[stml19] [MEX 15.15] Psicologia Spicciola

Capt. Michael L. Kiron michaelkiron a gmail.com
Mar 22 Maggio 2018 10:54:07 CEST


Ottima chiusura... Grazie Gianluca.
C'è giusto un punto che devo verificare con i brani precedenti, ovvero la
parte dell'olofilm che è stato già citato...

Michele

Il dom 13 mag 2018, 13:56 Lt.Cmdr. Dorian Ristea <dorian.ristea a gmail.com>
ha scritto:

> Ciao a tutti!
>
> Scusate per il lieve ritardo, ma mi sono fatto un attimo prendere la
> mano e... be', praticamente ho chiuso la missione :O
>
> Eccovi il papiro, buona lettura e... note a pie' di pagina come sempre!
>
> -------------------------------------
> START OF TRANSMISSION
> -------------------------------------
>
> ----------------------------------------------
>
> TITOLO: 15.15 – Psicologia spicciola
>
> AUTORE: Gianluca/Ristea
>
> PRECEDENTE: 15.14 – Asparagi cotti al microonde
>
> ------------------------------------------------
>
>
>
> *** Navetta Danube, Sezione 2, venti minuti dopo ***
>
>
>
> Gregory Cooper lavorava febbrilmente sulla radice, alternandosi tra
> tricorder, due D-Pad e un altro arnese che l’ammiraglio Squiretaker,
> appena entrata nella stanza, non riconosceva.
>
> “Come procede?”, chiese Vanessa, rompendo il silenzio.
>
> Cooper sussulto’, quasi lasciando cadere il tricorder. La vecchia e’
> piu’ silenziosa di un gatto, quando vuole, penso’.
>
> “Lentamente!”, sbraito’. “Perdo piu’ tempo a rispondere a tutti quelli
> che mi dicono come procede il lavoro che a farlo, il lavoro!”
>
> Per una volta, Vanessa decise di non controbattere e lasciargli
> l’ultima parola… anche perche’ l’ennesima decontaminazione che
> l’Ufficiale Scientifico aveva dovuto subire una volta messo in salvo
> era stata una punizione abbastanza adeguata.
>
> Quasi come se avesse udito telepaticamente i suoi pensieri, Cooper
> scrollo’ le spalle e sbuffo’. “Ho quasi finito. Ho fatto tutto quello
> che potevo. I dati della radice sono adesso catalogati a livello
> chimico, fisico e biologico fino a livello molecolare. Ancora poco”,
> disse, schiacciando qualche tasto sull’arnese sconosciuto, “e inviero’
> la parte finale alla Wayfarer.”
>
> Rimise a posto l’arnese e, preso il tricorder e puntatolo contro la
> radice, la infilzo’ con un bisturi.
>
> “E finalmente avremo un diserbante per quest’erbaccia”, ghigno’.
>
>
>
> In un’altra sezione della navetta, il guardiamarina Koinos osservava
> silenziosamente i suoi colleghi che discutevano tra di loro
> animatamente gli avvenimenti recenti.
>
> Questa navetta sta diventando decisamente affollata, penso’.
>
> Gli altri marinai e sottufficiali, approfittando dell’assenza di
> Cooper o di altri superiori – inclusa la Squiretaker, che ancora non
> sapevano esattamente come trattare e a cui, nel dubbio, riservavano la
> deferenza dovuta ad un ammiraglio in carica – stavano rimuginando
> sulla morte del povero Valsen.
>
> All’udire i dettagli della fine del giovane marinaio, Koinos si senti’
> gelare dentro fino al midollo.
>
> Se sopravvivo, presentero’ le dimissioni all’istante, si disse.
>
>
>
> *** USS Wayfarer, Plancia, alcuni minuti dopo ***
>
> Kiron osservava sul monitor il bozzolo impenetrabile in cui la
> creatura vegetale si era nascosta. Nonostante la relativa vittoria
> ottenuta, tutto era ancora da vedersi. L’essere stava assorbendo acqua
> a livelli ancora maggiori e tutto faceva presagire un’attacco
> imminente.
