel.
> “La squadra di sbarco è quasi tutta ancora a Ceres! Non possono
> tornare a bordo se alziamo gli scudi!” - gridò Payton.
> “Vorrà dire che arriveranno più tardi! - ribatté Nurrel - Alziamo
> quei maledetti scudi!”
> L'onda d'urto si stava avvicinando. Alle sue spalle si aprì la porta
> del turboascensore. Ebbe appena il tempo di vedere il capitano Enizia
> che arrivava in plancia.
> “Tenetevi!” - urlò.
> Nurrel si tuffò verso una poltrona libera, cercando di agganciarsi le
> cinghie di sicurezza, ma l'onda fu più veloce. Sentì gridare e capì
> che il grido era anche il suo. Il pavimento si sollevò, la stringa gli
> bruciò in mano, la mollò, quindi ebbe l'impressione di volare prima di
> ricadere in un nulla profondo.
>
>
> Uss Baffin - Plancia - 23/11/2396, ore 15:50
>
>
> L'onda d'urto l'aveva sbalzata all'indietro, all'interno del
> turboascensore. Avvertì un dolore acuto che per un lungo istante le
> impedì di pensare. Scosse la testa, cercò di alzarsi, ma barcollò e si
> ritrovò in ginocchio. Si rese conto che una delle sue antenne era
> fratturata. Sotto la sirena dell'allarme rosso, ì voci confuse
> chiamavano l'infermeria, altre si lanciavano l'un l'altro rapporti di
> danni. Delle mani vennero ad aiutarla e dovette accettare che la
> portassero quasi di peso verso la plancia. Si lasciò deporre sulla
> poltrona centrale, prima di riconoscere Willis, il secondo ufficiale
> della sezione scientifica. L'uomo la guardava preoccupato, ma Enizia
> aveva troppo da fare per pensare a sé, in quel momento.
> “Rapporto!” - gridò, a nessuno in particolare. Willis le lanciò un
> ultimo sguardo preoccupato, quindi si diresse alla postazione
> scientifica. Lo schermo centrale era fuori uso, così come la maggior
> parte delle consolle. I monitor sembravano privi di energia, ma le
> luci di plancia non erano state sostituite dall'illuminazione di
> emergenza e questo era un segnale incoraggiante. Provò a
> reinizializzare il monitor della sua poltrona e con un certo sollievo
> lo vide ripartire.
> “Si registrano feriti da molte sezioni, capitano - disse l'ufficiale
> scientifico – Danni in varie sezioni. Un settore della sezione disco è
> stato evacuato per decompressione, ma non sono stati riportati morti o
> dispersi. La sezione ingegneria riferisce che le squadre di
> riparazione sono già al lavoro”
> Nurrel si tirò su, rifiutando con un gesto di farsi aiutare e tornò
> alla postazione del timoniere.
> “Il timone funziona regolarmente, signore” - riferì - Gli scudi sono
> stati investiti dall'onda d'urto, ma hanno retto. Siamo stati sbalzati
> dall'orbita di Ceres di alcuni chilometri.”
> “I teletrasporti sono fuori uso... Dovremo mandare una navetta a
> prendere i nostri che sono rimasti su Ceres – disse Willis, quindi si
> interruppe, concentrandosi sull'auricolare – Sto ricevendo
> comunicazioni dalla Galintius. L'onda d'urto li ha presi in pieno,
> sono alla deriva...”
> Le consolle, sotto le mani dei tecnici, stavano riprendendo vita.
> Anche lo schermo centrale iniziò ad emettere un ronzio che si
> trasfigurò in immagini confuse. Enizia identificò la Curie in un punto
> lontano sullo schermo. Per essere sbalzati così lontano dalla loro
> precedente posizione, dovevano aver cavalcato l'onda d'urto, anziché
> rimanere fermi dietro gli scudi, pensò il capitano.
> Lo scafo rimandò un tonfo soffocato che fece sussultare Enizia. I
> membri dell'equipaggio si scambiarono un'occhiata preoccupata. Un
> campo di asteroidi poteva essere pericoloso quanto una salva di
> siluri, se i deflettori non riuscivano a spostarli dalla loro rotta.
> “Willis, possiamo spostare i sensori sulla posizione in cui era la
> nave nemica? - ordinò Enizia - Voglio vedere se ci sono navette di
> salvataggio da prendere a bordo o relitti da evitare”
> Willis eseguì. Enizia si aggrappò alla poltrona, sentendo la testa che
> le girava come di fronte ad un abisso. Puntò il dito:
> “Che cosa... Che cosa sto vedendo?”