>
> Sapere che i suoi uomini erano tutti al momento al sicuro, tra navetta
> e sotterranei di Albatross, era comunque una consolazione. L’ultimo
> giochetto contro la morte di Wu e Cooper, appreso a giochi fatti, gli
> aveva fatto venire i sudori freddi. Ma almeno ne era valsa la pena.
>
> E proprio in quel momento Ichigawa lo distolse dai suoi pensieri.
>
> “Capitano, comunicazione dalla Danube! Il Comandante Cooper ci ha
> inviato l’ultimo file”, disse la giovane ufficiale.
>
> “Ottimo! Sezione scientifica, ci siete?”
>
> =/\= Si’, capitano. =/\=
>
> “Procedete con il piano del comandante. Fateci sapere quanto preparato
> dobbiamo sintetizzare.”
>
> =/\= Ricevuto, capitano. Avremo bisogno di circa due ore per capire
> che tipo di agente creare e passare i dettagli al Comandante Ristea.
> =/\=
>
> “Fate prima che potete. Due ore potrebbero essere troppe”, disse Kiron.
>
> Il piano era stata un’idea di Vaitor e Cooper. La creatura era, a
> quanto si poteva capire, di natura prettamente vegetale, e pertanto
> poteva essere attaccata da agenti chimici. Ottenere un campione della
> creatura e cercare di sintetizzare un agente attaccante non sarebbe
> stato facile, ma era fattibile.
>
> L’unica grande incognita era sapere se avrebbe funzionato. La creatura
> poteva essere geneticamente immune al preparato. Ma era un rischio che
> dovevano correre, penso’ Kiron. Non potevano nuclearizzare il pianeta
> ma neanche lasciarlo alla merce’ di questo parassita.
>
> Aziono’ nuovamente il commbadge. “Capo, cosa mi dice?”
>
> La voce di Ristea rispose, piu’ roca del solito.
>
> =/\= Che vorrei una vacanza. =/\=
>
> “Richiesta respinta. Che altro?”
>
> =/\= Override della programmazione dei replicatori ultimato, ma per
> fare questo abbiamo dovuto smettere di lavorare al ripristino degli
> scudi. =/\=
>
> L’idea di usare i replicatori per produrre il diserbante era venuta,
> ovviamente, a Cooper, cosciente del fatto che i mezzi della sua
> sezione per la produzione di massa di… be’, qualsiasi cosa, erano ben
> limitati.
>
> “E’ un rischio che sono disposto a correre. Quanto agente puo’ essere
> prodotto dai replicatori in questo momento?”
>
> =/\= Dal momento in cui la Sezione Scientifica ci passera’ la formula,
> circa 90 litri al secondo, usando tutti i replicatori sulla nave e
> convogliando tutto alla sezione siluri. =/\=
>
> Nessuno dei due emise a voce le domande che entrambi si stavano
> facendo. L’agente sara’ effettivo? E se si’, la quantita’ prodotta
> bastera’?
>
> “Grazie Capo, mi faccia sapere quando la formula va in produzione.”
>
> =/\= Aye aye, Capitano. =/\=
>
> Dietro di lui, silenziosamente, Ichigawa lavorava febbrilmente alla
> consolle, un’idea pazza – a suo parere – in testa.
>
>
>
> *** Pianeta Albatross, ingresso dell’ascensore sotterraneo, venti
> minuti dopo ***
>
> “Buona fortuna”, disse Alisha. Porse la mano a Rumar, che la strinse.
>
> “Non siamo un popolo religioso”, continuo’. “Ma se lo fossimo,
> invocheremmo chiunque lassu’ perche’ il vostro piano funzioni.”
>
> Krell e Julia, intabarrati nella loro tuta anticontaminazione, annuirono.
>
> “La nostra proposta e’ sempre valida”, disse Rumar. “Potremmo iniziare
> la prima fase in…”
>
> Alisha lo interruppe, sorridendo. “Apprezzo lo sforzo, Comandante”,
> disse. “Ma come le ho gia’ detto, non posso lasciare il mio popolo qui
> in pericolo.”
>
> Rumar annui’ di nuovo, a denti stretti. Lui e la dottoressa
> Squiretaker avevano proposto di teletrasportare tutti gli abitanti del
> pianeta in fasi, richiamando altre navi dalla Flotta Stellare, ma
> l’intero processo avrebbe richiesto settimane… tempo che non avevano.
> Ma almeno, nel caso in cui i mostri vegetali avessero deciso di
> attaccare in massa, potevano salvare centinaia di persone. Ad ogni
> modo, la decisione di Alisha era inamovibile.
>
> Julia si giro’. La barella per Erjn era pronta. La consigliere,
> stabile ma ancora incosciente nella sua tuta, era pronta per il
> trasporto. “Krell, dobbiamo andare.”
>
> Rumar, un’espressione decisa sul volto, accenno’ e si rivolse ancora
> una volta ad Alisha.
>
> “Faremo tutto il possibile, glielo assicuro. Spero di tornare qui con
> tutti voi salvi.”
>
> “Grazie, Comandante. A presto.”
>
> Una volta inserita la barella di Erjn, Rumar e Julia entrarono
> nell’ascensore, questa volta senza scorta. Le porte si chiusero sul
> volto coraggioso e ottimista di Alisha.
>
>
>
> *** USS Wayfarer, Ponte 12, quasi due ore dopo ***
>
>
>
> Ristea correva come un matto da una parte all’altra della nave,
> scansando quei pochi membri del personale attualmente non in servizio
> – il che, in una situazione di allarme giallo, sono ben pochi.
>
> “Tania, dimmi che il ponte 9 e’ sotto controllo!”, disse al commbadge,
> continuando a correre.
>
> La voce della sua numero 2 – che praticamente considerava una pari
> grado – si fece sentire subito, chiara. =/\= Produzione a piena
> portata, tutto ok. =/\=
>
> “Oh, meno male”, si disse, mentre si infilava in un altro turbolift. I
> replicatori stavano producendo agente diserbante a tutto spiano. Il
> problema e’ che non era cio’ per cui erano stati strettamente
> programmati di default per fare, per cui esprimevano la loro
> disapprovazione nell’unico modo che conoscevano: andando in shutdown.
> Quelli particolarmente arrabbiati, esplodendo.
>
> “Squadra 3, danni?”
>
> =/\= Due dei sette replicatori sono andati =/\=, disse Carlos Moreno.
> =/\= Stiamo lavorando agli altri cinque, dovremmo riuscire a farli
> tornare in linea in 5 minuti. =/\=
>
> “Ricevuto. Dite a Yoxx e alla sua squadra di tornare in Sala Macchine
> appena finiscono col ponte 12, abbiamo bisogno di scudi nel caso in
> cui… ma che diavolo?!?” Ristea non ebbe modo di finire la frase: uno
> scossone violento lo fece cadere sul pavimento del Turbolift, che si
> fermo’.
>
> Fuori dalla Wayfarer e tutto intorno ad Albatross, il mondo era
> precipitato nel caos.
>
>
>
> *** USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante ***
>
> “Non c’e’ piu’ tempo, Capitano, dobbiamo iniziare a sparare!”, disse
> Vaitor.
>
> Kiron annui’. Sullo schermo, lo spettacolo di un’immensa ondata verde
> che si agitava sulla superficie di Albatross, creando terremoti e
> maremoti, cambiando l’intero assetto geografico del pianeta, era allo
> stesso tempo terribile e suggestivo.
>
> Nel tempo stesso, saette di luce partivano indistintamente dalle varie
> isole verdi planetarie, al cui centro il bozzolo della creatura –
> principale o unica – brillava senza sosta, colpendo la Wayfarer quasi
> per caso.
>
> “I tunnel di Albatross staranno collassando”, ringhio’ Rumar.