> Tutti gli ufficiali in plancia si irrigidirono, guardando verso lo
> schermo centrale. Le rocce che componevano la fascia di meteoriti si
> stavano visibilmente spostando dalla rotta, mischiandosi ai detriti
> della nave nemica, come se una mano invisibile li stesse raggruppando
> e imponendo di convergere verso un punto preciso. Una nube di
> pulviscolo si stava condensando, attirata dalla stessa forza, dando
> l'impressione che le stelle sullo sfondo, la Galintius e lo stesso
> pianeta Ceres fossero velati da una spessa foschia.
> Si girò verso Willis. Anche lui stava fissando lo schermo:
> “Io... Non lo so, signore – balbettò finalmente – I sensori rilevano
> variazioni della forza di gravità... Un forte aumento, con il punto
> d'origine nel luogo dove si trovava prima la nave Kerevan che è
> esplosa”
> “Ci stanno contattando dalla Curie” - intervenne Nurell – E anche dal
> pianeta. Il tenente Volkoff ci chiede che cosa sta succedendo e quando
> potrà tornare a bordo!”
> “Metta in comunicazione la Curie. Al tenente Volkoff dica che
> manderemo giù una navetta a prenderli non appena ci sarà possibile.”
> Sullo schermo comparve il volto del capitano Suri:
> =^= Sono contenta di vedere che anche lei, capitano, sia riuscita a
> risalire a bordo della sua nave prima dell'onda d'urto =^= - disse la
> vulcaniana
> “Avete avuto danni?” - domandò Enizia.
> =^=Niente di grave. Nessun ferito. I motori della Curie erano pronti a
> reagire e abbiamo cavalcato l'onda. Stiamo già manovrando per tornare
> verso la vostra posizione. La Baffin? =^=
> “Abbiamo avuto qualche ferito. Gli scudi hanno retto. I motori a
> curvatura ed i teletrasporti sono fuori uso, al momento, ma le squadre
> sono già al lavoro. Mi preoccupa di più il fenomeno che stiamo
> vedendo”
> Un nuovo scossone si fece sentire attraverso lo scafo. Enizia si resse
> al bracciolo della poltrona.
> “ Sembra che l'esplosione della nave Kereven abbia destabilizzato la
> cintura di asteroidi” - disse l'andoriana, cercando di ignorare il
> dolore e la testa che le girava – I deflettori fanno fatica a
> respingere le rocce che orbitano insieme a Ceres”
> Sullo schermo, Enizia vide che Suri si girava da un lato come se
> qualcuno l'avesse richiamata:
> =^= Che dice, comandante Tynan? =^= la sentì dire.
> Pochi istanti dopo, il trill comparve sullo schermo. L'uomo aveva il
> volto tirato:
> =^= Capitano Enizia, penso che dovreste essere voi a venire verso la
> nostra posizione, e non il contrario... Ed il più in fretta possibile!
> =^=
> “Perché?”
> =^= La cintura di asteroidi non è stata solo destabilizzata. La nave
> Kereven aveva un motore a singolarità, come quelli che montano le navi
> romulane... Se i miei calcoli sono esatti, la sua esplosione sta
> causando una reazione a catena con la nube di protoni: il residuo del
> collasso del tunnel spaziale di 2000 anni fa. =^=
> Lo scafo fu scosso di nuovo. Enizia premette un pulsante sul bracciolo
> della poltrona e sullo schermo ricomparvero le immagini dei sensori.
> Il pulviscolo si stava componendo in lunghe spirali, percorse dalle
> rocce più pesanti, simile ad un gorgo che si formasse in acque melmose
> attorno ad un fondo nero e privo di stelle.
> “Capitano, credo anche io che dovremmo allontanarci” - si fece sentire
> Willis – La gravità è aumentata del 400 per cento negli ultimi trenta
> secondi. Aumenta esponenzialmente a mano a mano che la massa rocciosa
> precipita nel vortice”
> “Sta dicendo... Che si sta formando un buco nero? All'interno di un
> sistema abitato da specie senzienti?” -
> Enizia guardò lo schermo con orrore. Il vortice era sempre più grande,
> sempre più visibile. Su un lato del gorgo, riconobbe la forma bianca
> della Galintius che stava venendo attirata all'interno dalle spire
> torbide. Sotto i suoi occhi, un meteorite la colpì trapassando uno dei
> ponti inferiori. Una nube di gas scoppiò all'esterno, per essere
> risucchiata nel vortice stellare.
> “Raggio traente! - ordinò Enizia – Tiriamoli fuori di lì, presto!”
> “Sono troppo lontani! - rispose Willis – Dovremmo avvicinarci al bordo
> del maelstrom per riuscire ad agganciarli.”
> “Di quanto possiamo avvicinarci?”
> “Non posso rispondere, capitano – scosse la testa l'ufficiale
> scientifico – La gravità varia continuamente... e non abbiamo neanche
> la curvatura!”
> Enizia premette il pulsante di comunicazione:
> “Enizia a ingegneria. Fra quanto saranno operativi i motori a
> curvatura?”
> =^= Qui Brown. Stiamo ancora facendo il conto dei danni! Ci vorranno
> due ore solo per mettere mano alle cose più urgenti. E tre giorni
> prima di poter rimettere a punto la curvatura, capitano.=^=
> “Non abbiamo tre giorni, comandante! Guardi i sensori!”
> =^= ...Come? =^= dal comunicatore uscì una esclamazione.
> “Esatto, comandante! - replicò Enizia – Dobbiamo tirarli fuori di lì!”
> =^= Signore, raggiungerli con il raggio traente dovremmo avvicinarci
> fino quasi al bordo del vortice con i motori subluce. Possiamo farlo,
> ma con variazioni di questo livello nella gravità, non posso garantire
> che riusciremo a ritornare indietro, con o senza la Galintius. E non
> posso deviare energia dai deflettori, ne abbiamo bisogno per schivare
> quei maledetti meteoriti!=^=
> Enizia guardò di nuovo verso lo schermo.
> “Dobbiamo fare qualcosa!” - si rivolse a Nurrel - “Rotta verso il
> bordo del maelstrom, massimo impulso. Willis, stia pronto con il
> raggio traente: dobbiamo strappare la Galintius alla gravità e
> scappare il più in fretta possibile!”
> In plancia si diffuse la familiare vibrazione dell'attivazione dei
> motori. Le spire del maelstrom divennero più grandi, simili a quelle
> di un mostruoso fiore carnivoro, mentre la nave si allineava alla
> posizione dell'altra.
> Le luci della Galintius si spensero, come se fosse stato premuto un
> interruttore. Per un istante, polveri e rocce la coprirono fino quasi
> a farla scomparire. Enizia temette di essersi mossa troppo tardi, ma
> vide luci riapparire all'altezza della sezione ingegneria. La nave
> parve riprendersi, combattere contro la pressione del vortice che
> l'attirava al suo interno.
> Le spire cominciarono ad avvolgersi anche sulla Baffin. Lo schermo
> sembrava riempirsi di una nebbia ferrosa, scura, che si apriva solo
> per mostrare i tratti bitorzoluti delle rocce attirate dal campo di
> asteroidi.
> “Faser pronti! - ordinò Enizia – Agganciate e distruggete ogni
> asteroide che si avvicini troppo a noi!”
> “Le polveri interferiscono con i sensori” - avvisò Willis – Non sono
> sicuro di riuscirci”
> “Deve, tenente Willis. I deflettori possono proteggerci solo entro
> certi limiti” - commentò Nurrel dalla sua postazione.
> Lo schermo ormai rimandava solo una confusa immagine grumosa, da cui
> emergevano solo le luci della sezione ingegneria della Galintius.
> “Siamo a portata di raggio traente - avvertì Willis, con una nota
> esultante nella voce – Li ho presi!”
> “Bene. Timoniere, andiamo via di qua!” - ordinò Enizia. Il capitano
> cominciò ad avvertire la tensione delle strutture. Si aggiungevano
> suoni cupi, striduli, a mano a mano che le paratie interne tremavano
> ritrasmettendo le oscillazioni dello scafo esterno.
> “Il timone non risponde, capitano” - disse Nurrel – Non riesco a
> manovrare per invertire la rotta. Stiamo venendo attirati anche noi
> verso il centro del vortice!”
> Enizia appoggiò il palmo sul pulsante di comunicazione:
> “Qui Enizia. Qual è la situazione?”
> =^= Qui Brown. Proverò a deviare l'energia da tutti i sistemi tranne
> il mantenimento e i deflettori. Sarebbe un suicidio spegnere i
> deflettori in un campo d'asteroidi, ma è un suicidio anche restare
> qui! =^=
> Il ronzio dei motori si fece più forte, mentre le luci di plancia si
> abbassavano all'emergenza. Una esclamazione di Nurrel la richiamò:
> “Si muove, finalmente!”
> Enizia respirò.
> “Ma non quanto dovrebbe...” - aggiunse il timoniere. Enizia provò una
> stretta alla bocca dello stomaco - “La spinta riesce a compensare la
> gravità che ci spinge verso il buco nero, ma non abbiamo abbastanza
> forza per allontanarcene.”