>
> “Energia a tutto quello che resta degli scudi. Prepararsi a lanciare
> la soluzione!” disse Kiron.
>
> Krell era una maschera di rabbia. “Non ho mai provato tanto odio per
> la natura come oggi”, disse. Lui, Julia, Erjn e il resto della
> spedizione erano riusciti ad imbarcarsi su una delle navette e tornare
> a rotta di collo sulla Wayfarer.
>
> “Siamo finalmente d’accordo su una cosa, Comandante”, disse Cooper.
> Anche lui, Wu, l’ammiraglio Squiretaker e le altre navette erano
> rientrate. Per fortuna, penso’, visto il barrage di plasma sparato
> dalla creatura.
>
> Kiron si giro’ verso Vaitor. “Fuoco!”
>
> Immediatamente, una serie di missili carichi di agente – rudimentali
> per certi versi, ma funzionali – partirono dalla Wayfarer, puntando
> direttamente il bozzolo in cui il mastodontico albero/creatura si era
> nascosto.
>
> Tutti colpirono il bersaglio, rilasciando appena a contatto una
> sostanza giallastra contro il bozzolo liscio e uniforme della
> creatura, e iniziando a corroderne la struttura.
>
> “Funziona!”, disse Wu, stringendo i pugni. Sullo schermo, il bozzolo
> si contorceva e l’azione distruttiva a livello planetario sembrava
> diventare ancora piu’ incoerente.
>
> Dopo alcuni secondi, l’azione dell’agente sembro’ rallentare, anche se
> la creatura aveva smesso di lanciare saette. Tuttavia, i terremoti
> continuavano.
>
> “Non funziona”, disse Julia, la voce carica di frustrazione.
>
> Kiron non toglieva gli occhi dallo schermo. “Signor Cooper, che ne pensa?”
>
> “L’agente sembra funzionare, rilevo ingenti danni alla struttura del
> bozzolo”, disse, lavorando sulla sua console, “ma probabilmente non e’
> abbastanza in termini di quantita’. Quel dannato cespuglio lo sta
> contrastando con tutte le sue forze.”
>
> “Possiamo lanciarne di piu’?”
>
> Ristea, in Plancia anche lui, scosse la testa. “Abbiamo sparato tutto
> quello che avevamo. Se forziamo ancora i replicatori, rischiamo di
> esplodere anche noi.”
>
> “Stiamo continuando la produzione”, disse Vaitor, “ma piu’ di un
> missile ogni 2 minuti non possiamo fare.”
>
> “C’e’ qualche modo per aumentarne l’efficacia?”
>
> “Purtroppo no”, disse Vaitor.
>
> Un silenzio frustrato pervase la Plancia, consapevole che ogni secondo
> significava sofferenza e morte per la gente di Albatross, intrappolata
> nel sottosuolo, condannata ad una fine da topi.
>
> Dietro di Kiron, Ichigawa sembro’ prendere una decisione. Alzo’ uno
> slider sulla sua consolle e clicco’ un pulsante.
>
> “Bombardiamolo, Capitano”, disse Cooper.
>
> “Nuclearizziamolo”, disse Vaitor.
>
> “E ridurre Albatross a un cumulo di macerie?” rispose Kiron.
>
> “Che importa se rimarra’ un cumulo di macerie, se non ci sara’ nessuno
> per constatarlo?”, disse Rumar. “Albatross e i suoi abitanti stanno
> morendo!”
>
> Kiron, il peso del mondo sulle sue spalle, annui’.
>
> “Signor Vaitor, prepari tutto il fuoco disponibile, partendo con i
> torpedo. Miri al bozzolo prima di tutto e ventaglio da propagare a…”
>
> “Un attimo, Capitano!”, disse Rumar. “Guardi!”
>
> Sullo schermo, gli ufficiali della Wayfarer osservarono esterrefatti
> il bozzolo fermarsi, e non contorcersi piu’. L’effetto dell’agente,
> non piu’ contrastato, dissolse lo strato protettivo nel giro di pochi
> secondi, per poi attaccare il mastodontico albero. Kiron e gli altri
> videro l’albero letteralmente consumato dall’agente diserbante,
> ingiallire e dissolversi.