> “Siamo fermi?”
> “No... Ma i nostri progressi sono di metri, non dei chilometri che
> sarebbero necessari per portare noi e la Galintius fuori pericolo.”
> “La forza del maelstrom sembra diminuire – aggiunse Willis –
> L'anomalia sembra instabile... Ma questo non vuol dire che riusciremo
> a contrastarla abbastanza a lungo da venirne fuori”
> “Il maelstrom si è espanso, mentre ci avvicinavamo?” - domandò il
> capitano.
> “Ho tenuto conto dell'espansione, calcolando la rotta!” - ribatté
> Nurrel - “Anche se i sensori sono accecati, sono sicuro che non siamo
> finiti dentro al vortice!”
> “Ma la Galintius si” - fece Willis, a mezza voce.
> Enizia si voltò verso di lui:
> “Che vuol dire?”
> Willis scosse la testa.
> “Cosa vuol dire: la Galintius?” - ripeté. Provò ad alzarsi per andare
> a confrontarlo, ma capì di non potersi muovere.
> “Mi dispiace, capitano... - disse infine Willis – Voglio dire che
> quella nave non può essere salvata. E anzi, ci sta trascinando dentro
> al vortice.”
> “Non possiamo lasciarli andare così” - stabilì l'andoriana, con forza.
> Nessuno replicò. Willis fece cadere lo sguardo sulla tastiera della
> consolle. Enizia sapeva quello che lui stava pensando – anzi: quello
> che tutti, in plancia stavano pensando. Il raggio traente continuava a
> trattenere la massa ferrosa della nave aliena, ma i sensori non
> potevano dire se su quella nave ci fosse ancora qualcuno da salvare.
> Per quello che ne sapevano, stavano rischiando le loro vite per
> recuperare un pezzo di ferraglia pieno solo di cadaveri... Non
> potevano sapere se ne valesse o no la pena.
> Avvertì un sussulto.
> “Ci ha colpiti un meteorite? - domandò, ansiosa – Ci sono danni?”
> “Non è stato un meteorite! - esclamò Nurrel – E' la Curie!”
> La nave sussultò di nuovo, quindi Enizia avvertì una nuova pressione
> che la schiacciava contro lo schienale. Sullo schermo centrale si
> formò una sinusoide che quindi si squarciò, mostrando di nuovo il
> campo grumoso di asteroidi che si allargava a spirale.
> “Dov'è la Curie? Che stanno facendo?”
> “Sto cercando di contattarli, ma ci sono molte interferenze!”- riferì
> Willis
> “Sono sotto di noi – aggiunse Nurrel - Hanno esteso una bolla di
> curvatura attorno alla nostra nave, e ci stanno portando via dal campo
> gravitazionale!”
> L'immagine sullo schermo era sempre più definita. Enizia provò un
> tuffo al cuore vedendo la Galintius sempre agganciata al loro raggio
> traente, anche se la bolla di curvatura non riusciva a raggiungerla.
> La nave sembrava schiacciata su sé stessa. Lo scafo era stato
> bersagliato dalle masse rocciose degli asteroidi e mostrava vasti
> squarci aperti verso lo spazio. Non si vedeva più nemmeno quella linea
> di luci al livello ingegneria che l'aveva spinta a cercare di
> soccorrere i superstiti. Non osava domandare a voce alta se ci fosse o
> no ancora qualche segno di vita, lì dentro. Si girò verso Willis,
> sperando in un cenno favorevole, ma l'umano scrollò il capo.
> “E' stato inutile – mormorò Enizia – Tutto inutile...”
>
>
> Uss Curie – Studio del capitano
> 29/01/2397, ore 18:48
>
> “Diario del capitano, data astrale 74078.85. La Curie e la Baffin sono
> ormai pronte per ripartire, dopo essere stati in orbita attorno al
> pianeta Ceres per più di due mesi. Il nostro equipaggio si è prodigato
> con abnegazione per portare sollievo alla popolazione locale,
> sconvolta dai terremoti causati dall'apertura e successivo collasso
> dell'anomalia nel loro sistema. Siamo costretti a lasciare su Ceres i
> corpi di alcuni membri del nostro equipaggio, che hanno purtroppo
> condiviso la sorte della popolazione residente, ma la nostra missione
> nel Quadrante Delta non si è ancora conclusa. Il loro viaggio è
> terminato qui. Per noi, ci saranno ancora anni luce di esplorazione e
> di avventure, prima di poter ritrovare la via di casa”.
>
> ---------------------------
> FINE TRASMISSIONE
> --------------------------
>
> Ciao !;-D
> Elena
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