>
> I terremoti, noto’ Rumar con una leggerezza nel cuore che quasi gli
> tolse il fiato, erano finiti. Una macchia gialla si sparse velocemente
> ovunque sulla superficie del pianeta, distruggendo tutto cio’ che
> rimaneva del parassita alieno, lasciando intatta la flora e fauna
> locale.
>
> “Non riesco a crederci”, mormoro’ Julia. Vanessa, al suo lato, le
> strinse la mano.
>
> “Non capisco”, disse Kumar. “E’ come se la creatura avesse smesso di
> combattere all’improvviso.”
>
> “Capita, quando le si ricorda cosa ha perso”, disse Ichigawa dalla sua
> postazione. Tutti si girarono.
>
>
>
> *** Pianeta Albatross, Albatross City, sotterranei – sezione 4/A,  due
> giorni dopo ***
>
> Il governo di Albatross, o quello che ne rimaneva, aveva iniziato il
> piano di ricostruzione con l’aiuto della delegazione della Flotta
> Stellare.
>
> Krell Rumar e Alisha camminavano senza fretta nel tunnel deserto, le
> pareti bianche iridescenti di luce trasmessa da cristalli verdi.
>
>  “Il nostro popolo vi sara’ riconoscente in eterno”, disse Alisha, in
> quella che si sarebbe potuta definire una salopette di ciniglia ma che
> – come Krell aveva avuto modo di apprendere – era in realta’ la tenuta
> di gala degli Albatrossiani. “Ci vorranno anni, forse decenni, per
> riavere il pianeta che ricordavamo”, continuo’, “ma grazie a voi, ne
> abbiamo la possibilita’.”
>
> “Avrete tutto il nostro appoggio”, disse Rumar. “Le comunicazioni di
> ieri dalla Federazione dicono che il primo carico di aiuti a breve
> termine dovrebbe arrivare con una flotta di navi cargo tra una
> settimana al massimo.”
>
> Un nervo sulla mandibola tradiva le sue emozioni. “Mi dispiace non
> poter fare di piu’ e prima”, disse, pensando alle centinaia di
> migliaia di morti e ancor piu’ feriti.
>
> Julia Squiretaker e la sua squadra avevano preparato un avamposto di
> prima emergenza in uno dei tunnel principali di Albatross City. In
> coordinazione con i presidi medici locali – chiamarli ospedali, aveva
> detto Julia, era un eufemismo – la dottoressa aveva messo su un
> progetto che, per quanto una goccia nell’acqua, avrebbe potuto salvare
> migliaia di vite in quei primi fondamentali momenti dell’emergenza.
> Dottoressa che, nonostante consigli prima e rimbrotti poi da parte di
> Krell, non dormiva da due giorni, correndo da una parte all’altra,
> tricorder e hypospray alla mano.
>
> Alisha si fermo’, guardandolo in viso. “Ci avete ridato la speranza”,
> disse, accarezzandogli una guancia. “E’ piu’ che abbastanza.”
>
> I loro volti si avvicinarono.
>
>
>
> *** USS Wayfarer, ufficio del Capitano Kiron, il giorno dopo ***
>
>
>
> Al trillo smorzato del campanello di ingresso, Kiron distolse lo
> sguardo dal rapporto che stava leggendo.
>
> “Entri, Tenente.”
>
> Il Tenente Ichigawa entro’ nella stanza, quasi titubante.
>
> “Mi ha fatto chiamare, Capitano?”
>
> “Si’. Si accomodi”, disse Kiron, indicandole la poltrona di fronte
> alla sua scrivania.
>
> Michael incrocio’ le dita. “L’ho convocata per farle sapere che la sto
> proponendo per una menzione speciale. Quello che ha fatto durante la
> missione e’ ammirevole…”
>
> Ichigawa rimase a bocca aperta. “Wow!... Voglio dire, grazie Capitano…”
>
> Kiron alzo’ una mano. “…anche se non ho dimenticato il fatto che ha
> agito di sua volonta' senza consultarmi. Per quanto approvi
> l’iniziativa personale, quello che ha fatto poteva avere conseguenze
> disastrose. L’essere avrebbe potuto reagire in maniera assolutamente
> diversa, ed ora non saremmo qui a discuterne.”
>
> “Me ne rendo conto, Capitano. Mi dispiace”, mormoro’ Asuna.
>
> “Tuttavia”, continuo’ Kiron, “ha dimostrato acume, intuizione e una
> buona dose di coraggio. Ha pensato fuori dagli schemi, e questo le ha
> permesso di salvare un intero pianeta… semplicemente applicando
> psicologia spicciola ad un essere vegetale”, sorrise.
>
> Ichigawa arrossi’, non sapendo cosa dire.
>
> “Mi dica di nuovo, cosa le ha dato l’idea?”
>
> Asuna si illumino’ in volto. “Be’, all’inizio mi sembrava una cosa
> stupida, ma mentre analizzavo tutte le comunicazioni emesse dalla
> pianta madre, quella che ci aveva attaccato, una volta decodificato lo
> schema comunicativo-chimico, non riuscivo a togliermi dalla mente la
> frase che ci ha permesso di sbloccare tutto…”
>
> “’Allontanatevi dal piccolo’”, disse Kiron.
>
> “Esatto!”, si infervoro’ Asuna. “Come mai, se l’intero pianeta era
> circondato da questa assurda vegetazione, l’essere si rivolgeva al
> singolare? Perche’ ‘il piccolo’ e non ‘i piccoli’, o ‘la mia prole’…
> c’era una relazione particolare, capisce?”
>
> “L’intero pianeta era gestito da due intelligenze… madre e figlio.”
>
> Asuna annui’. Il giorno prima, Cooper e la sua squadra avevano
> accertato (“rovistando tra compost puzzolente”, era stata l’esatta
> definizione dell’Ufficiale Scientifico) che tutta la vegetazione
> aliena del pianeta afferiva ad un unico cervello, quello dell’albero
> principale (“il Figlio… di che, non lo posso dire”, sempre Cooper),
> tramite una complessa struttura di radici attraverso le quali i
> messaggi chimici venivano immessi come in una gigantesca rete neurale.
>
> “Allora ho iniziato a decodificare a ritroso non solo i messaggi
> diretti, ma anche quello che all’inizio sembrava rumore di fondo, ma
> che in realta’ erano comunicazioni tra madre e figlio”, disse.
> “C’erano solo questi. Nessun altra entita’. Allora ho pensato, la
> madre e’ arrivata fin qui per fare di questo pianeta il suo nido… e
> conficcarci suo figlio. Il legame tra i due, se avesse avuto anche una
> minima somiglianza tra quello che si instaura tra la maggior parte
> delle specie galattiche, doveva essere molto forte.”
>
> “E qui arriva il colpo di genio”, sorrise di nuovo Kiron.
>
> “Be’, diciamo un’intuizione”, arrossi’ Asuna. “L’attacco col pesticida
> aveva bisogno di una spinta in piu’ per essere effettivo. E ho pensato
> che un modo possibile di prendere la creatura in contropiede, dal
> momento che se la madre era intelligente, doveva esserlo anche lei…
> era praticamente di farle sentire appieno il lutto che aveva appena
> subito. Quand’ero piccola”, continuo’, “vidi un olomovie di serie B in
> cui le piante emettevano feromoni per indurre umani al suicidio…
> stupido, certo, ma forse questa volta potevamo fare il contrario.”
>
> Lo sguardo di Ichigawa si induri’. “Ho trasmesso tutte le
> comunicazioni filtrate e registrate tra madre e figlio, dritte sul
> bozzolo, nello stesso modo in cui le avevamo ricevute. Una dietro
> l’altra.”
>
> “Ha praticamente bullizzato la creatura”, disse Kiron.
>
> Ichigawa scrollo’ le spalle. “La gente di Albatross stava morendo.”
>
> “Si rende conto che l’alieno avrebbe potuto reagire aggressivamente,
> invece di resistere al pesticida?”
>
> “Si’, Capitano. Oppure le comunicazioni potevano semplicemente non
> passare attraverso il bozzolo, o la creatura avrebbe potuto
> semplicemente ignorare il tutto. Ho semplicemente cercato di fare
> qualcosa per aiutare”, mormoro’ Ichigawa. “Non c’e’ molto che un
> ufficiale alle comunicazioni possa fare in generale in casi come
> questi”, disse, “ma per una volta, dovevo tentare.”
>
> Kiron la fisso’ in silenzio per qualche momento.
>
> “E la sua scommessa e’ stata vinta”, disse infine. “Congratulazioni,
> Tenente. La sua inventiva ci ha tirato fuori da una brutta
> situazione.” Kiron sorrise, porgendole la mano. Ichigawa la strinse.
>
> “La prossima volta, comunque, mi faccia sapere quando ha qualche altra
> idea. In genere non mordo”, sorrise Kiron.
>
> Ichigawa arrossi’ di nuovo. “Sissignore.”
>
> “Molto bene. Puo’ andare, tenente.”
>
> “Si’, signore… grazie di nuovo.”
>
> Ichigawa saluto’ e usci’ dall’ufficio, che torno’ al suo silenzio
> ovattato, rotto soltanto dal flebile, costante ronzio dell’impianto di
> areazione.
>
> Kiron, un lieve sorriso ancora sul volto, riprese a leggere il suo
> rapporto. Dopo qualche minuto, un trillo familiare gli fece azionare
> il commbadge.
>
> "Dovresti stare ancora a riposo, Erjn."
>
> "Non riesco a dormire", disse la voce ancora provata del consigliere
> Kublik.
>
> "Devo chiedere alla dottoressa Squiretaker di aumentare la dose di
> antidolorifico?"
>
> "No", rispose Kublik. "Vieni tu qui e raccontami una storia."
>
> Il sorriso di Michael si espanse ancora di piu', e spense il commbadge.
>
>
> -----------
>
> THE END
>
> -----------
>
>
>
> EPILOGO
>
> *** USS Wayfarer, ufficio Risorse Umane, ponte 18, nello stesso istante ***
>
> Con la sua solita tazza di te’ fumante sulla scrivania, il cranio coi
> pochi capelli canuti illuminato dalla luce artificiale della stanza,
> il tenente Wahlberg stava esaminando, lentamente ma inesorabilmente,
> tutte le pratiche inevase finora sul suo Pad. L’ultima emergenza, in
> cui come per suo ruolo aveva dovuto sostenere da addetto agli
> armamenti, specialita’ siluri fotonici (“il perfetto antidoto alla
> noia di dover star dietro ai lamenti di tutti”, si disse quando si
> offri’ volontario venticinque anni prima), lo aveva messo in arretrato
> un bel po’.
>
> Per velocizzare il lavoro, inizio’ a fare quello che normalmente
> faceva quando era indietro – leggere in diagonale. Molte delle
> pratiche sarebbero state evase, anche se qualcuna sarebbe stata
> saltata… be’, dopo un po’ di tempo, sarebbe ripassata pure lei. In
> genere ci mettevano due o tre mesi per ritornare su nella pila.
>
> Sfortunatamente, la richiesta di trasferimento immediato del
> guardiamarina Koinos fu tra le vittime.
>
>
>
> ---------------------
>
> END OF TRANSMISSION
>
> -------------------------
>
> NOTE:
> - Spero il papiro vi sia piaciuto, la storia era ad un punto cosi'
> avanzato che le parole sono praticamente uscite fuori da sole! Grazie
> Marco e tutti i predecessori, spero di aver fatto una chiosa degna
> della vostra storia.
>
>
> All comments welcome,
>
> Gianluca
> _______________________________________________
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> http://gioco.net/cgi-bin/mailman/listinfo/stml19
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